16/03/2023
Luciano D'Alfonso
3-00255

Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   nel pomeriggio di domenica 5 marzo 2023, un giovane detenuto italiano di 46 anni, originario di Teramo, ha deciso di togliersi la vita nella sua cella della casa circondariale di Pescara. Un ennesimo tragico evento nelle carceri abruzzesi che alza le luci d'allarme sul sistema carcerario italiano;

   l'associazione Antigone, attraverso il suo Osservatorio, parla del 2022 come «dell'anno dei suicidi in carcere». In dodici mesi hanno dato fine alla propria esistenza 84 detenuti, uno ogni cinque giorni, circa 20 volte in più di quanto avviene nel mondo «libero»;

   in una nota consegnata alla stampa, a commento di quanto accaduto a Pescara, il Sindacato autonomo polizia penitenziaria, attraverso il suo Segretario generale ha sottolineato come «la via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere. Anche la consistente presenza di detenuti con problemi psichiatrici è causa da tempo di gravi criticità per quanto attiene l'ordine e la sicurezza delle carceri del Paese. Il personale di polizia penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni»;

   la casa circondariale di Pescara è da tempo alle prese con una non più sostenibile condizione di sovraffollamento di detenuti psichiatrici, allontanati perlopiù dagli istituti laziali per ragioni di ordine e sicurezza, e che oggi compongono circa il 17 per cento della popolazione totale del carcere di Pescara – circa 60 su quasi 360 detenuti – in presenza di un reparto Atsm di 7 posti al massimo;

   i dati che riguardano il personale della casa circondariale di Pescara parlano di un organico di 167 unità di polizia penitenziaria previsti, e di una forza di polizia effettiva di 109, -58 unità, pari a una carenza del -33,54 per cento, a fronte di un dato medio di carenza nazionale del -14 per cento. Negli ultimi 4 anni si sono verificate 3 evasioni, a causa del muro di cinta inadeguato ai vigenti standard di sicurezza;

   anche le segreterie regionali maggiormente rappresentative della polizia penitenziaria hanno denunciato in questi giorni il grave stato in cui versa la casa circondariale di Pescara evidenziando le carenze strutturali dell'istituto, gli spazi non più idonei all'attuale sovraffollamento e spesso non in linea con i dettami normativi, un muro di cinta così basso ed instabile da rendere indispensabile una sua ricostruzione ex-novo, una mensa di servizio posta all'interno del carcere, così come la minuscola caserma agenti, fatta di stanze anguste promosse al rango di spogliatoi per il personale, ma che in realtà sono fatiscenti ed inadatte all'odierno scopo, anche per l'infelice collocazione dentro il carcere che non concede nemmeno che in quella mezz'ora dedicata al pranzo il personale possa godere di un minimo relax;

   secondo l'interrogante non è più rinviabile, inoltre, l'invio di nuovi addetti di polizia penitenziaria, con adeguata formazione professionale e l'invio di medici specializzati capaci di fronteggiare con competenza chi ha problemi di natura psichiatrica –:

   se il Ministro interrogato sia al corrente della situazione esposta in premessa e, per quanto di sua competenza, intenda adottare iniziative volte a garantire il rispetto dell'articolo 32 della Costituzione, che pone la salute quale fondamentale diritto dell'individuo e della collettività, oltre che promuovere progetti di revisione dei circuiti penitenziari regionali, dato che ad oggi in tutti gli istituti abruzzesi convivono circuiti spesso incompatibili tra loro e che aumentano le difficoltà gestionali dei reclusi;

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato, intenda attuare per far fronte all'emergenza di personale di polizia penitenziaria, di psichiatri, di educatori e di personale sanitario e all'inadeguatezza strutturale della casa circondariale di Pescara, costantemente colpita da eventi critici ingestibili.