12/12/2022
Sarracino Marco
3-00067  

Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. – Per sapere – premesso che:

   è stato proclamato dai lavoratori dell'azienda di informazione Dire lo stato di agitazione a seguito dell'annuncio da parte dell'azienda editoriale di interrompere l'attuale percorso di copertura degli ammortizzatori sociali procedendo con la presentazione di un piano esuberi pari a circa il 30 per cento della forza lavoro;

   i lavoratori ritengono inaccettabile che il prezzo di scelte aziendali sbagliate addebitabili al precedente assetto societario finisca per ricadere sulle proprie spalle;

   gli stessi lavoratori hanno ulteriormente manifestato, anche attraverso la nota diffusa al termine della loro assemblea, la propria disponibilità a concorrere ulteriormente alle misure per la tutela dei livelli occupazionali dell'azienda, anche nello spirito del più recente contratto di solidarietà sottoscritto a luglio 2022;

   nel frattempo i lavoratori e le organizzazioni sindacali chiedono di definire nei tempi più brevi possibili la riforma dei criteri per l'assegnazione delle convenzioni con le agenzie di stampa;

   nel settore si registra una grande incertezza poiché il regime di proroga che doveva consentire di approdare ad una riforma complessiva del sistema a garanzia della qualità dell'informazione primaria di fatto non ha prodotto ancora risultati –:

   quali iniziative il Governo intenda assumere in risposta alle istanze provenienti dai lavoratori dell'agenzia Dire e per approdare in tempi quanto mai rapidi ad una riforma a garanzia del settore dell'informazione primaria e dei livelli occupazionali.

 

Seduta del 17 gennaio 2023

Risposta del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Alberto Barachini, replica di Marco Saracino

ALBERTO BARACHINI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Grazie, Presidente. Gentile onorevole Saracino, la ringrazio per la sua interrogazione che, prendendo spunto dall'ingente piano di esuberi presentato dall'agenzia Dire e dal conseguente stato di agitazione proclamato dai lavoratori, sottolinea il clima di incertezza legato al regime di proroga dei contratti stipulati con le agenzie di stampa, introdotto proprio per consentire una riforma complessiva del comparto, a garanzia della qualità dell'informazione primaria. In particolare, per quanto riguarda la situazione della Dire, sono pienamente consapevole della crisi nella quale versa l'azienda ed io stesso infatti ho già incontrato l'editore, il direttore dell'agenzia e un membro del comitato di redazione, con il quale manterrò i contatti per avere un aggiornamento costante. Per quanto attiene invece al clima generale di incertezza a cui lei fa riferimento, mi permetta di sottolineare che il Governo è fortemente convinto dell'esigenza imprescindibile di intervenire nel comparto delle agenzie di stampa, proprio al fine di superare l'incertezza generata dalle proroghe e di prospettare agli operatori del settore uno scenario di regole chiare e di risorse stabili, nell'ambito del quale siano garantiti i principi di rilevanza costituzionale relativi alla qualità e al pluralismo dell'informazione e, al tempo stesso, siano tutelati i livelli occupazionali. D'altra parte, questo Governo è altresì consapevole dello stato di crisi nel quale versa il comparto dell'informazione primaria e della conseguente urgenza di intervenire, senza lasciar passare altro tempo, assegnando risorse certe in un'ottica pluriennale per garantire gli investimenti necessari all'innovazione.

Proprio in virtù di tale consapevolezza, infatti, siamo intervenuti attraverso l'articolo 17 del decreto-legge 29 dicembre 2022, n. 198, il cosiddetto decreto Milleproroghe, attualmente in fase di conversione, sia per introdurre i principali elementi dell'auspicata riforma dei criteri per l'acquisizione dei servizi di informazione primaria, sia per fissare tempi molto stringenti per la definizione degli aspetti attuativi. In primo luogo, il comma 1 del citato provvedimento ha prorogato per un anno, per il periodo dal 1° al 31 gennaio 2023 i contratti in essere fra la Presidenza del Consiglio dei ministri e le agenzie di stampa nelle more della completa attuazione della riforma, proprio al fine di garantire stabilità e certezza di risorse per far fronte alle diffuse tensioni aziendali. Infatti, sono stati prontamente adottati tutti gli atti amministrativi necessari alla proroga dei relativi contratti. Inoltre, i commi dal 2 al 5 del medesimo articolo 17 definiscono i principi e gli elementi essenziali della riforma introdotta. In sintesi, viene istituito un elenco delle agenzie di stampa di rilevanza nazionale presso il Dipartimento per l'Informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei ministri e viene espressamente autorizzato il ricorso a procedure negoziate per acquisire i servizi di informazione primaria dai soggetti iscritti in tale elenco. Più in particolare, le amministrazioni pubbliche e la Presidenza del Consiglio dei ministri, in capo alla quale è confermato il ruolo di centrale di committenza in favore di amministrazioni statali, enti pubblici, autorità amministrative indipendenti e, su richiesta espressa, organi costituzionali, sono espressamente autorizzate ad acquisire determinate tipologie di servizi di informazione primaria dalle agenzie iscritte nell'elenco, tramite procedure negoziate senza previa pubblicazione di un bando di gara, ai sensi dell'articolo 63, comma 2, del codice dei contratti pubblici. Per quanto riguarda gli aspetti attuativi, la tempistica è stata definita in maniera molto stringente, nella consapevolezza dell'urgenza di una riforma attesa ormai da lungo tempo. I criteri per l'iscrizione delle agenzie di stampa di rilevanza nazionale dovranno essere infatti definiti con un decreto dal Sottosegretario di Stato, in esito a un'istruttoria tecnica che verrà svolta da un comitato appositamente istituito a tal fine, composto da un massimo di cinque componenti qualificati, selezionati fra magistrati, professori universitari, avvocati, giuristi e giornalisti professionisti.

Il mandato attribuito al comitato è esplicitamente definito nella stessa norma, sia nei contenuti che nella tempistica, e consiste nella formulazione di una proposta tecnica, comprendente tra l'altro i criteri per la definizione del fabbisogno delle amministrazioni e per la quantificazione del corrispettivo da versare alle agenzie iscritte nell'elenco, a fronte dell'acquisizione tramite procedure negoziate delle tipologie di servizi previste.

Infine, per quanto riguarda altre tipologie di servizi informativi di natura più specialistica (servizi di carattere internazionale, specialistico, settoriale, anche video fotografico), la norma approvata autorizza le amministrazioni pubbliche ad acquisire tali servizi tramite le procedure di gara disciplinate dagli articoli 62 e 60 del codice dei contratti pubblici, da operatori diversi da quelli iscritti nell'elenco delle agenzie di rilevanza nazionale.

In conclusione, ritengo che i contenuti della riforma introdotta con l'articolo 17 del decreto-legge n. 198 del 2022 possano adeguatamente rispondere alle istanze sollevate dall'onorevole Sarracino e, in più in generale, alle aspettative manifestate dagli operatori del comparto dell'informazione primaria e dalle associazioni di categoria, nell'auspicio che si possa presto pervenire a un assetto stabile con un quadro di regole certe, in grado di garantire il pluralismo dell'informazione e di promuovere l'informazione di qualità anche attraverso la salvaguardia dei livelli occupazionali, sulla base della convinzione che il giornalismo professionale qualificato sia la miglior risorsa per sostenere la buona informazione e per contrastare la disinformazione.

MARCO SARACINO Grazie, Presidente. Grazie, signor sottosegretario. Prendiamo atto della risposta fornita dal Governo, però ci consenta di essere preoccupati circa il futuro dei lavoratori dell'agenzia Dire. Rispetto alla data in cui è stato presentato quest'atto, la situazione infatti si è ulteriormente complicata. C'è stato uno sciopero dei giornalisti per il mancato pagamento delle spettanze arretrate, i take non vengono firmati, e altre giornate di sciopero e manifestazioni sono state preannunciate. La situazione continua ad essere e resta molto critica.

I lavoratori dell'agenzia Dire contestano alla proprietà l'aver presentato una proposta di piano aziendale al cui interno è previsto un forte ridimensionamento della pianta organica, con circa 20 esuberi, come riportato dal comunicato reso noto proprio dai giornalisti dell'agenzia. E gli stessi giornalisti contestano giustamente non solo il merito, ma anche le modalità con cui si è giunti a questo punto. I sacrifici che hanno fin qui compiuto per consentire all'azienda di andare avanti, risultano essere solo a carico dei lavoratori, senza avere risultati oggettivi. Dal 2020 il regime di sostegno pubblico alle agenzie risulta congelato, con continue proroghe dapprima dettate dalla necessità di predisporre una riforma e poi a causa dell'emergenza COVID. Il segmento dell'informazione primaria è fondamentale, soprattutto in una fase come questa, in cui l'approvvigionamento delle fonti di informazione è il miglior antidoto contro le fake news e per offrire ai cittadini qualità e certezza dell'informazione. Noi a questo crediamo molto. L'editoria, quindi, per noi è un settore assolutamente strategico.

Vorrei ricordare che nella scorsa legislatura, al 2020, sono stati i Governi con il PD a garantire adeguato sostegno al comparto per affrontare le conseguenze del COVID. La proroga è stata sicuramente una di queste, così come il credito d'imposta per la carta e anche il sostegno all'innovazione e alla digitalizzazione, compreso il contrasto alla precarietà e alla progressiva stabilizzazione dei contratti a termine. Nel provvedimento Milleproroghe, attualmente al Senato, c'è una misura che pone un orizzonte temporale di 4 mesi dal decreto per definire i nuovi criteri che riguardano proprio le agenzie. Sono cinque anni che, però, è tutto fermo e il mondo è cambiato. Questa è una riforma molto attesa, ma su cui bisogna agire coinvolgendo operatori e Parlamento. È un tema molto delicato che riguarda un settore strategico, sia dal punto di vista economico, che della democrazia. Quali saranno i criteri che verranno adottati? Lei in parte ha risposto. È fondamentale saperlo perché si possa comprendere quale sarà l'approdo definitivo. E sappiate che bisognerà trovare un punto di caduta che garantisca qualità, professionalità, tutela del lavoro giornalistico e spinta innovativa per l'editoria. Quello che noi abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere al Governo nell'immediato è di attivarsi anche in maniera più incisiva al fine di convocare un tavolo di confronto sulla vertenza Dire e fare in modo che vengano corrisposte le spettanze arretrate e che vengano scongelati gli esuberi e i tagli, che mettono appunto a rischio i livelli occupazionali.

Noi continueremo a monitorare sistematicamente la vertenza con gli strumenti parlamentari a disposizione, affinché si possa giungere ad una soluzione. Occorre con urgenza restituire certezze e garanzie ai lavoratori dell'agenzia, aprendo finalmente in maniera più ampia un confronto sul futuro dell'informazione primaria e, più in generale, anche sull'editoria del nostro Paese, considerata la sua rilevanza non solo in termini economici e occupazionali, ma anche e soprattutto per quanto concerne la qualità stessa della democrazia. L'articolo 21 sottolinea la rilevanza che i nostri costituenti hanno voluto dare proprio al tema dell'informazione per la nostra Repubblica. Per questo noi continueremo a sostenere quei lavoratori, chiedendo al Governo ogni sforzo possibile.