12/04/2021
Francesco Boccia
Serracchiani, Ubaldo Pagano, Fragomeli, Buratti, Dal Moro, De Micheli, Madia, Navarra, Sanga, Sani, Topo, Frailis, De Filippo, Pellicani, Rossi, Orfini, Carnevali, Berlinghieri, Bruno Bossio, Cenni, Lattanzio, Pezzopane, Incerti, Viscomi, Lacarra, De Maria, Mura, Boldrini, Ciampi, Morani, Prestipino, Siani, La Marca, Piccoli Nardelli, Carla Cantone
1-00459

La Camera,

   premesso che:

    la crisi innescata dall'emergenza epidemiologica da Covid-19 ha colpito duramente quasi tutti i settori dell'economia;

    secondo le stime dell'ultimo World Economic Outlook del Fondo monetario internazionale, la contrazione dell'economia globale nel 2020 sarebbe pari al 3,3 per cento, mentre per la zona Euro il calo del prodotto interno lordo 2020 è pari al 6,6 per cento e per l'Italia al 8,9 per cento. Secondo la capoeconomista del Fondo, il peso di questa recessione ricadrà in particolare su lavoratori meno qualificati, donne, giovani, addetti nei settori che necessitano di presenza fisica (come il turismo) e nell'economia informale;

    l'Organizzazione mondiale del commercio – Wto, ha attestato la caduta degli scambi nel 2020 intorno al 10 per cento rispetto all'anno precedente e anche gli investimenti diretti esteri a livello globale hanno fatto registrare una brusca caduta, con riflessi sul commercio internazionale;

    in Italia le politiche pubbliche intraprese nell'ultimo anno sono riuscite in qualche modo a moderare gli effetti negativi della crisi evitando il fallimento di intere filiere produttive e salvaguardando in parte molti posti di lavoro;

    la liquidità a fondo perduto concessa ai privati nel 2020 ha inteso evitare il fallimento di molte imprese a causa di una crisi di liquidità dovuta al calo delle vendite determinando un prolungamento degli effetti dello shock; i mancati pagamenti potrebbero infatti amplificare il contagio finanziario ad altre imprese, con un effetto a catena sull'intera economia, coinvolgendo anche i pochi settori non colpiti da questa crisi e in poco tempo, riprenderebbero a crescere i crediti deteriorati coinvolgendo anche il settore finanziario;

    il decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 giugno 2020, n. 40, il cosiddetto decreto «liquidità», ha predisposto, con il consenso dell'Unione europea nell'ambito delle nuove regole sul Temporary Framework, un piano da oltre 750 miliardi di euro complessivi per assicurare la necessaria liquidità alle famiglie e alle imprese; tale piano ha delineato uno schema di garanzie straordinarie e transitorie sui finanziamenti bancari alle imprese, incentrato sul ruolo di Sace S.p.A. e del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese;

    secondo i dati diffusi dalla task force per l'efficiente e rapido utilizzo delle misure di supporto alla liquidità il 24 marzo 2021, si attestano ad oltre 2,7 milioni, per un valore di circa 294 miliardi, le domande di adesione alle moratorie sui prestiti e superano quota 149 miliardi le richieste di garanzia per i nuovi finanziamenti bancari per le micro, piccole e medie imprese presentati al Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese; attraverso «Garanzia Italia» di Sace i volumi dei prestiti garantiti raggiungono i 22,3 miliardi di euro, su 1.699 richieste;

    tuttavia, il prolungarsi della crisi sanitaria determinata dalla diffusione del Covid-19, che incide negativamente sulle prospettive di ripresa, impone un contestuale prolungamento delle misure di sostegno finanziario in favore dell'economia, poiché si prospetta il rischio tangibile che molte imprese non saranno nelle condizioni di ripagare il debito contratto;

    in questa fase di contrazione economica è vitale fare ogni sforzo per scongiurare che gli effetti sull'economia reale si trasferiscano al settore del credito, in una spirale foriera di ulteriori impatti negativi su famiglie, imprese ed enti locali (e quindi sui servizi di prossimità), oltre che sul sistema finanziario;

    nel contesto di politiche di bilancio anticicliche i deficit nazionali potrebbero essere più sostenibili di elevati livelli di indebitamento privato;

    lo stock di passività detenute da società non finanziarie, famiglie e istituzioni senza scopo di lucro (debito privato), presentato sul sito della Banca dei regolamenti internazionali (Bri), si attestava a fine 2019 al 109,3 per cento del Prodotto interno lordo ed è salito nel terzo trimestre 2020 al 119 per cento del Prodotto interno lordo (di cui il 41 per cento è relativo alle famiglie ed il 69 per cento alle imprese);

    la centralità delle istituzioni europee nell'affrontare con coraggio la sfida in atto è dimostrata dalla decisione della Commissione europea del mese di marzo 2021 di attivare la clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita (PSC) nell'ambito della strategia posta in essere per rispondere in maniera rapida, decisa e coordinata alla pandemia che consente agli Stati membri di adottare misure per reagire alla crisi in modo adeguato, discostandosi dagli obblighi di bilancio che normalmente si applicherebbero in forza del quadro di bilancio europeo;

    a distanza di un anno, il 3 marzo 2021, la Commissione europea ha adottato una comunicazione che fornisce agli Stati membri orientamenti generali sulla conduzione della politica di bilancio nel periodo a venire ricordando che l'attuazione del dispositivo per la ripresa e la resilienza avrà anche importanti implicazioni per le politiche di bilancio nazionali; nei prossimi anni infatti le spese finanziate con sovvenzioni del dispositivo per la ripresa e la resilienza daranno un notevole impulso all'economia, senza aumentare i disavanzi e il debito nazionali;

    nella stessa occasione il commissario per l'economia, Paolo Gentiloni, ha commentato sottolineando la determinazione della Commissione nell'affrontare la pandemia e nel sostenere l'occupazione e le imprese con la consapevolezza che la battaglia contro l'epidemia non è ancora vinta, auspicando il necessario sostegno di bilancio anche per il 2022;

    alla luce di queste considerazioni, risultano, pertanto, necessari un coinvolgimento, in prospettiva, dei singoli Governi nazionali e delle istituzioni europee atto a contrastare la caduta del reddito del settore privato intervenuta durante questo anno di pandemia anche attraverso un aumento dell'indebitamento pubblico volto ad assorbire parte del debito privato contratto nel 2020 e la proroga, nell'immediato, delle misure straordinarie in materia di moratoria dei prestiti per famiglie e imprese e di potenziamento del Fondo centrale di garanzia, verificando, in tale contesto, la possibilità di allungare a 15 anni la tempistica di restituzione dei prestiti garantiti dallo Stato;

    le linee guida Eba sull'applicazione della definizione di default (EBA/GL/2016/07) e il Regolamento delegato (UE) n. 171/2018 della Commissione europea del 19 ottobre 2017, che individua la soglia di rilevanza delle obbligazioni creditizie in arretrato, hanno innovato dal 1° gennaio 2021 i criteri per identificare le esposizioni in stato di default prudenziale da parte delle banche; tali provvedimenti, come ricordato dal Governatore della Banca d'Italia in una audizione alla Camera il 10 febbraio 2021, sono frutto di un processo complesso, caratterizzato da un intenso dibattito tra le autorità europee e nazionali;

    secondo le nuove regole in particolare, l'inadempienza di un'impresa si verifica quando la stessa è in arretrato di pagamento, per oltre 90 giorni, su importi di ammontare superiore a 500 euro (complessivamente, riferiti a uno o più finanziamenti) e che rappresentino più dell'1 per cento del totale delle esposizioni di un'impresa. Per le persone fisiche e le piccole e medie imprese, esposte nei confronti di una banca per finanziamenti inferiori a 1 milione di euro, l'importo del pagamento scaduto che fa scattare la classificazione a default è di 100 euro (purché superiori alla soglia dell'1 per cento dell'esposizione totale);

    l'entrata in vigore della nuova disciplina è coincisa con un periodo di incertezza economica legata alla pandemia da Covid-19 e proprio in considerazione del periodo di difficoltà economica si rilevano una serie di criticità, che vanno affrontate per evitare una restrizione dell'offerta di credito, assolutamente deleteria nel contesto attuale, ed impatti sociali sulle famiglie e sulle imprese; sarebbe auspicabile pertanto un intervento per modificare e adattare temporalmente la normativa per garantire il massimo supporto all'economia reale e la tenuta del tessuto produttivo,

impegna il Governo:

1) a promuovere l'attuazione a livello comunitario di politiche e di strumenti comuni, sostenuti dall'emissione di titoli europei, volti a concorrere all'assorbimento delle perdite e al consolidamento dei debiti del settore privato determinati dalla pandemia nei bilanci pubblici e a sostenere la capitalizzazione delle imprese;

2) ad adottare iniziative per continuare ad assicurare liquidità alle imprese e garantirne la solvibilità:

   a) verificando con le competenti istituzioni europee la possibilità di modificare il Temporary Framework sugli aiuti di Stato al fine di estendere la durata del limite temporale per gli aiuti sotto forma di garanzia sui prestiti a quindici anni dagli attuali sei;

   b) prorogando dal 30 giugno 2021 fino al 31 dicembre 2021 sia la moratoria in favore delle micro, piccole e medie imprese relativamente all'apertura di credito e concessione di prestiti non rateali o prestiti e finanziamenti a rimborso rateale, sia l'operatività dell'intervento straordinario in materia di garanzie erogate dal Fondo di garanzia per le Piccole e medie imprese a supporto della liquidità delle piccole e medie, ai sensi dell'articolo 13, comma 1, del decreto-legge n. 23 del 2020;

   c) potenziando le misure esistenti e introducendone di nuove per concorrere all'assorbimento delle perdite, alla capitalizzazione e al consolidamento del debito delle imprese colpite dalla pandemia;

3) ad adoperarsi con le autorità competenti al fine di:

   a) introdurre una temporanea flessibilità alle norme Eba sui crediti deteriorati, in vigore dal 1° gennaio 2021, che tenga conto della crisi in corso causata dalla pandemia e dalle chiusure generalizzate delle attività economiche in tutti i Paesi dell'Unione;

   b) concertare in sede europea una revisione della nuova definizione di default;

   c) promuovere una campagna informativa nei confronti della clientela sulla mutata normativa europea, in coerenza con la strategia nazionale per l'educazione finanziaria.