Al Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste. — Per sapere – premesso che:
il Dryocosmus kuriphilus, noto come cinipide galligeno del castagno, è un imenottero originario della Cina che colonizza le gemme e i germogli dei castagni, provocando la formazione di galle, il rallentamento della crescita vegetativa, la riduzione della fruttificazione e, nei casi gravi, il deperimento dell'albero;
in Italia la prima segnalazione del cinipide risale al 2002 in Piemonte (provincia di Cuneo). Nel corso degli anni, l'insetto si è largamente diffuso, risultando «presente, diffuso» a livello nazionale. A seguito della sua diffusione, è stato introdotto come misura di lotta biologica l'antagonista specifico Torymus sinensis, un calcidoide parassitoide che attacca le larve del cinipide;
in alcune regioni italiane sono stati messi in atto programmi di monitoraggio, rilascio dell'antagonista, raccolta di galle infestate, azioni fitosanitarie di contenimento e rescissione di materiale infetto;
nonostante ciò, si registrano fenomeni di ripresa locale del cinipide anche in regioni dove il rilascio dell'antagonista è stato attuato, segnalando che l'efficacia di diffusione e stabilizzazione del parassitoide non è omogenea e che fattori locali (climatici, gestionali, vegetazionali) possono condizionare l'esito. Ad esempio, analisi recenti indicano che lo sfasamento temporale tra emergenza del Torymus sinensis e disponibilità di galle del cinipide può ridurre l'efficacia del controllo biologico;
in molte regioni la castanicoltura rappresenta una significativa componente economica, ambientale e sociale per le zone interne e montane; la ripresa dell'infestazione pone rischi non solo produttivi, ma anche di abbandono, degrado forestale e rischio idrogeologico;
in particolare Campania e Toscana sono le due regioni con la maggiore importanza in termini di castagneti da frutto (rappresentando rispettivamente il 22 per cento e il 18 per cento delle aziende nazionali e il 27 per cento e il 20 per cento delle superfici). Piemonte ed Emilia-Romagna presentano poi una forte concentrazione di castagneti, anche nella produzione di marroni. Notevole è anche la presenza di castagneti in Lazio, Calabria e Puglia e Sardegna;
appare quindi necessario un approccio integrato, che preveda non solo il rilascio dell'antagonista, ma anche interventi gestionali specifici, monitoraggio capillare, formazione degli operatori e sostegno alle aziende castanicole vulnerabili –:
se sia a conoscenza della ripresa dell'infestazione del cinipide galligeno del castagno in numerosi territori del Paese;
quali dati aggiornati siano disponibili sul livello di infestazione e sull'efficacia dei lanci dell'antagonista Torymus sinensis effettuati negli ultimi anni e se siano previste nuove iniziative di monitoraggio, ricerca e lotta biologica, anche in collaborazione con il Crea e i servizi fitosanitari regionali;
quali misure di sostegno economico e tecnico si intendano adottare per le aziende castanicole colpite e per la tutela dei castagneti toscani e delle altre aree interessate;
se ritenga opportuno predisporre un piano nazionale di contrasto e prevenzione contro la recrudescenza del cinipide, coordinato tra Ministeri competenti, regioni, enti di ricerca;
se intenda promuovere la creazione di un tavolo permanente sulla castanicoltura italiana, per la difesa, il recupero e la valorizzazione di un settore strategico per l'economia e l'ambiente delle aree interne.
Seduta dell'11 novembre 2025
Risposta del Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste, Luigi D'Eramo, replica di Marco Simiani
LUIGI D'ERAMO, Sottosegretario di Stato per l'Agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste. Signor Presidente, onorevoli deputati, in riferimento alle difficoltà che sta attraversando la castanicoltura nazionale a causa delle massicce infestazioni di cinipide galligeno del castagno, Dryocosmus kuriphilus, registrate nell'anno in corso, rappresento quanto segue.
Come rilevato dall'interrogante, l'insetto è stato rinvenuto per la prima volta in Italia nel 2002 in Piemonte, in provincia di Cuneo, e da allora si è diffuso rapidamente in altre regioni, raggiungendo livelli di infestazione crescenti e preoccupanti, come registrato in Campania nel 2008.
Per prevenire l'introduzione e la diffusione del cinipide galligeno del castagno nel territorio dell'Unione europea, la Commissione europea aveva adottato la decisione n. 2006/464/CE, che prevedeva misure di emergenza provvisorie. Tuttavia, la successiva diffusione su larga scala dell'organismo nocivo ha reso tali misure insufficienti, determinandone l'abrogazione nel 2014.
Dal 2019, il cinipide è stato classificato come organismo nocivo da quarantena, con applicazione limitata esclusivamente alle zone protette dell'Unione europea, dove vengono mantenuti controlli fitosanitari mirati per contenere la diffusione dell'insetto e proteggere i castagni non ancora infestati. Parallelamente, a partire dal 2003, in Piemonte sono stati avviati i primi interventi di lotta biologica, attraverso l'introduzione del parassitoide alloctono Torymus sinensis, strategia successivamente estesa anche alle altre regioni interessate. Questi interventi si sono rilevati particolarmente efficaci nel contenere le popolazioni di cinipide, riducendo sensibilmente le infestazioni e limitando la necessità di ricorrere a trattamenti chimici.
Negli ultimi mesi, tuttavia, in alcune regioni, in particolare in Campania, di grande rilevanza per la produzione nazionale di castagne, si è osservato un nuovo incremento della presenza del parassita, anche in aree in cui il Torymus sinensis è presente ma non riesce a garantire un controllo stabile ed efficace.
Il caso è stato esaminato dal Comitato Fitosanitario Nazionale nelle sedute del 21 e 22 maggio scorsi. Dall'analisi è emerso che le condizioni climatiche anomale, in particolare le elevate temperature registrate nel tardo inverno, hanno provocato uno sfasamento tra il ciclo biologico del cinipide e quello del parassitoide Torymus sinensis. Questo disallineamento ha ridotto la disponibilità di substrati idonei per l'ovideposizione del parassitoide, compromettendone l'efficacia nel controllo del cinipide.
È stato inoltre evidenziato che, in alcune aree, la forte riduzione delle popolazioni di cinipide negli anni precedenti - grazie all'elevato tasso di parassitizzazione raggiunto - può avere favorito fluttuazioni cicliche tra le due specie, fenomeno riscontrato nei castagneti montani campani non soggetti a trattamenti fitosanitari, dove per anni era stata registrata la quasi totale assenza di galle.
Per quanto riguarda gli interventi gestionali futuri, rilevo che uno studio pubblicato nel 2023 dall'Istituto Nazionale di riferimento per la protezione delle piante ha evidenziato che la conservazione fuori terra del materiale vegetale parassitizzato favorisce la sopravvivenza delle forme svernanti di Torymus sinensis. Pertanto tale pratica, di semplice applicazione e a basso costo, può potenziare le popolazioni locali di parassitoidi, ridurre la necessità di ulteriori rilasci e offrire ai castanicoltori uno strumento concreto per migliorare l'efficacia del controllo biologico.
Riguardo alle misure di sostegno per le aziende castanicole, il Ministero, consapevole delle difficoltà economiche e produttive determinate dalle recenti infestazioni, con decreto del 5 marzo 2024 ha stanziato circa 14 milioni di euro per la filiera della frutta a guscio, compresa la castanicoltura, al fine di supportare le imprese nell'accesso a contributi mirati al rilancio, alla valorizzazione e all'ammodernamento della filiera del castagno da frutto.
Ulteriori misure di sostegno e azioni di contrasto saranno oggetto di valutazione nelle prossime sedute del Comitato Fitosanitario Nazionale, nell'ambito di un percorso di stretta collaborazione tra l'amministrazione centrale, le regioni e le organizzazioni dei produttori, volto a garantire la salvaguardia della competitività e della resilienza del comparto castanicolo nazionale.
Per quanto concerne l'ultima richiesta dell'interrogante ricordo che, con decreto ministeriale del 10 marzo 2011, nell'ambito del Tavolo di filiera ortofrutticolo è stato istituito il Tavolo di filiera della frutta in guscio con riferimento ai singoli prodotti: nocciole, castagne, mandorle, noci, pistacchi e carrube. La composizione del predetto Tavolo è stata aggiornata con decreto ministeriale del 5 marzo 2021.
Infine, segnalo l'incontro sulla filiera della castagna, svoltosi a Cuneo lo scorso 4 novembre nell'ambito del progetto VALO.RE. I.N. CA.M.P.O., finanziato dal MASAF e promosso dal CREA in collaborazione con l'università di Torino.
In tale contesto sono state analizzate la situazione attuale della castanicoltura post-cinipide e le conseguenze della diffusione del cinipide galligeno, approfondendo le strategie di mitigazione, la gestione delle coltivazioni e le pratiche di protezione sostenibile.
L'evento ha rappresentato un momento strategico di confronto per tutti gli attori della filiera, volto a condividere conoscenze, esperienze e progetti per rafforzare la filiera e affrontare le sfide attuali.
Il Ministero continuerà a monitorare attentamente la situazione, in collaborazione con le regioni e gli operatori del settore, al fine di tutelare la castanicoltura nazionale e sostenere la resilienza e la competitività della filiera nel rispetto della sostenibilità ambientale ed economica.
MARCO SIMIANI. Grazie, Presidente. Devo dire che l'intervento del Sottosegretario ha, di fatto, descritto quello che sta accadendo, ma lo sapevamo già e io credo che l'interrogazione che noi abbiamo presentato puntualizzava qualcosa di più, sicché io non mi ritengo soddisfatto della sua risposta non tanto per l'attenzione che sicuramente il Ministero sta mettendo sul tema, ma sulle risorse e sulle azioni che noi dobbiamo mettere in campo in un settore, quello della castanicoltura, che è un settore molto importante che ci posiziona fra i primi in Europa - per qualità sicuramente al primo posto -, anche se le produzioni, che dovrebbero essere migliorate anche nella possibilità dal punto di vista dei posti di lavoro e non solo, anche nella gestione proprio delle campagne e delle aree interne, diminuiscono. Infatti, dal 2023 al 2022 c'è stata una riduzione molto ampia: da 57.000 tonnellate siamo scesi a 43.000 tonnellate. Questo perché c'è una difficoltà oggettiva nel sostegno al settore della castanicoltura. Soprattutto, c'è una diminuzione delle aree coltivate, e credo che sia anche questa una difficoltà oggettiva, visto che le campagne, quelle aree che prima vedevano castagni e vedevano piante importanti e robuste, oggi vedono del deserto e questo vuol dire dissesto idrogeologico e non cultura dei territori.
Noi su questo abbiamo le idee chiare, e lo dico al Sottosegretario suo tramite, Presidente, perché vorremmo che ci fosse un'attenzione maggiore sul settore. C'è una legge, una proposta di legge che è stata incardinata in Commissione agricoltura che è stata, come dire, sposata da tutti proprio per aiutare il settore e per sostenere non solo le difficoltà legate agli eventi fitosanitari o comunque anche quell'insieme di difficoltà come il cinipide galligeno del castagno e che oggi, su quella legge, non solo c'è come supportare queste situazioni ed eventi, ma soprattutto c'è la possibilità di potenziare la filiera e il sistema e la qualità del castagno. Questo è un settore importantissimo che dà, insomma, anche un senso. Ci sono realtà importanti - le citava lei, Sottosegretario - come la Campania, che oggi è quella più estesa dal punto vista della produzione, quella pugliese, quella siciliana, quella toscana - in Toscana è il Marroni dell'Amiata, è un prodotto IGP, il Marrone di pregio per eccellenza, quello di Marradi -, cioè ci sono settori e luoghi che oggi hanno fatto non solo un momento di vanto della propria produzione, ma anche una coltura che ha creato posti di lavoro e ha creato territorio, quello che noi dovremmo sostenere dal punto di vista più generale in maniera trasversale.
Qui non c'è una questione di colore politico, c'è la questione di attivare proposte e azioni come quella della legge che è stata, ripeto, sposata da tutti e che oggi è stata, dopo una attenta verifica, come dire, ferma al MEF solamente perché non si è trovata una disponibilità economica di circa 7 milioni di euro. Cioè credo che sia un fatto, secondo noi, sbagliato perché su un settore del genere un minimo di risorse andrebbe trovato perché garantirebbe quel sistema di filiera nel rapporto con il mondo associativo, con il mondo produttivo che ci darebbe sicuramente un'attenzione maggiore proprio vista la difficoltà.
Ecco perché noi chiediamo al Governo non solo attenzione, come lei ha detto, ma chiediamo risorse. Chiediamo risorse e, soprattutto, una legge che possa garantire certi processi. Il cinipide oggi sta attaccando tantissime regioni: la Campania e la Puglia sono regioni che oggi sono attaccate, come la Toscana. Ecco, su questo dobbiamo intervenire perché possiamo assolutamente dare un senso non solo a quello che è stato fino a ieri, ma a quello che sarà domani sul settore della castanicoltura.