20/01/2025
Toni Ricciardi
3-01670

Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   nella serata del 22 ottobre 2024 si è verificato, come riportato dagli organi di informazione un gravissimo episodio di violenza presso la casa circondariale di Bellizzi;

   secondo le informazioni riportate, un detenuto sarebbe stato aggredito da altri carcerati che gli avrebbero tagliato il lobo di un orecchio e fratturato un braccio, con due agenti della polizia penitenziaria sequestrati e picchiati;

   sulla base di quanto riferito anche da esponenti sindacali della polizia penitenziaria si sarebbe trattato di una sorta di spedizione punitiva;

   la situazione sarebbe tornata sotto controllo solo a notte inoltrata, grazie all'intervento di polizia di Stato e carabinieri che hanno supportato la penitenziaria;

   nella struttura penitenziaria in oggetto vi sarebbe un deficit di personale pari a circa 60 unità, una criticità che rende difficile il lavoro all'interno del carcere;

   il grave episodio necessita di avere adeguata risposta da parte delle istituzioni competenti, anche in risposta alle sollecitazioni che provengono dalle organizzazioni sindacali del personale di polizia penitenziaria –:

   in considerazione della gravità di quanto riportato in premessa, quali urgenti iniziative intenda assumere il Ministro interrogato, per quanto di competenza, per aumentare il personale in servizio presso la casa circondariale di Bellizzi e per migliorare gli standard di sicurezza all'interno del carcere, superando le criticità segnalate.

Seduta del 21 gennaio 2025

Risposta del Sottosegretario di Stato per la Giustizia, replica di Toni Ricciardi

ANDREA DEL MASTRO DELLE VEDOVE, Sottosegretario di Stato per la Giustizia. Grazie, Presidente. Ringrazio anche l'onorevole Ricciardi per l'interrogazione. L'atto di sindacato ispettivo in oggetto, pur partendo evidentemente da un fatto drammatico, ci dà l'opportunità di discutere in ordine alla sicurezza dell'istituto di Bellizzi (Avellino), con l'obiettivo comune, credo, pur magari con percorsi diversi, di rafforzare la sicurezza all'interno dei nostri istituti.

In effetti l'onorevole Toni Ricciardi interviene puntualmente, a ridosso, peraltro, di pochi giorni dall'evento critico verificatosi, su un fatto di aggressione avvenuto il 22 ottobre 2024, alle ore 22,15 circa, allorquando i detenuti - userò le iniziali per ovvi motivi - P.V., F.C., e C.S.F. e altri, successivamente identificati, chiedevano di potersi recare presso la locale infermeria adducendo e millantando motivazioni sanitarie di varia natura. Dico millantando perché poi scopriremo quale fosse, in verità, il recondito proposito.

Dopo aver informato il medico di guardia, i ristretti venivano autorizzati a recarsi presso l'infermeria per le cure del caso. Tuttavia, nell'atto di fare rientro in sezione, giunti presso il corpo di guardia i detenuti aggredivano due agenti in servizio, intimando di consegnare loro le chiavi del primo piano, minacciandoli di morte e spintonandoli. In particolare, un detenuto nigeriano, O.N., iniziava a sferrare diversi violentissimi schiaffi al volto degli operatori, procurando loro delle lesioni.

Il personale di Polizia penitenziaria veniva, poi, immobilizzato e i detenuti sono riusciti a impossessarsi delle chiavi e ad aprire le camere di pernottamento di altri detenuti allocati al piano terra, impedendo al personale di azionare l'allarme generale; dopodiché, si recavano al primo piano per perpetrare ciò che evidentemente avevano in animo sin dall'inizio, ponendosi di fronte alla camera occupata dal detenuto - sempre usando solo le iniziali - P.P.

Qui veniva intimato al personale di aprire la camera del detenuto e, al rifiuto opposto dal personale di Polizia penitenziaria, il detenuto O.N., di cui sopra, aggrediva l'operatore, sottraendogli le chiavi e riuscendo così nell'intento di aprire la camera del detenuto. Il ristretto occupante la camera veniva aggredito da diversi detenuti incappucciati, preso a calci e pugni e trascinato al piano terra, dove subiva ulteriori aggressioni, anche multiple, da più persone. I detenuti lasciavano il ristretto al centro della rotonda ormai privo di sensi e rientravano nelle sezioni di appartenenza, barricandosi all'interno e allagando il pavimento con un idrante.

Nel frattempo, i detenuti del primo piano, ossia dove vi era il detenuto selvaggiamente aggredito, riuscivano ad aprire le camere e a scendere nell'atrio al piano terra, al fine di vendicare, evidentemente, l'aggressione subita. Nel frattempo, grazie al prezioso lavoro del personale di Polizia penitenziaria, a cui vanno, anche oggi, i miei più sentiti ringraziamenti, si riusciva finalmente a ripristinare ordine e sicurezza, chiudendo tutte le camere di pernottamento. Venivano effettivamente anche allertati, come riportato nell'interrogazione, le forze di Polizia e il nosocomio cittadino, dove erano giunti i familiari del detenuto aggredito, non tanto per mettere in sicurezza l'istituto, cosa a cui ha pensato autonomamente la Polizia penitenziaria, quanto per ciò che, eventualmente, si sarebbe potuto verificare al nosocomio cittadino, dove, peraltro, pervenivano anche i familiari del ristretto che aveva subito l'aggressione.

Ad oggi, per l'intensità e la profondità dei traumi subiti, il detenuto P.P. non ha ancora fatto rientro in istituto e risulta ricoverato in ospedale. La direzione penitenziaria ha da subito disposto il divieto d'incontro fra le due sezioni, evidentemente data l'alta conflittualità interna, e ha sospeso, più che correttamente, dal lavoro il detenuto O.N., cioè colui che fisicamente era riuscito a strappare le chiavi al personale di Polizia penitenziaria per perpetrare ciò che aveva in animo sin dall'inizio, aggredendo, unitamente ad altre persone, il detenuto collocato al primo piano.

Il 22 ottobre 2024 la direzione generale dei detenuti e del trattamento ha provveduto a disporre il trasferimento extra distretto, per motivi di sicurezza, del detenuto O.N., più altri due detenuti che con lui avevano partecipato all'aggressione.

Il 23 ottobre 2004 sempre la direzione generale ha disposto, altresì, il trasferimento extra distretto dei tre detenuti iniziali che, lamentando dolori, erano andati in infermeria per poi sottrarre inizialmente le prime chiavi al personale di Polizia penitenziaria a seguito di aggressione e che erano stati identificati quali compartecipi del disegno criminoso dell'aggressione al detenuto P.P.

Il locale provveditorato regionale disponeva il trasferimento in ambito distrettuale di altri soggetti a vario titolo interessati a questa vicenda con una postura da protagonisti e non, certamente, con un contegno passivo.

Fatta chiarezza sull'antefatto che ha sollecitato la puntuale interrogazione dell'onorevole interrogante Toni Ricciardi, venendo all'analisi dei dati relativi alla copertura dell'organico dell'istituto penitenziario in questione, si premette che i dati riferiti all'organico della casa circondariale di Bellizzi evidenziano una carenza di personale impiegato in verità comune a quella risentita da altri istituti del Paese. Dico “comune” perché, in effetti, quanto riportato dall'onorevole interrogante corrispondeva, probabilmente, alla fotografia esatta del 23-24 ottobre 2024 quando presentò l'interrogazione. Oggi, fortunatamente, sono ben altri i dati, non solo e non tanto per le naturali immissioni di personale, che nel frattempo abbiamo assunto per il tramite dei corsi degli allievi agenti e immessi all'interno di strutture, quanto anche per un'opera particolare svolta su Bellizzi, anche a seguito dei fatti correttamente denunciati dall'onorevole interrogante.

Quindi, il personale attualmente in servizio presso la casa circondariale di Bellizzi (Avellino) ammonta a 296 unità, su un organico complessivo di 318, quindi con una carenza di 22 unità. Le maggiori scoperture si rilevano nel ruolo degli ispettori, dove mancano due ispettori, e nel ruolo degli agenti/assistenti, dove mancano 25 unità; di contro, nel ruolo dei sovrintendenti si registra un esubero di 6 unità. Ecco perché vi è una carenza complessiva di 22 unità.

I vuoti in organico - e qui, invece, veniamo all'intervento a seguito di quanto accaduto - sono stati recentemente colmati mediante un distacco - credo di poter dire intervenuto temporaneamente e chirurgicamente a seguito dell'evento - di personale finalizzato proprio a dare un supporto fattivo al personale stabilmente in servizio presso l'istituto di Bellizzi (Avellino), anche alla luce di questo evento critico. Pertanto, alla luce dei distacchi in entrata e in uscita, il personale attualmente in servizio ammonta a 322 unità, con un esubero di 4 unità rispetto alla pianta organica. Risulta, peraltro, presente presso l'istituto un dirigente penitenziario con incarico di reggenza in via continuativa - tradotto, un direttore stabilmente presente -, coadiuvato da due vice direttori di recentissima nomina a seguito delle assunzioni dei dirigenti penitenziari previste e volute dal Governo Meloni, mentre risulta anche esserci un comandante titolare dell'istituto, ovverosia la catena gerarchica del comando è assolutamente stabilizzata ed esistente.

Per quanto riguarda, invece, più nel dettaglio il reparto di Polizia penitenziaria, come dicevamo prima, è stato oggetto di assegnazione di personale nei vari ruoli e, in particolar modo, per quanto riguarda il ruolo agenti/assistenti, è stato incrementato di 20 unità in occasione della mobilità ordinaria collegata alle assegnazioni del 181° corso e di altre 17 unità assegnate a seguito della conclusione del 182°e del 183° corso. Le rappresento, inoltre, che stiamo terminando - anzi, è terminato ormai - l'iter formativo del 184° corso, con immissione in servizio prevista a far data da febbraio 2025. Quindi, fra pochi giorni, terminerà il 184° corso, con ulteriori assegnazioni ai vari provveditorati, fra cui quello campano e, quindi, con ripartizione anche sui vari istituti campani, fra cui, evidentemente, quello di Bellizzi (Avellino). Relativamente al ruolo dei sovrintendenti, l'Amministrazione ha assegnato al reparto di Polizia penitenziaria della casa circondariale di Avellino 4 unità maschili nella qualifica di vice sovrintendenti.

Si evidenzia che, a seguito degli eventi critici accaduti, la competente Direzione generale del personale, al fine di incrementare l'organico della struttura, ha adottato questi ulteriori e straordinari provvedimenti: nel mese di ottobre ultimo scorso, è stata indetta una ricognizione di disponibilità finalizzata all'individuazione di un'aliquota di personale appartenente ai ruoli di ispettori, sovrintendenti e agenti/assistenti del Corpo, da assegnare provvisoriamente e senza oneri a carico dell'Amministrazione, presso la casa circondariale di Avellino, Bellizzi. All'esito di tale procedura sono state inviate, in implementazione temporanea presso il predetto istituto, ulteriori 26 unità di Polizia penitenziaria, di cui 25 del ruolo di agenti/assistenti e una unità del ruolo di sovrintendenti.

Per completamento del quadro, è necessario dire che il comparto Funzioni centrali, assolutamente essenziale nella fase trattamentale del detenuto, è costituito, a fronte di una pianta organica di 35 unità, da un personale di 34 unità, quindi con una scopertura, fortunatamente, di una sola unità.

Come ribadito in altre occasioni, il Ministero pone forte attenzione all'esigenza di garantire un efficace turnover del personale di Polizia penitenziaria, risultando indubbie le criticità ereditate e indicate anche nella interrogazione, costituite da organici ridotti e, comunque, fortemente limitati. Come è noto, la legge Madia e i successivi interventi normativi hanno rimodulato, ahimè al ribasso, la dotazione complessiva del Corpo della polizia penitenziaria. L'impegno di questo Governo, come è noto, è per una inversione netta di tendenza, come dimostrano le seguenti procedure attivate, di cui sono particolarmente orgoglioso.

Per quanto riguarda il ruolo agenti del Corpo della polizia penitenziaria, con il 181° corso sono stati assegnati, complessivamente, agli istituti penitenziari d'Italia 1.479 agenti; con il 182° corso, con scorrimento delle graduatorie, per correre titanicamente nella velocità dell'inversione della tendenza, sono state assegnate 244 unità di agenti di Polizia penitenziaria; con il 183° corso sono stati assegnati 1.867 agenti di Polizia penitenziaria; con il 184° corso, che è terminato e con riferimento al quale ci apprestiamo ai giuramenti nel corso della prossima settimana e alle assegnazioni nei primi giorni di febbraio, 1.325 allievi agenti saranno assegnati a breve. Abbiamo già firmato un bando per 2.568 nuovi allievi agenti di Polizia penitenziaria. E mai più provvido è stato il momento per rispondere a questa interrogazione, sebbene parta da un dato angosciante rispetto al quale tutti dobbiamo riflettere per mettere in sicurezza i nostri istituti penitenziari. Infatti, sono orgoglioso di aggiungere che, proprio il 15 gennaio ultimo scorso - quindi, 6 giorni fa -, è stato ulteriormente pubblicato un bando di concorso per 3.246 nuovi allievi agenti.

È uno sforzo che non ha precedenti, negli ultimi 20 anni, in termini numerici di assunzioni di agenti di Polizia penitenziaria, di formazione di allievi di Polizia penitenziaria, proprio perché condividiamo le preoccupazioni dell'onorevole Toni Ricciardi, più limitatamente in ordine all'istituto di Avellino-Bellizzi, ma più in generale, in ordine alla sicurezza negli istituti penitenziari. Siamo intimamente convinti che, come testimonia eloquentemente quanto avvenuto ad Avellino-Bellizzi, l'agente di Polizia penitenziaria sia il primo garante del detenuto, perché, quando viene meno la sicurezza, l'eventuale detenuto forte assume le vesti di colui che riesce a vessare il detenuto debole, quando non ad aggredirlo com'è accaduto in questo caso, e, quindi, soprattutto il detenuto più debole ha bisogno del pieno organico di Polizia penitenziaria che, in una cornice di sicurezza, può garantire che venga svolto dalle figure preposte un trattamento assolutamente utile, anche ai fini della rieducazione e riabilitazione del detenuto.

Tutto ciò, tenendo conto del fatto che, anche sotto il comparto funzioni centrali, abbiamo di che essere orgogliosi poiché, per la prima volta nella storia della Repubblica, sono state saturate le piante organiche dei funzionari giuridico-pedagogici, ovverosia coloro che sono preposti al trattamento e che, per poter svolgere, come dicevamo prima, un trattamento, lo debbono poter svolgere in una cornice di sicurezza. Difatti, vi è stato un concorso nel marzo del 2024 di 104 funzionari giuridico-pedagogici (aumentato a 236), vi è stato uno scorrimento della graduatoria per 12 unità ulteriori; abbiamo fatto un concorso per 140 funzionari contabili, che hanno preso servizio il 16 gennaio del 2023; abbiamo fatto un concorso per funzionari contabili per 107 posti (elevati poi a 170, come previsto dalla normativa); abbiamo fatto un concorso per funzionari per mediatore culturale di 15 posti (elevato a 63 posti); sono state assunte 203 unità ed è stato fatto un concorso di 150 unità per quanto riguarda gli assistenti tecnici; per i contabili di area 2 sono state assunte 45 nuove unità ed è stato bandito un nuovo concorso a settembre 2024 per ulteriori 50 unità. Tutto ciò per saturare anche la pianta organica di tutti coloro che complessivamente sono all'interno del comparto funzioni centrali e, più o meno direttamente, a differenza dei funzionari giuridico-pedagogici, sono preposti al trattamento del detenuto.

Ancora, per quanto riguarda invece la Polizia penitenziaria, è stato indetto un concorso pubblico per 120 allievi commissari, elevato a 132, e un concorso pubblico per 411 ispettori, che verranno assegnati verosimilmente a maggio del 2025. Allo stesso modo, per quanto riguarda l'ultima gamba - non per ordine di importanza, ma per ordine di esposizione mia odierna -, della Polizia penitenziaria, comparto funzioni centrali, i dirigenti penitenziari, ovverosia coloro che sono candidati a fare vicedirettore o direttore all'interno degli istituti e che hanno cura di mantenere in equilibrio l'aspetto trattamentale con quello della sicurezza, sono felice di poter dire che vi è stato un concorso di 45 posti, elevati a 57 per altrettanti nuovi direttori penitenziari, immessi in servizio a novembre del 2023, vi è stato uno scorrimento per ulteriori 21 dirigenti penitenziari, che si vanno ad aggiungere alle 30 unità già previste, per un totale di 51 nuovi direttori assegnati alle strutture penitenziarie nei primi giorni di gennaio 2025, con il quale, in questo momento, completiamo il quadro di garantire la presenza all'interno di ogni istituto penitenziario di un direttore titolare, oltre che di un comandante titolare, per assicurare il migliore, il più tempestivo e il più chirurgico degli interventi, sia in fase ordinaria sia in fase di fatti gravissimi e, per fortuna, eccezionali e straordinari, come quelli oggetto della interrogazione.

Credo che il quadro complessivamente rappresentato dia l'idea dello sforzo di questo Ministero non solo e non tanto - quello è titanico, eloquente, incontrovertibile e solare - per la assunzione di agenti di Polizia penitenziaria, garantendo non solo e non tanto il turnover al 100 per cento dei pensionamenti (cosa mai avvenuta nel recente passato), ma aggiungendo anche unità di Polizia penitenziaria, perché, mal contati, si può parlare di 10.000 assunzioni in questa prima metà (mandato già finanziato) fra quelle già assegnate negli istituti e quelle in corso di formazione. Eguale soddisfazione abbiamo avuto per quanto riguarda il comparto funzioni centrali e, in particolare, i funzionari giuridico-pedagogici preposti al trattamento, avendo saturato per la prima volta le piante organiche degli stessi, ed eguale attenzione vi è stata al mondo della dirigenza penitenziaria, avendo, con le predette assunzioni, finalmente terminato il percorso di assicurare - cosa credo mai avvenuta nella storia repubblicana - un direttore titolare per ogni istituto penitenziario.

Questo per tentare, evidentemente, di dare risposte di sicurezza e trattamento ad ogni istituto penitenziario d'Italia e per scongiurare eventi critici particolarmente gravi, come quelli correttamente segnalati dall'onorevole Toni Ricciardi, che, per quanto siano ahimè talvolta consentanei alla natura dell'istituto penitenziario, noi abbiamo tutto l'obbligo - morale prima ancora che politico - di porre in essere tutti i migliori strumenti per evitare che accadano.

Evidentemente, l'idea del Governo è che, per impedire che accadano determinati eventi critici all'interno degli istituti, ben poco si possa fare se non saturare le piante organiche di Polizia penitenziaria, dei direttori penitenziari e del comparto funzioni centrali preposte al trattamento, che è anche utile evidentemente non solo per il detenuto stesso, ma per la stessa sicurezza dell'istituto penitenziario. In un'ottica circolare, non esiste trattamento senza sicurezza ed è claudicante la sicurezza se non si svolge il trattamento.

TONI RICCIARDI:  Grazie, Presidente. Sottosegretario Delmastro Delle Vedove, ci rivediamo sul tema del carcere di Bellizzi. Guardi, glielo dico subito: lei prima parlava di solare, ma io direi con qualche nube. Quindi, mi reputo parzialmente soddisfatto e le spiego anche il perché.

Mi reputo parzialmente soddisfatto perché, da un lato, abbiamo espletato la funzione che ci compete, nel senso che l'opposizione segnala un fatto e il Governo - anche se dopo qualche mese e così si gioca in una maniera più facile - tutto sommato dà delle risposte e io gliele riconosco, anche dai numeri. Questa è la parte che mi soddisfa, perché lei ha elencato anche la saturazione, ha riconosciuto il fatto che mancavano, al 22 ottobre 2024, 60 persone, si è ridotta di due terzi la carenza e, quindi, io le do atto dell'azione che lei ha compiuto.

L'insoddisfazione, Sottosegretario - mi sia consentito -, viene dall'altro lato. Le faccio un esempio: è come se noi avvertissimo la carenza di medici e assumessimo medici e infermieri immaginando che la semplice assunzione di medici e infermieri possa risolvere i problemi della sanità o della sanità di qualità. Allora, lei questa mattina ci ha dato una risposta quantitativa, che io riconosco e di cui le do atto. Dopodiché, Sottosegretario, visto che, in altri tempi, si sarebbe detto che lei è un giovane promettente, dovrebbe, però, fare il salto del giovane promettente trasformando e assumendo anche una linea che, a un certo punto, noi speriamo di ascoltare nel racconto di come in una maniera solare e inequivocabile, come ella ha ricordato prima, cioè usando l'espressione che ha utilizzato, si cambia il modo, si migliora pedagogicamente e metodologicamente la gestione delle carceri. Questo è l'elemento che probabilmente in questi mesi è mancato.

Lei sta facendo un lavoro e mi faccia ricordare l'apprezzamento e la massima solidarietà, mia personale e di tutto il gruppo del Partito Democratico che rappresento in questo momento, perché anche su queste vicende in passato sono volate parole e si è consumato inchiostro inutile. Quindi, massima riconoscenza. Ho carissimi amici che svolgono la funzione di agenti penitenziari, conosco le difficoltà, conosco le sofferenze, conosco, molte volte, anche le rivendicazioni e il non ascolto che c'è stato in passato, come capita ovviamente anche oggi in tutte le fasi della politica, perché nessuno è esente. Tuttavia, Sottosegretario, noi, sulla vicenda del carcere di Bellizzi di Avellino, credo ormai che sia la terza o la quarta volta che ci incontriamo e ci diamo questo appuntamento fisso. Io spererei di essere anticipato una volta da lei, nel senso che possa ricevere una comunicazione dove mi dice che preventivamente - questo vale per Bellizzi come per tutte le case circondariali - il Governo ha anticipato un'emergenza. Poi sono chiare la difficoltà strutturale, la cornice, le risorse e tutto il resto: lo sappiamo, siamo persone serie e, quindi, bisogna riconoscere queste difficoltà.

Sottosegretario, noi viviamo ancora in una fase strutturale di sovraffollamento delle carceri - siamo, credo, al 132-134 per cento - e il carcere di Bellizzi, da questo punto di vista, ne fa concretamente parte. E soprattutto, se mi posso permettere, da giovane promettente a giovane promettente, un consiglio: credo che la materia, e anche la narrazione, delle carceri vada gestita con molta, molta delicatezza. Lei ha un temperamento poco settentrionale, pur essendo un uomo del profondo Nord, però a volte scivola, probabilmente, nello stereotipo narrativo meridionale, molto più passionale.

Probabilmente, un po' meno passionalità, qualche parola aggiustata e qualche spazio d'aria in più per tutte e tutti i detenuti aiuterebbe la civile convivenza, perché, Sottosegretario, voglio chiudere con un monito del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, quando dice che vi è il dovere di osservare la Costituzione, che indica norme imprescindibili sulla detenzione. Sottosegretario, mi auguro, noi ci auguriamo, che ella possa quotidianamente, tra le mille difficoltà, ricordarsi di questo monito supremo e massimo che il nostro Presidente della Repubblica ci ha ricordato.