l Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
la Mozarc-Bellco, una delle aziende più importanti del distretto biomedicale modenese, vuole chiudere la parte produttiva dello stabilimento di Mirandola, conservando solo la ricerca e sviluppo. A rischio ci sono 300 dipendenti. Bellco occupa oltre 500 persone a Mirandola. Per il biomedicale di Mirandola è uno shock;
la notizia ha portato i sindacati Femca Cisl e Filctem Cgil a proclamare lo sciopero. A protestare sono i lavoratori della produzione;
il settore, per decenni uno dei più floridi della regione, era stato duramente colpito dal terremoto del 2012 che in questo territorio aveva avuto il suo epicentro. Poi il comparto era ripartito, ma negli ultimi anni ha sofferto la concorrenza straniera, in particolare cinese, che ha abbattuto i margini ottenibili sui prodotti da dialisi. Tra gli addetti ai lavori si guarda con preoccupazione a un possibile effetto-domino sulle altre aziende del settore;
con la procedura anti-delocalizzazione Mozarc Medical punta a trovare un possibile acquirente che rilevi lo stabilimento di Mirandola. Se non sarà così, scatterà la procedura di licenziamento collettivo;
la produzione di macchine per dialisi e dei relativi consumabili, inclusi i dializzatori (filtri), sarà gradualmente fermata a Mirandola, compatibilmente con gli impegni assunti con la pubblica amministrazione e gli altri clienti, che l'azienda intende onorare. Dei 500 lavoratori attualmente impiegati, circa 300 saranno in esubero –:
quali iniziative – per quanto di competenza – si intenda intraprendere e se non si ritenga necessario convocare i vertici aziendali della Mozarc-Bellco per trovare soluzioni volte a tutelare il posto di lavoro dei dipendenti su cui ricade questa eventuale chiusura e se non si