28/05/2024
Irene Manzi
3-01228

Al Ministro dell'istruzione e del merito. — Per sapere – premesso che:

   in merito all'attuazione del PNRR, i dati positivi lasciati dai precedenti Governi, a parere dell'interrogante risultano dilapidati a causa delle incertezze dell'Esecutivo in carica e i vaghi annunci circa l'«impossibilità» di raggiungere gli obiettivi entro il 2026, «spostamenti» di opere sulle altre fonti di finanziamento e «smantellamenti», cui non è seguito nessun atto concreto;

   la terza relazione al Parlamento sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ha certificato un grave ritardo accumulato dal Governo e l'insufficiente informazione e trasparenza dello stato di avanzamento dei progetti;

   le informazioni, infatti, disponibili esclusivamente sulla piattaforma Regis, dedicata alla rendicontazione del piano, non sono pubbliche;

   per avere qualche indicazione su questi aspetti occorre affidarsi ai report realizzati dai soggetti che hanno accesso alla piattaforma. In questo caso il documento più recente è stato realizzato dall'Ufficio parlamentare di bilancio, con dati aggiornati al 26 novembre 2023, nel quale si evidenzia una significativa lentezza nella capacità di spesa delle risorse collegate al PNRR. In particolare, tale organo certifica: una spesa ferma al 14 per cento (28,1 miliardi di euro), con un dato allarmante proprio nel 2023 di soli 2,5 miliardi di euro, pari al 7,4 per cento di quanto programmato; un diffuso ritardo su tutti progetti del Piano, pari al 75 per cento dei progetti esecutivi registrati sulla piattaforma Regis;

   la relazione evidenzia una sorta di «collo di bottiglia» determinato non tanto dalle gare deserte o annullate e neanche dal massimo ribasso (15 per cento), in linea con altri appalti pubblici, quanto dai ritardi nella progettazione esecutiva e nell'assegnazione dei progetti alle imprese;

   peraltro, l'Ufficio parlamentare di bilancio rileva che la revisione del PNRR non ha permesso di superare le difficoltà che hanno determinato questi ritardi ma ha semplicemente consentito di guadagnare del tempo, facendo scalare in avanti alcuni degli obiettivi che il nostro Paese deve raggiungere;

   in tale scenario, per quanto riguarda il settore istruzione, la misura relativa agli asili è tra quelle che ha scontato una difficile fase di avvio legata, principalmente, alle criticità gestionali e amministrative che hanno messo in crisi la possibilità di raggiungere gli obiettivi prefissati già per fine giugno dello scorso anno;

   obiettivi che, come denunciato dal settore, non verranno raggiunti nonostante il nuovo Piano asili nido, avviato dal decreto 30 aprile 2024, n. 79;

   inoltre i fondi stanziati non risulterebbero sufficienti: un'analisi dell'Ufficio parlamentare di bilancio sulla base delle graduatorie del bando PNRR stimava che il deficit di posti potrebbe continuare a esistere: ad esempio, in Campania e Sicilia mancherebbero ancora tra 6 e 11 mila posti per garantire la copertura del 33 per cento a livello regionale. In più, poco più di 3.400 comuni con una grave carenza di asili nido – tasso di copertura compreso tra 0 e 11 per cento – non hanno partecipato ai bandi PNRR per aumentare i posti –:

   se il Ministro interrogato non intenda rendere accessibili i dati relativi allo stato di avanzamento dei singoli progetti del PNRR e, in particolare, il numero dei posti creati negli asili nido, mediante pubblicazione sul sito internet istituzionale del Ministero.