13/05/2024
Stefano Vaccari
Marino, Forattini, Andrea Rossi
3-01195

Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, al Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR. — Per sapere – premesso che:

   la produzione di foie gras tramite alimentazione forzata in Italia è vietata dal 2001, ma avviene ancora in cinque dei 27 Stati dell'Unione europea: Francia, Ungheria, Bulgaria, Spagna e Belgio (solo nella Vallonia). Si tratta di un prodotto di nicchia venduto ancora oggi in Europa e nel nostro Paese, che provoca la sofferenza estrema di milioni di animali in Europa, dove vengono prodotte più di 19 mila tonnellate di foie gras, circa il 90 per cento della produzione globale;

   attualmente, il Regolamento (CE) n. 543 del 2008 relativo alle norme di commercializzazione per le carni di pollame prevede che, per produrre foie gras, il fegato di un'anatra debba pesare almeno 300 grammi e quello di un'oca almeno 400. Ma si tratta di pesi che questi animali non raggiungono in natura e che è possibile realizzare a livello industriale solo attraverso l'alimentazione forzata, come stabilito nel 1991 dalla Commissione europea. Tale requisito sui pesi minimi non ha alcuna base scientifica o tradizionale. La stessa produzione di foie gras è stata fortemente condannata da un rapporto del Comitato scientifico veterinario dell'Unione europea, che giudica l'alimentazione forzata «nociva per il benessere degli animali». Tuttavia, nonostante anche la Fao ritenga la pratica dell'alimentazione forzata nociva per gli animali, nel 2022 il Parlamento europeo ha approvato una relazione in cui si afferma che questa produzione è basata su procedure di allevamento rispettose dei criteri di benessere animale;

   l'Unione europea continua a permettere che una pratica così atroce venga perpetrata nei confronti di milioni di animali allevati –:

   quali iniziative intendano intraprendere nelle sedi europee al fine di avviare in tempi brevi l'iter per l'eliminazione del requisito dei pesi minimi del fegato di anatre e oche di cui al Regolamento (CE) n. 543 del 2008, nonché al fine di tutelare i produttori che non utilizzano alimentazione forzata e, per questo, fortemente penalizzati.

Seduta 14 maggio 2024

Risposta del Sottosegretario di Stato alla Cultura, replica di Stefano Vaccari

GIANMARCO MAZZI, Sottosegretario di Stato per la Cultura. Signor Presidente, onorevoli deputati,

considerata l'analogia dell'argomento trattato, rispondo congiuntamente alle interrogazioni degli onorevoli Vaccari e Zanella e all'interpellanza dell'onorevole Cherchi.

Il benessere animale è un tema su cui il Ministero dell'Agricoltura è impegnato da tempo, ponendovi un'attenzione particolare per le conseguenze sulle produzioni del settore zootecnico.

Come ricordato dagli interroganti, il regolamento comunitario n. 543 del 2008, relativo alle norme di commercializzazione per le carni di pollame, prevede, per la produzione di foie gras, il rispetto del requisito dei pesi minimi del fegato di anatre e oche, fissato, rispettivamente, in almeno 300 grammi e 400 grammi.

Tale requisito si può realizzare solo a livello industriale e solo attraverso l'alimentazione forzata o gavage, come stabilito nel 1991 dalla Commissione europea, trattandosi di peso irraggiungibile in natura.

Si tratta, quindi, di una tecnica crudele in cui gli animali vengono nutriti attraverso un lungo tubo di metallo, nettamente lesiva e contraria al principio del benessere animale, fondamentale della strategia “Farm to Fork” nel contesto del Green Deal europeo.

Come correttamente evidenziato dagli onorevoli interroganti, la produzione di foie gras tramite alimentazione forzata per anatre ed oche è stata vietata in Italia dal punto 19 dell'Allegato al decreto legislativo n. 146 del 2001, recante “Attuazione della direttiva 98/58/CE relativa alla protezione degli animali negli allevamenti”.

Inoltre, il punto 20 del summenzionato Allegato stabilisce che “non devono essere praticati l'allevamento naturale o artificiale o procedimenti di allevamento che provochino o possano provocare agli animali in questione sofferenze o lesioni”.

Quanto sopra dimostra come l'attuale legislazione dell'Unione europea, pur avendo contribuito al miglioramento del benessere degli animali, abbia mostrato i suoi limiti.

Va considerato, infatti, che, sebbene la tecnica di alimentazione forzata per la produzione del foie gras sia vietata in 22 Paesi, compresa l'Italia, il 16 febbraio 2022 il Parlamento europeo ha approvato una relazione che considera questo tipo di produzione rispettosa dei criteri di benessere animale. Si tratta di una posizione in contrasto con la FAO, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, secondo cui l'alimentazione forzata solleva “seri problemi sul benessere degli animali”.

Alla luce di tutto ciò, considerata la particolare sensibilità sul tema dei cittadini italiani, ben nota alla grande distribuzione, tanto che numerose catene di supermercati hanno scelto di non commercializzare il foie gras, il Ministero dell'Agricoltura continuerà a lavorare nelle competenti sedi europee per l'elaborazione di una normativa che sia rispettosa del benessere animale e, al tempo stesso, compatibile con la sostenibilità alimentare e produttiva.

STEFANO VACCARI, Grazie, Presidente. Signor Sottosegretario, no, non sono soddisfatto della sua risposta, e colgo l'occasione, signor Presidente, della sua presenza per stigmatizzare l'assenza di un rappresentante del Ministero dell'Agricoltura, visto che non è la prima volta che succede. È già successo altre volte che il Ministero dell'Agricoltura abbia mandato autorevoli rappresentanti del Governo - e lo ringrazio per la disponibilità -, ma capisco che il Ministro e i due Sottosegretari siano particolarmente impegnati nella campagna elettorale per le elezioni europee, tanto da non garantire nemmeno lo svolgimento da 2 settimane (cioè la settimana scorsa e questa in corso), dell'attività della Commissione agricoltura, perché di questo stiamo parlando.

Quindi, mi permetterà, signor Presidente, per suo tramite, di fare pervenire al Ministero questa lamentela perché non si fa così, nel senso che stiamo parlando comunque di un tema di interesse di quel Dicastero e serve che anche nell'interlocuzione ci sia poi chi, conseguentemente, si deve occupare di essere coerente.

Necessariamente, noi non ci accontentiamo di questa risposta tiepida che, in un qualche modo, prova anche a svicolarsi rispetto all'urgenza di una concreta risposta su questo tema. Infatti, sappiamo tutti che in Italia la pratica dell'alimentazione forzata di anatre e oche è vietata, come ha ricordato il Sottosegretario, ma non abbiamo presentato un'interrogazione per sentirci riferire ciò che sapevamo già.

Volevamo, invece, sentirci dire dal Governo quali e quanti passi formali avrebbe compiuto nei confronti dell'Unione europea per modificare il regolamento n. 543 del 2008, che stabilisce un requisito sbagliato e crudele del peso minimo del fegato d'oca e di anatra per la produzione del foie gras. Sappiamo bene che questi requisiti minimi si raggiungono soltanto attraverso la tortura degli animali, chiusi in gabbie strettissime, che sono sottoposti alla pratica del gavage, come ci ha ricordato anche la collega, costringendoli a ingurgitare in pochi secondi e più volte al giorno una quantità di cibo esageratamente superiore alla necessità. Solo così si arriva ad ottenere un certo fegato, a raggiungere i requisiti minimi del regolamento europeo e a divenire, dopo la lavorazione, foie gras.

Insomma, il foie gras non è altro che una produzione legata ad una malattia, la steatosi epatica, una pratica indegna, che si pone in totale contrapposizione con la tutela del benessere animale che anche la strategia europea del Farm to fork ha voluto cambiare, e che deve essere, invece, ricondotta all'interno di uno schema produttivo diverso, come avviene già, in via naturale e non coercitiva, per altre specie di animali allevate ai fini alimentari.

Per questo mi permetto di reiterare una richiesta al Governo su due punti, se realmente crede e vuole essere coerente con quanto auspicato, e quindi sostenere con maggiore convinzione e determinazione presso la Commissione europea la modifica dei regolamenti in atto, con l'adozione di metodologie alternative e non violente, abrogando la norma dei pesi minimi, come anche la stessa Autorità per la sicurezza alimentare (EFSA) ha detto nel suo parere scientifico, e adottare una moratoria, nel frattempo, in attesa dei nuovi regolamenti europei, per vietare l'importazione, ma soprattutto la commercializzazione del foie gras che continua a essere prodotto in 5 Paesi europei con quelle tecniche barbare. Una moratoria temporanea e di civiltà, che il nostro Paese dovrebbe e potrebbe assumere senza esitazione, e contestualmente - ho finito, Presidente - promuovere una campagna di sensibilizzazione verso i consumatori attraverso anche le centrali di vendita, che già si sono orientate con comportamenti etici, vietando la commercializzazione all'interno della grande distribuzione. Se non si fa questo, il resto per noi sono chiacchiere senza costrutto.