Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:
come riportato da tutti gli organi di informazione, nei giorni scorsi, l'inviata del Tg1 Lucia Goracci e la sua troupe sono stati vittima in Romania di una vera e propria aggressione e del tentativo di sequestro protrattosi per alcune ore, da parte della senatrice romena Diana Iovanovici Şoşoacă, nota per le sue posizioni «no vax» e del suo staff;
nonostante l'intervista fosse stata preventivamente concordata, nel pieno rispetto della deontologia professionale, dopo alcune domande sulla gestione della pandemia in uno dei Paesi con più contagi in Europa, la senatrice ha chiuso dentro il suo ufficio la troupe del Tg1 insieme al cameraman Miki Stojicic e ha chiamato la polizia;
incalzata dalle domande, la senatrice ha reagito accusando la nostra giornalista di essere al servizio del Governo italiano, mentre lei, invece, rispondeva solo a Dio e alla religione. In un crescendo di accuse farneticanti e di grida, la senatrice ha quindi chiuso la stanza dove si stava svolgendo l'incontro e ha chiamato la polizia, denunciando i nostri inviati di aver fatto irruzione nel suo ufficio e di averla minacciata;
approfittando dell'entrata nell'ufficio di un'altra persona, la giornalista italiana è riuscita a sfuggire all'esterno e a segnalare l'accaduto a una pattuglia della polizia che era accorsa a seguito della chiamata della senatrice;
accompagnata dagli agenti di polizia, Lucia Goracci è rientrata negli uffici della senatrice per liberare i suoi colleghi e per porre termine all'incredibile accadimento. Nonostante la presenza della polizia, il marito della senatrice, anch'egli presente nell'ufficio, ha colpito con due pugni la nostra giornalista, mentre la parlamentare chiedeva di arrestare la troupe, accusandola di aver rubato del materiale e chiedendo che venissero cancellate le immagini registrate durante i fatti;
una volta arrivati in commissariato per sporgere denuncia, la giornalista si è resa conto che, nel verbale che le avevano chiesto di firmare, veniva considerata come arrestata, con l'accusa di avere con sé droga e armi e di essere una finta troupe televisiva. La grave situazione si è risolta solo dopo diverse ore e solo grazie all'intervento della nostra rappresentante diplomatica;
l'intera vicenda è stata documentata dalle immagini, incontrovertibili, riportate nel servizio regolarmente trasmesso dal Tg1;
è di tutta evidenza che si tratta di un caso di straordinaria gravità, sia per quanto riguarda le azioni di una parlamentare romena e del suo staff, sia per quanto concerne l'operato e l'atteggiamento intimidatorio assunto dai locali agenti di polizia nei confronti di nostri giornalisti. Gravità che assume connotati ancor più preoccupanti e inaccettabili laddove si consideri che si sono verificati in uno Stato membro dell'Unione europea –:
quali siano le valutazioni del Governo rispetto al grave episodio illustrato in premessa e quali urgenti iniziative, in sede bilaterale e in sede europea, si ritenga di dover assumere al fine di ottenere una netta presa di distanza da parte delle autorità romene e, soprattutto, per assicurare l'incolumità e la libertà di esercizio della professione dei nostri giornalisti in quel Paese, così come in ogni Paese democratico.