Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
come è dato apprendere da fonti sindacali e riportato anche dagli organi di informazione i legali rappresentanti dello stabilimento Bosch di Bari, nel corso di un incontro in sede ministeriale hanno confermato la presenzi di oltre 620 esuberi per il prossimo anno e la richiesta di anticipare il ricorso allo strumento del contratto di solidarietà;
l'impianto in questione oggi consta di 1.840 addetti, per lo più addetti alla produzione di motori diesel;
in considerazione dell'evoluzione del mercato e della contrazione dello spazio per il diesel la Bosch avrebbe manifestato la volontà di riconvertire l'attività verso altri ambiti;
le organizzazioni sindacali chiedono all'azienda di tenere fede ai contenuti nell'accordo sottoscritto il 12 ottobre 2017, affinché vengano applicati, evitando esuberi che aggraverebbero una crisi che investirebbe l'intero territorio;
non è possibile attendere in maniera passiva il termine del 2022, quando per le dinamiche in atto nel settore il sito potrebbe essere compromesso dal punto di vista produttivo;
occorre un progetto complessivo e innovativo da parte della Bosch che rilanci le prospettive industriali e produttive del sito pugliese –:
quali iniziative di competenza intenda assumere il Governo, con la massima urgenza, al fine di affrontare, d'intesa con le parti e le istituzioni interessate, il rilancio produttivo del sito di Bari e scongiurare ogni forma di ridimensionamento occupazionale, garantendo la piena operatività dell'impianto, in considerazione della sua rilevanza sul piano locale e nazionale.