25/02/2025
Rachele Scarpa
3-01769

Al Ministro della difesa, al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:

   si apprende dall'inchiesta «Ombre sul mare», andata in onda su Spotlight, e dal quotidiano Domani editoriale, che si è occupato del medesimo tema, che vi è un problema di salute mentale diffuso tra il personale della Guardia costiera italiana, che sfocia in episodi suicidari, ma non emergerebbe agli onori della cronaca a causa della struttura militare fatta di gerarchie e mobbing;

   nella documentazione fornita dal Ministero della difesa emerge che gli accessi di servizi psicologici offerti dalla commissione medica ospedaliera militare dal 2017, in cui erano 6.582, sono diminuiti costantemente fino ad arrivare a quota 1.965 nel 2023. Questo dimostra a giudizio dell'interrogante l'inadeguatezza della tutela psicologica fornita al personale, complice il fatto che gli psicologi militari essendo interni al corpo, non sono esenti, dall'alimentare un clima di tensione e paura pervasivo;

   la Guardia costiera stessa dichiara che «le procedure di idoneità psico-fisiche vengono svolte dal preposto servizio sanitario con visite mediche periodiche e occasionali. A questo, si aggiunge il supporto fornito dal Cisom (Corpo italiano di soccorso dell'Ordine di Malta) a seguito di un accordo sottoscritto con il comando generale della Guardia costiera, che, grazie a personale specializzato, fornisce, a richiesta dei comandi, supporto psicologico di gruppo ed individuale al personale che opera nello scenario del soccorso in mare», evidenziando dunque il carattere occasionale del supporto psicologico e la negazione di una tutela sistemica in favore di un mero controllo dell'idoneità al lavoro;

   inoltre, si apprende dall'inchiesta che esperti di psicologia dell'emergenza sottolineano come le pressioni della politica, che prediligono funzioni di polizia marittima al salvataggio in mare (Sar), contribuirebbero a minare la salute mentale del personale della Guardia costiera, che si trova ostacolato nel suo compito primario, il quale, come riportato sul loro sito, è proprio di «search and rescue» (ricerca e soccorso);

   ad avviso dell'interrogante vi è dunque un'inadeguata tutela della salute mentale degli equipaggi della Guardia costiera italiana all'interno di un più generale contesto punitivo e vessatorio da parte delle gerarchie militari, aggravata dal dato di un preoccupante incremento dei numeri dei suicidi nel corpo della Marina Militare nel corso del 2023;

   si rendono, dunque, necessari interventi volti a contrastare, sanzionare e prevenire efficacemente comportamenti vessatori nei confronti del personale della Guardia costiera ed episodi di discriminazione e abuso di potere, salvaguardando la tutela del benessere psicologico –:

   se i Ministri interrogati abbiano intenzione di assicurare un servizio di tutela e accompagnamento psicologico da parte di enti esterni al corpo militare, che non sia saltuario e occasionale, ma sistematico e se intendano rispettare e supportare, per quanto di competenza, la corretta esecuzione, anche attraverso apposite iniziative normative delle operazioni volte alla salvaguardia della vita umana in mare, uno dei compiti primari della Guardia costiera.