Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha approvato, recentemente, un pacco di trenta risoluzioni, tra cui quella contro le unilateral coercitive measures – la risoluzione sulle ripercussioni negative delle misure coercitive unilaterali nel godimento dei diritti umani –, che esorta gli Stati ad eliminare, interrompere l'adozione, il mantenimento o l'applicazione di tali sanzioni contrarie al diritto internazionale e alla Carta delle Nazioni Unite;
la risoluzione A/HRC/46/L.4, presentata dall'Azerbaigian, Cina e Palestina, è stata approvata con 30 voti a favore, 2 astenuti e 15 contro. Tra i no l'Italia e tutti i Paesi europei compattamente;
sta suscitando molte polemiche la decisione dell'Italia di votare contro la risoluzione A/HRC/46/L.4, in particolare perché, tra le sanzioni che la risoluzione condanna ci sono anche quelle applicate contro Stati come Cuba, sottoposta a sanzioni da parte degli Stati Uniti;
la stessa Cuba, lo scorso anno, ha dimostrato enorme solidarietà all'Italia, inviando medici in sostegno della lotta contro il Covid-19. Infatti, poco più di un anno fa, il 21 marzo 2020, arrivavano in Italia – a Torino e a Crema – 53 medici, della Brigada Henry Reeve, provenienti da Cuba, allo scopo di aiutare i medici nella lotta alla pandemia da Coronavirus. I medici del contingente cubano «Henry Reeve» hanno operato in Italia fino a maggio, quando l'emergenza sanitaria è rientrata;
in quei giorni del marzo 2020 tutti gli italiani, i mezzi di informazione, e le istituzioni, si congratulavano con l'isola caraibica che nonostante il blocco economico ed i primi casi di infettati dal virus registrati in patria avevano mandato i loro medici per aiutare il nostro personale medico in difficoltà;
l'Unione europea ha respinto le polemiche sollevate in merito alla questione e chiarito i motivi della contrarietà, spiegando, – con la dichiarazione orale resa durante la sessione con oggetto la Resolution L.4 – EoV nella 46th Session – Item 3 del UN Human Rights Council, dalla signora Elisabeth Tichy-Fisslberger, per l'Austria e a nome dell'Unione europea –, che dal punto di vista dell'Unione europea, le misure restrittive devono essere adottate e implementate sempre in accordo con il diritto internazionale, devono rispettare diritti umani e libertà fondamentali e inoltre devono essere «proporzionate» rispetto ai loro obiettivi e ribadendo che le misure da essa adottate sono pienamente in linea con questi criteri e mirano a promuovere gli obiettivi della «Common Foreign and Security Policy». E infine ha ricordato che «tenendo presente la natura e il contenuto di questo progetto di risoluzione, che si sofferma essenzialmente sulle relazioni tra gli Stati invece che sui diritti umani concreti delle persone, l'Unione europea ribadisce la sua posizione secondo cui il Consiglio dei diritti umani non è la sede appropriata per affrontare la questione»;
la risoluzione cubana di condanna dell'embargo statunitense, presentata e votata annualmente in ambito Assemblea generale ONU è stata adottata l'ultima volta il 7 novembre scorso con 187 voti a favore, tra cui l'Italia e l'Unione europea. Il prossimo voto si terrà nel mese di maggio 2021 –:
quali siano le iniziative che il Governo italiano vorrà mettere in campo per sostenere i cittadini di Cuba gravemente colpiti dal lunghissimo embargo contro l'isola ed offrire dunque concretamente la propria riconoscenza per quanto fatto lo scorso anno in Italia dai medici cubani;
quali iniziative voglia intraprendere il Governo, nelle sedi e nei rapporti internazionali, per porre fine in maniera definitiva all'embargo che tanto prova e addolora la popolazione cubana.
Seduta dell'11 maggio 2021
Risposta della Vice Ministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale Marina Sereni, replica di Francesca Bonomo
MARINA SERENI, Vice Ministra degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, Presidente. Lo scorso 24 marzo è stata adottata, nel corso della quarantaseiesima sessione del Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite, una risoluzione intitolata “L'impatto negativo delle misure coercitive unilaterali sul godimento dei diritti umani”. Non si tratta di una nuova iniziativa, ma di una risoluzione che viene presentata ogni anno in Consiglio diritti umani dal gruppo del Movimento dei Paesi non allineati, quest'anno guidati dall'Azerbaijan. La risoluzione non presenta modifiche sostanziali rispetto agli anni precedenti e, come in passato, non include riferimenti ad alcun Paese specifico, adottando bensì un approccio di carattere generale. L'assunto di partenza della risoluzione è che tutte le misure coercitive unilaterali siano in contrasto con il diritto internazionale. Questo giudizio non fa alcuna distinzione tra diverse tipologie di misure coercitive unilaterali, qualificandole tutte, indistintamente, come non conformi al diritto internazionale e alla Carta delle Nazioni Unite. Una tale posizione non è compatibile con l'approccio dell'Unione europea alle misure sanzionatorie, incluse dai Trattati istitutivi dell'Unione tra i possibili strumenti legittimi per promuovere gli obiettivi della politica estera e di sicurezza comune dell'UE: pace e sicurezza, democrazia e rispetto dello Stato di diritto e diritto internazionale, compresi i diritti umani.
L'adozione di misure sanzionatorie da parte dell'Unione europea avviene infatti sempre in piena conformità con il diritto internazionale, rispettando i diritti umani e le libertà fondamentali degli individui oggetto di misure restrittive, in particolare il diritto a un giusto processo e a un ricorso effettivo.
Inoltre, l'Unione è fortemente impegnata affinché le misure coercitive che impone non abbiano impatti negativi su aiuti umanitari e beni di prima necessità, comprese le attrezzature mediche essenziali e le forniture necessarie per combattere le crisi sanitarie globali, come l'attuale pandemia. Queste ultime categorie di forniture non sono mai, difatti, incluse negli elenchi di beni e tecnologie soggetti a restrizioni. È anche previsto un apposito sistema di deroghe per non ostacolare in alcun modo le attività degli operatori umanitari. L'Unione europea e i suoi Stati membri ritengono, invece, che le misure restrittive, ove appropriate, siano un utile strumento per promuovere gli obiettivi della politica estera e di sicurezza comune europea, tra cui il mantenimento della pace e il rispetto dei diritti umani e dello Stato di diritto. Tali misure vengono applicate in piena conformità al diritto internazionale, nel rispetto del principio di proporzionalità, dei diritti umani e delle attività degli operatori umanitari. Vorrei, infatti, ricordare come, ritenendo le sanzioni uno strumento valido e legittimo per promuovere i propri valori, laddove attuate in conformità al diritto internazionale, lo scorso dicembre, l'Unione europea ha deciso di adottare un regime sanzionatorio per violazioni dei diritti umani nel mondo, attraverso il quale, di recente, è stata approvata una prima lista di designazioni che comprende tra l'altro individui e entità ritenuti responsabili di violazioni e abusi legati al caso Navalny e nella regione dello Xinjiang in Cina. È per tale ragione che i Paesi dell'Unione europea che siedono in Consiglio diritti umani tra cui l'Italia, nel marzo scorso, hanno espresso compattamente voto contrario, come nelle precedenti occasioni. Si evince, da questo quadro, che il voto dell'Italia e dell'Unione Europea in Consiglio diritti umani non ha un collegamento diretto con l'embargo statunitense su Cuba, tenendo anche conto del fatto che l'Unione non ha in vigore alcun regime sanzionatorio unilaterale nei confronti di Cuba. Il nostro voto non ha, infatti, suscitato reazioni da parte dell'Avana. Il Governo cubano non ha sollevato osservazioni al riguardo, né vi sono state specifiche interlocuzioni sulla questione.
La questione dell'embargo statunitense contro Cuba in ambito Nazioni Unite non è affrontata in Consiglio diritti umani, bensì in Assemblea generale, attraverso la risoluzione di iniziativa cubana di condanna dell'embargo che si intitola: “Necessità di porre fine all'embargo economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d'America contro Cuba”, presentata a cadenza annuale. Tale risoluzione è stata adottata, da ultimo, il 7 novembre 2019, con 187 voti a favore, tra cui quello dell'Italia e degli altri Paesi dell'Unione europea, 3 voti contrari (USA, Israele e Brasile) e due astensioni (Colombia e Ucraina). In occasione dell'adozione della risoluzione, l'Unione europea ha pronunciato una dichiarazione di condanna dell'embargo statunitense nei confronti di Cuba, sottolineando, tra l'altro, come esso abbia un impatto dannoso sulla situazione economica del Paese, influendo negativamente sul tenore di vita del popolo cubano e come esso ostacoli il raggiungimento degli obiettivi dell'accordo di cooperazione UE-Cuba di sostegno alle riforme politiche ed economiche di Cuba, continuando a promuovere la democrazia e il rispetto dei diritti umani. Nel quadro dell'attuale sessione dell'Assemblea generale, la settantacinquesima, la presentazione della risoluzione è stata calendarizzata da Cuba per il 23 giugno prossimo. La posizione italiana al riguardo, come ogni anno, si formerà più a ridosso della votazione, in coordinamento con gli altri partner europei, una volta presa visione della bozza di testo.
Quanto alle iniziative per promuovere la fine dell'embargo a Cuba, confidiamo che, nonostante l'approccio cauto di Washington, le misure più restrittive adottate durante l'amministrazione Trump possano essere gradualmente riconsiderate, così da auspicabilmente rivitalizzare i canali di dialogo tra Stati Uniti e Cuba. L'alleggerimento delle misure sanzionatorie potrebbe avere ricadute significative anche sul piano umanitario, alleviando i disagi della popolazione che sta subendo le dure conseguenze della pandemia. Un allentamento dell'embargo potrebbe infine produrre effetti positivi anche in una fase decisiva per la storia di Cuba, impegnata ad attualizzare il proprio sistema economico produttivo, in primo luogo, riconoscendo spazi di manovra e di autonomia alla piccola imprenditoria privata fino a poco tempo fa non autorizzati.
In conclusione, tengo a ribadire l'apprezzamento del Governo per il sostegno e la solidarietà dimostrata da Cuba con l'invio di una squadra di medici l'anno scorso, per la lotta contro la pandemia, ulteriore testimonianza della tradizionale amicizia che caratterizza i rapporti tra i nostri due popoli. Pur nel contesto di una concezione della democrazia e dei diritti umani evidentemente non coincidenti, le relazioni tra Roma e L'Avana restano costruttive e, anche in tempo di pandemia, hanno mantenuto un significativo dinamismo.
FRANCESCA BONOMO. Grazie, Presidente. Ringrazio la Vice Ministra Sereni e il Governo per la nettezza della risposta, di cui mi ritengo soddisfatta. Vorrei, pertanto, cogliere l'occasione per ribadire che l'Italia non ha mai votato a favore delle sanzioni contro Cuba, anzi, da anni, a livello europeo e italiano, abbiamo relazioni bilaterali molto forti, con accordi di collaborazione in campo economico, sociale, culturale, politico e diplomatico. I rapporti italo-cubani, pur nel contesto di una concezione della democrazia e dei diritti umani evidentemente non coincidenti, sono improntati ad una tradizionale amicizia. Importante in questi anni è stata anche l'intensificazione dei rapporti tra il Governo italiano e quello cubano, anche attraverso l'ambasciata di Cuba in Italia, che ha portato ad incentivare e a promuovere nuovi progetti di cooperazione e di scambio economico e culturale tra i due Paesi, agevolando anche gli interscambi con aziende italiane, assieme anche agli scambi accademici e universitari, e anche grazie all'aiuto e all'attività delle associazioni di amicizia Italia-Cuba, che quest'anno festeggiano anche i sessant'anni dalla loro fondazione.
Cuba è anche un Paese prioritario nella nostra cooperazione allo sviluppo, uno status che consente la programmazione e l'attuazione di importanti progetti che interessano settori cruciali della società cubana, la rilevanza dei quali oggi è ulteriormente anche accresciuta, visto il duro impatto che la pandemia da COVID-19 ha prodotto sull'isola. Come è già stato ricordato anche dalla Vice Ministra, nonostante queste difficoltà anche che il COVID ha portato a Cuba, Cuba non ha mancato il sostegno all'Italia, mandando la brigata “Henry Reeve”, con 53 medici, dal 21 marzo 2020 fino a maggio, che hanno operato a Torino e a Crema, per la quale anche io vorrei ringraziare ulteriormente.
In merito alle sanzioni, invece, potrebbe essere l'occasione per avviare un ragionamento serio anche sul sistema delle sanzioni, partendo da un lavoro, magari, nelle Commissioni competenti, a partire dalla Commissione affari esteri, così come accompagnando tale riflessione al lavoro che si sta facendo a livello europeo, così come veniva accennato proprio dalla Vice Ministra, in cui è già stato stilato un documento, secondo cui le sanzioni devono essere proporzionate, selettive, mirate, incidendo su settori che non vadano a colpire i diritti essenziali di un popolo, come gli aiuti umanitari e le forniture di prima necessità dei generi alimentari, fino alle medicine e alle forniture mediche. Abbiamo visto, infatti, cosa potrebbe voler dire durante una pandemia.
Più in generale, abbiamo visto che, certamente, le sanzioni mirate individuali hanno un effetto deterrente, vanno a colpire gli autori dei reati e dei comportamenti contrari al diritto internazionale, mentre le sanzioni più generali rischiano, a volte, di colpire la popolazione, avendo un impatto sul versante del rispetto dei più elementari diritti umani. Quindi, penso che sia utile fare questa riflessione insieme, ancora, e più generale, sull'utilità delle sanzioni, ma, soprattutto, sull'efficacia di alcuni tipi di esse, quindi che questa riflessione possa essere svolta anche dal Parlamento italiano nelle modalità più opportune, coinvolgendo gli organismi competenti. Questa può essere, quindi, l'occasione per riflettere insieme sulle modalità con le quali farlo.
Prima si accennava al contributo e al lavoro che è in atto e che il Governo svolge a livello europeo, ma anche all'interesse e all'importanza per cui, anche grazie al cambio che c'è stato adesso di amministrazione negli Stati Uniti, attraverso azioni di rapporti tra il Governo italiano e il Governo degli Stati Uniti, potrà portare avanti azioni promotrici per mitigare e giungere, quindi, alla chiusura di questo blocco.
Quindi, credo che questa discussione sia stata costruttiva e importante, e sia importante anche il contributo che quest'Aula ha dato oggi, che ci permette di parlare di Cuba, un Paese che, anche durante le difficoltà e le esigenze di superare questo embargo, ha continuato a implementare e a lavorare in un rapporto continuo di amicizia bilaterale con l'Italia e di scambio economico sempre fondato sul rispetto reciproco e sui diritti.