Al Ministro per i beni e le attività culturali, al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
ha destato molta indignazione e una grande eco mediatica, il grave atto vandalico che ha interessato il Leoncino di marmo di San Marco a Venezia, nonché di un ponte, imbrattato anch'esso con vernice rossa;
l'atto vandalico è accaduto in piena notte e i responsabili sono stati già individuati;
purtroppo non è la prima volta che accadono episodi simili e che la città è oggetto di atti di vandalismo non solo nei confronti dei monumenti, ma anche di attività economiche ed esercizi commerciali;
da tempo si pone un problema di sicurezza complessiva per quel che riguarda la tutela del patrimonio artistico-monumentale e del contrasto al degrado che vengano considerati una priorità da parte dei residenti e delle associazioni di categoria;
il tema è stato rilanciato con forza anche dal Primo Procuratore di San Marco, che ha lanciato un vero e proprio grido d'allarme condiviso dall'interrogante circa la pesante situazione che vive Venezia che mette a rischio la tutela dei monumenti, particolare in Piazza San Marco, nell'area della Basilica;
una preoccupazione comune, esplicitata anche dall'Associazione di Piazza San Marco, che chiede interventi urgenti e non più rinviabili per il ripristino del decoro in città;
è fondamentale che i responsabili di tali atti vengano non solo puniti, ma anche vincolati alle azioni di ripristino come risarcimento nei confronti della città –:
quali iniziative intenda assumere il Governo, per quanto di competenza, al fine di provvedere a tutelare maggiormente il patrimonio artistico della città e contrastare in maniera più efficace, in particolare nella zona di Piazza San Marco, il continuo ripetersi di atti vandalici, rafforzando i presidi di sicurezza e dei corpi specializzati delle forze dell'ordine;
anche in considerazione della specialità del patrimonio culturale di Venezia, se intenda assumere iniziative normative per aggravare le pene relative a siffatti episodi di vandalismo, con l'obiettivo di una effettiva deterrenza.
Seduta del 15 gennaio 2019
Risposta del Sottosegretario di stato per l'interno Carlo Sibilia, replica di Nicola Pellicani
Carlo SIBILIA, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Il deputato Pellicani, nel rammentare il grave atto vandalico compiuto a Venezia nella notte tra il 28 e il 29 settembre del 2018 ai danni di uno dei due leoncini in marmo rosso di Cottanello, nell'omonima piazzetta adiacente al lato nord della Basilica di San Marco, chiede al Governo specifiche iniziative atte a contrastare analoghi atti incivili. Ringrazio il deputato che mi offre l'opportunità di riferire al riguardo. Il grave atto vandalico ha riguardato, in particolare, alcune parti della pregevole opera scultorea attribuita a Giovanni Bonazza, che sono state imbrattate con della vernice rossa.
Nella stessa notte, i medesimi vandali avevano imbrattato anche alcune parti del Ponte dei Carmini, nel sestiere di Castello, sia sulle alzate in pietra d'Istria che sulle pedate in trachite. I responsabili del reato sono stati prontamente individuati dalle forze dell'ordine: si tratterebbe, come ormai è noto, di tre studenti dell'Accademia di Belle Arti di Venezia. Una ditta di restauratori ha fin da subito dato la propria disponibilità al comune di Venezia, proprietario del bene, per un pronto intervento gratuito, quanto mai auspicabile in questi casi per evitare che il solvente della vernice penetri più in profondità nella porosità del litotipo, arrecando maggior danno al bene. Nel giro di pochissimi giorni, con la collaborazione della locale Soprintendenza, che ha seguito direttamente l'intervento, il bene è stato correttamente ripulito.
L'atto parlamentare pone, in realtà, un tema più generale che interessa tutte le città storiche italiane e non solo: quello del vandalismo grafico.
n questa ed in altre sedi parlamentari abbiamo già affrontato questo problema ed è unanime la richiesta di interventi anche normativi per migliorare la sicurezza del patrimonio artistico, contrastare il degrado e ripristinare il decoro della città, con specifico riferimento a due aspetti in particolare: il rafforzamento dei presidi di sicurezza e dei corpi specializzati delle forze dell'ordine e iniziative normative per aggravare le pene previste per questo tipo di reati.
Vorrei rammentare, a tal proposito, che il 18 ottobre scorso è stata approvata alla Camera dei deputati la proposta di legge presentata il 9 luglio 2018, in merito alle disposizioni in materia di reati contro il patrimonio culturale. Il testo è stato inviato al Senato il 6 novembre scorso ove inizierà a breve il suo iter, così come verrà a breve presentato il disegno di legge per la ratifica della Convenzione di Nicosia, sulla tutela penale dei beni culturali.
Come è noto, la proposta prevede in alcuni casi autonome figure di reato contro il patrimonio culturale ed in altri casi circostanze aggravanti, laddove i reati comuni siano commessi contro beni culturali, prevedendo, altresì, opportuni innalzamenti delle pene edittali già esistenti.
In ogni caso, pur auspicando che gli aspetti richiamati dal deputato Pellicani siano entrambi percorribili, si ritiene che gli strumenti repressivi debbano essere affiancati anche da campagne educative di prevenzione del fenomeno e di sensibilizzazione sull'importanza del patrimonio artistico. Se, infatti, proprio studenti di un'accademia di belle arti arrivano a compiere un gesto di questo genere, si deve ritenere che vi siano margini di miglioramento nei percorsi educativi e formativi.
Sarebbe opportuno, inoltre, favorire, presso gli enti locali, la costituzione di squadre di operai e restauratori specializzate che possano intervenire subito secondo protocolli condivisi con le soprintendenze competenti per il territorio, onde evitare, chiaramente, effetti cumulativi ed emulativi.
Proprio in questa direzione, la sovrintendenza archeologica, belle arti e paesaggio per il comune di Venezia e Laguna sta collaborando con il comune di Venezia alla redazione di un protocollo di intesa sul vandalismo grafico che vede coinvolto anche l'ANCE di Venezia.
Per quanto, invece, riguarda i profili di stretta competenza del Dicastero della giustizia, riferisco che presso la procura della Repubblica presso il tribunale di Venezia risulta iscritto un procedimento, per gli articoli 110 e 635, comma 1 e 2, del codice penale, a carico di tre indagati identificati pochi giorni dopo il fatto.
Risultano pertanto in corso gli interrogatori delegati, onde cristallizzare le dichiarazioni confessorie raccolte nell'immediatezza, nonché l'analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza per riscontrare le dichiarazioni rese.
La procura interpellata ha rappresentato che, in caso di soluzioni patteggiate, anche con riferimento al contenuto dell'interrogazione in oggetto, dovrà tenersi conto del disposto di cui all'ultimo comma dell'articolo 635 del codice penale e della necessità di condotte risarcitorie o riparatorie.
Chiaramente, forse, consentitemi una riflessione finale: dare eccessivo risalto, sui mezzi di comunicazione, sia tradizionali che social, a questi episodi, magari dovrebbe essere leggermente dimensionato, proprio per scongiurare il fatto che vi siano successivi episodi emulativi.
NICOLA PELLICANI. Presidente, no, non sono soddisfatto. Lo sfregio al Leoncino ha profondamente indignato e offeso i veneziani, ma è solo l'ultimo atto di una serie di atti vandalici che subisce il patrimonio monumentale di Venezia e che si sommano ad una continua mancanza di rispetto della città.
Vede, signor Presidente, servono, sì, più controlli e ancora non sono arrivate nuove misure per far fronte a una situazione decisamente di emergenza su questo tema, ma è necessario promuovere, anzitutto, un'educazione al rispetto nei confronti di una città unica al mondo, patrimonio dell'umanità, che accoglie ogni anno 30 milioni di turisti, di cui il 70 per cento circa, giornalieri.
E serve, anzitutto, una continua opera di manutenzione del patrimonio culturale. I Leoncini oggetto dell'interrogazione sono a fianco, come è stato detto dal sottosegretario, della Basilica di San Marco che, in occasione dell'ultima acqua alta eccezionale dello scorso 29 ottobre, ha subito ingenti danni, rimanendo sommersa per oltre 16 ore consecutive.
La Basilica, è stato calcolato, in poche ore è invecchiata di oltre vent'anni. Ecco, in questo contesto che fa il Governo? Pratica la politica dei rinvii e degli annunci; continua ad essere rinviata la convocazione del “comitatone”, l'organo che deve decidere e deve assegnare le risorse previste dalla legge speciale per Venezia e, così, restano bloccati 285 milioni destinati alle opere diffuse di salvaguardia della città. E sono fermi i cantieri del MOSE, signor Presidente, che avrebbe dovuto concludere i lavori lo scorso 31 dicembre, ma siamo sempre fermi a quel 94 per cento dell'opera che rischia di diventare la più grande incompiuta d'Europa. Ricordiamo che sono stati già stanziati 6 miliardi di risorse pubbliche per realizzare il MOSE di Venezia.
Signor Presidente, io credo che serva più attenzione da parte del Governo per la città di Venezia e bisognerebbe farla finita con la retorica che c'è sempre una Venezia che affonda, che c'è sempre una Venezia che muore, che c'è sempre una Venezia da salvare.
Venezia, per tutto ciò che evoca, rappresenta una grande opportunità per il nostro Paese; bisogna, però, saperla cogliere e questo è l'appello che mi sento di fare al Governo in questa occasione, che ci sia più attenzione per la città, che si attuino le opere di salvaguardia previste, che ci siano i controlli sui monumenti, che si inizi, finalmente, a governare il flusso dei turisti che, come ricordavo prima, sono 30 milioni all'anno, di cui oltre il 70 per cento è giornaliero. Ecco, in tutto questo, non c'è stato, fino adesso, nessun atto concreto da parte del Governo del cambiamento. Io mi auguro che le cose cambino perché per Venezia bisognerebbe che tutti ci unissimo e facessimo squadra per il bene della città e del nostro Paese.