28/10/2021
Martina Nardi
Serracchiani, Rotta, Fragomeli, Mura, Fassino, Enrico Borghi, Braga, Benamati, Bonomo, Zan, Carè, Frailis, Soverini, Buratti, Andrea Romano, Gavino Manca, Lepri, Di Giorgi, Pellicani, Ciampi, Pezzopane, Carnevali, Sensi, Critelli, Vazio, Lotti, Mauri, Sani, La Marca, Navarra, Incerti, Dal Moro, Casu, Losacco, Raciti, Avossa, De Luca, Bruno Bossio, Carla Cantone, Cantini, Cenni, Rossi, Ubaldo Pagano, Berlinghieri, Morgoni, De Filippo, Morani, Zardini, Lacarra, Prestipino, De Menech, Gribaudo, Cappellani, Gariglio
1-00538

La Camera,

   premesso che:

    l'edilizia, da sempre settore trainante del sistema economico ed occupazionale del nostro Paese, ha registrato negli ultimi anni una gravissima crisi, aggravata dagli effetti della pandemia da COVID-19: secondo l'Ance, il 2020 ha registrato una flessione degli investimenti in costruzioni del -10,1 per cento in termini reali rispetto all'anno precedente;

    secondo la nota aggiornamento al documento di economia e finanza 2021, gli effetti della ripresa in corso, tuttavia, si registrano anche nel settore delle costruzioni, il cui valore aggiunto nella prima metà del 2021 è cresciuto a un ritmo relativamente sostenuto, così da oltrepassare il livello di produzione pre-pandemia, anche per via dei notevoli incentivi fiscali a supporto del settore e dell'efficientamento energetico e antisismico degli edifici; secondo l'Istat, nella media dei primi sette mesi del 2021, l'indice della produzione nelle costruzioni segna un incremento superiore al 33 per cento rispetto allo stesso periodo del 2020;

    il patrimonio residenziale italiano è costituito da 12,2 milioni di edifici, dei quali 7,2 milioni, il 60 per cento, è stato costruito prima del 1980, e ha o sta per avere più di 40 anni; 5,2 milioni di edifici, il 42,5 per cento, ha più di 50 anni. Oltre 16 milioni di abitazioni, pari al 51 per cento del totale, sono state realizzate prima del 1970. La produzione media annua di edifici residenziali in Italia è passata da quasi 200.000 edifici all'anno negli anni '60/'70, a meno di 29.000 tra 2001 e 2018: si tratta di un patrimonio edilizio datato, realizzato negli anni dal 1946 al 1970, anni di produzione segnati da modelli caratterizzati da bassa qualità edilizia, tra l'altro in assenza di normativa anti-sismica; un patrimonio edilizio che nel 90 per cento ha ancora oggi una classe energetica misurabile tra F e G; il valore della produzione in Italia del settore delle costruzioni è rappresentato per il 74 per cento dagli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria del patrimonio edilizio e delle infrastrutture esistenti. Un fattore importante per la crescita degli investimenti nella riqualificazione del patrimonio immobiliare, considerando che viene stimato che ogni euro investito in costruzioni ne attiva altri 3,5 grazie alla lunga filiera che ne fa parte, è rappresentato dagli incentivi per l'efficienza energetica e sismica, che hanno svolto un'azione anticiclica rispetto alla forte crisi che ha interessato il mercato delle nuove costruzioni;

   gli obiettivi di efficientamento energetico si inquadrano in un contesto europeo che, con il cosiddetto Green Deal, auspica che gli Stati membri avviino una «ondata di ristrutturazioni» di edifici pubblici e privati, per motivi energetici e per dare impulso al settore dell'edilizia e sostenere le Pmi e i posti di lavoro; anche il Clean energy package, la direttiva (UE) 2018/844 (direttiva sul rendimento energetico nell'edilizia – Energy performance of buildings directive – EPBD) impone agli Stati membri l'adozione di una strategia di ristrutturazione a lungo termine degli edifici pubblici e privati per una trasformazione del parco immobiliare a energia quasi zero, in particolare mediante un aumento delle ristrutturazioni profonde;

   il Country report per l'Italia della Commissione europea di febbraio 2020 rileva, da un lato, che, per il nostro Paese, l'adattamento ai cambiamenti climatici e la prevenzione dei rischi idrogeologici e sismici continuino a rappresentare un problema e, dall'altro, che investire nella sostenibilità ambientale potrebbe rappresentare un'opportunità per la crescita e per l'occupazione;

   una delle priorità del Piano europeo per la ripresa e la resilienza dell'Unione europea, per far fronte ai danni economici e sociali causati dall'epidemia, è sostenere la transizione verde e promuovere una crescita sostenibile;

   l'indirizzo che si sta affermando a livello europeo e nazionale, pertanto, è basato su un forte legame tra rilancio economico e transizione ecologica, una strada che può portare a disegnare un futuro più sostenibile, anche con specifico riferimento al settore dell'edilizia, ed è quindi necessario continuare gli interventi di politica industriale ed ambientale per il settore;

   a poco più di un anno dall'istituzione del «Superbonus», e con le modifiche apportate per consentire la corretta attuazione della misura, la rilevanza strategica e l'impatto, non solo economico, di tale incentivo, è evidente: secondo il Centro studi del Consiglio nazionale degli ingegneri, gli interventi sugli immobili sono passati da circa 800 milioni di euro a marzo 2021 ad un impegno attuale di spesa di 7,5 miliardi di euro (settembre 2021), con la previsione di attestarsi a fine anno a 9 miliardi di euro: nonostante le difficoltà iniziali e la complessità di realizzare i lavori con il Superbonus, soprattutto nei condomini di maggiori dimensioni, la consistente crescita del numero di interventi e del valore degli investimenti testimonia una domanda potenziale ancora molto elevata, con effetti espansivi in termini di produzione e reddito e di occupazione nella filiera dell'edilizia, effetti di innovazione, di riorganizzazione e di riqualificazione della filiera dell'edilizia e dei servizi di ingegneria e architettura, la riqualificazione del patrimonio edilizio residenziale e di risanamento anche interno delle abitazioni con un sensibile abbattimento dell'inquinamento indoor e dei relativi costi sociali, diretti e indiretti;

   una spesa di poco superiore a 9 miliardi di euro può generare un livello di produzione aggiuntiva totale (all'interno della filiera delle costruzioni, nel comparto dei servizi di ingegneria e architettura, nei settori dell'indotto della filiera e in altri comparti) pari a 19,6 miliardi con una occupazione diretta di quasi 100.000 unità e indiretta per poco più 54.000 unità, per un totale di oltre 153.000 nuovi occupati; il successo di questa misura è determinato principalmente dalla possibilità di cedere il credito, ciò ha reso accessibile a tutti la riqualificazione del proprio immobile. Si rileva inoltre, che il «Superbonus» ha determinato una maggior consapevolezza dei cittadini sui temi dell'efficientamento energetico e del contrasto al cambiamento climatico e ha fatto da traino anche rispetto alle altre tipologie di interventi edilizi, quali il rifacimento delle facciate e le ristrutturazioni interne;

   secondo i dati Enea resi disponibili a fine settembre 2021 sugli investimenti di efficientamento energetico e sismico riferiti al Superbonus emerge che gli interventi ammessi a detrazione ammontano a circa 7,5 miliardi di euro; in totale è stato completato il 68,2 per cento dei lavori. Gli edifici condominiali hanno di fatto riguardato quasi il 50 per cento del valore economico degli interventi; le asseverazioni depositate per gli interventi su condomini ammessi a detrazioni hanno coinvolto solo lo 0,5 per cento dei condomini esistenti. Gli edifici unifamiliari sono quelli che hanno richiesto più incentivi, attivando circa 2,5 miliardi di euro di investimenti ammessi;

   purtroppo, l'attuale tempistica stringente di vigenza dei bonus per l'edilizia rischia di incrementare, in maniera preoccupante, le condizioni di insicurezza nei cantieri dell'edilizia. Un settore che già sconta tassi di incidentalità molto alti, con il tragico corollario di morti pari a un incidente mortale ogni tre giorni, tanto che già ad inizio ottobre 2021 si è superato il numero delle vittime sul lavoro di tutto il 2019. È di tutta evidenza che, anche solo indirettamente, non possano essere le stesse condizioni poste dal legislatore a rendere più pericoloso il lavoro nei cantieri edili e che sarebbe opportuno avere tempi più lunghi per il completamento, in sicurezza, degli interventi previsti dai bonus;

   la risoluzione sulla Nadef 2021 appena approvata dal Parlamento contiene l'impegno a prorogare i vari bonus edilizi, compreso il «superbonus», e il rinnovo dello sconto in fattura e della cedibilità del credito, con l'ipotesi di includere altre tipologie di edifici, al fine di garantire un patrimonio immobiliare energeticamente efficiente a prescindere dalle situazioni preesistenti e in termini assoluti, mediante la semplificazione dell'accesso e degli strumenti operativi e finanziari alla misura;

   il «superbonus» e gli altri incentivi fiscali per la riqualificazione edilizia, antisismica ed energetica possono inoltre rappresentare, potenzialmente, un utile modello di riferimento da considerare anche su scala più elevata per valutarne l'applicabilità, con i necessari adeguamenti, ad interventi più ampi di rigenerazione urbana, nella misura in cui forme di incentivazione possano rivelarsi utili a favorire un maggiore coinvolgimento di capitali privati nelle politiche di trasformazione urbana finalizzate alla transizione ecologica delle città e, in particolare, delle grandi aree metropolitane, anche alla luce degli investimenti al riguardo previsti nella missione 5 del Pnrr (ad esempio piani urbani integrati),

impegna il Governo:

1) a adottare ogni iniziativa, anche normativa, per continuare a favorire la riqualificazione del patrimonio edilizio esistente, accompagnando la transizione energetica e la messa in sicurezza sismica del Paese e rendendo sostenibili, omogenee, e possibilmente strutturali le politiche di intervento nel settore dell'edilizia, e in particolare iniziative volte a:

  a) prorogare tutti i bonus edilizi («superbonus», «sisma bonus», «bonus facciate», «bonus ristrutturazione», «eco bonus», «bonus verde» e «bonus mobili») per il 2023 per tutte le tipologie di abitazioni oggi consentite: condomini privati, case unifamiliari e plurifamiliari, edilizia residenziale pubblica e cooperative di abitazione a proprietà indivisa;

  b) garantire in ogni caso un'adeguata estensione temporale degli incentivi edilizi oggi vigenti, al fine di consentire agli interventi in corso, per tutte le tipologie di edifici coinvolti, di concludere i lavori e beneficiare pienamente delle misure di detrazione fiscale previste;

  c) prendere strutturale il meccanismo dello sconto in fattura e della cessione del credito;

  d) inserire il riferimento del preziario Dei ovvero dei preziari regionali, per tutti i «bonus» (facciate e ristrutturazione) che ad oggi non hanno massimali di riferimento;

  e) verificare periodicamente l'ammontare di risorse utilizzate attraverso il monitoraggio di tutti i bonus edilizi, e, attraverso l'analisi che Agenzia delle entrate ed Enea eseguono, ottenere lo stato degli interventi per quanto riguarda importi, tipologie di lavori, CO2 risparmiata, livelli di sicurezza antisismica ed efficienza energetica ottenuti sugli immobili oggetto di intervento;

  f) affidare ad Enea il compito di effettuare lo studio e l'aggiornamento, in accordo con l'evoluzione tecnologica, delle tecniche e dei materiali utilizzati ed ammessi alle agevolazioni, in particolare per quanto riguarda il processo di efficientamento energetico degli edifici e la ricerca di nuove soluzioni per installare il fotovoltaico anche nelle città storiche che ospitano grande parte del patrimonio immobiliare italiano che necessita di interventi di efficientamento energetico e di messa in sicurezza antisismica;

  g) prevedere l'accesso agli incentivi agli immobili residenziali detenuti dalle pubbliche amministrazioni per gli interventi di ristrutturazione, riqualificazione energetica e antisismica;

2) ad adottare una iniziativa normativa per il complessivo riordino del sistema degli incentivi edilizi che rappresenti anche l'occasione per una estensione delle logiche di incentivazione alle politiche e agli interventi di rigenerazione urbana, nell'ambito della quale:

   a) a partire dal 2024, si diano certezze di lungo periodo al comparto e si preveda un décalage degli incentivi già previsti;

   b) si preveda, a valere sulle risorse messe a disposizione dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (missione 5) e dal Piano nazionale complementare, l'introduzione in forma sperimentale di strumenti di incentivazione, anche di natura non fiscale, che, in coerenza con la logica sottesa agli incentivi già vigenti, mirino a promuovere operazioni di rigenerazione urbana di gruppi di edifici, aree dismesse e lotti interclusi, con particolare riferimento agli interventi di sostituzione edilizia, garantendo in tal modo un effetto moltiplicativo in termini di abbattimento dei consumi energetici e delle emissioni, maggiore sostenibilità urbana, ambientale e sociale e concorso agli obiettivi di contrasto alla crisi climatica.

Seduta del 22 novembre 2021

Intervento in discussione generale di Luca Sani