Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
il 18 luglio 2018 emissioni odorigene provenienti dalla Raffineria Eni di Taranto hanno reso l'aria irrespirabile in numerosi quartieri cittadini, provocando problemi respiratori soprattutto a soggetti sensibili;
in quella circostanza, i fenomeni in questione furono definiti dai vertici della stessa azienda come «episodici», aggiungendo che la causa era da ricercarsi in non meglio specificati inconvenienti tecnici e che avrebbero provveduto a fare in modo che una simile situazione non si sarebbe più verificata;
il 21 agosto 2018, quindi, a poco più di mese dall'evento appena descritto, in gran parte del centro abitato di Taranto, si è registrata nuovamente una fortissima puzza di gas capace di creare diffusi disagi alla cittadinanza;
a seguito di questo ennesimo inconveniente, poche ore dopo l'azienda Eni ha provveduto a minimizzare l'accaduto (nonostante si sia parlato anche di uno sversamento di idrocarburi in mare), evidenziando che quanto successo era da addebitarsi ad un blocco degli impianti della Raffineria (con relativo avvio del sistema di sicurezza) provocato dai fulmini e dai violenti temporali che, in quella giornata, si erano abbattuti sull'intera provincia di Taranto;
trascorse altre 24 ore, alla luce di analisi dell'aria che hanno comunque rilevato un incremento dei principali parametri (ma sempre, a detta dell'azienda, al di sotto dei limiti di legge), l'Eni ha ritenuto di inviare agli organi di stampa un'ulteriore comunicazione con cui ha inteso smentire che quanto verificatosi il giorno 21 agosto 2018 fosse da addebitare all'attività degli impianti, così come ha voluto escludere che dagli stessi vi sia stata una perdita di prodotto con conseguente sversamento in mare. Ma non basta. L'azienda ha pure sostenuto che tale sversamento si è registrato a causa della gran quantità di pioggia caduta, che ha contribuito a far «defluire direttamente nello scarico a mare gli parte delle acque di dilavamento delle strade asfaltate»;
l'interrogante ha accolto con incredulità e sconcerto le giustificazioni addotte dall'azienda Eni –:
se il Governo intenda rendere noto se ritiene di assumere iniziative di competenza per procedere ad una serie di verifiche, in particolare per accertare: cosa sia realmente accaduto il 21 agosto 2018, se vi siano state responsabilità da parte dell'Eni per quanto registratosi, quale sia il livello di sicurezza degli impianti della Raffineria Eni di Taranto; se intenda assumere iniziative, per quanto di competenza, per chiarire il grado di pericolosità dei fenomeni odorigeni avvertiti dalla cittadinanza, se intenda adottare iniziative di competenza finalizzate ad evitare che in futuro episodi simili di possano ripetere.