Al Ministro della salute, al Ministro per la protezione civile e le politiche del mare. — Per sapere – premesso che:
il virus West Nile, trasmesso all'uomo tramite la puntura di zanzare del genere Culex, è una zoonosi endemica in diverse aree d'Italia e può provocare nei casi più gravi forme neuro-invasive come encefaliti e meningiti, soprattutto nei soggetti immunocompromessi o anziani, causando in alcuni casi esiti invalidanti o letali;
nell'estate 2025 la circolazione del virus si è manifestata con un incremento preoccupante di casi umani, con un andamento particolarmente anticipato e aggressivo rispetto agli anni precedenti, come confermato dal bollettino dell'istituto superiore di sanità aggiornato al 23 luglio 2025, che riportava già 32 casi confermati, di cui 23 con sintomatologia neuro-invasiva, e due decessi ufficiali, uno in Piemonte e uno nel Lazio;
nelle settimane successive si è assistito a un rapido aggravamento del quadro, con un bilancio aggiornato che indica almeno 89 infezioni confermate e un numero di decessi che avrebbe già raggiunto le 8 unità, secondo quanto riportato dall'Istituto superiore di sanità con particolare incidenza nelle regioni del Centro-Sud, in particolare nel Lazio e in Campania;
l'istituto per le malattie tropicali di Verona stima, attraverso modelli epidemiologici, che i contagi reali siano in realtà significativamente più alti, nell'ordine di 10.000 casi, tenendo conto che nella maggior parte dei soggetti l'infezione decorre in forma asintomatica o simil-influenzale e non viene intercettata dal sistema di sorveglianza;
il Ministero della salute, in data 21 luglio 2025, ha diffuso una circolare operativa per rafforzare le attività previste dal Piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle arbovirosi 2020-2025, attivando il numero verde 1500 e invitando regioni, Asl e comuni a intensificare la sorveglianza entomologica, la segnalazione dei casi e le attività di disinfestazione e informazione rivolta alla popolazione;
nonostante l'indicazione di tali misure, diverse amministrazioni locali segnalano criticità operative, dovute all'assenza di fondi dedicati, alla difficoltà di attuare tempestivamente le bonifiche ambientali in assenza di un coordinamento centrale e alla carenza di campagne informative coordinate, lasciando di fatto le singole regioni e i comuni a gestire in autonomia la risposta sanitaria e ambientale all'epidemia;
appare evidente come l'andamento climatico estivo, con temperature elevate e piogge irregolari, abbia creato condizioni ideali per la proliferazione delle zanzare e reso più rapida la diffusione del virus in territori anche non precedentemente interessati, coinvolgendo a oggi 31 province in almeno 10 regioni del Paese –:
quali ulteriori iniziative urgenti il Governo intenda assumere, per quanto di competenza, per garantire un coordinamento nazionale più efficace delle attività di prevenzione, bonifica e comunicazione pubblica, anche con lo stanziamento di risorse straordinarie dedicate ai territori più colpiti, e se non ritenga necessario potenziare la rete di sorveglianza clinica e veterinaria per intercettare precocemente nuovi focolai e monitorare la circolazione del virus valutando di avviare in queste settimane una campagna informativa unitaria a livello nazionale rivolta in particolare alle fasce di popolazione più fragili.