30/06/2025
Ouidad Bakkali
3-02050

Al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   all'ottobre 2024 Poste italiane è controllata direttamente dal Ministero dell'economia e delle finanze direttamente, tramite il 29,26 per cento delle azioni, ed anche indirettamente tramite le quote possedute da Cassa depositi e prestiti (35 per cento);

   nonostante sia quotata in borsa, dunque, la composizione azionaria sopra ricordata riflette una presenza significativa dello Stato italiano nel controllo delle Poste italiane, assicurando un rapporto diretto con il settore pubblico;

   proprio per quanto sopra esposto appare inaccettabile, a parere dell'interrogante, la costante chiusura di uffici postali, o la riduzione indiscriminata degli orari di lavoro;

   infatti, gli uffici postali erogano servizi fondamentali, soprattutto ad anziani e pensionati, per i quali la prossimità è ancora un valore imprescindibile;

   nel corso degli anni circa 700 sono gli uffici postali chiusi, mentre altri osservano orari ridotti (con aperture a giorni alterni o chiusure pomeridiane) e migliaia di cittadini in tutto il Paese non ricevono più regolarmente la posta;

   ad esempio, come rilevano i sindacati confederali, in provincia di Ravenna, riorganizzazione dopo riorganizzazione, tra il 2012 e l'inizio del 2025, si è registrata una costante tendenza al taglio di uffici postali, mentre il personale si è pressoché dimezzato e sono aumentati gli straordinari, anche quelli non remunerati;

   infatti, oltre a colpire pesantemente i diritti dei cittadini, la riorganizzazione che per l'interrogante si può definire «brutale» di Poste italiane sta anche precarizzando sempre di più il lavoro del personale, costretto ad accettare contratti sempre più precari e insicuri anche dal punto di vista della salute dei lavoratori;

   al riguardo, dalla stampa si legge che l'associazione «Precari in rete» ha fornito dati molto preoccupanti: dal 2021 al 2023, 14.590 infortuni, di cui 3.704 gravi e 12 mortali, mentre nel triennio precedente si sono registrati 17.907 infortuni, 4.973 gravi e 14 decessi –:

   quali iniziative di competenza intendano intraprendere i Ministri interrogati per far sì che i cittadini ed i lavoratori non vengano ancor più danneggiati da una politica di chiusura degli uffici e di precarizzazione del lavoro, del tutto inaccettabili e in particolare per un ente come Poste italiane, che da oltre 150 anni svolge un ruolo cruciale nella vita sociale del nostro Paese.

 

Seduta del 1 luglio 2025

Risposta della Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali Maria Teresa Bellucci, replica di Ouidad Bakkali

 

MARIA TERESA BELLUCCI, Vice Ministra del Lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Signor Presidente, onorevoli colleghi, passo a illustrare le risposte alle interrogazioni in oggetto, sottolineando fin da subito che il tema della tutela dei lavoratori, della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, unitamente alla promozione di una solida cultura della prevenzione, costituisce una priorità assoluta per il Governo.

Gli onorevoli interroganti pongono l'attenzione sulle selezioni del personale impiegato da Poste italiane, sui carichi di lavoro eccessivi, sui turni prolungati oltremodo e sulle prestazioni non autorizzate né retribuite.

Ciò premesso, la competente Direzione generale del Ministero del lavoro rappresenta che, per quanto attiene alla formazione del personale di Poste italiane, con l'intesa sancita nell'ambito della Conferenza Stato-Regioni del 17 aprile 2025 è stato approvato l'Accordo unico di attuazione dell'articolo 37, comma 2, del decreto legislativo n. 81 del 2008, finalizzato all'individuazione della durata e dei contenuti minimi dei percorsi formativi.

A tal riguardo, Poste italiane rappresenta che si avvale delle attività di reclutamento del proprio personale al fine di rispondere a esigenze legate a dinamiche di andamento dell'attività di business. I processi di “Recruiting e Selezione” sono disciplinati da una procedura che tiene conto dei principi di controllo previsti dal modello organizzativo adottato dal Gruppo Poste italiane proprio ai sensi del decreto legislativo n. 231 del 2001, in coerenza con lo status di società quotata e in considerazione del ruolo di sistema di Poste italiane, in quanto più grande datore di lavoro del Paese.

Tale procedura definisce le modalità di svolgimento delle attività di “Recruiting e Selezione” di personale da inserire in azienda, anche con contratto a tempo determinato, in linea con le disposizioni normative del tempo vigenti, e che si sono susseguite anche rispetto ad esigenze temporanee e/o anche specifiche.

L'azienda riferisce che le attività di reclutamento del personale si attivano a seguito di specifica richiesta da parte dell'unità organizzativa che necessita di rafforzamento di personale e che il ricorso alla fattispecie del contratto a tempo determinato consente di rispondere in maniera flessibile a esigenze organizzative legate a dinamiche di andamento dell'attività di business o di presidio dello stesso.

In conformità a tali procedure, la selezione del personale a tempo determinato per le attività di recapito avviene attraverso la pubblicazione sul sito di Poste italiane di annunci di ricerca di personale che forniscono ai candidati tutte le indicazioni relative alle province per le quali viene attivata la ricerca, ai requisiti richiesti e all'iter di selezione previsto, garantendo a tutti i partecipanti trasparenza ed equità di informazione.

I candidati che rispondono a tali annunci costituiscono il bacino di reperimento esclusivo per tale tipologia di ricerca di personale. Inoltre, Poste precisa che l'iter di selezione, come descritto negli specifici annunci sopracitati, risulta articolato su diverse prove. L'adozione di requisiti oggettivi e classificabili, comunicati in maniera trasparente, ed un iter selettivo articolato su diverse prove differenziate permettono, infatti, di individuare i candidati idonei a cui proporre un contratto di lavoro in linea con i fabbisogni di personale. Il ricorso alle diverse tipologie contrattuali viene definito in coerenza con le caratteristiche delle attività per le quali si procede agli inserimenti. L'azienda, a riguardo, riferisce che, anche attraverso il bilancio integrato, pubblicato nella specifica sezione del sito aziendale, è possibile reperire informazioni di dettaglio sul numero di contratti a tempo determinato, unitamente ai dati sui contratti a tempo indeterminato.

Inoltre, nell'ambito del complessivo impianto delle politiche attive del lavoro, in considerazione delle dinamiche di turn over aziendali, a partire dal 2018, l'azienda e le organizzazioni sindacali hanno concordato un piano di assunzione a tempo indeterminato nel settore del recapito, al quale possono concorrere esclusivamente coloro che abbiano precedentemente prestato servizio come portalettere o addetto allo smistamento con contratto a tempo determinato (le cosiddette stabilizzazioni).

Gli articoli sindacali siglati hanno definito, di volta in volta, il numero delle stabilizzazioni da realizzare, i criteri di accesso al percorso e quelli di redazione delle graduatorie sulla base delle quali vengono inseriti i candidati. Proprio a seguito di tali accordi, sono stati stabilizzati a tempo indeterminato, su tutto il territorio nazionale, circa 18.000 ex lavoratori a tempo determinato nel recapito e nella logistica.

Entro il 2025 verranno inoltre realizzate ulteriori 3.475 stabilizzazioni. Inoltre, dal 2017, sono state assunte in Poste Italiane, con contratto a tempo indeterminato, circa 37.000 full time, incluse le trasformazioni dei contratti da part time a full time nei diversi settori, collocando così il gruppo Poste Italiane in cima alla classifica delle aziende che hanno effettuato il maggior numero di assunzioni in Italia negli ultimi anni. In particolare, giova precisare che a tali assunzioni, soprattutto per quelle relative alla rete degli uffici postali, hanno naturalmente avuto accesso anche risorse che, in precedenza, erano inquadrate con un contratto a tempo determinato in ambito recapito, che si sono candidate agli annunci di ricerca di personale, di volta in volta pubblicate sul sito aziendale, e abbiano superato il relativo iter selettivo previsto. Restano confermati l'attività e l'impegno aziendale di continuare in percorsi virtuosi in ambito di politiche attive, ivi compresa la stabilizzazione dei contratti a tempo determinato.

Relativamente alla rete degli uffici postali, preme evidenziare che la presenza sul territorio è un asset strategico per Poste Italiane, la quale ha intrapreso e sta portando avanti un percorso di vicinanza sia ai territori meno densamente popolati, sia alle grandi città. Infatti, alle reti fisiche (gli uffici postali e i Punto Posta) e digitali, si è aggiunta la potenzialità e la virtuosità delle reti LIS, entrate a far parte della famiglia di Poste Italiane per ampliare la sua presenza già capillare sul territorio. Al riguardo si rappresenta che, anche in considerazione di un aumento delle interazioni giornaliere realizzate attraverso i canali online del gruppo Poste Italiane, l'azienda, nel pieno rispetto dei criteri procedurali e sostanziali in materia di punti d'accesso al servizio postale universale, ha predisposto, nel corso degli anni, il Piano di riorganizzazione della rete degli uffici postali, regolarmente approvati dall'Autorità per la garanzia delle comunicazioni. Inoltre, deve tenersi presente che, nonostante tutti gli interventi attuati nel corso dell'ultimo decennio, la rete degli uffici postali ha sostanzialmente preservato la sua estrema capillarità, continuando a garantire il mantenimento del presidio postale, anche nelle aree più remote, attraverso oltre 12.600 uffici postali, risultando essere tra le più estese anche in Europa.

I dati sopra riportati evidenziano come Poste Italiane persegua obiettivi di efficientamento della propria organizzazione, ponderando tali obiettivi con le esigenze espresse dalla clientela, attraverso un percorso di costante allineamento dell'offerta alla domanda di servizi, al fine di intercettare nuove esigenze emergenti.

La rete degli uffici postali è, dunque, necessariamente e fisiologicamente in evoluzione. Ogni decisione di procedere con interventi di razionalizzazione scaturisce dalla valutazione dell'esiguità dei flussi di traffico, del ridotto numero di operazioni effettuate e dalla presenza in posizioni limitrofe di uffici in grado di assorbire, senza aggravio, l'operatività dell'ufficio razionalizzato. Inoltre, dalle verifiche effettuate, l'organico applicato risulta in linea con i fabbisogni ad oggi in essere grazie agli accordi sulle politiche attive del lavoro, che hanno consentito di gestire il turnover.

Infine, con riguardo alla retribuzione della prestazione lavorativa resa dai dipendenti di Poste Italiane, l'azienda comunica di procedere al pagamento dei relativi emolumenti nel rispetto delle previsioni vigenti di legge e di contratto, anche con specifico riferimento alla retribuzione del lavoro straordinario che sia stato richiesto ed autorizzato dall'azienda stessa. Al contempo, le modalità di esecuzione delle prestazioni sono rese, da tutto il personale, a prescindere dall'ambito di appartenenza, nel pieno rispetto della normativa del contratto collettivo nazionale di lavoro e degli accordi attuativi vigenti.

Poste Italiane si è dotata di una specifica procedura interna in materia di lavoro straordinario nell'ambito delle attività di recapito, che consente di gestire e monitorare l'istituto, in coerenza con i principi legali e contrattuali che disciplinano la materia, a conferma di un operato pienamente rispettoso delle previsioni dell'ordinamento in ambito lavoristico, fermo restando che, in ogni caso, singoli episodi isolati, oggetto anche di trattazione giornalistica o di eventuali sviluppi in ambito giudiziario, necessitano sempre le relative conferme nelle opportune sedi.

Per quanto attiene alla sicurezza sul lavoro, l'azienda continua ad avere individuato responsabilità organizzative e procedure specifiche per garantire un adeguato presidio di tutti gli aspetti afferenti alla salute e sicurezza sul lavoro, nel rispetto delle relative norme vigenti. Con il proprio sistema di gestione, Poste Italiane definisce costantemente la modalità per individuare processi e risorse necessarie alla realizzazione di tutte le politiche aziendali e di prevenzione, operando continui controlli sul territorio. Adotta, inoltre, tutte le misure necessarie per ridurre incidenti, infortuni sul lavoro e malattie professionali, promuovendo il benessere psicofisico delle persone attraverso programmi di prevenzione e campagne di informazione e sensibilizzazione.

A titolo di esempio, nel 2024 sono state erogate oltre 460.000 ore di formazione per i temi di salute e sicurezza sul lavoro.

Riguardo il quesito posto dall'onorevole Soumahoro sull'intenzione del Governo di vendere un'ulteriore quota azionaria di Poste Italiane, rappresento che al momento non sono pervenuti utili elementi informativi. Occorre, tuttavia, precisare che, nonostante Poste Italiane sia quotata in borsa, la stessa è controllata direttamente dal Ministero del Lavoro e delle Finanze, tramite il 29,96 per cento delle azioni, ed anche indirettamente tramite le quote possedute da Cassa depositi e prestiti, di circa il 35 per cento. Il tema della cessione delle quote è stato oggetto di discussione e rinvii, ma il Governo sembrerebbe determinato a procedere, anche se con tempistiche ancora da definire.

Non va dimenticato, infatti, che tra gli obiettivi vi è quello di ridurre il debito pubblico e la vendita di azioni di Poste Italiane potrebbe portare ad un incasso significativo stimato in circa 2,4 miliardi di euro. La privatizzazione di Poste Italiane deve essere inquadrata come un passo verso una maggiore privatizzazione delle aziende pubbliche, ma con l'impegno a garantire la stabilità dell'assetto prioritario e la tutela dell'azionariato diffuso.

In conclusione, sottolineo l'importanza dei temi trattati e il costante impegno del Governo Meloni, affinché vengano assicurate condizioni di lavoro sicure e conformi alle normative sulla tutela della salute e della sicurezza nei posti di lavoro.

Anche l'aspetto della privatizzazione di Poste Italiane deve essere inquadrato come un passo verso una maggiore privatizzazione delle aziende pubbliche, volto a garantire non soltanto la stabilità dell'assetto proprietario e la tutela dell'azionariato diffuso, ma anche il rilancio di prospettive concrete, di interventi a beneficio delle dinamiche del tessuto economico-produttivo, con tutte le positive ricadute a livello di miglioramento sociale e del mercato del lavoro.

OUIDAD BAKKALI. Grazie, Presidente. Approfitto dell'intervento che mi ha preceduta e che già conteneva molte delle sottolineature, soprattutto molte delle mancanze e delle risposte che non abbiamo sentito in quest'Aula. In quest'Aula non abbiamo sentito il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali; in quest'Aula, questa mattina, abbiamo ascoltato, probabilmente, un grande player finanziario, che raccontava l'andamento delle proprie attività.

Non abbiamo ascoltato il più grande datore di lavoro di questo Paese, ma chi appunto giustifica il precariato - e cito gli appunti quantomeno della risposta che ha dato la Vice Ministra -, dove il tempo determinato è utilizzato per flessibilità, per andare incontro alle dinamiche di andamento del business. Io qui non ho sentito il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Stiamo parlando di uno dei servizi pubblici più importanti, dove i lavoratori e le lavoratrici sono, tra l'altro, incaricati di pubblico servizio. Quindi, sono lavoratori e lavoratrici che stanno da mesi denunciando condizioni di lavoro precario - come si diceva prima -, stanno denunciando insicurezza, stanno denunciando carichi di lavoro importanti e insostenibili, anche perché poi Poste riceve anche nuove competenze e nuovi servizi pubblici da dover espletare. Tutto questo avviene in sotto organico.

Abbiamo ascoltato una descrizione di un Paese che non esiste. Probabilmente non si è mai messo piede dentro un ufficio postale e probabilmente non si è mai avuta un'interlocuzione con i sindacati confederali che, non più tardi di questa primavera, hanno proposto una mobilitazione importante proprio sul tema delle Poste italiane. Non si ascoltano gli amministratori dei territori, perché, solo nella mia regione, il nuovo Piano di industrializzazione di Poste italiane - e parlo dell'Emilia Romagna - prevederà 53 chiusure e 34 razionalizzazioni di uffici. Spesso si vanno a colpire proprio i territori più decentrati: proprio là dove il servizio fisico, lo sportello, è più necessario, compensando spesso con la narrazione sul fatto che stiamo dematerializzando e sul fatto che ci siano nuovi servizi digitali, quando sappiamo che le persone più fragili e gli anziani quei servizi digitali faticano a usufruirne. Quindi, pratichiamo un'esclusione digitale consapevole da servizi che invece sono fondamentali. La consegna della posta - lo si diceva anche prima - ormai in certe zone viene dimezzata e svolta a giorni alterni.

Quindi, noi abbiamo ascoltato queste voci, perché queste interrogazioni e queste interpellanze pongono tutte le stesse questioni a cui questo Ministero non ha dato nessuna risposta: nessuna risposta sul tema della chiusura di uffici postali, perché sembra che invece questo tema non si ponga; nulla sul tema della riduzione costante degli orari di lavoro e sul tema del personale sotto organico e l'aumento degli straordinari non remunerati; così sul tema della precarizzazione dei contratti; così sul tema degli infortuni. Abbiamo anche qui provato a porre il tema dell'interlocuzione. Vogliamo un'interlocuzione, a questo punto, su quale è il piano sia sul tema del personale, ma - ripeto - anche sulla capillarità e la presenza del servizio poste sul nostro territorio e soprattutto con l'attenzione. Il Ministero è composto da due deleghe: lavoro e politiche sociali. È politica sociale organizzare la presenza capillare soprattutto là dove ci sono meno servizi e dove lo spopolamento è un tema drammatico per le amministrazioni locali. Quindi, non avere la politica e la strategia rispetto al permanere di servizi come questo vuol dire contribuire a spopolare quei territori, non mantenere una popolazione presente e incentivarla. Queste sono scelte che deve fare un Ministero, non un player finanziario. Un Ministero deve tutelare la dignità appunto del più grande datore di lavoro del Paese e la presenza di un servizio pubblico e diritti di cittadinanza degli italiani e delle italiane