17/07/2017
Anna Maria Carloni
D'Incecco, Tartaglione, Capozzolo, Malisani, Montroni, La Marca, Pinna, Salvatore Piccolo, Manfredi, Sgambato, Campana, Iacono, Gnecchi, Censore
2-01889

 I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro per gli affari regionali, il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, il Ministro dell'interno, il Ministro per la coesione territoriale e il Mezzogiorno, per sapere – premesso che:
   secondo il «dossier incendi» presentato da Legambiente il 13 luglio 2017, da metà giugno sono andati in fumo ben 26.024 ettari di boschi italiani, un numero nei fatti pari al totale incendiatosi nel 2016;
   le regioni italiane più colpite risultano essere la Sicilia con 13.052 ettari distrutti dal fuoco, seguita dalla Calabria con 5.826 ettari, la Campania 2.461, Lazio con 1.635, la Puglia 1.541, la Sardegna 496, l'Abruzzo 328, le Marche 264, la Toscana 200, l'Umbria 134 e la Basilicata 84;
   per far fronte a quest'emergenza, il Paese sembra in forte ritardo: molte regioni non risultano aver approvato il piano antincendio boschivo («AIB») per l'anno 2017, e le relative modalità attuative per organizzare la prevenzione, il lavoro a terra, e gli accordi con i vigili del fuoco e con la protezione civile;
   in particolare, le situazioni di ritardo più gravi si registrano in Calabria, Campania, Lazio e Sicilia. Nel Lazio, che presenta il 35,2 per cento (605.859 ettari) di superficie regionale ricoperta da boschi e foreste, ad oggi risultano attivi incendi estesi per 1.635 ettari. Suddetta regione non risulta aver ancora approvato il piano AIB 2017, e solo a giugno ha definito e sottoscritto l'apposita convenzione con il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, per lo svolgimento delle essenziali funzioni ad esso delegate;
   lo stesso vale per la Campania, che ha il 32,7 per cento della superficie regionale coperta da boschi e foreste, con un'estensione totale di 445.274 ettari, e che vede ad oggi 2461 ettari percorsi dal fuoco: oltre a non aver approvato il piano «AIB» 2017, non ha definito e sottoscritto l'apposita convenzione con il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, per lo svolgimento delle essenziali funzioni ad esso delegate. Solo in questi ultimi giorni ha emanato le ordinanze sugli incendi boschivi, trasferendo le competenze dall'assessorato all'agricoltura a quello alla protezione civile, senza però, a quanto risulta, accompagnare il passaggio con un trasferimento di uomini e mezzi;
   la Sicilia, che ha 338.171 ettari di foreste e boschi (il 13,1 per cento della superficie regionale), ha approvato, il 10 maggio 2017, il piano «AIB» 2017. Tuttavia, ad oggi non ha ancora provveduto a definire e sottoscrivere l'apposita convenzione con il Corpo nazionale dei vigili del fuoco; inoltre, non si hanno notizie sull'attivazione dei centri operativi provinciali (COP) per aumentare efficacia ed efficienza nel coordinamento degli interventi a scala territoriale locale;
   la Calabria, che ha il 40,6 per cento della sua superficie regionale con circa 613.000 ettari di boschi e foreste, di cui, tra metà giugno e inizio luglio, ne sono bruciati 5.826, ha approvato il piano «AIB» 2017 il 12 giugno 2017 e solo il 4 luglio 2017 ha definito e sottoscritto l'apposita convenzione con il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, per lo svolgimento delle essenziali funzioni ad esso delegate, destinando la somma complessiva di circa 700.000 euro. Non ha inoltre ancora indicato il numero degli operatori impegnati nella lotta attiva agli incendi boschivi con relative fasce di età e in regola con la certificazione di idoneità fisica;
    a questo, va sommato il lento processo di riorganizzazione del servizio antincendio a seguito dell'assorbimento del Corpo forestale dello Stato da parte dell'Arma dei carabinieri, oltre alla riorganizzazione delle province, che risulta essere un processo in itinere ancora in larga parte del Paese;
   ha destato poi stupore la scarsa disponibilità di mezzi aerei per lo spegnimento incendi, in particolare i cosiddetti Canadair, considerati molto efficienti in caso di roghi più vasti, la cui flotta, dal 2010 ad oggi, è stata dimezzata, arrivando a quindici unità in tutta Italia (meno di uno per regione);
   gli incendi, nella quasi totalità delle volte di natura dolosa, secondo Legambiente si concentrano nelle regioni più colpite dal fenomeno della criminalità organizzata (il 58 per cento dei roghi registrati nel 2016). Ciò evidenzia un legame netto fra fenomeni di malaffare e incendi, che andrebbe contrastato con una più efficiente e severa legislazione in materia –:
   quali siano gli orientamenti del Governo in merito a quanto esposto in premessa, atteso che la salvaguardia del patrimonio boschivo rappresenta un'azione di capitale importanza nel fragile contesto naturalistico del Paese; se e quali iniziative concrete il Governo, in qualità di responsabile dell'azione del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e della protezione civile, intenda promuovere per definire misure di prevenzione e di contrasto degli incendi, in particolare per quanto riguarda la flotta aerea.