Al Ministro per lo sport e i giovani. — Per sapere – premesso che:
nel maggio 2020, la Federazione italiana giuoco calcio (Figc) ha recepito un principio dell'ordinamento sportivo nazionale e internazionale, esplicitato nell'articolo 16-bis delle norme organizzative interne (N.O.I.F.), non ammettendo «partecipazioni, gestioni o situazioni di controllo, in via diretta o indiretta, in più società del settore professionistico da parte del medesimo soggetto, del suo coniuge o del suo parente ed affine entro il quarto grado»;
tali disposizioni sono state approvate facendo salve le situazioni già esistenti, fermo restando l'obbligo di cedere uno dei due club della multiproprietà al verificarsi della situazione di coesistenza nello stesso campionato, come occorso al senatore Claudio Lotito, Presidente della S.S. Lazio, nel corso della stagione 2021/2022, a causa delle quote della U.S. Salernitana 1919 detenute da suo figlio e dal cognato;
le norme richiamate sono state ulteriormente neutralizzate dalla decisione del Consiglio federale della Figc, assunta in data 28 luglio 2022, di modificare la norma transitoria in calce al suddetto articolo, prorogando la scadenza per il divieto delle multiproprietà all'inizio della stagione 2028-2029;
analogamente a quanto avvenuto nel caso Lazio-Salernitana, se l'SSC Bari dovesse ottenere la (auspicata) promozione dalla Serie B alla Serie A al termine della presente stagione calcistica, il Presidente Luigi De Laurentiis sarebbe costretto dalla normativa vigente a cedere la società;
nell'opinione dell'interrogante, tali regole risultano ampiamente superate e la loro applicazione, come nel caso di specie, interromperebbe il percorso molto positivo, sotto il profilo finanziario e dei risultati sportivi conseguiti, portato avanti in questi anni dal Presidente De Laurentiis, capace di entusiasmare una importante piazza calcistica come quella di Bari;
tale interruzione, poi, avverrebbe in favore di un acquirente ignoto, di cui sarebbe impossibile conoscere il progetto di gestione societaria e sportiva considerati i brevissimi tempi concessi per finalizzare le operazioni di cessione del club;
vi è, insomma, il rischio che tale eventuale cessione, come molte altre osservate negli ultimi anni, possa rivelarsi una mera operazione finanziaria, mortificando gli sforzi profusi dai tesserati dalla società in questi anni e demoralizzando i tantissimi tifosi che con grande passione seguono la squadra;
le norme richiamate non rappresentano ad avviso dell'interrogante una garanzia per il corretto svolgimento delle competizioni calcistiche professionistiche quanto piuttosto un grave ostacolo alla prosecuzione di progetti sportivi sani e vincenti –:
se il Governo non intenda adottare iniziative normative inerenti alla disciplina dell'assetto proprietario delle società di calcio, anche al fine di consentire a persone fisiche diverse, sebbene legate da vincoli di affinità o parentela, di mantenere la partecipazione, la gestione o il controllo di società calcistiche professionistiche militanti nella medesima categoria.