Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro delle imprese e del made in Italy, al Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica. — Per sapere – premesso che:
si apprende a mezzo stampa che Greenpeace Italia ha inviato richiesta di un accesso civico generalizzato a Rai e Rai Pubblicità, col fine di fare chiarezza sui finanziamenti provenienti dalle aziende inquinanti che supportano l'evento televisivo più atteso dell'anno, trasmesso in esclusiva da Rai, partecipata dal Ministero dell'economia e delle finanze al 99,55 del capitale sociale;
in particolare, Greenpeace chiederebbe di conoscere i dettagli degli investimenti effettuati dai partner e dagli sponsor del Festival che contribuiscono in modo significativo alla crisi climatica, nonché i benefìci ottenuti in cambio, come spazi pubblicitari e altri servizi;
negli ultimi anni, infatti, la kermesse musicale assomiglia sempre di più ad una vetrina per azioni di greenwashing di grandi aziende fortemente inquinanti, come Eni, Coca-Cola, Suzuki e Costa Crociere. Aziende che, nonostante il tentativo di costruzione di una reputazione «green», generano un impatto ambientale significativo e adottano pratiche spesso incoerenti con le loro dichiarazioni di sostenibilità, veicolate anche dal servizio pubblico;
Greenpeace in particolare fa notare che così come oggi non è socialmente e legalmente accettabile che le multinazionali del tabacco possano sponsorizzare un evento come il Festival, allo stesso modo non si dovrebbe dare spazio alle aziende maggiormente responsabili della crisi climatica, a partire da Eni che sul greenwashing basa ormai da qualche anno tutta la sua strategia di comunicazione e in Italia è onnipresente negli eventi sportivi e culturali, sui giornali e nelle università;
nonostante Eni si promuova tramite Plenitude come un'azienda sostenibile e attenta alla decarbonizzazione i suoi investimenti rimangono infatti prettamente fossili. Per ogni euro investito in Plenitude, infatti, Eni ne ha destinati 12,9 a petrolio e gas. In realtà i servizi di Plenitude comprendono anche fonti non rinnovabili, il che comporta che per ogni euro investito dal colosso fossile italiano solamente otto centesimi siano stati effettivamente destinati alla decarbonizzazione. Un risultato che ha portato Oil change international, centro di ricerca indipendente sulla crisi climatica, a classificare l'impegno climatico dell'Eni come gravemente insufficiente;
la sezione olandese di Greenpeace, prendendo in esame solo le emissioni di gas climalteranti del 2022, ha calcolato che Eni potrebbe rendersi responsabile di 27 mila decessi prematuri entro fine secolo. Ciò nonostante, il 5 febbraio 2025 la Lega Seria A ha annunciato di aver raggiunto un accordo per rendere Enilive main sponsor del campionato di calcio nazionale per tre anni. Anche le prossime Olimpiadi invernali di Milano Cortina 2026 vedono Eni tra gli sponsor, risultando paradossale che una delle aziende che contribuisce alla crisi climatica venga promossa da un evento che celebra gli sport invernali;
altrettanto problematica è la partnership del Festival di Sanremo con Coca-Cola, tra i principali responsabili dell'inquinamento da plastica su scala globale, specie attraverso materiale monouso –:
se i Ministri interrogati, ciascuno nell'ambito di propria competenza, abbiano piena contezza delle problematiche e implicazioni sottese al finanziamento plurimilionario di aziende responsabili della crisi climatica in favore del servizio pubblico radiotelevisivo;
se non ritengano, dunque, opportuno ed urgente fare piena luce sui fatti esposti, per quanto di competenza, anche adottando iniziative volte a vietare, limitare o comunque regolamentare – come avviene già per le aziende del tabacco – lo spazio pubblicitario e le sponsorizzazioni in coerenza con l'accordo di Parigi e il green deal europeo.