29/11/2021
Andrea De Maria
3-02650

Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   le nuove evidenze processuali stanno avvicinando il pieno accertamento della verità sulla strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna;

   va assicurato il diritto alla giustizia per le vittime ed i familiari delle vittime di quel tragico atto di terrorismo neofascista, il più grave nella storia dell'Italia repubblicana;

   le istituzioni democratiche hanno il dovere di operare perché sia fatta piena luce sugli anni tragici della «strategia della tensione»;

   il presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime della strage del 2 agosto ha rivolto pubblicamente un appello per rafforzare gli organici della corte d'appello di Bologna, sottolineando in particolare l'esigenza con riguardo alla magistratura inquirente, per permettere alla procura generale di portare a termine i processi in corso –:

   quali iniziative, per quanto di competenza, intenda assumere in merito.

Seduta del 30 novembre 2021

Risposta del ottosegretario di Stato per la Giustizia, Francesco Paolo Sisto e replica di Andrea De Maria

 

FRANCESCO PAOLO SISTO, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Con l'atto di sindacato ispettivo suindicato, l'interrogante - dopo avere premesso che “le nuove evidenze processuali stanno avvicinando il pieno accertamento della verità sulla strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna; va assicurato il diritto alla giustizia per le vittime e i familiari delle vittime di quel tragico atto di terrorismo neofascista, il più grave nella storia dell'Italia repubblicana; (…); il presidente dell'associazione dei familiari delle vittime della strage del 2 agosto ha rivolto pubblicamente un appello per rafforzare gli organici della corte di appello di Bologna, sottolineando, in particolare, l'esigenza riguardo alla magistratura inquirente, per permettere alla procura generale di portare a termine i processi in corso (…)” - domanda alla Ministra della Giustizia quali iniziative intenda assumere in merito. Al riguardo, deve essere immediatamente posto in risalto che la procura generale presso la corte di appello di Bologna sta sostenendo uno sforzo straordinario per sostenere l'accusa nel processo della strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna. La corte di assise di Bologna ha fissato due udienze settimanali e il processo, iniziato in aprile, è continuato nei mesi autunnali con le stesse cadenze. Accanto a questo impegno straordinario di primo grado, la procura generale presso la corte di appello di Bologna deve affrontare plurimi altri processi di notevolissimo impegno, che vanno considerati ordinari solo perché si tengono nella naturale sede di secondo grado e rientrano nella ordinarietà della vita processuale di un distretto, che affronta anche il contrasto alla criminalità organizzata e segnatamente alla 'ndrangheta, quali il processo per gli omicidi di Reggio Emilia nei confronti di Grande Aracri Nicolino ed altri, il processo per la cosiddetta operazione Grimilde, con 47 imputati appellanti, e il processo nei confronti di Cavallini Gilberto, condannato in primo grado per la strage del 2 agosto 1980, con sentenza depositata il 7 gennaio 2021 dalla corte di assise di Bologna.

Tanto premesso, occorre a questo punto osservare che il distretto della corte di appello di Bologna, nello specifico gli uffici giudiziari di secondo grado, sono stati oggetto in epoca recente di interventi volti al deciso rafforzamento delle relative piante organiche. In particolare, con il decreto ministeriale del 2 agosto 2017 sono state rideterminate le piante organiche degli uffici giudiziari giudicanti e requirenti di secondo grado, attribuendo alla corte di appello di Bologna l'incremento di 4 posti di consigliere. Più di recente, il decreto ministeriale del 14 settembre 2020 ha rideterminato le piante organiche degli uffici giudiziari di merito, distribuendo tra i singoli presidi 422 delle 600 unità di magistrato, recate in aumento dall'articolo 1, comma 379, della legge 30 dicembre 2018, n. 145. In tale ambito, al distretto della corte di appello di Bologna sono state attribuite complessivamente 35 unità, di cui 8 destinate alla corte di appello e una alla relativa procura generale. In proposito, nella relazione tecnica integrativa allegata al decreto ministeriale del 14 settembre 2020, si legge che “per quanto concerne la corte di appello, per la quale la proposta ministeriale prevedeva già un significativo aumento di organico di 7 unità, la richiesta del CSM - in linea con quella del Consiglio giudiziario - di portare l'aumento a complessive 10 unità, può essere accolta solo in parte e segnatamente nella misura di un'unità aggiuntiva. Invero posto che (…) con i precedenti interventi la pianta della Corte era già stata incrementata di 4 unità, l'aumento di ulteriori 8 unità (che porta la nuova pianta a 66 unità) risulta giustificato in relazione al dato delle iscrizioni e delle pendenze pro capite, che con il detto ulteriore incremento si riduce in misura sensibile. L'aumento di pianta disposto (…) è del resto perfettamente in linea con uno degli obiettivi primari e segnatamente il potenziamento degli uffici giudicanti di secondo grado. Inoltre, si registra nell'anno 2019 un incremento ancora più significativo rispetto al 2018 del trend delle iscrizioni in materia penale (più 52 per cento nel periodo 2014-2019) in parte temperato dal leggero miglioramento del trend delle iscrizioni nel settore civile nel medesimo periodo (più 4 per cento nel periodo 2014-2019). Deve poi osservarsi che nel settore civile le criticità sono meno evidenti, registrandosi una riduzione del disposition time civile del 14 per cento nel quinquennio di riferimento (…)”. L'intervento di rafforzamento degli organici del personale di magistratura di 422 unità complessive per gli uffici giudiziari di merito rappresenta il più importante ampliamento della dotazione organica del personale di magistratura dell'ultimo ventennio, sia per la consistenza delle risorse distribuite, sia perché ne sono destinatari tutti gli uffici giudiziari del territorio italiano.

Le determinazioni adottate rispondono alle esigenze di restituire efficienza al sistema giudiziario, soprattutto nella direzione del contenimento dei tempi di risposta giurisdizionale, con l'obiettivo prioritario dal quale dipende l'effettività della tutela dei cittadini, nonché la corretta funzionalità del sistema economico e produttivo. Il risultato atteso è quello di un miglioramento delle performance degli uffici giudiziari che porti ad una riduzione del disposition time, sia civile sia penale, a livello nazionale, nel segno di una più rapida definizione dei procedimenti giudiziari. Ulteriori benefici per gli uffici giudiziari in generale e, in particolare, per quelli di Bologna, potranno derivare in seguito all'attuazione delle disposizioni approvate nel mese di dicembre del 2019 (articolo 1, comma 432, legge 27 dicembre 2019, n. 160, recante “Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022”) che, modificando la legge del 13 febbraio 2001, n. 48, prevedono l'istituzione delle piante organiche flessibili distrettuali da destinare alla sostituzione di magistrati assenti, ovvero all'assegnazione all'ufficio giudiziario del distretto che presentino condizioni critiche di rendimento. Al riguardo, si rappresenta che la proposta di determinazione di queste nuove piante organiche è stata trasmessa il 30 ottobre 2020 al Consiglio superiore della magistratura per il prescritto parere. La proposta prevede la determinazione sia del contingente complessivo nazionale, 176 unità, di cui 122 con funzioni giudicanti e 54 con funzioni requirenti, sia dei contingenti destinati ai singoli distretti. Nella determinazione del contingente complessivo nazionale si è avuto riguardo alle caratteristiche dei singoli distretti colti attraverso gli indicatori sia portanti, connessi all'assetto dimensionale dei singoli distretti, sia correttivi, volti a individuare con maggiore puntualità aspetti specifici della realtà territoriale e si è operata la distinzione tra magistrati della pianta flessibile, cui sono attribuite funzioni giudicanti, 122, da quelli ai quali sono attribuite funzioni requirenti, 54. Prioritaria valutazione ai fini distributivi, muovendo dal dato statistico numerico, è stata attribuita al dato dimensionale, valutato sulla base di 3 indicatori: numero di uffici giudiziari presenti nel distretto, numero dei magistrati in organico e vacanza media rilevata nel triennio 2016- 2018. Come indicatori integrativi sono stati, invece, considerati il: turnover, le pendenze civili e penali e l'incidenza dell'arretrato civile. Con il tasso di turnover si è inteso accogliere le problematiche organizzative e gestionali che incontrano i distretti caratterizzati da avvicendamenti frequenti di personale. Con gli altri 2 indicatori si sono, invece, volute individuare le situazioni di maggiore sofferenza con riferimento al formarsi di arretrato patologico. Nella relazione tecnica sul progetto di rideterminazione delle piante organiche flessibili distrettuali del personale di magistratura accompagnatoria della proposta ministeriale si è nello specifico osservato che: “(…) il distretto della Corte d'appello di Bologna si caratterizza per un alto numero di uffici giudiziari (25), un numero di vacanza e medie medio-alto (64,7) e un alto numero di magistrati in pianta organica (509), dati che collocano il distretto rispettivamente al terzo, settimo e quinto posto a livello nazionale. Quanto gli indicatori integrativi, si segnala che la corte di appello con un arretrato civile del 43 per cento e un rapporto tra pendenti e iscritti pari al 2,6, nonché la presenza di 2 uffici requirenti con un turn over superiore alla soglia critica (Procura della Repubblica presso il tribunale di Forlì e presso il tribunale per i minorenni di Bologna), elementi questi che caratterizzano l'ampio distretto unitamente alla condizione di diffusa criticità degli uffici requirenti di primo e di secondo grado di cui pertanto si è tenuto conto nella ripartizione dei magistrati all'interno del distretto in base alle funzioni (…)”.

Le su riportate considerazioni sorreggono una proposta di attribuzione al distretto di corte d'appello di Bologna di un contingente complessivo di 9 unità, di cui 6 destinati alle funzioni giudicanti, 3 a quelle requirenti. È opportuno ricordare che la premessa dotazione prevista per il distretto della corte di Bologna prevedeva 1 posto di magistrato distrettuale giudicante e 1 posto di magistrato distrettuale requirente. Il Consiglio superiore della magistratura, nel parere deliberato l'8 settembre 2021, ha pressoché integralmente condiviso il progetto ministeriale in punto sia di unità complessive (176), sia di distribuzione funzionale (tra giudicanti e requirenti) e distrettuali. Nello specifico, il suddetto parere del CSM ha ritenuto di condividere pienamente la proposta relativa al distretto della corte d'appello di Bologna riguardo ai posti previsti sia per le funzioni giudicanti, sia per quelle requirenti. All'esito del complessivo esame del parere reso dal CSM potranno essere formulate le definitive valutazioni in merito alle necessità operative degli uffici giudiziari ai fini dell'adozione del decreto ministeriale per la determinazione delle piante organiche flessibili distrettuali. Allo stato, la corte di appello di Bologna non presenta vacanze nei ruoli di presidente di corte di appello, di presidente della sezione lavoro di corte di appello e di consigliere della sezione lavoro, mentre presenta vacanza nel ruolo di consigliere di corte di appello (nel numero di 10 posti su 51), e di presidente di sezione di corte di appello (nel numero di 1 posto su 8 in organico); la procura generale presso la corte d'appello di Bologna non presenta vacanza nei ruoli di procuratore generale presso la corte di appello e di avvocato generale della corte di appello, mentre presenta vacanze (3 su 11), nel ruolo di sostituto procuratore generale presso la corte d'appello. Passando adesso al personale amministrativo, deve essere ricordato che il decreto ministeriale del 14 febbraio 2008 ha disposto la modifica della pianta organica del personale amministrativo del Ministero della Giustizia - sede centrale - nonché la determinazione e ripartizione tra gli uffici centrali e periferici della amministrazione giudiziaria, del ruolo organico del profilo professionale di assistente giudiziario prevedendo, tra l'altro, l'incremento di 6 posti di assistente giudiziario per la corte d'appello di Bologna e di 1 posto del medesimo profilo professionale per la relativa procura generale. Successivamente con il decreto ministeriale 18 aprile 2019 sono stati istituiti i profili delle figure professionali di funzionario tecnico e di assistente tecnico presso gli uffici centrali e periferici dell'amministrazione giudiziaria. Per il distretto della corte d'appello di Bologna il provvedimento citato ha stabilito l'attribuzione di un contingente di 9 unità, di cui 6 (2 di funzionario tecnico e 4 di assistenza tecnico) sono state assegnate alla corte di appello e 3 (1 di funzionario tecnico e 2 di assistente tecnico) alla relativa procura generale. Da ultimo, si rappresenta che con il decreto ministeriale 20 luglio 2020, concernente l'incremento di 194 unità di ruolo organico del profilo professionale di assistente giudiziario e la ridistribuzione di 272 unità complessive di questo profilo tra gli uffici centrali e periferici della amministrazione giudiziaria, per il distretto della corte d'appello di Bologna è stato disposto l'incremento, rispettivamente, di 3 e 2 posti di assistente giudiziario per la corte di appello e per la procura generale, 3 alla corte di appello e 2 alla procura generale. Inoltre, merita di essere segnalato che nell'ambito delle attività dirette all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza è previsto un progetto straordinario di reclutamento di personale amministrativo a tempo determinato (cristallizzato nel decreto-legge 9 giugno 2021, n. 80, convertito con modificazioni dalla legge del 6 agosto 2021, n. 113, recante “Misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni funzionale all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per l'efficienza della giustizia”) diretto a migliorare le prestazioni degli uffici giudiziari e ad accompagnare e completare il processo di transizione al digitale del sistema giudiziario, nello sforzo di abbattimento dell'arretrato e di riduzione della durata dei procedimenti. La linea di progetto non prevede l'assunzione di personale a tempo indeterminato, preclusa dalla Commissione europea, bensì investe sul potenziamento dell'ufficio per il processo e sul rafforzamento del capitale umano giovane, attraverso la costituzione di veri e proprio team di supporto al magistrato: una logica completamente nuova. In quest'ambito è prevista l'assunzione con contratti a tempo determinato della durata di anni 3 di: 1.660 unità di personale amministrativo e tecnico – laureati; numero 750 unità di personale amministrativo e tecnico – diplomati specializzati; numero 3.000 unità di personale amministrativo e tecnico - diplomati non specializzati. Del pari è prevista l'assunzione con contratto di lavoro a tempo determinato di 16.500 addetti all'ufficio per il processo - laureati in scienze giuridiche ed economiche -, così ripartiti: sino a 16.100 unità per gli uffici giudiziari di primo e secondo grado in 2 cicli da 8.050 unità (un primo ciclo di 8050 per un massimo di 2 anni e 7 mesi e un secondo ciclo di ulteriori 8.050 unità per un massimo di 2 anni); sino a 400 unità per la Corte di cassazione in 2 cicli da 200 unità (200 unità per 2 anni e 7 mesi e 200 ovviamente per 2 anni). Con decreto firmato dalla Ministra della Giustizia il 26 luglio 2021 sono state adottate le prime, urgenti, misure organizzative idonee a dare tempestiva attuazione del PNRR e, in particolare, quelle necessarie per l'assunzione del personale amministrativo addetto all'ufficio per il processo al fine di conseguire, nei tempi utili alla realizzazione degli obiettivi fissati, la piena operatività di siffatta struttura organizzativa. In particolare, la ripartizione tra le corti di appello e i tribunali di un contingente pari a 8.050 unità di addetti all'ufficio per il processo è finalizzata a realizzare un incremento della produttività degli uffici giudiziari diretto a raggiungere gli obiettivi indicati proprio nel PNRR, concernenti la riduzione del tempo medio di definizione dei procedimenti in tutti i gradi di giudizio e l'abbattimento dell'arretrato civile veramente drammatico. Per quanto attiene al distretto alla corte di appello di Bologna, la consistenza numerica del contingente complessivo di addetti all'ufficio per il processo da assegnare agli uffici del tribunale alla corte d'appello è stata individuata in 422 unità. Con il successivo decreto ministeriale del 28 settembre 2021 le complessive 422 unità di addetti all'ufficio per il processo assegnate al distretto di corte d'appello di Bologna sono state suddivise attribuendo alla corte di appello di Bologna il rilevante contingente di 89 unità, superiore rispetto alla pianta organica di magistrati costituita da 66 unità, in tal modo confermando l'attenzione per tale ufficio giudiziario con lo scopo di migliorare le sue performance, di abbattere l'arretrato civile, di ridurre il tempo medio di definizione dei procedimenti civili e penali e di offrire una risposta più efficace alle esigenze di giustizia del territorio.

 

ANDREA DE MARIA. Grazie, Presidente. Ringrazio il sottosegretario per questa comunicazione, peraltro molto completa e molto articolata, che ha sottolineato le azioni che sono state assunte negli ultimi anni e anche questa interessante previsione legata alle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Mi permetto di ribadire qui una criticità che ho sollevato nell'interrogazione e che viene confermata anche da eventi successivi all'interrogazione stessa. Non parliamo di un normale dibattito sulle carenze del personale nell'ambito della giustizia, che pure è un tema sicuramente di rilievo, ma ho voluto sottolineare nell'interrogazione un punto a mio avviso fondamentale, e cioè il fatto che si metta pienamente in grado la corte d'appello di Bologna e la procura generale della corte d'appello di Bologna di svolgere i processi legati alla strage del 2 agosto. Come ho ricordato nell'interrogazione per quella strage fascista sono già stati a suo tempo condannati gli esecutori materiali con sentenza passata in giudicato; ora si tratta di fare piena luce su quello che è accaduto in quel terribile giorno del 2 agosto 1980 e di individuare i mandanti di quella strage. Credo che lo dobbiamo ai familiari delle vittime, alle vittime di quella strage, è un dovere morale delle nostre istituzioni democratiche, e lo dobbiamo anche alla nostra democrazia, perché fare piena luce su quella strage significa fare piena luce su quella stagione terribile della strategia della tensione in cui l'azione terroristica si è intrecciata con deviazioni negli apparati dello Stato, infiltrazioni probabilmente di servizi segreti esteri, con la volontà di condizionare lo sviluppo della nostra democrazia, peraltro un risultato che in parte è stato anche ottenuto.

Il presidente dell'associazione dei familiari delle vittime di Bologna - vi ricordate, sottosegretario - qualche mese fa denunciò con grande forza una carenza di organici che metteva in discussione lo svolgimento di questi processi, e devo dire che peraltro la Ministra Cartabia, in un intervento molto apprezzato, il 2 agosto del 2021, in occasione dell'anniversario della strage alla stazione, disse parole molto forti, impegnative, che credo debbano trovare poi applicazione concreta su questo punto e a sostegno della ricerca della verità da parte dei familiari delle vittime e delle nostre istituzioni giudicanti.

Dopo la mia interrogazione, dopo quel 2 agosto è accaduto un fatto che voglio ricordare qui. Qui è stato ricordato il processo di appello per Gilberto Cavallini. Ebbene, quel processo di secondo grado, che avrebbe dovuto iniziare all'inizio del prossimo anno, invece vedrà la prima udienza svolgersi solo il 19 aprile 2023. E sempre il presidente dell'associazione dei familiari delle vittime, Paolo Bolognesi, ha denunciato con forza il rischio che un possibile appello per il primo processo in primo grado di Paolo Bellini possa essere unito a questo processo di secondo grado per Gilberto Cavallini, quindi un possibile secondo grado per Paolo Bellini, allungando sempre di più i tempi di questi processi, che invece devono svolgersi in modo molto tempestivo e garantire il diritto alla verità ai familiari delle vittime e alle vittime della strage del 2 agosto.

Quindi forse anche l'interrogazione che abbiamo presentato, che ho presentato, non era così peregrina perché dopo l'interrogazione è arrivato questo fatto, cioè il rinvio dell'inizio del processo di secondo grado per Cavallini al 19 aprile 2023. Quindi, ringraziando per le informazioni date, sottolineando con interesse queste nuove assunzioni legate alla velocizzazione dei tempi del processo legate al Piano nazionale di ripresa e resilienza, mi permetto di nuovo di porre al Governo un tema di particolare criticità su questo punto: è la richiesta di approfondire ulteriormente questa tematica e di vedere come mettere in campo tutte le azioni utili a sostegno della corte d'appello di Bologna, della procura generale presso la corte d'appello di Bologna, anche guardando a questo tema a mio avviso così importante, cioè il diritto della nostra democrazia ad avere la piena verità, a fare piena luce sulla strategia della tensione, in particolare sul quel terribile attentato terroristico dell'agosto 1980, che, come sappiamo, è stato l'attentato terroristico più sanguinoso nella storia della nostra democrazia repubblicana.