27/06/2018
Franco Vazio
3-00040

l Presidente del Consiglio dei ministri. — Per sapere – premesso che:

   in base a quanto riportato in questi giorni dai media in merito alla inchiesta che ha portato all'arresto del costruttore Luca Parnasi e dell'avvocato Luca Lanzalone, presidente dimissionario di Acea, emerge un particolare attivismo di quest'ultimo dopo le elezioni del 4 marzo 2018, incontrandosi, anche in segreto e a casa del citato costruttore, con esponenti politici di primo piano di M5S e Lega per «fare il governo»;

   vi è una inquietante corrispondenza tra i nomi riportati dai personaggi sotto inchiesta e le poi avvenute successive nomine ministeriali;

   dai resoconti delle cronache emergerebbe che il nome del Ministro della giustizia on. Alfonso Bonafede e di quello per i rapporti con il Parlamento e la democrazia diretta, on. Riccardo Fraccaro, siano stati comunque favoriti dai soggetti coinvolti nell'inchiesta;

   il Ministro della giustizia Alfonso Bonafede, nel corso della trasmissione «Otto e Mezzo» andata in onda su La 7 in data 18 giugno 2018 ha affermato che: «Questa vicenda non ha nulla, ma nulla a che fare con me (...)» e a proposito del ruolo ricoperto da Luca Lanzalone per il comune di Roma ha aggiunto: «Lo ha scelto la sindaca Raggi, glielo abbiamo presentato sia io, sia Riccardo Fraccaro»;

   il Vice Premier nonché Ministro dello sviluppo economico e del lavoro e delle politiche sociali, On. Luigi Di Maio, con il quale il Lanzalone, come riportato dai giornali, sosteneva di «sentirsi tre volte al giorno», nel corso di una recente trasmissione radiofonica andata in onda su RTL 102,5, ha affermato che la presidenza di ACEA attribuita proprio al Lanzalone era stato un «premio» per l'aiuto prestato al M5S sia a Livorno che a Roma proprio sulla vicenda Stadio;

   il Secolo XIX e La Stampa in data 19 giugno 2018 riportano sia le parole della sindaca Raggi, sentita per la seconda volta come testimone dai PM titolari della suddetta inchiesta – che avrebbe dichiarato: «Lanzalone era stato da me incaricato, su suggerimento di Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro (...)» – sia le parole del Vice Presidente Di Maio che prima sostiene «Io so solo che era presidente di ACEA» e poi aggiunge «... Lanzalone aveva lavorato bene con noi ..»;

   si tratta di dichiarazioni dalle quali emergerebbe in modo evidente che siano in molti, nell'attuale compagine di Governo, e ai massimi vertici del M5S, compreso Davide Casaleggio, a conoscere Luca Lanzalone, a dare giudizi lusinghieri, ad invitarlo a cene esclusive e a proporlo per incarichi delicatissimi;

   è oltremodo grave, a giudizio dell'interrogante, che gli stessi Ministri coinvolti nei dialoghi, nei pronostici e nelle reciproche dichiarazioni, oltre a scaricare su altri responsabilità di varia natura, tacciano sulle ragioni di tali conoscenze e sulle conseguenze di tali scelte;

   tali affermazioni rendono ancora più evidente ciò che politicamente il PD aveva denunciato sin dal «caso Savona» e cioè come il nome dei Ministri di fatto non fosse indicazione del Presidente del Consiglio ma il risultato di una selezione di nomi imposta dai partiti che formano la coalizione in dispregio delle prerogative costituzionali;

   pur nel pieno rispetto dell'autonomia dell'azione della magistratura vi sono elementi di natura politica, per la inconfutabile delicatezza, che riguardano il Governo e che esigono massima chiarezza –:

   se il Presidente del Consiglio sia a conoscenza della dinamica dei fatti che coinvolgono esponenti rilevanti del suo Governo in relazione a soggetti centrali nell'ambito della citata inchiesta;

   se lo stesso abbia subito interferenze dirette e o indirette da parte dei medesimi o di altri in relazione alle proposte per i dicasteri che li riguardano;

   quali iniziative intenda assumere per assicurare l'estraneità del Governo a qualsiasi forma di condizionamento.