Al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare. — Per sapere – premesso che:
l'ondata di maltempo che ha investito la Toscana il 14 marzo 2025 ha causato danni ingenti a famiglie, aziende e infrastrutture in varie aree della regione;
la zona del Mugello è stata una delle più duramente colpite, con un elevato numero di famiglie totalmente o parzialmente isolate, di frane, di allagamenti che hanno portato alla necessità di dichiarare inagibili molte abitazioni, di collegamenti stradali e ferroviari interrotti;
i comuni interessati si trovano nella necessità di agire con grande rapidità per ripristinare le infrastrutture nel minor tempo possibile, e devono farlo ricorrendo a spese in somma urgenza per la maggior parte delle quali non esiste nei loro bilanci margine di manovra sufficiente;
tutto questo rende indispensabile e assolutamente non più rinviabile, come più volte sottolineato anche dal presidente della regione, la proclamazione da parte del Governo dello stato di emergenza nazionale, condizione essenziale per snellire le procedure, fronteggiare tempestivamente le necessità di vario tipo che stanno emergendo e dare a famiglie, aziende ed enti locali speranze concrete sul fatto che saranno stanziate a livello nazionale risorse adeguate a ristorare i privati che hanno avuto danni e gli enti locali che stanno sobbarcandosi spese notevole per il ripristino delle infrastrutture compromesse o lesionate –:
come mai, a due settimane dagli eventi calamitosi del 14 marzo 2025, il Governo non abbia ancora provveduto a dichiarare lo stato di emergenza nazionale e in che tempi intenda procedere in tal senso.
Seduta del 13 maggio 2025
Risposta della Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento, replica di Marco Furfaro
GUISEPPINA CASTIELLO, Sottosegretaria di Stato per i Rapporti con il Parlamento. Grazie, Presidente. A fronte della richiesta avanzata dal presidente della regione Toscana il 14 marzo 2025, il Ministro per la Protezione civile e le politiche del mare, con decreto del 14 marzo 2025, ha dichiarato lo stato di mobilitazione del servizio nazionale della protezione civile, in conseguenza delle avverse condizioni meteorologiche, che hanno interessato il territorio della regione Toscana, a partire dal 14 marzo 2025. Successivamente, il presidente della regione Toscana, con nota del 15 marzo 2025, ha chiesto la deliberazione dello stato di emergenza di rilievo nazionale. Il Consiglio dei ministri, alla luce anche della nota del 3 aprile 2025 dello stesso presidente della regione Toscana e all'esito dei sopralluoghi effettuati nei giorni dal 24 al 28 marzo 2025 dai tecnici del Dipartimento della Protezione civile, unitamente ai tecnici della regione Toscana e degli enti interessati, ha dichiarato, nella seduta del 9 aprile 2025, lo stato di emergenza di rilievo nazionale per la durata di 12 mesi.
Questo in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici che si sono verificati a partire dal giorno 14 marzo 2025 nel territorio della città metropolitana di Firenze, nonché delle province di Livorno, di Lucca, di Pisa, di Pistoia e di Prato, stanziando, per l'attuazione dei primi interventi, euro 57.650.000 a valere sul Fondo per le emergenze nazionali.
Il 2 maggio 2025 il capo del Dipartimento della Protezione Civile ha adottato l'ordinanza n. 1040, finalizzata a dare una prima, immediata risposta alle popolazioni colpite dal contesto emergenziale, prevedendo, in primo luogo, la nomina del presidente della regione Toscana quale commissario delegato.
Quest'ultimo, che opera a titolo gratuito, è chiamato a predisporre - nel limite delle risorse finanziarie stanziate con la suddetta delibera del Consiglio dei Ministri - un Piano di interventi urgenti.
Con la medesima ordinanza del 2 maggio 2025, tra l'altro: 1) il commissario delegato è autorizzato ad assegnare un contributo mensile per l'autonoma sistemazione ai nuclei familiari la cui abitazione principale, abituale e continuativa sia stata allagata, franata o danneggiata ovvero sia stata sgomberata in esecuzione di provvedimenti da parte delle competenti autorità; 2) il commissario delegato è autorizzato a definire, entro limiti predeterminati, la stima delle risorse per le prime misure di immediato sostegno al tessuto economico e sociale nei confronti della popolazione e delle attività economiche e produttive direttamente interessate dagli eventi; 3) l'evento calamitoso è qualificato come causa di forza maggiore in ragione del grave disagio socio-economico derivato. Conseguentemente, è riconosciuto ai soggetti titolari di mutui relativi agli edifici sgomberati o inagibili, ovvero alla gestione di attività di natura commerciale ed economica, anche agricola, svolte nei medesimi edifici, il diritto di chiedere agli istituti di credito e bancari, fino all'agibilità o all'abitabilità del predetto immobile e comunque non oltre la data di cessazione dello stato di emergenza, una sospensione delle rate dei medesimi mutui, optando tra la sospensione dell'intera rata e quella della sola quota capitale; 4) sono previste disposizioni volte a garantire, anche attraverso l'Associazione nazionale dei comuni italiani (quindi l'ANCI), la piena operatività e partecipazione dei comuni non direttamente interessati dagli eventi in rassegna e le misure di supporto alle attività del commissario delegato.
MARCO FURFARO, Grazie, Presidente. Intanto ringraziamo, ovviamente, la Protezione Civile per il lavoro fatto in quei giorni e fatto anche tuttora.
Ciò che ci ha raccontato la Sottosegretaria è un piccolo passo, ma insufficiente, perché le risorse previste non bastano, per questo non possiamo dirci soddisfatti.
Vede Sottosegretaria, nelle settimane successive immediatamente all'alluvione che ha colpito il Mugello il 14 marzo scorso, noi ci siamo trovati di fronte a una situazione che era abbastanza paradossale perché c'erano danni enormi, famiglie evacuate, aziende distrutte ed era evidente che c'era un territorio messo in ginocchio.
E per questo motivo, Sottosegretaria, abbiamo fatto una cosa molto semplice. Il presidente della regione Toscana ha dichiarato, immediatamente, lo stato di emergenza regionale, ma non solo. Ci siamo attivati, di fronte all'inerzia, purtroppo allo stallo, del Governo nazionale. Ci siamo attivati come parlamentari, amministratori locali, sindaci, maggioranza e anche opposizione - al di là dei differenti colori politici - con parole pubbliche affinché arrivassero dei fatti concreti da parte del Governo.
Oggi ne arriva uno, in seguito a questa interrogazione a firma mia e del collega Fossi, e rivendichiamo questa iniziativa perché ha fatto pressione - anche con i territori - affinché arrivasse questo decreto. Che però, le ripeto, è un piccolo e insufficiente passo, perché le risorse non bastano. Sul Mugello ovviamente coprono le urgenze - questo sì - danno qualche piccolo arretrato sulle alluvioni passate, ma c'è un piccolo, grande particolare. In particolare lo dico a voi, che spesso nel Governo viene negato il cambiamento climatico, dicendo che è a favore delle persone privilegiate.
Vede non si mette un euro per prevenire nuovi disastri, sa che significa? Che la prossima alluvione la pagheranno, nuovamente, la povera gente, la pagheranno le piccole e medie imprese, chi non riesce, magari o con fatica arriva a fine mese, mentre quelli che sono i privilegiati riusciranno ad andare avanti nonostante i cambiamenti climatici.
E qui il tema è proprio uscire dal concetto di emergenza, è affrontare fino in fondo i cambiamenti climatici, il dissesto idrogeologico, con interventi strutturali e concreti, altrimenti il prossimo anno la mia regione - tanti territori della mia regione - saranno nuovamente nella stessa situazione. Sono risorse necessarie che, diciamocelo Sottosegretaria, non avete messo, non ci sono, non si vedono.
L'unica cosa che è stata fatta - nel decreto, come sa, non c'è un solo nuovo euro - è che sono state razionalizzate le risorse. Non ci sono risorse nuove, nessun fondo aggiuntivo, nessun investimento straordinario. C'è un decreto che razionalizza, fatto anche di concerto con la Protezione civile, ma non incrementa di un euro le risorse.
Ed è diventata una prassi per voi: è quella di spostare le risorse da un posto all'altro, da una voce all'altra, proprio per non farle sparire o disperderle, però non ci sono nuove risorse e tutto questo rivela anche i limiti di questo intervento, perché servirebbero appunto risorse strutturali per il territorio e non solo.
C'è un pezzo della Toscana che ancora aspetta risarcimenti, la ricostruzione, i ristori: sono i territori di Prato, di Pistoia, per i quali ancora, nonostante le promesse, gli stivali, le galosce messe dalla Presidente che si è vista in Emilia Romagna - in un video fatto ad arte - ma poi il Governo ha tradito tutte le promesse.
E dietro la necessità di quei risarcimenti ci sono vite, persone, storie, imprese e una comunità che ha bisogno di ripartire, perché quelle vite e quelle storie non segnano solo un'ingiustizia per chi le subisce, ma anche per una comunità che spesso vive di distretti industriali, tessili che sono fortemente intrecciati e la cui vita sia economica, quotidiana e fisica anche di quella persona, di quell'impresa poi va a dipendere da tutto il tessuto.
Quindi accogliamo con un minimo di favore quello che ha fatto il Governo, perché ha dato una prima risposta, però i tempi sono inadeguati perché lo stato di emergenza arriva dopo e Sottosegretaria, a volte, nell'epoca dei social e dei media così così impattanti, credo per vedere quello che era accaduto in Mugello non servivano i tecnici, bastava immediatamente operare. Se servivano i tecnici bastava mandarli un minuto dopo, non settimane dopo, perché settimane dopo c'è gente che spala, c'è gente che prova a ricostruire e che purtroppo non può aspettare i vostri tempi.
Quindi io credo che questo, un Governo serio, lo riterrebbe un punto di partenza non di arrivo, perché lo dobbiamo ai territori colpiti, alle persone che vivono quelle emergenze e quelle urgenze.
Quindi vi chiediamo di mettere risorse vere, perché non basta il PNRR, non basta riorganizzare le funzioni commissariali, serve uno scatto vero, riconoscendo i cambiamenti climatici, riconoscendo il fatto che il dissesto idrogeologico è un problema dei nostri giorni, servono interventi strutturali.
E vi faccio notare anche che spesso date colpa alle regioni: in questo caso la regione Toscana si è mossa immediatamente, ha stanziato soldi, è stata vicina alle comunità e spero che prenderete esempio perché qua non è un tema di colore politico, ma riguarda la vita di intere comunità.