19/11/2024
Marco Sarracino
BRAGA, BONAFÈ, DE LUCA, MAURI, CUPERLO, FORNARO, UBALDO PAGANO e TONI RICCIARDI.
3-01574

Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

   giovedì 14 novembre 2024, la Corte costituzionale, nell'esaminare i ricorsi presentati dalle regioni Puglia, Toscana, Sardegna e Campania, ha ravvisato l'incostituzionalità di molteplici e rilevanti aspetti della legge n. 86 del 2024 sull'autonomia differenziata, tutti peraltro puntualmente denunciati dai numerosi professori ed esperti auditi durante l'iter di approvazione della legge;

   tra le incongruenze rilevate ve ne sono alcune particolarmente significative, come quella che ha sanzionato la possibilità di delegare alle regioni intere materie, in luogo delle singole funzioni nonché la circostanza che la delega di funzioni debba comunque avvenire sulla base del rispetto del principio di sussidiarietà;

   altrettanto importante è l'intervento della Corte sui livelli essenziali delle prestazioni, per i quali la Corte ha rilevato l'incostituzionalità della delega legislativa con la conseguenza che la decisione sostanziale viene rimessa nelle mani del Governo, limitando il ruolo costituzionale del Parlamento in quanto priva degli idonei criteri direttivi;

   più in generale la Corte ha chiarito che eventuali condizioni particolari di autonomia devono essere compatibili con la struttura della nostra forma di Stato che, accanto all'autonomia, impone di garantire l'unità della Repubblica, la solidarietà tra le regioni, l'eguaglianza e la garanzia dei diritti dei cittadini, e l'equilibrio di bilancio;

   in un'intervista al Corriere della Sera, il Ministro per gli affari regionali, Roberto Calderoli, ha minimizzato i rilievi di illegittimità, affermando che «la gran parte dei rilievi mossi possono essere agevolmente superati in fase di attuazione della legge» e ha ribadito che l'iter legislativo non subirà ritardi e che le intese con le regioni andranno avanti;

   tuttavia, la stessa Corte nel comunicato rilasciato il 14 novembre 2024 ha dichiarato che «spetta al Parlamento, nell'esercizio della sua discrezionalità, colmare i vuoti derivanti dall'accoglimento di alcune delle questioni sollevate dalle ricorrenti, nel rispetto dei princìpi costituzionali, in modo da assicurare la piena funzionalità della legge» –:

   se si intenda proseguire nella stipula delle intese, come dichiarato dal Ministro Calderoli e in violazione di quanto stabilito dalla Corte costituzionale, ovvero se non si ritenga opportuno disporre una moratoria delle intese fino a quando il Parlamento non sarà legittimamente intervenuto sui profili dichiarati incostituzionali.