23/07/2024
Marco Sarracino
3-01357

l Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   ha destato molto sconcerto e paura l'episodio verificatosi pochi giorni fa presso un lido di Torre Annunziata;

   in questa circostanza, secondo la ricostruzione dei testimoni riportata anche dagli organi di informazione, due individui con il volto coperto hanno fatto irruzione su una spiaggia, affollata visto l'orario del pomeriggio, a volto coperto e armati;

   erano alla ricerca di un obiettivo ben definito che però non avrebbero trovato;

   le persone armate, sempre in base alla ricostruzione riportata a mezzo stampa, prima di andare via e fare perdere le proprie tracce, hanno sparato diversi colpi in aria scatenando il panico tra i presenti;

   si tratta di un nuovo ennesimo episodio che segnala una recrudescenza dell'attività criminale sul territorio in questione –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda assumere per verificare l'accaduto e per potenziare l'azione di controllo nell'ambito del territorio di Torre Annunziata, uno dei contesti più complessi dell'hinterland napoletano.

Seduta del 5 novembre 2024

Risposta del Sottosegretario di Stato per l'Interno, Emanuele Prisco, replica di Marco Sarracino

EMANUELE PRISCO, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, rispondo congiuntamente alle interrogazioni presentate dall'onorevole Sarracino in quanto entrambe vertenti sulla sicurezza e sull'ordine pubblico a Torre Annunziata. La prefettura di Napoli e le Forze dell'ordine sono costantemente impegnati nel monitoraggio della situazione della sicurezza nel territorio di Torre Annunziata e nella predisposizione di articolati piani di controllo, finalizzati al contrasto e alla prevenzione di ogni forma di illegalità.

Con specifico riferimento all'episodio criminale citato dall'onorevole interrogante, verificatosi presso uno stabilimento balneare di quella località, lo scorso 18 luglio, rappresento che le attività investigative sono state condotte congiuntamente dalla Polizia di Stato e dall'Arma dei carabinieri. Il 29 luglio scorso, la Direzione distrettuale antimafia di Napoli, che ha coordinato le indagini, ha emesso un provvedimento di fermo di indiziato di delitto nei confronti di un soggetto, indagato per diversi reati, con l'aggravante del metodo mafioso. In sede di udienza di convalida, il giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Torre Annunziata ne ha disposto la custodia cautelare in carcere.

Le attività di prevenzione volte ad arginare i fenomeni criminosi nell'area in questione sono sistematicamente rafforzate con mirati servizi straordinari di controllo del territorio operati dal Reparto prevenzione crimine della Polizia di Stato che, dall'inizio dell'anno al 28 ottobre, hanno visto l'impiego di 119 equipaggi e complessivamente di 357 operatori. Inoltre, la locale Compagnia dei Carabinieri, oltre a svolgere quotidianamente servizi di prevenzione generale, ha intensificato i controlli a ridosso dei lidi balneari, ricorrendo a specifici servizi con l'ausilio di unità cinofile e del personale della Compagnia di intervento operativo.

L'Arma dei carabinieri ha, altresì, incrementato i servizi pomeridiani e serali nelle zone interessate dalla cosiddetta movida anche al fine di specifico di prevenire episodi di violenza minorile. Nell'ambito del Piano di controllo coordinato del territorio, a seguito delle determinazioni assunte in sede di Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, l'azione di prevenzione e contrasto quotidiana è stata resa ancora più incisiva mediante lo svolgimento di servizi straordinari a carattere interforze. L'impegno profuso dalle Forze dell'ordine è testimoniato dai risultati raggiunti e dalla volontà di non lasciare zone franche, recuperando anche quelle più difficili.

Dall'inizio dell'anno al 31 agosto sono state, infatti, arrestate 166 persone, con un aumento di circa il 23 per cento rispetto all'analogo periodo dello scorso anno, e denunciate 252 persone, con un aumento del 34 per cento. Tra le più recenti e significative azioni di contrasto poste in essere nell'area metropolitana di Napoli segnalo quella del 9 ottobre scorso, condotta dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di finanza, che ha dato luogo a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 15 soggetti, indagati per associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e spaccio di droga.

In relazione alle iniziative volte ad innalzare i livelli di sicurezza nella città segnalo che con i Fondi messi a disposizione del POC “Legalità” risulta finanziato uno specifico progetto per l'implementazione dell'impianto di videosorveglianza urbano. Quanto alla questione di Palazzo Fienga, pure sollecitata dall'onorevole interrogante, ricordo che l'immobile, utilizzato come roccaforte dal clan Gionta, è stato definitivamente confiscato nel settembre del 2017 ed assegnato alla gestione dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.

Nell'ambito della Strategia nazionale per la valorizzazione dei beni confiscati attraverso le politiche di coesione, il complesso immobiliare è stato decretato nel 2021 “bene esemplare” per l'elevato valore simbolico nell'ambito della lotta alla criminalità organizzata, rappresentando uno degli immobili più rilevanti per dimensione e storia criminale. La prefettura di Napoli ha sempre seguito con grande attenzione l'iter finalizzato alla destinazione a finalità pubbliche del compendio immobiliare, analizzando, in sinergia con gli altri enti istituzionali interessati, le varie ipotesi di destinazione prospettate.

Il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR ha condiviso tale progettualità e, lo scorso 9 luglio, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile ha destinato circa 9,5 milioni di euro per finalizzare gli interventi. Inoltre, il medesimo consesso ha assegnato risorse supplementari per un importo di 2,3 milioni di euro, al fine di assicurare l'integrale copertura finanziaria del costo del citato intervento per complessivi 12,3 milioni di euro, comprensivi dei 477.000 euro già precedentemente stanziati. Tale importante obiettivo è stato raggiunto grazie a una costante collaborazione interistituzionale promossa dal Ministero dell'Interno, che ha sempre avuto l'obiettivo di realizzare un progetto di alto valore simbolico, in grado di restituire alla comunità un'area sottratta al crimine organizzato.

La completa demolizione dell'immobile esistente, emblema del potere criminale locale, consentirà di mettere a disposizione nuovi spazi per la socialità di famiglie e giovani di Torre Annunziata, in una zona attualmente priva di spazi verdi attrezzati per la cittadinanza. In tal senso, restituire ai cittadini un bene appartenuta alla criminalità organizzata significa non solo dare un segnale concreto della presenza delle istituzioni sui territori, ma consente, al contempo, di sottrarre ai sodalizi criminali fonti di sostegno e strumenti di espansione nel tessuto economico e sociale, conciliando il riuso di questi beni con lo sviluppo di concrete progettualità, a vantaggio della collettività tutta.

Credo che si tratti di un ulteriore segnale dell'attenzione per un territorio per il quale il Governo è impegnato a portare avanti un percorso parallelo di affermazione della legalità attraverso il contrasto, costante e serrato, alle organizzazioni criminali e di promozione di politiche di sviluppo territoriali e di rigenerazione urbana.

È evidente che, al netto dell'impegno insostituibile delle Forze dell'ordine, la strategia di controllo territoriale debba passare anche attraverso processi di riqualificazione urbana che prevedano un ampio coinvolgimento degli enti territoriali, che devono, in questo senso, fare la propria parte. In tale ottica, vanno intensificate iniziative che risultano essenziali alla riqualificazione del tessuto urbano e sociale, recuperando spazi alla piena fruibilità dei cittadini, senza lasciare, a Torre Annunziata come in altri luoghi, alcuna zona franca.

 

MARCO SARRACINO. La ringrazio, Presidente. Colgo l'occasione per scusarmi con lei e con il Governo, purtroppo, per il ritardo. Rispondo partendo anche da una premessa, purtroppo, di contesto rispetto a quelle che erano le due interrogazioni e rispetto alla risposta data dal Governo su quanto accade, perché questa replica non può non partire dal ricordo di Santo Romano, un giovane di 19 anni ucciso a San Sebastiano al Vesuvio - nella provincia di Napoli, esattamente come Torre Annunziata - solo per essere intervenuto a difesa di un suo amico che avrebbe avuto la colpa di avere pestato il piede a un diciassettenne. Una vera e propria follia che si è consumata, purtroppo, negli scorsi giorni.

La giustizia, ovviamente, farà il suo corso, ma la morte di un giovane così, con queste modalità, non può assolutamente lasciarci indifferenti. Faccio questa valutazione e questa considerazione per inquadrare il contesto nel quale ci muoviamo, perché è un atto di violenza che va condannato e che richiede molteplici risposte. Non si tratta di un episodio isolato: negli scorsi giorni Emanuele Tufano, 15 anni, è stato ucciso in uno scontro tra bande; l'anno scorso la vittima si chiamava, invece, Giovanbattista Cutolo, 24 anni, giovane musicista, sparato al petto solo per essere intervenuto per un motorino che era stato parcheggiato male.

Questa tragica lista di vittime con le loro futili motivazioni rischia di continuare, se noi non ci attrezziamo e se lo Stato non attrezza una risposta all'altezza. E, allora, quello che purtroppo si verifica da tempo nelle nostre città, in particolar modo al Mezzogiorno e particolarmente in provincia di Napoli, che poi è uno dei motivi di queste due interrogazioni, credo, Presidente, che vada trattato come una vera e propria emergenza di carattere nazionale, dobbiamo trattarla come tale.

Ed oggi le risposte che sono arrivate credo che non siano sufficienti rispetto alla gravità della situazione, perché queste due interrogazioni risalgono a marzo del 2023 e a luglio del 2024 e hanno come teatro, appunto, Torre Annunziata, una città che ha visto lo scioglimento, tra l'altro, di un'amministrazione per infiltrazione camorristica, la scorsa amministrazione, e in cui continua, purtroppo, a registrarsi un'escalation di violenza con atti eclatanti, come quelli contenuti nell'interrogazione, e altri atti che poi si sono verificati successivamente, come quello dell'agguato in spiaggia o gli omicidi che hanno alimentato un clima di grande paura e grande preoccupazione nella città e nel contesto urbano che c'è intorno.

La risposta del Governo assomiglia più ad un mattinale che a un reale iniziativa dello stesso per affrontare i temi che riguardano la sicurezza, in senso più ampio. Abbiamo sicuramente bisogno, e su questo c'è un impegno su cui noi siamo sicuramente favorevoli, di avere più uomini e mezzi sulle strade - c'è un importantissimo lavoro svolto, come è stato detto anche dalla prefettura, dalle Forze dell'ordine -, di potenziare gli organici delle Forze dell'ordine in servizio sul territorio della provincia di Napoli, ma, al tempo stesso, anche - e questo, forse, è un po' il vulnus nella risposta che ci è stata data - di più presidi sociali, più investimenti sulle persone per prosciugare quel bacino di disagio dal quale e nel quale si alimenta la criminalità organizzata.

Vanno combattuti con maggiore forza divari e diseguaglianze, perché anche da lì, purtroppo, poi, si alimentano gli episodi che si sono verificati in queste settimane. Perché oggi, Presidente, diciamoci la verità, un ragazzo di una periferia di Napoli, di una periferia di Torre Annunziata, ha meno opportunità di un suo coetaneo di una città del Nord. Questo, purtroppo, è un dato. Ha meno possibilità di accedere ad un lavoro con un salario dignitoso, ha meno possibilità di usufruire del tempo pieno a scuola, ma può comprare con molta più facilità, invece, rispetto a un suo coetaneo del Nord, un'arma e utilizzarla molto più facilmente. Anche per questo, noi dobbiamo investire contro la povertà educativa, e a questo serviva il PNRR, che rischia, invece, di trasformarsi in una grande occasione mancata. Perché, come scriveva nell'edizione di domenica de La Stampa la giornalista Petrini, il vostro tanto sbandierato esempio di Caivano, in realtà, rischia di diventare un vero e proprio fallimento, perché, spente le luci a uso e consumo dei membri del Governo che vanno in quella città, poi le persone che ci abitano conoscono quella quotidianità che, purtroppo, è animata da mille problemi, tra cui divari e diseguaglianze che hanno raggiunto livelli che non sono più accettabili, io credo, dal punto di vista etico.

La verità è che si continuano a fare iniziative spot, eludendo i veri problemi e non affrontandoli quasi mai. Questa battaglia, visto che parliamo di Torre Annunziata, ha bisogno anche di simboli. È stato detto e su questo noi sosteniamo questa azione, come Palazzo Fienga, quel Fort Apache, simbolo di quell'anti-potere criminale, che Giancarlo Siani, con le sue inchieste da cronista di strada de Il Mattino, denunciava, per rendere più libero proprio quel comune. E allora noi non possiamo assuefarci a questa cultura criminale che avvelena il tessuto sociale e la convivenza civile di quelle aree. Per questo, Presidente, noi non siamo soddisfatti della risposta, però, continueremo, ovviamente, a monitorare e ad essere presenti su queste vicende perché questa, ripeto, è una vera e propria emergenza nazionale e come tale va trattata.