Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
è in esame al Senato il testo del disegno di legge n. 978, recante «Modifiche al codice di procedura civile in materia di procedimento sommario per l'effettiva realizzazione del credito», volto ad introdurre significative modifiche al procedimento per decreto ingiuntivo di cui agli articoli 633 e seguenti del codice di procedura civile, introducendo una nuova «intimazione di pagamento» del difensore;
il disegno di legge intende semplificare la gestione della procedura per decreto ingiuntivo, che – si legge nella relazione accompagnatoria – «costringe il creditore a rivolgersi al giudice civile per ottenere l'ingiunzione», il quale, verificata la sussistenza dei presupposti previsti dall'articolo 633 del codice di procedura civile, procede con l'emissione di un decreto ingiuntivo su una formula che, nella pratica, è già predisposta in calce al ricorso dal medesimo difensore;
questa misura, presentata come semplificazione del processo civile rischia di privatizzare una parte essenziale della giustizia, sottraendo allo Stato la funzione di verifica delle pretese economiche prima che diventino esecutive;
a parere degli interroganti con la scusa della semplificazione questo Governo cancella tutte le garanzie di giustizia e di difesa dei cittadini. Il disegno di legge n. 978, in discussione al Senato, a giudizio degli interroganti è inaccettabile. Un provvedimento vergognoso che consentirebbe di fatto all'avvocato del creditore di emettere un'ingiunzione di pagamento senza il minimo controllo e la supervisione del giudice. È una pericolosa scorciatoia che rischia di trasformare la giustizia civile in un terreno di caccia per chi ha più potere economico e legale;
il 20 per cento delle esecuzioni immobiliari infatti riguarda prime case pignorate per debiti condominiali. Togliere il filtro del giudice significa spianare la strada a un sistema di prede e predatori. Nessuna efficienza può giustificare la perdita delle garanzie di difesa –:
se siano state condotte valutazioni sugli effetti che il disegno di legge n. 978 introdurrà e quali risultati abbia dato questa valutazione;
quali iniziative di competenza, anche di carattere normativo, il Ministro interrogato intenda adottare affinché possano essere definitivamente risolte tutte le criticità evidenziate in premessa, in modo che le modifiche al procedimento per decreto ingiuntivo di cui agli articoli 633 e seguenti del codice di procedura civile non compromettano il regolare svolgimento della giustizia civile italiana.
Seduta del 2 dicembre 2025
Risposta del Vice Ministro della Giustizia, replica di Stefano Vaccari
FRANCESCO PAOLO SISTO, Vice Ministro della Giustizia. Grazie, Presidente. Ringrazio come sempre gli interroganti. Sono lieto di rispondere ai quesiti posti, perché mi offrono l'occasione di fornire alcuni chiarimenti in merito alla ratio ispiratrice del disegno di legge a cui si fa riferimento e di sfatare alcune preoccupazioni che si vanno diffondendo.
Si tratta, come evidenziato, del ddl A.S. n. 978 rubricato “Modifiche al codice di procedura civile in materia di procedimento sommario per l'effettiva realizzazione del credito”.
Il suo obiettivo non è affatto quello di ridurre le garanzie di giustizia dei cittadini. Al contrario, con la presentazione di questa proposta, si è inteso riconoscere alle aziende, spesso in difficoltà nel recupero dei propri crediti, un ulteriore strumento di tutela, lasciando impregiudicati i poteri di difesa del debitore che potrà reagire all'iniziativa del creditore con il tradizionale rimedio dell'opposizione.
L'intervento dell'autorità giudiziaria è quindi soltanto rimandato a una fase, del tutto eventuale, che sarà attivata su impulso dell'ingiunto.
Del resto, già da tempo, il legislatore nazionale - su impulso di quello unionale - ha ammesso la possibilità che la realizzazione del credito avvenga attraverso forme di autotutela privata, senza il preventivo vaglio dell'autorità giudiziaria. Mi riferisco, ad esempio, al recepimento della direttiva 2014/17/UE, concernente i mutui immobiliari. Si tratta, quindi, di rendere più flessibile e funzionale il procedimento di realizzazione del credito e, in particolare, dei crediti vantati dalle piccole e medie imprese.
Nel corso dell'iter in Commissione, sarà, infatti, chiarito che la misura non si applicherà nei confronti dei consumatori. Inoltre, a maggior garanzia del debitore, il ddl prevede che siano posti a carico del difensore, che accerta la sussistenza dei presupposti per l'emissione della “intimazione di pagamento”, precisi obblighi di verifica preventiva, a pena di responsabilità civile e disciplinare del medesimo professionista.
Si è così inteso enfatizzare un principio di autoresponsabilità dell'avvocato del creditore, da cui non si poteva prescindere in un procedimento che prevede l'emissione di un provvedimento monitorio senza contraddittorio e senza passare attraverso il giudice.
L'obiettivo è - lo ribadisco - quello di favorire il recupero dei crediti, senza spendita però di poteri pubblicistici, come quelli connessi alla concessione della provvisoria esecutività, che - per l'appunto - nella procedura immaginata con questo ddl, non è prevista nella fase gestita dal difensore del creditore. Nessuna perdita di garanzie di difesa per il debitore, quindi: le sue tutele processuali restano assolutamente intatte.
Soltanto un'implementazione degli strumenti a difesa del creditore, che porterà con sé tre importanti benefici: riduzione dei costi del contenzioso civile; accelerazione dei tempi per l'ottenimento di un provvedimento monitorio; snellimento dell'arretrato pendente presso i giudici civili.
STEFANO VACCARI, Grazie, Presidente. No, non sono soddisfatto della risposta che il Sottosegretario Sisto ha dato, perché il DDL n. 978 otterrà il risultato opposto a quello previsto dai suoi estensori, perché non lo dice Vaccari o Furfaro, con l'interrogazione che abbiamo presentato, ma lo dicono la Consulta nazionale antiusura, lo dicono i centri studi di SoloAffitti, che ha fatto indagini in questo senso, e lo dicono l'Associazione Favor debitoris o la Federazione europea per la giustizia.
In sostanza, quello che questo disegno di legge produrrà è un'accelerazione degli sfratti, perché, con l'obiettivo sacrosanto di rispondere ai ritardi di alcuni tribunali, invece produrrà molto probabilmente l'effetto opposto. In sostanza, quello che il disegno di legge andrà ad accelerare è una difficoltà che hanno soprattutto le persone che sono più deboli e affrontano le difficoltà legate all'aumento del costo delle bollette, oltre che degli affitti, che sostanzialmente si ritroverebbero in una condizione di non potere adire alla nuova disposizione di legge e quindi sarebbero le più penalizzate. C'è un dato fondamentale, cioè che il 20 per cento delle esecuzioni immobiliari sulle prime case ormai sono richieste dei condomini, in cui spesso agisce anche una collaborazione tra amministratori di condominio e studi legali che va a peggiorare la condizione delle morosità condominiali spesso legate, come ho precisato, al rialzo delle bollette energetiche e ad altri fattori anche di temporanea difficoltà economica.
Quindi, il rischio è che davvero, con la scusa della semplificazione dei ritardi causati dalla carenza di assunzioni e dalla precarietà del lavoro dei giudici di pace, che sono delegati a trattare le cause di importo fino a 10.000 euro, questo Governo arrivi a cancellare tutte le garanzie di giustizia e di difesa dei cittadini impoveriti. Per noi rimane un provvedimento sul quale la maggioranza dovrebbe ritornare. Non a caso, al Senato, la collega Stefani ha presentato un emendamento correttivo alla legge di bilancio, che interverrebbe proprio in questa direzione. La collega Stefani fa parte della maggioranza e vuole molto probabilmente, come noi, evitare una pericolosa scorciatoia, che questo disegno di legge introdurrebbe, che rischia di trasformare la giustizia civile invece in un terreno di caccia per chi ha più potere economico e legale.
Ci sono stati - non lo diciamo noi, lo torno a ribadire, ma lo dice la Consulta nazionale antiusura - degli abusi clamorosi, dove sono stati chiesti fallimenti su debiti inesistenti - il caso più eclatante si è verificato a Palinuro - senza il vaglio dei magistrati. Questi episodi rischiano di moltiplicarsi, colpendo soprattutto famiglie, piccoli proprietari e persone fragili. Quindi, ci stiamo avvicinando al dato, che prima richiamavo, del 20 per cento delle esecuzioni che riguardano prime case pignorate per debiti condominiali ed è un fenomeno in fortissima crescita per l'aumento dei costi di gestione. Togliere il filtro del giudice significa spianare la strada a un sistema ormai consolidato di predatori a caccia di prede. Chiediamo ancora e facciamo un appello al Governo perché sostenga, invece, e stabilizzi l'istituto dei giudici di pace che sono stati ridotti da 8.000 a 6.000 in questo Paese. Il Governo, quindi, non ha ancora definito su questo tema le nuove piante organiche e quindi potrebbe ovviare con l'effettuazione dei concorsi per recuperare invece queste risorse.
Quindi, chiediamo anche, visto che la legge di bilancio è in discussione, di prendere in seria considerazione l'emendamento portato dalla collega Stefani.