Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
la normativa volta a fronteggiare la situazione di emergenza sanitaria, e in particolare, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 marzo 2021, dispongono l'applicazione di misure restrittive per il contenimento del contagio da Covid-19;
dal 15 marzo al 2 aprile 2021 e nella giornata del 6 aprile, in tutte le zone «gialle» si applicano le disposizioni previste per le aree «arancioni»;
il 3, 4, 5 aprile, su tutto il territorio nazionale (tranne che in Sardegna, zona «bianca») si applicheranno le restrizioni previste per le zone «rosse»;
relativamente agli spostamenti, nelle regioni inserite in zona rossa e in tutte le regioni nei giorni 3, 4 e 5 aprile, sono consentiti gli spostamenti solo per comprovati motivi di lavoro, salute o necessità (anche verso un'altra regione o provincia autonoma) nonché il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, compreso il rientro nelle seconde case ubicate dentro e fuori regione;
il rientro nelle seconde case ubicate fuori dalla regione rappresenta la modalità attraverso la quale potrebbero esserci spostamenti consistenti da regioni in zona «rossa» e «arancione» verso la Sardegna, unica regione inserita in zona bianca;
potrebbe così configurarsi, anche in concomitanza con le festività di Pasqua e Pasquetta (giornate in cui tutta l'Italia, eccetto la Sardegna, sarà sottoposta alle restrizioni prescritte per le zone «rosse») il trasferimento in Sardegna di migliaia di proprietari di seconde case (203.300) ivi ubicate, che automaticamente godrebbero delle prerogative di movimento e accesso ai luoghi, spazi e mezzi pubblici fruibili nell'unica zona «bianca» italiana;
al momento, sulla popolazione sarda, è in corso un'attività di testing e screening per verificare la diffusione del Covid-19. Il numero di nuovi casi registrati si attesta fra i 70 e 100 ogni 100 mila abitanti, al di sotto delle soglie limite fissate dal Comitato tecnico-scientifico quali parametri per sottoporre le regioni alle restrizioni delle zone «gialle», «arancioni» e «rosse». A oggi, in Sardegna, sono stati somministrati 141.465 vaccini anti-Covid (64,1 per cento) su 220.750 dosi consegnate. L'isola si conferma ultima fra le ragioni italiane, relativamente alla somministrazione vaccinale;
a partire dall'8 marzo 2021, sulla base di ordinanza regionale, chi arriva in Sardegna, presenta certificato di vaccinazione ovvero di negatività al Covid-19. In alternativa, si sottopone a test antigienico gratuito presso porti e aeroporti o si impegna a farlo, a proprie spese, presso struttura sanitaria, o ancora osserva 10 giorni di quarantena cautelare;
dalle dichiarazioni del 15 marzo 2021 del dottor Massimo Temussi, commissario dell'Ats sarda, si evince che il sistema sanitario sardo non è in grado di garantire le attività di testing all'ingresso, laddove dovessero aumentare gli arrivi;
il presidente della regione autonoma della Sardegna Christian Solinas, come riportato il 16 marzo da l'Unione sarda, chiede al Governo che i controlli anti-Covid si facciano nei porti e negli aeroporti di partenza verso la Sardegna. Il contesto brevemente descritto evidenzia che se, come sembrerebbe consentito dalle faq consultabili sul sito del Governo, aumentassero gli arrivi di proprietari di seconde case provenienti da zone «rosse» e «arancioni», senza regole chiare e controlli alla partenza o all'arrivo, la Sardegna oggi zona «bianca», potrebbe mostrarsi particolarmente vulnerabile a una nuova ed eventuale diffusione del Covid-19, come già capitato la scorsa estate –:
se il Governo sia a conoscenza della situazione;
se non si ritenga opportuno adottare iniziative per condizionare il trasferimento presso le seconde case al rispetto di ulteriori regole e intensificare i controlli alle partenze ovvero affiancare le strutture della Sardegna nei controlli agli arrivi;
se non si ritenga opportuno convocare il tavolo tecnico per rivalutare la situazione e adottare tutte le iniziative necessarie per tutelare i sardi rispetto alle dinamiche di contagio che purtroppo caratterizzano il resto del Paese, visto, fra l'altro, il rallentamento delle operazioni vaccinali.