26/05/2022
Susanna Cenni
INCERTI, AVOSSA e CRITELLI
3-02996

Al Ministro della salute, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   la bufala mediterranea italiana è tutelata dalla legge 27 dicembre 2002, n. 292;

   l'intera filiera bufalina, universalmente riconosciuta come un comparto produttivo strategico del made in Italy per l'alta qualità delle produzioni del latte e della mozzarella di bufala campana Dop, è regolamentata da un rigoroso disciplinare di produzione;

   complessivamente la filiera dà lavoro a 11.200 addetti per un giro d'affari stimato in oltre 1 miliardo e 200 milioni di euro annui;

   il comparto bufalino casertano rappresenta circa il 60 per cento dell'allevamento in Italia, e la produzione di mozzarella conferma un trend in crescita su tutti i mercati nazionali ed esteri;

   da anni, soprattutto in provincia di Caserta, numerosi capi di bufali vengono infettati dalla brucellosi, una zoonosi che colpisce alcune specie ruminanti;

   nel 2007 visto il rischio sanitario raggiunto per l'elevata diffusione della malattia nei territori interessati, è stato dichiarato lo stato di emergenza nella provincia di Caserta e zone limitrofe. Con lo stesso decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 agosto 2007 è stato nominato un commissario straordinario e sono stati individuati gli interventi atti a fronteggiare l'emergenza. Durante l'azione commissariale i risultati raggiunti sono stati ragguardevoli, tanto che l'infezione brucellare è passata da una prevalenza del 33 per cento nel 2007 al 4 per cento del 2016;

   in seguito, per contrastare e prevenire la presenza di brucellosi e tubercolosi bufalina la Regione Campania ha varato nel 2019 la delibera n. 207, che prevedeva un piano straordinario di eradicazione;

   secondo quanto si apprende dai media, che avrebbero citato dati ufficiali delle autorità sanitarie competenti, nonostante il piano, nel 2020 degli oltre 14mila capi abbattuti soltanto meno di 1.500 sarebbero stati sottoposti ad esami batteriologici post mortem e su soltanto 16 sono state isolate particelle del batterio (lo 0,1 per cento circa del totale), in virtù dei protocolli che prevedono test a campione ed uccisioni sommarie degli animali (quando il 20 per cento degli animali risulta positivo alla brucella, tutto l'allevamento viene infatti mandato all'abbattimento);

   a causa di questa situazione oltre 300 aziende, dal 2019 ad oggi, risulterebbero aver dovuto chiudere, e gli stessi amministratori locali esprimono grande preoccupazione per il rischio reale, come già successo per alcune imprese locali acquisite recentemente da multinazionali del settore alimentare, che la produzione artigianale venga lentamente ma inesorabilmente sostituita da quella industriale con conseguente rinuncia ad uno dei maggiori volani del made in Italy e con gravi ripercussioni dal punto di vista sociale, economico ed occupazionale per le comunità coinvolte;

   sul tema della prevenzione esistono punti di vista diversi ed alcuni allevatori riterrebbero utile la reintroduzione di altri strumenti di prevenzione come la vaccinazione dei capi;

   la Regione Campania con la delibera n. 104 dell'8 marzo 2022 ha varato il nuovo «Programma obbligatorio di eradicazione delle malattie infettive delle specie bovina e bufalina in Regione Campania»;

   secondo una puntata della trasmissione Report andata in onda lunedì 2 maggio, dietro all'abbattimento massiccio di capi per contrastare la brucellosi potrebbe addirittura essere coinvolta la criminalità organizzata;

   il direttore servizio veterinario dell'Asl di Caserta, ha affermato che la carne dei capi abbattuti «viene commercializzata normalmente» per la quasi totalità. «Le bufale abbattute finiscono al macello che fa capo al gruppo modenese Cremonini»;

   nel corso della trasmissione Vincenzo Caporale, presidente della commissione per gli standard biologici dell'Organizzazione mondiale per la sanità animale (Oie), avrebbe rilasciato dichiarazioni dubbiose sulle metodologie utilizzate dalla Asl di Caserta;

   tali tesi sarebbero state accolte dal Consiglio di Stato che il 3 maggio 2022 ha sancito che «prima di eseguire i provvedimenti di abbattimento disposti sui capi ancora in vita in seguito ai focolai di brucellosi esplosi in alcuni allevamenti bufalini nel Casertano occorra fare nuovi esami»;

   nei giorni scorsi Bruxelles ha dato il via libera al piano di vaccinazione richiesto dalla Regione Campania, che assieme ad altri strumenti quali «l'autocontrollo trasparente e tempistica diagnostica», come dichiarato dall'assessore regionale, andranno ad implementare il Piano –:

   se siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa, quali siano gli orientamenti dei Ministri interrogati e quali iniziative intendano adottare, per quanto di competenza, al fine di garantire un efficace e rapido contrasto alle malattie infettive delle specie bovina e bufalina (in particolare alla brucellosi), salvaguardando il benessere animale, sostenendo la filiera zootecnica bufalina e la continuità economica e produttiva delle aziende di un settore fondamentale per il made in Italy.