Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
in data 29 marzo 2025 è deceduto presso la Casa Circondariale di Treviso il detenuto Gennaro Martino, 46 anni, detenuto in attesa di giudizio;
il decesso è stato inizialmente ricondotto a cause naturali, come da relazione di ispezione esterna sul cadavere redatta dal consulente del pubblico ministero, dottor Alberto Furlanetto, secondo cui «non evidenti lesioni da difesa o comunque riferibili all'azione violenta di altre persone» risultavano osservabili, e «non si può escludere come possibile concausa l'assunzione di sostanze stupefacenti»;
la madre del detenuto, dopo aver visto il corpo del figlio, ha sporto querela presso la questura di Napoli in data 2 aprile 2025 denunciando la presenza di lesioni visibili, e ha chiesto l'esecuzione di un'autopsia, ritenendo non esaustiva l'ispezione esterna;
la perizia medico-legale di parte, redatta dal dottor Michele Cottin il 10 aprile 2025, su incarico dell'avvocato della famiglia, ha evidenziato importanti elementi di criticità rispetto alle risultanze ufficiali: tra cui lesioni traumatiche al volto (deviazione del setto nasale, ecchimosi labiali, escoriazioni zigomatiche), sangue nelle narici e ampie ecchimosi addominali, non interamente compatibili con le sole cause naturali;
tale relazione suggerisce la necessità di esame autoptico per chiarire le cause effettive del decesso e non esclude né l'ipotesi di asfissia meccanica, né quella di aggressione da parte di terzi;
nella stessa perizia si documenta che il detenuto era già stato aggredito in cella da un altro detenuto pochi mesi prima del decesso, in particolare nel dicembre 2024, riportando traumi agli arti e alla testa, e che soltanto pochi giorni prima della morte risultano nuovamente annotazioni di lesioni escoriate al volto, apparentemente riferite come autoprocurate, ma seguite poi da nuove lesioni non documentate nel diario clinico;
il diario sanitario della casa circondariale non riporta alcuna annotazione negli ultimi tre giorni di vita del detenuto, nonostante la presenza di nuove ecchimosi visibili al momento dell'ispezione cadaverica;
la procura della Repubblica di Treviso, pur prendendo atto delle osservazioni dei familiari, ha disposto l'archiviazione del procedimento non ravvisando elementi di reato e ritenendo l'ispezione esterna sufficiente a stabilire la causa naturale del decesso;
il caso ha suscitato un certo allarme pubblico, come documentato anche dalla stampa locale, e pone interrogativi sulla trasparenza e l'adeguatezza delle verifiche svolte in caso di decessi in ambito carcerario –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza del caso in oggetto quali iniziative di competenza intenda adottare per assicurare piena chiarezza sulla morte del detenuto Martino e fugare ogni dubbio su eventuali responsabilità interne;
se si intenda promuovere una verifica interna sulle condizioni detentive nella, casa circondariale di Treviso;
se il Ministro interrogato non ritenga necessario rafforzare i protocolli di gestione e sorveglianza nei casi di detenuti con precedenti di dipendenza da sostanze, al fine di prevenire situazioni analoghe;
se non ritenga di dover istituire un monitoraggio sistematico e trasparente delle morti in carcere, garantendo che le famiglie siano informate in modo esaustivo.