Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
i detenuti della casa circondariale di Teramo, sezione «alta sicurezza», il 3 settembre 2018 hanno inviato una lettera-denuncia indirizzata al magistrato di sorveglianza di Pescara, e, per conoscenza, al comandante della casa circondariale, al provveditorato Lazio Abruzzo, al dipartimento centrale di polizia penitenziaria, al tribunale di sorveglianza de L'Aquila e al Garante nazionale dei detenuti, recentemente diffusa dal legale incaricato avvocato Vincenzo Di Nanna del foro di Teramo, in cui si sottolineano elementi d'inadeguatezza nelle condizioni della struttura suddetta;
in base a quanto rappresentato il sovraffollamento nel carcere sarebbe tale che lo spazio calpestabile e disponibile al vivere quotidiano sarebbe di 6,06 metri quadri circa; inoltre, si ravvisa una violazione dell'articolo 3 Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali;
si sottolinea inoltre che fra gli elementi di sofferenza i detenuti denunciano la mancanza d'acqua calda, un dato che, ad avviso dell'interrogante, pregiudica in modo inaccettabile quanto evidente la salute psicofisica del detenuto;
ai disagi suddetti si sommano quelli prodotti da allagamenti con rischio di cadute e infezioni, dall'assenza di attività rieducative e ricreative, dall'illuminazione insufficiente, dalle limitazioni nei colloqui visivi e della mancanza della possibilità di svolgere un lavoro dignitoso;
le condizioni di carcerazione inumana e degradante hanno, inoltre, ricevuto ulteriore conferma, in sede giurisdizionale, quando il tribunale civile de L'Aquila ha accertato, in relazione ad analoghe fattispecie di carcerazione sofferta all'interno del carcere di Teramo, la violazione dell'articolo 3 della Cedu e quindi riconosciuto il diritto al risarcimento previsto dall'articolo 35-ter dell'ordinamento penitenziario, con condanna altresì del Ministero della giustizia al pagamento delle spese di giudizio;
la regione Abruzzo, inoltre, si trova in una condizione di grave inadempienza nell'applicazione della legge istitutiva del Garante regionale dei detenuti, con un ritardo accumulato di quasi otto anni;
nella casa circondariale di Teramo, ove l'interrogante si è personalmente recata il 12 aprile 2019, sono reclusi circa 430 detenuti, un numero quasi doppio ai 230 previsti, con un numero di addetti tra amministrativi e polizia penitenziaria enormemente al di sotto delle previsioni di pianta organica e sul personale gravano oneri e carichi di lavoro assolutamente sproporzionati a causa del grave e pericoloso sovraffollamento –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza delle gravi criticità che affliggono la casa circondariale di Teramo quali iniziative intenda intraprendere per affrontarle; quali siano le iniziative che abbia previsto e programmato il Governo: per affrontare, in senso più ampio, il diffuso problema del sovraffollamento carcerario; per assicurare il rispetto delle raccomandazioni della Cedu negli istituti penitenziari italiani, particolarmente quelli in cui le violazioni dei criteri indicati sono palesi quanto rilevanti, come evidenziato purtroppo dalla situazione sopra richiamata; per garantire il pieno adempimento del dettato costituzionale in relazione agli istituti di pena, al fine di assicurare il rispetto dei diritti umani fondamentali dei detenuti:
quali iniziative di competenza intenda adottare per assicurare l'applicazione della normativa e il regolare funzionamento del sistema nel territorio della regione Abruzzo.
Seduta del 30 luglio 2019
Risposta del governo di Jacopo Morrone, Sottosegretario di Stato per la Giustizia, replica di Stefania Pezzopane
Risposta del governo
Grazie, Presidente. Con l'atto di sindacato ispettivo in epigrafe l'onorevole interrogante, nel fare riferimento ad una serie di criticità relative alla casa circondariale di Teramo tra cui la mancanza di acqua calda, allagamenti, assenza di attività rieducative, illuminazione insufficiente, limitazione nei colloqui visivi, sovraffollamento della popolazione detentiva e scoperture di organico, chiede di sapere se il Ministro della Giustizia sia a conoscenza delle stesse e quali iniziative intende intraprendere per affrontarle; quali siano le iniziative che abbia previsto e programmato il Governo per affrontare in senso più ampio il diffuso problema del sovraffollamento carcerario; per assicurare il rispetto delle raccomandazioni della CEDU negli istituti penitenziari, particolarmente quelli in cui le violazioni dei criteri indicati sono palesi quanto rilevanti, come evidenziato purtroppo della situazione sopra richiamata; per garantire il pieno adempimento del dettato costituzionale in relazione agli istituti di pena al fine di assicurare il rispetto dei diritti umani fondamentali dei detenuti; quali iniziative di competenza intenda adottare per assicurare l'applicazione della normativa e il regolare funzionamento del sistema nel territorio della regione Abruzzo.
Va considerato in premessa che la casa circondariale di Teramo è stata caratterizzata negli ultimi anni da un processo di riorganizzazione che ha connotato la fisionomia dell'istituto per la presenza di una pluralità di circuiti detentivi.
L'elevata mobilità dei detenuti presenti, gli eterogenei livelli di pericolosità, i motivi di assegnazione in istituto dei detenuti del circuito di media sicurezza hanno determinato, nel tempo, la ristrutturazione e la razionalizzazione degli spazi, nonché la distinzione netta di zone riservate alla differenti esigenze e la conseguente diversificazione degli interventi.
In tale contesto la gestione delle offerte trattamentali, culturali e ricreative in favore dei ristretti risente inevitabilmente, quanto fisiologicamente, della contemporanea presenza di una pluralità di circuiti penitenziari, per i quali si devono garantire e gestire i necessari divieti di incontro, per le ineluttabili, quanto intuibili, ragioni di sicurezza le quali impongono precauzionalmente l'utilizzo dei locali e degli spazi dedicati, secondo regole di turnazione.
Nondimeno, pur nell'ottica del necessario contemperamento con tali esigenze, l'offerta trattamentale per i detenuti ristretti in regime di alta sicurezza consta comunque di una significativa serie di attività quali corsi scolastici di base, i corsi del biennio di scuola secondaria superiore, collegato con il CPIA, l'assistenza durante il percorso di studi universitari, contatti periodici con i docenti l'Istituto Musicale “Braga”, corsi di teatro e canto della durata di 30 ore, il progetto “Tutti a scuola” rivolto ai detenuti di alta sicurezza interessati a sostenere gli esami come privatisti per la scuola secondaria di secondo grado, visione di film con incontri mensili, incontri di preghiera di gruppo, colloqui settimanali con i ministri di culto, accesso alla palestra e al campo sportivo a turnazione con gli altri circuiti, un servizio di assistenza materiale e morale, in mancanza di riferimenti affettivi e familiari sul territorio teramano.
Va altresì rammentato che sono appena terminati i lavori di ristrutturazione e adeguamento, con sistemi di sicurezza e controllo a distanza, che hanno consentito il recupero di cinque stanze (laboratori) che saranno destinate, appena possibile, allo svolgimento delle varie attività culturali e artistiche; mentre è in fase conclusiva un progetto finanziato dalla Cassa delle ammende che ha visto impegnati diversi detenuti nelle attività di manutenzione della sezione femminile e degli spazi detentivi scolastici e ricreativi a disposizione della popolazione detenuta.
Per quanto attiene all'attività lavorativa va sottolineato il finanziamento di euro 40.000 per l'esercizio 2019 per la coltivazione del tenimento agricolo che si sta recuperando dalla lavorazione dei terreni incolti adiacenti all'istituto.
Sul piano dei disagi e delle criticità strutturali va innanzitutto detto che l'erogazione dell'acqua calda viene regolarmente assicurata nei locali docce e barberie presenti in ogni sezione detentiva maschile e da sempre è garantita in ogni camera di pernottamento del reparto femminile.
Per quanto riguarda le stanze del reparto maschile l'approvvigionamento di acqua calda al loro interno per ogni esigenza è garantita attraverso il prelievo dai locali docce e barberia mediante appositi recipienti in dotazione ai detenuti. Per quanto attiene al disagio prodotto dall'infiltrazione di acqua piovana occorre rimarcare che in data 13 giugno 2019 il competente provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria per il Lazio, l'Abruzzo e il Molise ha autorizzato l'esecuzione degli interventi volti a eliminare le infiltrazioni di acqua piovana per una spesa complessiva di euro 38.000 più IVA.
Va altresì dato atto che il suddetto provveditorato, proprio al fine di garantire svariati interventi di manutenzione presso l'istituto in argomento, nel corso del tempo ha erogato cospicui finanziamenti che, per quanto attiene al recente passato, risultano corrispondere a 201.017,06 euro nel 2017 e 136.351,74 nel 2018.
Inoltre sono attualmente in corso interventi di risanamento del muro di cinta e di realizzazione dell'impianto di antiscavalcamento e di automazione dei cancelli nelle camere di pernottamento, per un importo di euro un milione stanziato nel 2018, mentre si è in attesa di conoscere la destinazione che la direzione dell'istituto intende imprimere agli ulteriori fondi stanziati nell'anno in corso.
Non si registrano criticità con riferimento al riscaldamento e all'illuminazione. I riscaldamenti, infatti, conformemente alle normative vigenti, sono in funzione per dodici ore giornaliere nel periodo temporale che va dal 1° novembre al 15 aprile, salvo deroghe disposte dall'autorità comunale. Le ore di accensione degli stessi sono distribuite nell'arco orario giornaliero dalle ore 7 alle ore 23,30, contemperando anche le altre necessità di produzione del vapore per l'alimentazione degli impianti cucina, lavanderia ed erogazione acqua calda.
Tutte le camere detentive sono dotate di illuminazione a neon e di una luce notturna.
Per quanto attiene al profilo relativo al sovraffollamento, detto che la data del 7 maggio 2019 si registra un tasso di affollamento pari a 173,58 per cento, occorre anzitutto evidenziare che per arginare la situazione dal 1° gennaio al 2 maggio di quest'anno si è dato corso a 8 trasferimenti a finalità deflattiva verso altri istituti e che il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, anche tenuto conto del parallelo flusso in entrata, con nota dell'8 maggio scorso, ha attivato la competente direzione generale detenuti e trattamento all'adozione di immediati interventi correttivi.
In secondo luogo va comunque precisato che, malgrado l'elevato indice di sovraffollamento, nessun detenuto risulta allocato in uno spazio inferiore a 3 metri quadri, non registrandosi pertanto alcuna violazione dei parametri minimi di vivibilità stabiliti della CEDU. Infatti, le organizzazioni sovranazionali e la giurisprudenza comunitaria identificano in 3 metri quadri la soglia minima al di sotto della quale possa configurarsi trattamento inumano e degradante.
A ciò va aggiunto che quasi tutti gli altri Paesi europei sono parametrati su dati dimensionali ben più bassi di quelli italiani. Ciò nondimeno, l'attuale formazione governativa intende affrontare la questione in maniera incisiva ed efficace mediante un rilancio dell'edilizia penitenziaria, teso ad innalzare gli standard qualitativi e quantitativi della capienza detentiva, nella profonda convinzione che sia questa la direzione da perseguire in luogo della comoda scorciatoia dei provvedimenti svuota-carceri attraverso cui si rimettono in libertà soggetti che non hanno intrapreso o completato un serio percorso educativo a cui la pena deve tendere, a mente dell'articolo 27 della Costituzione.
A tal riguardo va debitamente rimarcato il significativo stanziamento di risorse economiche per l'anno in corso, pari a 13 milioni di euro per gli investimenti, e a 23,6 milioni di euro per manutenzione ordinaria e riparazioni.
Particolare rilevanza, in tale direzione, assume altresì il cosiddetto decreto semplificazione ossia il decreto-legge 14 dicembre 2018 n. 135, convertito con modificazioni della legge dell'11 febbraio 2019, n. 12 che, ferme restando le competenze del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, ha attribuito al dipartimento dell'amministrazione penitenziaria una serie di mirate prerogative quali l'effettuazione di progetti e perizie per la ristrutturazione e la manutenzione, anche straordinaria, degli immobili in uso governativo, nonché per la realizzazione di nuove strutture carcerarie; la gestione delle relative procedure di affidamento e di formazione ed esecuzione dei contratti; la possibilità di individuare immobili nella disponibilità dello Stato o di enti pubblici territoriali e non territoriali, al fine della loro valorizzazione per la realizzazione di strutture carcerarie. Sulla scia del nuovo corso inaugurato da tale provvedimento, in proficua collaborazione con l'Agenzia del Demanio e il Ministero della Difesa, è stato avviato un piano per l'acquisizione e riconversione in istituti penitenziari di una serie di complessi ex-militari, caratterizzati da una configurazione di tipo modulare.
Si tratta di una soluzione operativa che offre all'amministrazione penitenziaria l'opportunità di implementare il patrimonio immobiliare concesso in uso governativo, favorendo la possibilità di attivare - in tempi più brevi di quelli necessari all'individuazione e acquisizione di suoli privati e costruzioni ex novo - strutture in grado di poter assicurare efficienza ed economicità sotto il profilo degli investimenti e delle gestioni, nonché efficacia rispetto alla missione istituzionale.
L'innesco di questo percorso virtuoso ha già dato i suoi frutti alcuni giorni fa con la sottoscrizione del Protocollo d'intesa con il Ministro della Difesa, per la riconversione in struttura penitenziaria della caserma Cesare Battisti, adiacente all'area delle ex acciaierie di Bagnoli.
Per quanto attiene alla dotazione organica della casa circondariale di Teramo, risultano effettivamente in servizio 155 unità, rispetto ad una previsione organica di 216 unità. Le maggiori scoperture si registrano nel ruolo dei sovrintendenti e degli ispettori, mentre più contenute appaiono quelle nel ruolo degli agenti/assistenti. A tal proposito, occorre preliminarmente dare atto dei recenti correttivi avvenuti mediante l'assegnazione a tale istituto di 14 unità, a seguito delle procedure di mobilità ordinaria, conclusesi nel settembre 2018, e l'assegnazione di una ulteriore unità a seguito dell'immissione in ruolo dei 971 neo-viceispettori, vincitori del concorso interno il cui corso di formazione si è da poco concluso.
In secondo luogo, giova doverosamente rimarcare le politiche assunzionali perseguite dall'attuale formazione governativa, in quanto, con la legge di bilancio per il 2019, al fine di incrementare l'efficienza degli istituti penitenziari, nonché per indifferibili necessità di prevenzione e contrasto della diffusione dell'ideologia di matrice terroristica in ambito carcerario, è stata pianificata l'assunzione di 1.300 unità del Corpo di polizia penitenziaria nell'anno 2019 e di 577 unità nel periodo 2020-2023, con uno stanziamento di maggiori risorse per 71,5 milioni di euro per il triennio 2019-2021.
In aderenza alla normativa vigente, nella Gazzetta Ufficiale, IV serie speciale, n. 18, del 5 marzo 2019, è stato pubblicato un bando di concorso per complessive 754 unità, i cui vincitori saranno auspicabilmente assunti entro la fine del corrente anno.
Si tratta, all'evidenza, di una serie di correttivi che consentiranno di affrontare incisivamente il problema della scopertura degli organici di polizia penitenziaria presso le strutture carcerarie del territorio, tra le quali saranno debitamente valutate anche le esigenze della casa circondariale di Teramo.
Di contro, non si ravvisa alcuna criticità per quanto attiene al Comparto funzioni centrali, rispetto a cui, per vero, si registra un sovrannumero, essendo effettivamente presenti in servizio presso tale istituto 23 unità sulle 21 unità previste in pianta organica.
Alcuna problematicità di rilievo, da ultimo, è riscontrabile nemmeno con riferimento ai colloqui,
Premesso che, presso la casa circondariale di Teramo, il diritto al colloquio viene garantito secondo quanto previsto dalla normativa vigente e, in particolare, nei limiti di cui all'articolo 4-bis dell'ordinamento penitenziario, per quanto qui di interesse occorre evidenziare che, al fine di agevolare lo svolgimento, è stato attivato un servizio di prenotazione diretta telefonica per il circuito Alta Sicurezza e, in generale, per i colloqui che si svolgono nei giorni festivi, mentre per i familiari che provengono dalle regioni più lontane viene consentito lo svolgimento di colloqui prolungati.
In concreto, vengono accettate prenotazioni per due-tre ore di colloqui e, quando sussiste la possibilità materiale, viene consentito lo svolgimento del colloquio anche oltre la prenotazione effettuata, fino ad un massimo di 4 ore; e ciò, anche attraverso un prolungamento dell'orario ordinario di servizio degli addetti alla sala colloqui.
Al fine di incrementare il livello qualitativo del servizio, peraltro, è allo studio anche una modifica strutturale delle aree dei colloqui visivi, così da garantire e rinsaldare il mantenimento delle relazioni tra detenuti e familiari, oltre a migliorare le condizioni lavorative del personale di polizia penitenziaria.
Replica
Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, io non sono affatto soddisfatta dalla sua risposta, anzi, la trovo davvero superficiale. Non so quale funzionario, quale dirigente, chi abbia scritto quelle notizie che lei, oggi, ha riportato qui, in Aula.
Temo che ci sia molto da lavorare per gli avvocati dei detenuti della casa circondariale di Teramo su questa risposta, perché ci sono delle omissioni, ci sono delle cose - che ho constatato con i miei occhi - che vanno in direzione ben diversa da quella che lei ha descritto. La invito a recarsi nella casa circondariale di Teramo, la invito a farlo con il Ministro della Giustizia, la invito a girare le stanze dove lei dice che i 3 metri sono sufficienti: vada a vedere, vada a vedere come vivono, vada a vedere i servizi igienici, vada a vedere che i servizi igienici convivono con luoghi dove cucinano e mangiano, vada a vedere le docce, vada a vedere gli spazi dove possono avere il loro spazio di ora d'aria, vada a vedere, glielo suggerisco, è un'esperienza umana molto importante per chi, poi, come lei, deve affrontare e risolvere questi problemi.
Sono insoddisfatta, perché non si va sul punto della violazione dei diritti. Peraltro, nella mia interrogazione, ricordavo che il tribunale civile de L'Aquila ha accertato che ci sono delle violazioni e ha anche indicato la prescrizione del risarcimento ai detenuti. Quindi, ci sono dei problemi seri, che non vanno sottovalutati. Così come non vanno sottovalutati i problemi degli addetti, degli agenti di polizia penitenziaria.
Nel precedente Governo anche noi abbiamo fatto delle importanti iniziative per le assunzioni, ma sono insufficienti, e sulla casa circondariale di Teramo c'è un'emergenza: un'emergenza dei diritti e un'emergenza del personale, seria, che io le sollecito. Teramo è la città di Marco Pannella, è una città dove è alta, fortunatamente, l'asticella della consapevolezza dei diritti. Non è la città di Hannibal the Cannibal, questo è il Paese di Cesare Beccaria, non è il Paese dove i diritti non hanno valore ed importanza.
Quindi, la invito, dopo essermi dichiarata insoddisfatta, ad andare a verificare quelle notizie che lei oggi ha letto, di verificarle puntualmente. I detenuti, in quella casa circondariale, non riescono a fare i colloqui. Io sono andata lì e ho chiesto, davanti al direttore del carcere: perché non fate fare i colloqui? E mi hanno risposto, in maniera tranquilla: non c'è il personale, non ce la facciamo. Vada a porre la stessa domanda che ho fatto io, veda un po' cosa le rispondono. Ma le pare normale che non si possano fare i colloqui con i familiari e con il proprio avvocato difensore? Ma in che Paese stiamo finendo? Capisco che - essendo alleati di Governo con la Lega e con il Vicepremier Salvini che alliscia, ogni giorno di più, la possibilità di un ricorso alla pena di morte - siate cedevoli. Però, state attenti quando rispondete alle interrogazioni, perché io oggi sono francamente allibita. Non so cosa dire. L'unica cosa positiva è che c'è stato un intervento sulle infiltrazioni di acqua. L'interrogazione è di aprile, tutto questo tempo per non far nulla, non è cambiato nulla.
Io, quindi, sono insoddisfatta, continuerò a combattere per i diritti del personale e per i diritti dei detenuti.