Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:
lo studente dell'Ites Jacopo Barozzi di Modena, Damiano Cassanelli, rappresentante d'istituto rischia una sospensione di dodici giorni da scuola dopo che, nel corso di uno sciopero che si stava svolgendo, ha rilasciato un'intervista a un giornale locale per farsi portavoce di criticità relative alla vita scolastica;
il giovane studente si è fatto portavoce di un disagio crescente tra gli studenti in qualità di rappresentante e quindi nello svolgimento di una funzione che legittima il diritto alla libertà di espressione e di critica;
secondo la dirigenza avrebbe messo in cattiva luce la scuola, offendendone la reputazione;
la vicenda merita un chiarimento perché tocca direttamente un tema centrale come quello della libertà di parola e di espressione, riconosciuto e tutelato dallo stesso statuto delle studentesse e degli studenti –:
quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere al fine di fare chiarezza sulla vicenda che coinvolge l'Ites Barozzi di Modena e, in particolare, lo studente Damiano Cassanelli e se intenda favorire, attraverso il competente ufficio scolastico, il recupero di un clima di dialogo e confronto all'interno dell'istituto scolastico al fine di superare le tensioni e le dannose contrapposizioni verificatesi nei mesi passati.
Seduta de 19 marzo 2024
Risposta della Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito, replica di Stefano Vaccari
PAOLA FRASSINETTI, Sottosegretaria di Stato per l'Istruzione e il merito. Grazie, Presidente. Onorevoli Vaccari, Ascari e Piccolotti, vi ringrazio per avere proposto questa interrogazione e vado a rispondere, precisando innanzitutto che la questione oggetto dei presenti atti ispettivi riguarda una vicenda che coinvolge le prerogative degli organi collegiali di un'istituzione scolastica, in relazione alle cui decisioni il Ministero dell'Istruzione e del merito non ha strumenti di intervento.
Pertanto, con riguardo al noto caso dello studente dell'Istituto Barozzi di Modena, che è stato inizialmente sanzionato con la sospensione dalle lezioni per 12 giorni, desidero far presente che il Ministro Valditara, rispondendo proprio in quest'Aula ad analogo atto ispettivo, aveva già sottolineato che la scuola, nell'ambito della propria autonomia, dispone di tutti gli strumenti necessari per riesaminare le sanzioni, qualora esse vengano considerate ingiuste. Infatti, lo studente sanzionato ha il diritto di presentare ricorso all'organo di garanzia interno dell'istituzione scolastica e ha la possibilità di inoltrare un reclamo al direttore dell'USR competente riguardo a presunte violazioni dello Statuto delle studentesse e degli studenti.
In effetti così è accaduto: lo studente ha presentato ricorso contro la sanzione presso l'organo di garanzia interno, che, in data 28 febbraio 2024, ha esaminato la documentazione e ha deliberato l'annullamento della sanzione irrogata dal consiglio di istituto. Questo dimostra, dunque, che, nel rispetto delle norme e delle corrette procedure, l'ordinamento scolastico consente sempre la possibilità di ottenere giustizia. Colgo l'occasione, tuttavia, per aggiungere che le sanzioni non dovrebbero contemplare l'allontanamento dall'istituzione scolastica.
Voglio ricordare, infatti, che attualmente è all'esame del Parlamento il disegno di legge governativo di riforma dell'istituto del voto di comportamento e della sospensione, che ha, tra i suoi punti più significativi, una radicale revisione della disciplina dei provvedimenti disciplinari, che intendiamo rivolgere, a differenza di quanto accade oggi, verso attività di cittadinanza attiva e solidale e momenti di riflessione sul significato dei comportamenti che hanno avuto conseguenze negative nell'ambito scolastico.
STEFANO VACCARI, Grazie, Presidente e Sottosegretaria Frassinetti. No, non sono soddisfatto, Presidente, perché la risposta della Sottosegretaria è stata una risposta notarile, come lo fu la prima presa di posizione del Ministro, che, inizialmente interpellato, di fatto se ne è lavato le mani, senza esprimersi sulla scelta fatta dall'istituto, salvo poi farlo quando l'istituto stesso e l'ufficio scolastico regionale sono ritornati sulla decisione, togliendo i 12 giorni di sospensione. Dodici giorni di sospensione, però, ci voglio tornare, che erano stati comminati a Damiano Cassanelli semplicemente perché aveva rilasciato un'intervista alla Gazzetta di Modena, durante uno sciopero, dove spiegava, in modo molto pacato e ragionevole, le ragioni della manifestazione studentesca.
Quindi la gravità della scelta dell'istituto e il lavarsene le mani del Ministero è da stigmatizzare proprio perché questa motivazione non è la prima volta che viene usata anche negli istituti modenesi e verrà usata d'ora in avanti come deterrente o sanzione pendente sulla testa degli studenti che scelgono di protestare, di manifestare, di scendere in piazza per affermare le proprie idee. Principi e diritti, quello di potersi esprimere, così come quello di associazione e di sciopero, sanciti dalla Costituzione e dai regolamenti della scuola. Allora non può esistere che scelte autoritarie dei dirigenti scolastici minaccino questo diritto.
E il Ministro dovrebbe provare a spiegarci qual è la sua idea di autonomia scolastica, perché nel caso di Modena se ne è lavato le mani e ha detto che la scuola ha l'autonomia di poter fare le decisioni, ci sono i percorsi interni. Sulla scuola di Pioltello, invece, scuola modello per ciò che riguarda le politiche di integrazione, il collegio docenti e il consiglio di istituto hanno fatto una scelta in totale autonomia, favorendo la didattica e promuovendo l'integrazione, con una scuola che ha il 43 per cento di presenze di nuovi cittadini in quel territorio, e lui cosa fa, minaccia ispezioni, la messa in mora di questa autonomia.
Delle due l'una, allora, qual è l'autonomia scolastica che il Ministro vuole difendere? Perché, ovviamente, adesso siamo in un clima in quella città di messa dell'intera comunità al centro di attacchi social e di un'attenzione mediatica ingiustificata. A proposito dell'idea che c'è di scuola, il cambio del sistema di valutazione è proprio la risposta sbagliata a un tema che ovviamente c'è, così come lo è la risposta delle classi separate per alunni stranieri, così come la stretta sulle aggressioni del personale scolastico docente e del personale ATA.
L'idea è quella di selezionare i migliori e i più capaci, lasciando per strada gli altri, quelli che hanno qualche problema cognitivo in più, e invece non coinvolgendo in un ragionamento di questo tipo, di cambio strutturale del sistema scolastico, coloro i quali, pedagogisti, educatori, docenti universitari, insegnanti, vivono e pensano la scuola ogni giorno, che hanno chiesto al Ministro di ripensare la scelta sul tema della valutazione formativa proprio perché tutto il percorso di apprendimento è frutto di un'analisi sui miglioramenti e le difficoltà, e su come provare a superarli insieme al docente e alla famiglia.
È per questo che il tema di Modena si aggancia a tutti gli altri temi sui quali il Ministro è pubblicamente anche impegnato a costruire un'idea di scuola molto diversa da quella di cui invece ci sarebbe bisogno, proprio perché siamo in presenza di un bisogno formativo molto importante, che invece viene affrontato con la fretta e la mancanza di qualsiasi criterio scientifico, pedagogico ed educativo, proprio evitando anche un confronto con la comunità scientifica impegnata quotidianamente nella scuola e dalla quale viene, così come da noi, fatto sapere l'invito a fermarsi e a costruire un percorso diverso per permettere alla scuola, agli insegnanti e alle famiglie di avere risposte molto diverse da quelle che vuole il Ministro Valditara.