Al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
in relazione alle misure contenute nel decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, convertito, con modificazioni, dalla legge 1° dicembre 2018, n. 132, in particolare per quello che concerne la circolazione in Italia di veicoli stranieri immatricolati in un Paese dell'unione europea, dello spazio economico europeo, ovvero extra Unione europea, la Segreteria di Stato per gli affari esteri della Repubblica di San Marino ha evidenziato una serie di criticità circa le possibili ripercussioni nell'applicazione sul proprio territorio;
la normativa introdotta dal citato decreto-legge prevede che se l'auto è guidata da persona residente in Italia da più di 60 giorni, non può circolare e deve essere immediatamente reimmatricolata oppure condotta fuori del territorio dello Stato con procedure particolari;
in base a quanto richiamato in precedenza i veicoli con targa della Repubblica di San Marino guidati da persona residente in Italia debbono essere reimmatricolati con targa italiana;
si ha notizia che già da diversi giorni sul territorio comunale di Rimini sono scattate diverse multe aventi per oggetto proprio tale fattispecie;
la specificità della Repubblica di San Marino è che non essendo membro dell'Unione europea, né dello spazio economico europeo, tale Paese non rientra allo stato attuale nelle previste deroghe;
numerosi veicoli, per ovvie ragioni, considerata la geolocalizzazione della Repubblica di San Marino, transitano quotidianamente e sistematicamente in territorio italiano e questo costituisce una evidente criticità non affrontata dalla normativa introdotta mediante decretazione d'urgenza –:
quali iniziative il Governo intenda assumere per affrontare, d'intesa con la Repubblica di San Marino, l'evidente vulnus giuridico determinato dalla nuova disciplina sulla circolazione dei veicoli con targa straniera sul territorio nazionale e tenere nella dovuta considerazione la specificità della medesima Repubblica di San Marino e dei cittadini residenti onde evitare disagi e complicazioni burocratiche.
Seduta del 9 aprile 2019
Risposta del governo di Jacopo Morrone, Sottosegretario di Stato per la Giustizia, replica di Marco Di Maio
Risposta del Governo
Signor Presidente, onorevoli deputati, la legge n. 132 del 2018 di conversione del decreto-legge sicurezza e immigrazione ha previsto una specifica modifica all'articolo 93 del codice della strada, in base alla quale è vietato a chi ha stabilito la residenza in Italia da oltre 60 giorni circolare con un veicolo immatricolato all'estero. La disciplina si applica sia ai veicoli immatricolati in Stati della UE che in quelli immatricolati in Stati extra UE. La violazione non presuppone che il conducente residente in Italia da più di 60 giorni abbia la proprietà o altra forma di disponibilità giuridicamente rilevante del mezzo.
La sanzione si applica indistintamente a chiunque lo detiene a qualsiasi titolo e lo conduce, anche occasionalmente o a titolo di cortesia, e si applica anche al proprietario ovvero usufruttuario del veicolo estero, che risiede in Italia da più di 60 giorni e che guida il proprio veicolo. Per la violazione in esame è prevista la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 712 a 2.848 euro e l'immediata cessazione della circolazione del veicolo. Inoltre, nel caso in cui entro i successivi 180 giorni il veicolo non sia immatricolato in Italia o non sia tornato all'estero con foglio di via, ne è prevista la confisca. Il divieto cui ho fatto riferimento è temperato da alcune eccezioni. La prima riguarda il caso in cui il veicolo immatricolato all'estero è concesso in leasing o in locazione senza conducente da impresa costituita in un altro Stato membro dell'Unione europea o dello Spazio economico europeo.
Un'altra eccezione concerne l'ipotesi che il veicolo sia stato concesso in comodato a un lavoratore o collaboratore di un'impresa costituita in altro Stato membro dell'Unione europea o aderente allo Spazio economico europeo, salvo che l'impresa non abbia in Italia una sede secondaria o altra sede effettiva. L'obiettivo delle disposizioni approvate lo scorso dicembre è quello di contrastare efficacemente il fenomeno della cosiddetta esterovestizione, che negli ultimi anni ha assunto particolare rilevanza e visibilità e che è finalizzato ad eludere gli obblighi assicurativi e fiscali e l'applicazione delle sanzioni del codice della strada.
Si tratta, quindi, di disposizioni importanti, che già stanno permettendo di raggiungere gli obiettivi per i quali sono state introdotte; tuttavia, va anche rilevato che in fase di prima applicazione delle cennate disposizioni sono emerse alcune complessità operative. In particolare, fra le questioni meritevoli di particolare attenzione vi è proprio il tema della mancata possibilità per i veicoli immatricolati nella Repubblica di San Marino di beneficiare delle deroghe previste dal citato articolo 93 del codice della strada, relative alla circolazione dei veicoli concessi in leasing, in locazione senza conducente o in comodato, e ciò in ragione del fatto che la previsione normativa rimanda sempre ai veicoli immatricolati nella UE o nello Spazio economico europeo, dei quali San Marino non fa parte.
Segnalo, per inciso, che nell'ultimo periodo presso gli uffici della Motorizzazione civile di Rimini è stato registrato un notevole aumento di richieste di nuova immatricolazione di mezzi iscritti nei registri automobilistici di altri Paesi dell'Unione europea o extra UE, questi ultimi per lo più appartenenti alla vicina Repubblica di San Marino. La questione posta dagli interroganti, insieme ad ulteriori peculiari situazioni da raccordare con altre disposizioni già vigenti, è già oggetto di approfondimento. In tal senso, come già precisato dal Ministro Salvini in occasione di un recente question time in quest'Aula, i competenti uffici del Ministero dell'interno stanno seguendo con la massima attenzione la fase applicativa delle nuove disposizioni, al fine di superare qualsivoglia criticità, anche attraverso l'adozione di specifici interventi integrativi.
Replica
Grazie, Presidente. La risposta non può essere giudicata soddisfacente, perché, al di là di una rilettura del testo normativo, non va al punto di quello che noi avevamo richiesto al Governo, cioè se ci fossero interventi normativi, circolari, interpretazioni autentiche di questa norma che potessero in qualche modo chiarire la situazione dei cittadini della Repubblica di San Marino che frequentano l'Italia e anche dei lavoratori italiani che hanno rapporti con la Repubblica di San Marino. Ma vorrei anche dire che questo problema non riguarda solo questa realtà, ma riguarda tutte le terre di confine della nostra penisola, perché se pensiamo ad esempio alla provincia di Belluno o alla provincia di Sondrio o Varese, a realtà importantissime come quella del Trentino-Alto Adige, si stanno riscontrando problemi enormi nell'attuazione di questa norma. Fermo restando l'obiettivo, che condividiamo assolutamente, che è quello di contrastare l'esterovestizione, di contrastare i cosiddetti furbetti che immatricolano l'auto all'estero per non pagare le tasse in Italia, non si può non prendere consapevolezza che ci sono delle specificità che devono essere chiarite meglio nella normativa in oggetto.
La prima specificità, ad esempio, è quella di chi per lavoro, o perché è lavoratore dipendente o perché è imprenditore, o perché è studente che studia all'estero, dove per “estero” può rilevarsi anche lo spostarsi di pochi chilometri rispetto alla propria residenza, non rientra nelle cause di esclusione che sono state citate dalla normativa che conosciamo, che non c'era bisogno di leggere qui, in questa risposta, perché noi chiedevamo altro. Chiedevamo un intervento normativo o un qualche cosa che potesse dare una risposta chiara alle persone che stanno vivendo questo disagio. Pensiamo, ad esempio, alle famiglie composte da cittadini italiani e cittadini stranieri, che hanno, quindi, necessità di spostarsi anche per ragioni di carattere personale. Ci sono decine, centinaia di casi di persone sanzionate, a volte anche con il massimo della sanzione, semplicemente perché avevano la colpa di trovarsi sul territorio italiano con un'auto targata, magari, con targa tedesca o con targa sammarinese, e per questo considerati come se fossero dei furbetti o dei ladri che utilizzano l'esterovestizione per usare un'auto e poi mandarla chissà dove.
Ecco, non possiamo permetterci di considerare i nostri connazionali che lavorano all'estero, che studiano all'estero, che vogliono, però, continuare a essere residenti in Italia, non si vogliono iscrivere all'AIRE, perché una delle eccezioni è la possibilità di essere iscritti all'AIRE per non incorrere in questa sanzione, ma che vogliono continuare a essere residenti, a essere cittadini italiani, ecco, non possiamo continuare a mantenere questa ambiguità, che, purtroppo, le parole del sottosegretario confermano e che fa sì che, in qualche modo, questo problema non verrà risolto nei prossimi termini, nei prossimi giorni.
E, purtroppo, abbiamo avuto conferma di una percezione che già era molto chiara, che già si era evinta anche da altre risposte che avevamo avuto in quest'Aula e nelle Commissioni, ma noi continueremo a chiedere, come chiedono associazioni di categoria, imprenditori, cittadini, studenti, come chiedono tutti coloro che sono interessati da questa normativa ingiustamente punitiva nei confronti di alcune categorie di persone, una modifica normativa che renda giustizia a chi si sposta per lavoro o per motivi familiari, e che continui, però, a punire chi, invece, utilizza questi stratagemmi per delinquere nel nostro Paese e, soprattutto, per non pagare le tasse in Italia.