Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
un video pubblicato il 25 giugno 2025 sulla stampa mostra degli atti di violenza fisica da parte di agenti della Guardia di finanza nei confronti di una persona vulnerabile trattenuta nel Centro di permanenza per i rimpatri di Gradisca d'Isonzo; nel filmato si ode chiaramente il soggetto lamentare la mancanza della propria terapia psichiatrica, cui fanno seguito poi manganellate e grida di sofferenza;
la Rete No Cpr ha fornito testimonianze secondo cui almeno altri due trattenuti con problemi psichiatrici sarebbero presenti nella struttura: uno apparentemente in stato psicotico, l'altro ricoverato in ospedale a seguito delle lesioni autoinflitte alle gambe;
diverse fonti giornalistiche ed inchieste documentarie, seguite ad ispezioni effettuate nel Cpr di Gradisca e negli altri centri del Paese, hanno denunciato il ricorso frequente a psicofarmaci e sedativi per controllare il comportamento dei trattenuti, pratiche descritte come «deriva manicomiale», in apparente violazione del divieto di trattamenti inumani o degradanti sanciti dall'articolo 3 Cedu;
tale situazione – che si articola tra evidenti carenze sanitarie, uso eccessivo della forza, presenza di persone fragili e modalità di trattenimento amministrativo senza garanzie – configura, a tutti gli effetti, una condizione incompatibile con i princìpi costituzionali di tutela della salute, del rispetto della dignità umana e degli obblighi di legalità sanciti dal diritto europeo –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza del contenuto del video menzionato in premessa, quali verifiche immediate intenda attivare per accertare le circostanze documentate nel video, se vi sia stato o meno un uso della forza spropositato, e quali siano le condizioni psichiche dei trattenuti;
quali iniziative di competenza intenda promuovere per garantire che nessuna persona con vulnerabilità venga più trattenuta in un Cpr e che le visite di idoneità si svolgano con frequenza, al fine di monitorare costantemente le condizioni di salute delle persone ivi detenute.