Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
il 22 maggio 2025 la Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha approvato una proposta di legge fiscale – denominata «One Big Beautiful Bill Act» – che prevede riduzioni selettive della spesa pubblica per circa 2.700 miliardi di dollari;
la riforma prevede l'inserimento nell'Internal revenue code – il codice fiscale Usa – di una nuova Sezione 899 intitolata «Enforcement of Remedies Against Unfair Foreign Taxes» che si traduce in una tassa che altera in modo strutturale i rapporti fiscali con i partner economici per difendere le multinazionali americane da imposte considerate discriminatorie. La Section 899 introduce un meccanismo automatico di penalizzazione secondo il quale per ogni anno in cui un Paese mantiene in vigore una delle imposte ritenute ingiuste, le aliquote fiscali statunitensi su redditi destinati a soggetti di quel Paese aumentano dal 5 al 20 per cento. L'aliquota maggiorata sarà applicata a interessi, dividendi, royalty, redditi da partecipazione, utili realizzati da branch americane di società estere, rendite immobiliari e ai redditi delle fondazioni e dei fondi sovrani che oggi beneficiano di esenzioni specifiche;
la riforma interesserebbe quattro tipi di prelievi fiscali: 1) digital services taxes, come quella italiana che prevede un'imposta del 3 per cento sui ricavi da servizi digitali; 2) l'undertaxed profits rule, uno dei pilastri del Pillar II dell'accordo Ocse sulla tassazione minima globale che permette agli Stati di tassare la quota di profitti che una multinazionale ha trasferito in giurisdizioni dove paga meno del 15 per cento; 3) la diverted profits tax che tassa i profitti che un'impresa devia artificialmente da un Paese all'altro per abbattere il carico fiscale; 4) una clausola aperta che consente di estendere l'applicazione della Section 899 anche a qualunque altro regime fiscale estero ritenuto discriminatorio, il testo della riforma chiarisce che la Section 899 potrà prevalere sulle convenzioni fiscali già in vigore;
il 22 marzo 2025 il Presidente Trump ha firmato un memorandum che ordina all'United States Trade Representative – l'agenzia per la gestione delle politiche commerciali internazionali – di riaprire le indagini sulla digital tax introdotta da alcuni Paesi tra cui l'Italia;
se l'Italia sarà formalmente inserita nella lista dei Paesi ostili l'esenzione fiscale oggi garantita dalla Section 892 verrebbe revocata anche a soggetti istituzionali italiani come Cassa depositi e prestiti, fondi regionali o università rendendo più onerosi gli investimenti pubblici italiani sul mercato americano a cui si sommerebbe l'estensione automatica alle controllate statunitensi di gruppi italiani della imposta minima alternativa pensata per contrastare la riduzione della base imponibile, la cosiddetta «base erosion and anti-abuse tax»;
il 18 aprile 2025, il Governo italiano e quello statunitense hanno firmato una dichiarazione d'intenti per promuovere un ambiente fiscale «non discriminatorio» per i servizi digitali ma la nuova Section 899 renderebbe di fatto nulla tale Convenzione;
Consiglio e Commissione europea stanno valutando l'introduzione di una digital tax comunitaria per finanziare il prossimo bilancio pluriennale e ripagare il debito contratto per il piano Next GenerationEu –:
se intendano fornire una stima degli effetti per l'Italia derivanti dall'approvazione del One Big Beautiful Bill Act;
se la nuova Section 899 possa rendere di fatto nulla la convenzione tra Italia e Stati Uniti, per cui le riduzioni d'imposta previste, così come il riconoscimento del credito d'imposta estero, rischiano di saltare;
quali iniziative intendano intraprendere per limitare gli effetti della riforma di cui in premessa su soggetti istituzionali italiani a partire da Cassa depositi e prestiti;
se il Governo intenda sostenere l'iniziativa del Consiglio e della Commissione europea in merito all'introduzione di una digital tax comunitaria per raccogliere fondi con cui finanziare il prossimo bilancio pluriennale e ripagare il debito contratto per finanziare il NextGeneration Eu;
se il Governo ritenga che l'accordo bilaterale del 18 aprile 2025 comporti l'abrogazione della web tax italiana.