24/03/2025
Andrea Casu, Marianna Madia
3-01828

Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   secondo il rapporto dell'associazione «Antigone» relativo alle condizioni di detenzione in Italia, i detenuti nelle carceri italiane al 31 marzo 2024 erano 61.049, a fronte di una capienza ufficiale di 51.178 posti;

   inoltre, in 28 istituti sui 99 visitati dell'associazione nel 2023 ci sono camere detentive in cui non sono garantiti 3 metri quadri calpestatali per persona sotto i quali secondo la giurisprudenza della Corte europea dei diritti umani si configura un trattamento inumano o degradante, in 9 istituti le camere sono senza riscaldamento e in 47 senza acqua calda;

   il 22 aprile 2024 una delegazione di parlamentari del Partito democratico ha visitato il carcere di Regina Coeli a Roma, verificando che la struttura registra un tasso di sovraffollamento che sfiora il 182 per cento, ospitando 1.133 detenuti per 628 posti regolamentari effettivamente disponibili, quasi il doppio della capienza ufficiale;

   anche le sale dedicate alla socialità e alle attività trattamentali sono ormai utilizzate per l'accoglienza dei detenuti in ingresso, essendo quello un carcere di primo arrivo delle persone arrestate dalle forze dell'ordine;

   Regina Coeli è un estremo rappresentativo delle condizioni carcerarie italiane: è tra gli istituti italiani con il tasso di affollamento più alto, ma anche tra quelli che più soffrono della carenza di attività trattamentali significative, sia per lo status di «giudicabili» della gran parte dei suoi ospiti, sia per la mancanza di spazi idonei in una struttura concepita per un modello di detenzione meramente custodialista e non corrispondente ai princìpi costituzionali cui pure si ispira l'ordinamento penitenziario vigente;

   in alcune sezioni, in particolare nella VII, destinata contemporaneamente all'accoglienza dei nuovi giunti, all'isolamento cautelare e a quello disciplinare, nonché all'allocazione provvisoria in via di trasferimenti in corso d'opera, gran parte dei detenuti è confinata anche più di venti ore al giorno in stanza senza alcuna attività formativa, sociale o ludica;

   su tale condizione pesano anche le ridotte possibilità operative del personale di polizia penitenziaria, di gran lunga inferiore alla pianta organica e ulteriormente falcidiato dai distacchi negli uffici ministeriali;

   nello stesso giorno della visita a Regina Coeli si è tolto la vita un detenuto, il trentunesimo in Italia dall'inizio del 2024, ancora una volta nella citata VII sezione, dove nel 2023 sono stati registrati ben quattro eventi suicidari;

   secondo le elaborazioni dell'ufficio del Garante dei detenuti della regione Lazio, il carcere romano di Regina Coeli è quello che ha registrato il maggior numero di suicidi a decorrere dal 2020;

   secondo il citato rapporto di Antigone, ogni cento detenuti si registrano 11,8 provvedimenti di isolamento disciplinare, 18,1 atti di autolesionismo, 2,4 tentati suicidi, 3,5 aggressioni al personale e 5,5 aggressioni tra detenuti;

   ad avviso degli interroganti, si è di fronte a un sistema carcerario che non sembra riuscire a garantire il divieto costituzionale di trattamenti contrari al senso di umanità e l'obbligo di un'esecuzione penale orientata alla rieducazione del condannato, a partire dal cronico sovraffollamento, che negli ultimi mesi è andato crescendo secondo una linea di tendenza che potrebbe rendere ingestibili gran parte degli istituti penitenziari nei prossimi mesi;

   i progetti di far fronte al sovraffollamento penitenziario attraverso l'ampliamento della capacità del sistema sono di là da venire e comunque insufficienti a riportare nel breve periodo nella norma le condizioni di detenzione nelle carceri italiane –:

   quali iniziative intenda intraprendere per superare le problematiche di un sistema carcerario che non riesce a garantire i pieni diritti della popolazione detenuta e la funzione rieducativa della pena;

   quali misure il Ministro interrogato intenda intraprendere per risolvere le specifiche criticità della casa circondariale di Roma Regina Coeli.

Seduta del 25 marzo 2025

Risposta del Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale, replica di Andrea Casu

GIORGIO SILLI,  Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, l'emergenza del sovraffollamento e i problemi strutturali, trascinati da anni, che affliggono la casa circondariale di Roma Regina Coeli, sollevati nell'atto di sindacato ispettivo, purtroppo sono noti e comuni a diverse realtà carceraria. Quanto sta accadendo nelle carceri è drammatico sia per i detenuti che per gli operatori del corpo di Polizia penitenziaria.

Con il decreto-legge 4 luglio 2024, n. 92, il “Carcere sicuro”, il Governo Meloni ha potenziato e rafforzato il sistema carcerario occupandosi, in modo organico ed incisivo, non solo dei detenuti ma anche di chi opera quotidianamente per la loro sicurezza. Sono state adottate imponenti politiche assunzionali che hanno non solo l'obiettivo di colmare le vacanze organiche, ma soprattutto la finalità di migliorare le condizioni di lavoro del personale. È stato istituito il Commissario straordinario per l'edilizia penitenziaria, con il compito di realizzare, nel più breve tempo possibile, un piano nazionale di interventi in grado di recuperare 7.000 dei 10.000 posti mancanti, riducendo drasticamente il sovraffollamento. Di queste misure si potrà presto giovare anche la casa circondariale di Roma Regina Coeli. Invero, dalle notizie acquisite presso il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, alla data del 5 marzo 2025, risulta che presso la casa circondariale di Regina Coeli sono presenti un totale di 1.045 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare pari a complessivi 628 posti disponibili, con un rapporto presenti/posti regolamentari disponibili pari al 183,33 per cento. Purtroppo, tra le più alte del distretto. Ciò nonostante, non si registrano violazioni dei parametri minimi stabiliti dalla Corte EDU, in quanto ogni detenuto risulta avere a disposizione uno spazio di vivibilità compreso fra i tre e i quattro metri quadri.

In effetti, le precarie condizioni di detenzione dell'istituto Roma Regina Coeli derivano dall'antichità dell'edificio e dalla sua collocazione in pieno centro città, da cui deriva l'impossibilità di costruire nuovi

spazi e apportare significative ristrutturazioni in alcune sezioni, anche a causa dei vincoli dettati dalla Soprintendenza. Ciononostante, a marzo 2024, a cura del Provveditorato regionale di Roma, risultano essere stati ultimati e collaudati i lavori per l'adeguamento funzionale degli impianti termici e vengono regolarmente eseguiti interventi di tinteggiatura delle sezioni detentive, nonché quotidiane e straordinarie operazione di pulizia.

Il programma edilizio, che prevede il completo rinnovamento sia architettonico che impiantistico dell'VIII sezione, è in corso di esecuzione: il contratto, sottoscritto il 30 luglio del 2024 e approvato dall'Ufficio centrale del bilancio il 1° ottobre 2024, prevede 548 giorni per l'ultimazione dei lavori dal verbale di consegna delle opere.

Con particolare riguardo alla VII sezione, essa è articolata in due sezioni: sezione prima accoglienza e sezione circondariale ex articolo 32 del d.P.R. n. 230 del 2000, con camere dislocate tra piano terra, primo e secondo piano: solo quelle ubicate al secondo piano sono dotate di doccia in camera, in vano separato, mentre quelle site sugli altri due piani, non ancora interessati da lavori di ristrutturazione e adeguamento alla normativa vigente, hanno i servizi igienici in camera e le docce comuni al piano.

La VII sezione, per la tipologia di detenuti che dovrebbero essere ivi ospitati molti dei quali con problemi di incompatibilità e divieti di incontro, è a regime chiuso: i detenuti escono dalle stanze solo per fruire delle ore di permanenza all'aperto e per le consentite attività trattamentali.

I detenuti ospitati nella sezione, in particolare quelli con fragilità e problematiche sanitarie, i giovani adulti e gli stranieri con difficoltà di integrazione, vengono assiduamente monitorati dagli operatori dell'area trattamentale, dagli esperti psicologi, dai volontari e dai mediatori culturali, oltre che dai professionisti dell'area sanitaria per i casi di loro interesse.

Nonostante la carenza di spazi, le limitate dimensioni di quelli esistenti, il numero elevatissimo di detenuti presenti, presso l'Istituto si svolgono, grazie alla collaborazione di soggetti istituzionali e volontariato, numerose attività trattamentali, rivolte a tutta la popolazione detenuta, con particolare riguardo a quelle di sostegno individuale nel delicato momento di passaggio in ingresso dalla libertà.

A tal fine è stata potenziata la rete di assistenza psicologica e lo staff multidisciplinare al punto da essere stato istituito uno specifico Gruppo di lavoro per lo studio e l'analisi degli eventi suicidari delle persone detenute, con il compito di definire protocolli operativi ed elaborare momenti di formazione per il personale penitenziario, al fine di tutelare la salute psicofisica dei detenuti e prevenire i suicidi il cui numero, purtroppo, resta elevato: dal 1° gennaio 2020 a 4 marzo 2025, presso l'istituto di Roma Regina Coeli, si sono verificati 14 suicidi tra la popolazione detenuta.

Con lo stesso scopo è stata concepita l'imponente opera di reclutamento di adeguato personale specializzato e sono stati previsti nuovi percorsi di comunità per i detenuti con disagio psichico e con problemi di tossicodipendenza, in modo da garantire trattamenti idonei e differenziati, finalizzati concretamente al recupero della persona e valorizzando l'istruzione ed il lavoro in carcere che costituiscono componenti irrinunciabili del trattamento dei detenuti.

Con particolare riferimento al personale di Polizia penitenziaria impiegato presso la Casa di Regina Coeli, a fronte di un organico previsto di 359 unità, la forza presente è inferiore, dunque, rispetto a quella prevista di complessive 121 unità. Le carenze maggiori si rilevano nei ruoli dei funzionari (1 unità in meno), degli ispettori (6 unità in meno) e dei sovrintendenti (5 unità in meno); di contro, il ruolo degli agenti/assistenti risulta in esubero di 10 unità.

Come ribadito in altre occasioni, il Ministero pone forte attenzione alle esigenze di garantire un forte ed efficace turn over del personale, come dimostrano le seguenti procedure attivate.

Quanto alla carriera dei funzionari del Corpo, si rappresenta che il 18 dicembre 2023 è stato avviato il settimo corso per il conseguimento della qualifica di commissario, relativo al concorso pubblico per 132 posti di allievo commissario della carriera dei funzionari del Corpo, al cui esito si provvederà alla distribuzione delle risorse sul territorio nazionale, in ragione delle vacanze organiche previste. Inoltre, è stato indetto un concorso interno, per titoli di servizio ed esami, per la nomina di 60 vice commissari della carriera dei funzionari del Corpo di Polizia penitenziaria; quanto al ruolo degli ispettori, si rappresenta che il 5 maggio 2024 ha preso avvio il corso di formazione per la qualifica iniziale di vice ispettore, relativo al concorso pubblico per 411 posti (378 uomini e 33 donne).

Per completezza, in ordine al ruolo di agenti e assistenti, si comunica che l'organico del reparto di Polizia penitenziaria dell'istituto in esame è stato incrementato di 22 unità (18 unità maschili e 4 femminili), in occasione della mobilità ordinaria collegata alle assegnazioni degli agenti del 183° corso (giugno 2024). Infine, nel mese di gennaio ultimo scorso, in occasione della mobilità ordinaria collegata alle assegnazioni degli agenti del 184° corso di formazione, il reparto di Polizia penitenziaria della Casa circondariale di Roma Regina Coeli è stato incrementato di 25 unità maschili e di 3 unità femminili. Quanto all'area trattamentale, si evidenzia che presso la Casa circondariale di Roma Regina Coeli la pianta organica relativa ai funzionari giuridici pedagogici risulta pienamente soddisfatta, con 11 presenze effettive su una previsione organica di 11 unità.

ANDREA CASU, Grazie, Presidente. Non possiamo essere soddisfatti di questa risposta. La Polizia penitenziaria è chiamata quotidianamente a fronteggiare difficili situazioni di tensione e sofferenza, sempre più frequenti a causa del grave fenomeno di sovraffollamento in atto. L'elevata professionalità e lo spirito di servizio degli appartenenti al Corpo arrecano un determinante contributo all'attuazione del principio costituzionale della funzione rieducativa della pena per il possibile reinserimento nella vita sociale dei detenuti, nonostante le assai critiche condizioni del sistema carcerario. È l'appello che ancora una volta, oggi, viene rivolto dal Presidente Mattarella: “aprire gli occhi sul grave fenomeno del sovraffollamento delle carceri”; ha espresso queste parole pochi minuti fa.

Io penso che non ci possano essere termini migliori per commentare quello che è appena successo oggi in Parlamento e chiedere veramente al Governo di rendersi conto di quello di cui stiamo parlando. Noi abbiamo presentato questa interrogazione ad aprile del 2024, nell'ambito dell'iniziativa “Bisogna aver visto”; noi, come parlamentari del Partito Democratico, con i nostri rappresentanti in Commissione giustizia (interverrà l'onorevole Michela Di Biase e non solo; ero lì con altri eletti a Roma, con Marianna Madia, con il senatore Sensi, con la senatrice D'Elia), abbiamo visitato Regina Coeli proprio nello stesso giorno in cui una persona si è tolta la vita. Il nostro dovere di parlamentari appena usciti da lì (stiamo parlando di dieci mesi fa) è stato quello di raccontare e di descrivere quello che avevamo visto e rivolgerci al Governo per chiedere quali erano le azioni che si intendevano fare. La risposta arriva dopo dieci mesi e, al di là dell'elenco puntuale che è stato fatto dal Sottosegretario per gli Affari esteri, il punto grave, a mio avviso, su cui non si può continuare a far finta di non vedere, è che noi abbiamo denunciato un sovraffollamento - dieci mesi fa - al 182 per cento e oggi nella risposta si parla di un sovraffollamento al 183,3 per cento. Quindi, vuol dire che tutto quello che si sta facendo non sta riuscendo ad andare nella direzione di diminuire il sovraffollamento carcerario; e non è solo una questione edilizia o di numero di lavori, non è solo una questione di contabilità e di concorsi: è una questione che riguarda il valore che vogliamo attribuire alla dignità umana e alla funzione della pena.

È inutile avere più persone che si occupano delle attività trattamentali, se gli spazi per le attività trattamentali sono utilizzati per l'accoglienza e l'assistenza dei detenuti, dato che non c'è altro luogo dove metterli all'interno delle carceri.

E noi abbiamo posto l'esempio di Regina Coeli perché è il carcere dove è più evidente questo fenomeno, ma è un fenomeno che riguarda l'intero sistema carcerario italiano e, quindi, da questo punto di vista, il Governo non può continuare a pensare che possa andare avanti a compartimenti stagni, perché la politica di questo Governo sta mandando il rispetto dei valori fondamentali della Costituzione, il rispetto della dignità dei detenuti, della dignità delle persone che vivono e che lavorano nelle carceri, il rispetto di tutte quelle donne e quegli uomini che ogni giorno vivono dentro il mondo delle carceri nella direzione opposta ai valori della Costituzione, ma anche opposta al rispetto dei diritti umani. Ed è un insieme di azioni, non solo quello che fate nelle carceri, anche quello che fate quando andate a scrivere norme che hanno un'unica conseguenza, quella di aumentare il numero di persone che si ritrovano a vivere all'interno del carcere. Di fronte a questo, a distanza di dieci mesi dalla presentazione di questa interrogazione, di fronte al fatto che voi stessi in quest'Aula avete ammesso che la situazione non sta migliorando ma sta peggiorando, non si può continuare a fare finta di non vedere quello che sta accadendo e bisogna accogliere e fare nostro, anche in Parlamento, l'impegno costante - e dobbiamo ringraziarlo, ancora una volta, per la lucidità che ha sempre espresso in questo tema - del Presidente Mattarella e di tutte le donne e gli uomini che ogni giorno si battono per rendere più umane le nostre carceri.