25/01/2017
Angelo Capodicasa
2-01617

Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che: 
nei giorni scorsi, da organi di stampa venivano diffuse notizie allarmanti sulle condizioni logistiche ed igienico-sanitarie riscontrabili nel carcere di Agrigento; 
nei servizi giornalistici in questione venivano descritte le carenze della struttura alla base di disagi e sofferenze, sia per i detenuti sia per il personale amministrativo che di custodia; 
tali disagi e sofferenze si sono vieppiù aggravate a causa dell'eccezionale ondata di maltempo che ha investito la Sicilia e che, per usare le parole del giornalista, «ha reso insostenibile la situazione per i detenuti»; 
in effetti, è stato possibile all'interpellante verificare lo stato precario in cui versa la struttura, attraverso una visita al carcere compiuta di persona nei giorni scorsi. Alcuni plessi registrano copiose infiltrazioni di acqua piovana che, in alcuni casi, veniva raccolta e convogliata con mezzi precari e di fortuna (secchi, sacchetti di plastica, bacinelle e altro), sia nei locali destinati al casellario, sia in quelli destinati all'accettazione ed all'ufficio matricola, come anche nei corridoi dove l'acqua continua a gocciolare provocando danni alle strutture e disagi. L'infiltrazione di acqua, inoltre, ha reso inagibili alcune celle rendendo necessario il trasferimento dei detenuti in altre celle; 
molti ambienti di lavoro e locali destinati ai detenuti risultano sprovvisti di un funzionante impianto di riscaldamento che, viste le proibitive condizioni meteorologiche di queste settimane come anche le infiltrazioni di acqua e l'umidità che trasuda dai tetti e dai muri, rendono la vita del carcere disagevole, sia per i detenuti che per il personale di custodia che svolge al meglio il proprio lavoro; 
tali condizioni, come riportato dagli organi di stampa, sembrerebbe siano state riscontrate dal responsabile del servizio igiene dell'Asp recatosi su sollecitazione dei detenuti ad ispezionare i locali; 
tale stato di precarietà dovrebbe essere a conoscenza del capo del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria che, non più tardi di un paio di mesi fa’, è stato in visita alla struttura carceraria e, pertanto, avrà potuto verificare di persona lo stato degli immobili e constatarne le disfunzioni strutturali; 
il carcere di Agrigento è abituale destinazione per detenuti provenienti da Lampedusa, individuati come scafisti e coinvolti in reati legati al traffico di migranti con relativi rischi di commistione col terrorismo, come dimostra il caso del tunisino Anis Amri autore del recente attentato di Berlino e morto in Italia in un conflitto a fuoco con la polizia. Proprio dal carcere di Agrigento, da dove era transitato, Anis Amri era stato segnalato come soggetto pericoloso e possibile jihadista; 
l'incidenza percentuale dei detenuti per i reati di cui sopra, già oggi, nel carcere di Agrigento, è di oltre il cinquanta per cento del totale dei detenuti –: 
se sia al corrente della situazione del carcere di Agrigento; 
se non ritenga di intervenire urgentemente per: 1) disporre interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria per ovviare alle infiltrazioni di acqua piovana che invadono gli ambienti comuni e quelli destinati ai detenuti, deteriorano le strutture e rendono più difficile la vita in carcere; 2) rendere funzionante l'impianto antincendio tuttora fuori uso; 3) accelerare il collaudo dell'impianto di energia solare, già completato da circa due anni, che se messo in funzione abbatterebbe notevolmente i costi dell'energia ed allevierebbe le precarie condizioni di vita nell'istituto penitenziario; 4) disporre, in ottemperanza al nuovo regolamento di cui alla legge penitenziaria del 2000, la realizzazione di docce dentro le celle per garantire maggiore sicurezza ed evitare un notevole appesantimento di lavoro per il personale di custodia; 5) assicurare il funzionamento dell'impianto di riscaldamento; 6) realizzare le coperture per le garitte tutt'ora prive di adeguato riparo per il personale di custodia; 7) sbloccare i lavori per la realizzazione del nuovo plesso, fermi da oltre quattro anni; 
se non ritenga utile, date le caratteristiche del carcere di Agrigento, assumere iniziative per provvedere ad una riqualificazione del carcere, portandolo da istituto di pena di secondo livello a primo livello; 
se non ritenga di dover assicurare al carcere una direzione stabile, visto che da molto tempo ormai viene affidata ad un direttore «a scavalco», con le conseguenze che questo comporta in termini di stabilità, efficienza e continuità.