26/02/2019
Romina Mura
BAZOLI, SCHIRÒ, PEZZOPANE, BRUNO BOSSIO, CENNI, DE FILIPPO, MORANI, FIANO, ORFINI, ROTTA, CIAMPI e ENRICO BORGHI
3-00555

Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   due ragazzi sardi, come riportato anche dagli organi di stampa, sarebbero stati identificati, trattenuti e infine denunciati per avere manifestato dissenso verbale in occasione di una iniziativa elettorale del Ministro dell'interno, Matteo Salvini, tenutasi a Oristano il 16 gennaio 2019;

   nello specifico, i due ragazzi sarebbero stati allontanati dalla piazza Eleonora d'Arborea, trattenuti nelle vicinanze della stessa fino alla fine del comizio elettorale e poi il giorno successivo convocati in questura e denunciati per resistenza a pubblico ufficiale;

   la denuncia sarebbe intervenuta, in base a quanto raccontato dagli stessi ragazzi, per il fatto che avrebbero espresso, increduli e ovviamente scossi, la non comprensione dell'intervento degli agenti a fronte dell'esercizio da parte loro di un diritto costituzionalmente riconosciuto, quello della libertà di pensiero ed espressione;

   è già capitato, da quando si è insediato l'attuale Governo, che le forze dell'ordine abbiano identificato e trattenuto donne e uomini, cittadini italiani, che, in ambito a manifestazioni autorizzate e pubbliche, hanno, con modalità pacifiche e civili, espresso dissenso e diversità di pensiero;

   tali atteggiamenti nei confronti di chi dissente, oramai numerosi, corrispondono, secondo gli interroganti, come già evidenziato in precedenti atti di sindacato ispettivo, a quelle che appaiono azioni di vera e propria «schedatura» dei manifestanti –:

   se il Governo sia a conoscenza di quanto riportato in premessa, se esistano specifiche direttive del Ministero dell'interno per la «gestione» del dissenso espresso nel corso di eventi e comizi elettorali e quali iniziative di competenza intendano assumere al fine di garantire a tutti i cittadini di manifestare liberamente il proprio pensiero, nel rispetto della Costituzione e sempre in modo civile e pacifico, senza incorrere nelle fattispecie di identificazione e schedatura o rischiare, come nel caso specifico, di essere denunciati.