Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, al Ministro per la famiglia e le disabilità. — Per sapere – premesso che:
gli organi di informazione danno notizia, che ha avuto ampia eco non solo a livello locale ma anche nazionale, che il comune di Monfalcone ha sottoscritto con due istituti scolastici comprensivi una convenzione che fisserebbe un tetto massimo, pari al 45 per cento, per la presenza di stranieri in classe;
in base a questo accordo «le parti convengono di accettare per l'anno scolastico 2018/2019 l'applicazione della percentuale di alunni stranieri fino al 45 per cento allo scopo di dare risposte ai bisogni dei bambini e delle famiglie e nel rispetto dei criteri di precedenza che gli istituti comprensivi stabiliranno»;
nel documento, inoltre, si cita tra gli obiettivi quello di «incentivare le iscrizioni a Monfalcone, in particolare da parte delle famiglie italofone residenti»;
tale «patto», secondo il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca sarebbe stato firmato dall'ufficio scolastico regionale e provinciale, che a fronte delle liste d'attesa avrebbe inviato quattro insegnanti in più per formare due nuove sezioni;
la conseguenza di questo «patto» è che il prossimo settembre circa 60 alunni rischiano di essere esclusi dai percorsi formativi; sarà quindi loro di fatto impedito di conoscere coetanei di altre origini e avranno problemi di lingua e di inserimento nella comunità cittadina, mentre per le scuole materne di Monfalcone si aprirebbe un problema di insegnanti in esubero;
si tratta di un grave pregiudizio per i bambini e le loro famiglie che non può essere risolto con la mera previsione di «esportare» gli alunni in eccesso con uno scuolabus che li accompagni eventualmente presso altri comuni, né con la costituzione, a carico di Fincantieri, di classi specificamente dedicate, come pretenderebbe il sindaco di Monfalcone;
l'incidenza degli stranieri sul totale della popolazione nel comune di Monfalcone (Go) è di poco superiore al 20 per cento e il comune è al 45° posto su 7978 comuni per percentuale di stranieri sul totale della popolazione;
per regolamentare la presenza di stranieri in una classe, una circolare ministeriale del 2010 stabiliva un tetto del 30 per cento, cui i singoli uffici scolastici regionali, d'intesa con gli enti territoriali, possono però derogare, sia in aumento che in diminuzione;
il problema della formazione di classi di soli stranieri o a larghissima presenza di stranieri è presente in varie località del nostro Paese, ed è soggetto a valutazioni diverse in relazione alla capacità di fornire agli scolari tutti gli strumenti utili all'integrazione socio-linguistica;
tese ad evitare le cosiddette classi-ghetto, le quote possono avere un'utilità indicativa se hanno un carattere propositivo e se comunque, nell'ambito dell'autonomia della comunità scolastica, si presta alla dovuta attenzione ai percorsi di integrazione e non di esclusione;
appare, pertanto, necessario affrontare in modo organico un fenomeno che tocca in modo particolare alcune località ad alta densità d'immigrazione, soprattutto regolare e stanziale, al fine di prevenire frizioni e incomprensioni e favorire l'integrazione di alunni e famiglie, senza pregiudizio per lo svolgimento del cursus formativo degli alunni a tutti gli effetti italiani e italofoni –:
se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato in premessa e quali iniziative intenda assumere, in conformità agli articoli 2 e 3 della Costituzione, affinché sia assicurato a tutti i bambini il diritto allo studio e alla formazione, sia evitato il trauma di una discriminazione precoce e, al contrario, sia offerta l'opportunità di un'armoniosa e progressiva integrazione.