07/06/2023
Debora Serracchiani
Gianassi, Di Biase, Orfini, Zingaretti, Madia, Morassut, Mancini, Casu.
2-00173

 I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:

   il Tribunale di sorveglianza di Roma soffre da tempo di una seria carenza di organico e di risorse finanziarie: la carenza di magistrati di ruolo, soprattutto in relazione alla mole di lavoro, e di personale amministrativo comporta gravi conseguenze sia in termini organizzativi sia di risposta efficiente alla domanda di giustizia dei cittadini, con riflessi sull'attività giudicante e di istruttoria delle pratiche;

   capita inoltre che, in occasione delle sedute pubbliche, gli avvocati abbiano l'obbligo di ridurre al massimo i loro interventi, a causa del numero eccessivo di cause da trattare nell'arco della stessa giornata; operare in tali condizioni di contingentamento dei tempi può condurre ad una limitazione dell'effettivo diritto di difesa, oltre a compromettere il funzionamento dell'ordinamento penitenziario e l'applicabilità delle misure alternative alla detenzione, dei permessi premio, a causare ritardi nelle decisioni sulla liberazione anticipata, violando, nei fatti, i diritti dei detenuti che avrebbero i requisiti e dunque il diritto di avere accesso alle pene alternative e ad espiare dunque la propria pena in modo alternativo al carcere;

   la magistratura di sorveglianza è, infatti, un organo giurisdizionale che ha il compito di vigilare sull'esecuzione della pena, di intervenire in materia di applicazione di misure alternative alla detenzione, di esecuzione di sanzioni sostitutive (semidetenzione, libertà controllata), di applicazione ed esecuzione di misure di sicurezza, nella fase dell'esecuzione della pena per i ricoveri dei condannati in ospedali psichiatrici giudiziari; si compone di due organi giurisdizionali, il magistrato di sorveglianza, organo monocratico, e il tribunale di sorveglianza, organo collegiale, che opera sia come giudice di primo grado sia come giudice di secondo grado rispetto al magistrato di sorveglianza; la competenza territoriale è estesa all'intero distretto di Corte d'appello di Roma e, per alcune materie – collaboratori di giustizia e reclami ex articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario – all'intero territorio nazionale, mentre la competenza del magistrato è determinata dalla vigilanza sugli istituti penitenziari ubicati nel territorio di competenza dell'ufficio di sorveglianza di Roma e dall'assegnazione secondo lettere dei procedimenti nei confronti di condannati non detenuti;

   dunque le gravissime criticità che affiggono il Tribunale di sorveglianza di Roma riguardano un ganglio centrale del sistema giurisdizionale che investe l'intero distretto e, sul tema della sospensione trattamentale ex articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario l'intero sistema giustizia nazionale;

   la permanente condizione di dissesto nella quale operano gli uffici di Sorveglianza di Roma determina una quotidiana gravissima lesione dei diritti dei cittadini che con quegli uffici devono relazionarsi, e la situazione rischia di aggravarsi ulteriormente a causa del paventato trasferimento in una sede posta a via Triboniano delle udienza monocratiche e collegiali della sorveglianza; tale dislocazione determinerebbe un grave disagio nella gestione delle attività difensive, costringendo gli avvocati, anche viste le lunghe attese per le chiamate delle udienze, a peregrinazioni tra le diverse sedi giudiziarie;

   il decreto legislativo 10 ottobre 2022, n. 151 «Norme sull'ufficio per il processo in attuazione della legge 26 novembre 2021, n. 206, e della legge 27 settembre 2021, n. 134.», prevede che, fra i tribunali di merito che possono essere dotati del personale dell'ufficio del processo, sono ricompresi anche i Tribunali di sorveglianza –:

   se il Ministro interpellato non ritenga di dover intervenire con urgenza sulle gravi criticità riguardanti il Tribunale di sorveglianza di Roma evidenziate in premessa, adottando iniziative di competenza, anche organizzative e che prevedano lo stanziamento di risorse finanziarie, volte a colmare con sollecitudine le carenze di organico e le difficoltà amministrative, anche individuando soluzioni alternative al dislocamento della sede, al fine di garantire un efficiente erogazione del servizio di giustizia per tutti i cittadini e per gli operatori, migliori condizioni di lavoro per gli uffici coinvolti, e al contempo assicurare il diritto di difesa e contribuire al decongestionamento dei sovraffollati istituti penitenziari del territorio, nonché se il Ministro non intenda usufruire dell'opportunità di dotare anche il Tribunale di sorveglianza di Roma del personale e del modello organizzativo dell'ufficio del processo.