11/07/2022
Erasmo Palazzotto
3-03077

Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   da quanto si apprende la compagnia aerea Ita spa – società interamente pubblica che sostituirà Alitalia – ha assegnato ad un nuovo fornitore la gara per la gestione dei servizi di contact center sino ad oggi svolti da Almaviva per conto di Alitalia;

   il servizio messo a bando da Ita riguarda le stesse attività che Almaviva Contact eroga da vent'anni, gestendo il servizio assistenza clienti per Alitalia grazie all'impegno e alla professionalità di 570 lavoratori e lavoratrici di Almaviva Contact di Palermo e ai circa cinquanta di Rende;

   nei comunicati ufficiali con cui Ita ha annunciato l'affidamento del servizio per la gestione dell'assistenza clienti alla Covisian, non vi è alcun riferimento alla clausola sociale prevista per il settore dei call center in outsourcing che, in base al Contratto collettivo nazionale di lavoro di settore e alla legge, riconosce il diritto alla prosecuzione del rapporto di lavoro con l'eventuale nuovo fornitore delle stesse attività;

   il mancato rispetto di detta clausola sociale mette a rischio immediato la continuità occupazionale di centinaia di lavoratori a Palermo e Rende;

   inoltre, secondo le organizzazioni sindacali, la gara sarebbe stata totalmente improntata al principio del massimo ribasso, senza alcun limite minimo e nel bando non si escludeva affatto la possibilità di delocalizzare in parte o tutta la commessa;

   ciò che desta ulteriori preoccupazioni è l'indiscrezione secondo cui Covisian, starebbe cercando personale per il call center anche in Romania, circostanza che, se verificata, rappresenterebbe una ulteriore beffa per i 621 lavoratori e lavoratrici di Almaviva Contact di Palermo e Rende che sono ancora in attesa di sapere quale futuro li attende dopo aver perso la commessa;

   a parere dell'interrogante, Ita, un'azienda pubblica, non può in alcun modo sfuggire all'applicazione delle clausole sociali previste dalla legge e dal contratto nazionale delle telecomunicazioni e non può permettere che 621 posti di lavoro vadano perduti nel Mezzogiorno, specialmente in un momento di crisi economica;

   i lavoratori e le lavoratrici Almaviva da troppo tempo vivono nell'incertezza e nella precarietà e in questi anni hanno difeso il proprio posto di lavoro con tenacia e determinazione e oggi meritano risposte concrete che garantiscano loro la continuità occupazionale –:

   quali iniziative urgenti i Ministri interrogati intendano assumere, a partire dalla convocazione di un tavolo congiunto, al fine di individuare le soluzioni più opportune per garantire ai 621 lavoratori la certezza di veder applicato il loro diritto alla continuità occupazionale, anche attraverso l'utilizzo della clausola sociale prevista per il settore dei call center che riconosce il diritto alla prosecuzione del rapporto di lavoro con l'eventuale nuovo fornitore in caso di svolgimento delle medesime attività.