13/03/2023
Arturo Scotto
3-00239

Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per la pubblica amministrazione. — Per sapere – premesso che:

   in data 27 ottobre 2022 le delegazioni sindacali hanno sottoscritto l'ipotesi di Ccni 2022 – Accordo a stralcio per il personale inquadrato nel comparto funzioni centrali, utile per procedere alla progressioni orizzontali dei lavoratori assunti a tempo indeterminato presso l'Inps;

   da detto accordo è scaturito un «Bando nazionale selezione per il passaggio alle posizioni economiche A2, A3, B2, B3, C2, C3, C4 e C5», che dava la possibilità a 7.088 lavoratori di ottenere una retribuzione maggiore, accedendo alla fascia economica superiore;

   la procedura di selezione interna recavi come clausola di risoluzione degli ex aequo, il criterio anagrafico, così come recita l'articolo 6, comma 2 «In caso di parità di punteggio complessivo, prevale, nel seguente ordine, il concorrente con maggiore anzianità nella posizione economica immediatamente precedente a quella per la quale si concorre, il concorrente con anzianità di servizio complessiva maggiore e il concorrente con minore età anagrafica»;

   l'Inps, prima di tutte le altre amministrazioni dello Stato, ha vissuto e sta vivendo una stagione di grandi assunzioni, questo ha determinato che la graduatoria per i profili laureati (categoria C) fosse formata da migliaia di lavoratori assunti con l'ultimo concorso e immessi in servizio nel luglio del 2019;

   questo fatto ha reso inevitabile la formazione di una graduatoria che al punteggio 54 vede 2.023 dipendenti nella stessa medesima situazione, con 985 dipendenti che non si sono visti riconoscere l'aumento stipendiale perché scavalcati da altri colleghi per il solo fatto che fossero anagraficamente più giovani;

   questo sistema, che veniva considerato residuale, alla luce delle tante assunzioni, ha di fatto discriminato chi ha speso anni in precariato e non ha avuto la fortuna di poter – sin da subito – partecipare ai concorsi pubblici a causa del blocco alle assunzioni;

   data la grande stagione concorsuale avviata dalla pubblica amministrazione, questa situazione potrebbe replicarsi a breve in tutte le più grandi amministrazioni dello Stato e negli enti locali con più dipendenti, come regioni città metropolitane e grandi comuni –:

   quale sia il parere di Ministri interrogati sulla tematica illustrata e se non ritenga – per quanto di competenza – di adottare le iniziative normative necessarie volte a valorizzare il merito dei dipendenti, valorizzando tutte le esperienze acquisite negli anni e non demandando al solo criterio anagrafico l'attribuzione degli aumenti stipendiali per gli ex aequo.

Seduta del 14 marzo 2023

Risposta del Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali, Claudio Durigon, replica di Arturo Scotto

CLAUDIO DURIGON, Sottosegretario di Stato per il Lavoro e le politiche sociali. Grazie, Presidente. Passo a illustrare l'atto concernente le progressioni economiche interne all'INPS. Al riguardo, è stato interpellato l'INPS, che ha chiarito i criteri utilizzati per le progressioni economiche del personale.

In via preliminare, è doveroso rammentare che il contratto collettivo nazionale di lavoro per il personale del comparto funzioni centrali per il triennio 2019-2021, sottoscritto il 9 maggio 2022, assicura alla contrattazione collettiva integrativa strumenti per attuare politiche di valorizzazione del personale al fine di promuovere processi di miglioramento organizzativo per incrementare le capacità delle pubbliche amministrazioni di generare valore sociale.

Per tali finalità, l'articolo 18, comma 4, del suddetto contratto collettivo nazionale ha consentito di attuare procedure per l'attribuzione di progressioni economiche ai sensi della disciplina previgente sulla base di criteri definiti dai contratti integrativi già sottoscritti, anche come ipotesi, alla data di entrata in vigore del nuovo ordinamento professionale.

Alla luce di tale previsione, le delegazioni dell'INPS e delle organizzazioni sindacali hanno sottoscritto l'ipotesi di un contratto collettivo nazionale integrativo 2022, con cui sono state individuate le risorse economiche e definiti i criteri selettivi per l'effettuazione delle progressioni orizzontali dei lavoratori assunti a tempo indeterminato presso l'INPS.

Coerentemente con quanto disposto dalle disposizioni citate e dal successivo bando nazionale di selezione per il passaggio delle posizioni economiche, sono stati definiti i criteri di selezione dei potenziali aventi diritto: valutazione dell'anzianità lavorativa maturata alla data di pubblicazione del bando (massimo 40 punti); valutazione del titolo di studio posseduto (massimo 30 punti) alla data di scadenza del termine per la presentazione della domanda; valutazione della componente individuale della performance (massimo 30 punti).

Secondo quanto riferito dall'INPS, i criteri individuati, nel rispetto del contratto collettivo nazionale, risultano calibrati e ponderati, in modo da garantire un'effettiva selezione del personale al fine di riconoscere il maggior grado di capacità professionale progressivamente acquisito nello svolgimento delle funzioni proprie dell'area di appartenenza.

Nei casi di parità di punteggio complessivo, si precisa che sono stati elaborati tre criteri di preferenza, nel seguente ordine: la maggiore anzianità nella posizione economica immediatamente precedente a quella per la quale si concorre, l'anzianità di servizio complessiva maggiore e la minore età anagrafica. Pertanto, in linea generale, quello dell'età anagrafica costruisce il criterio residuale di risoluzione delle posizioni di ex aequo che entra in gioco laddove le situazioni di parità non siano state risolte con criteri relativi all'anzianità nella posizione economica immediatamente precedente a quella per la quale si concorre e all'anzianità complessiva di servizio.

Come sottolineato dall'INPS, proprio il ricorso a tali ultimi criteri, con valore prioritario rispetto a quello della minore età, sembra poter soddisfare l'esigenza evidenziata dall'interrogante di assicurare che le procedure selettive siano volte a “valorizzare il merito dei dipendenti, valorizzando tutte le esperienze acquisite negli anni (...)”. L'INPS ha segnalato anche che l'ipotesi di contratto collettivo nazionale integrativo 2022 è stata trasmessa alla Presidenza del Consiglio dei ministri, al Dipartimento della funzione pubblica e al Ministero dell'Economia e delle finanze, che ne hanno accertato congiuntamente la compatibilità economico-finanziaria e la rispondenza al quadro normativo vigente, certificandone i contenuti.

L'INPS ha rappresentato, altresì, che presta grande attenzione a sopperire ai fabbisogni del personale su tutto il territorio nazionale e, in linea con le disposizioni vigenti in materia di assunzioni delle pubbliche amministrazioni, negli ultimi anni ha bandito ed espletato più concorsi. Tra questi è in fase di conclusione un nuovo concorso per consulenti di protezione sociale, ex area C, che, conclusosi da pochi giorni, porterà ad assumere nel mese di aprile 4.124 unità che verranno immesse in servizio proprio per garantire la necessaria dotazione di personale alle varie sedi in conseguenza del turnover di personale verificatosi negli ultimi anni e consentire un servizio all'utenza in linea con le aspettative e le esigenze alla base della mission istituzionale.

Pertanto, secondo l'INPS, in relazione a tale ultimo contingente di prossima immissione, il personale già assunto nel medesimo ruolo nel luglio 2019 potrà vantare una maggiore anzianità ed esperienza in istituto, da valorizzare nei prossimi percorsi di sviluppo professionale.

 

ARTURO SCOTTO. Grazie, signor Presidente, grazie, signor Sottosegretario. Mi auguro che le parole che sono state pronunciate in quest'Aula poi abbiano delle conseguenze, perché in questa interrogazione si fa una domanda specifica che riguarda 985 dipendenti che, dopo avere partecipato a questo bando, non hanno visto soddisfatte le proprie aspettative economiche perché sono stati scavalcati dal fatto che sia stato utilizzato esclusivamente il criterio anagraficamente più giovane. Tra l'altro parliamo di lavoratori precari, prevalentemente, che hanno avuto un percorso lavorativo molto complicato e che, ovviamente, aspettano delle risposte. Mi auguro che la risposta che è stata portata avanti dal Sottosegretario sblocchi la situazione e dia soddisfazione a questi lavoratori, veda un diritto rispettato.

Tuttavia c'è un dato più generale, veniva citato prima, che proviamo ad affrontare in questa interrogazione. C'è un dato che riguarda la tenuta della pubblica amministrazione in questo Paese, intanto l'INPS. Ci sono ingenti interventi sul personale, c'è questo nuovo concorso, oltre 4.000 lavoratori, e altri ce ne saranno. C'è un tema che riguarda la pubblica amministrazione in questo Paese. Questo Governo non lo cita mai, non si pone mai questo tema, non lo mette in cima, ma lo dico al Sottosegretario Durigon: guardi che in questo Paese il PNRR, le risorse del Recovery Fund, se le vogliamo far camminare, hanno bisogno di una pubblica amministrazione pienamente operativa. E come invece lei ben sa, tra il 2000 e il 2020 in questo Paese si sono persi oltre 200.000 posti di lavoro nella pubblica amministrazione.

Siamo meno del 6 per cento del totale della popolazione in età lavorativa, siamo a una età media di 50 anni, la spesa per redditi pro capite in rapporto al PIL di chi lavora nella pubblica amministrazione, dalle funzioni centrali alle funzioni locali, è del 10,7 per cento, in Francia del 13 per cento. Entro il 2026, come lei ben sa, 300.000 persone andranno in pensione, entro il 2030 saranno 700.000 persone. Significa che lo Stato si può bloccare, e dunque servizi essenziali e fondamentali rischiano di non essere erogati. Allora serve un grande piano pluriennale di assunzioni nella pubblica amministrazione, serve che una generazione venga chiamata a ricostruire lo Stato e a salvare il welfare.

Significa giustizia, significa sanità, significa INPS, significa servizi sociali e educativi. Significa anche stabilizzare quegli 87 mila precari della pubblica amministrazione che ancora oggi vivono in una condizione sospesa. Dunque, signor Presidente, noi non possiamo ritenerci soddisfatti, non saremo mai soddisfatti fino a quando quel tetto del turnover, che ha bloccato la pubblica amministrazione e rischia di inceppare la macchina dello Stato, non verrà tolto.