La Camera,
premesso che:
a novembre 2022 si è celebrato il 70mo anniversario del Parlamento europeo, un traguardo importantissimo per l'Unione europea e per il nostro Paese che nel 1952 era tra i sei Paesi fondatori;
una istituzione che ha contribuito a promuovere la democrazia, la pace, i diritti fondamentali, la stabilità economica e la crescita di questa macroarea geopolitica;
il Parlamento europeo è passato dai 78 rappresentanti nazionali del 1952 agli attuali 705 parlamentari eletti a suffragio universale diretto ed è uno degli organismi democratici più importanti in assoluto, nel panorama internazionale;
purtroppo anche questa istituzione è stata colpita da alcuni scandali nel tempo. L'ultimo è il cosiddetto «Qatargate», scoppiato nel dicembre 2022, che, per ora, coinvolge parlamentari ed ex parlamentari appartenenti al gruppo del PSE S&D;
sul Qatargate sono in corso le indagini della magistratura belga e da notizie di stampa si apprende del coinvolgimento di appartenenti ad altri gruppi del Parlamento europeo;
il PD e i suoi gruppi parlamentari a partire dalla delegazione presente presso il Parlamento europeo hanno immediatamente chiesto chiarezza e hanno supportato ogni iniziativa finalizzata a fare luce e a porre in essere le dovute contromisure;
è stato dato pieno appoggio da parte della delegazione italiana presente nel gruppo PSE S&D all'iniziativa assunta dalla Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, con la presentazione di un piano di 14 punti, per contrastare corruzione e ingerenze esterne;
come ha detto la Presidente Metsola, «le riforme mirano a rafforzare l'integrità, l'indipendenza e la responsabilità dei Parlamento, proteggendo nel contempo il libero mandato dei deputati»;
il Piano, in sintesi, prevede un periodo di «raffreddamento» per gli eurodeputati che intendono svolgere attività di lobbying nel Parlamento quando non saranno più in carica. Si intende rendere più chiare online tutte le informazioni relative all'integrità dei lavori parlamentari. Diviene obbligatoria l'iscrizione al Registro per la Trasparenza per qualsiasi evento con la partecipazione di rappresentanti di interessi al PE. Viene esteso l'obbligo a tutti i deputati, assistenti e altro personale, che hanno un ruolo attivo su una relazione o risoluzione, di dichiarare incontri programmati con rappresentanti diplomatici di Paesi terzi e con terzi rientranti nell'ambito dei registro per la trasparenza. Saranno ammesse deroghe specifiche. Divieto di gruppi di amicizia con Paesi terzi dove esistono già interlocutori parlamentari ufficiali e che potrebbero creare confusione. Tutte le persone di età superiore ai 18 anni che visitano il Parlamento europeo compileranno un nuovo registro degli ingressi (non si applica ai giornalisti e alle altre istituzioni dell'UE). Gli ex deputati e gli ex dipendenti riceveranno badge di accesso giornaliero. I relatori e i relatori ombra devono presentare una dichiarazione di conflitto di interessi alla segreteria della commissione competente una volta nominati. Si propone di aumentare e rendere più chiaro il livello di dettaglio richiesto nella dichiarazione degli interessi finanziari dei deputati, includendo maggiori informazioni sui lavori collaterali e sulle attività esterne dei deputati, prevedendo controlli per garantire la corretta applicazione delle regole. Il Parlamento europeo dovrà prevedere una formazione obbligatoria, per tutti gli assistenti parlamentari accreditati e per i funzionari, di «compliance» e «whistleblowing». Per evitare che le risoluzioni presentate in via di urgenza in materia di diritti umani possano essere nuovamente oggetto di indebite influenze esterne, la Conferenza dei presidenti, nei suoi compiti di programmazione dei lavori, dovrebbe accettare solo le richieste di trattazione urgente in plenaria provenienti da una commissione, previa discussione all'interno della stessa. Rafforzamento della cooperazione con le autorità nazionali per potenziare la lotta alla corruzione;
nel corso del dibattito in Aula presso la Camera dei deputati svoltosi in data 13 dicembre 2022 in merito alle Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei ministri, in vista della riunione del Consiglio europeo del 15 e 16 dicembre 2022, il segretario del PD onorevole Enrico Letta prendendo la parola ha testualmente affermato: «Le notizie di quelle inchieste raccontano qualcosa di scandaloso e di inaccettabile. È un danno gravissimo che quelle vicende fanno all'Europa e al cuore della sua democrazia; è un danno a tutti noi, è un danno ai nostri ideali ed è un danno all'Europa che amiamo...» aggiungendo, inoltre, «... le istituzioni reagiscano in modo inflessibile, la magistratura faccia fino in fondo il suo dovere. Quella lì non è la nostra Europa: è la più lontana possibile dai nostri ideali. Quella lì non è la nostra Europa, perché la nostra Europa è quella della purezza degli ideali e del coraggio della pratica giorno per giorno di David Sassoli. A quegli ideali e a quel coraggio abbiamo sempre fatto riferimento e continueranno a essere la nostra bussola»;
le parole appena richiamate hanno esplicitato sin da subito quale fosse la linea tenuta dal Partito Democratico ovvero quella di massimo rigore e di assoluta intransigenza verso comportamenti e responsabilità personali che hanno tradito i principi di appartenenza ai valori della sinistra, minando la credibilità della politica e delle istituzioni europee;
con una nota ufficiale della segreteria, sempre il 13 dicembre, il PD ha annunciato l'intenzione di costituirsi in giudizio in quanto «parte lesa»: ad avvalorare la richiesta di costituirsi parte lesa c'è proprio il tradimento valoriale che appartiene alla storia politica della comunità del PD in quanto i fenomeni corruttivi avrebbero avuto come oggetto questioni attinenti alla tutela dei diritti umani e dei diritti dei lavoratori sia in Qatar che ha ospitato un evento sportivo di richiamo mondiale e presso il quale non sono presenti sindacati e non sono state ratificate le convenzioni internazionali dell'OIL, sia in Marocco per le questioni riguardanti il popolo Saharawi;
l'Ue deve essere parte attiva a qualunque longitudine e latitudine del pianeta per promuovere avanzamento globale dei diritti di civiltà a partire proprio da quelli umani e del lavoro;
lo scandalo che ha travolto il Parlamento europeo ripropone la questione della disciplina del conflitto di interessi; un tema che riguarda direttamente il modo di essere e di funzionare della democrazia, della chiarezza delle regole, nonché della trasparenza dei comportamenti dei rappresentanti del popolo e dei membri dei Governi, oltre che ovviamente delle istituzioni europee;
la globalizzazione dei mercati, il peso crescente e spesso esorbitante della finanza, la potenza delle multinazionali, nonché la rivoluzione della Rete, hanno cambiato profondamente lo scenario nel quale deve agire il legislatore,
impegna il Governo:
1) ad operare affinché si eviti ogni forma di strumentalizzazione a fini politici di una indagine giudiziaria ancora in corso, onde impedire gravi danni alla credibilità e al decoro delle istituzioni democratiche europee, oltre che all'immagine dell'Italia, considerato che le contestazioni della magistratura inquirente riguardano unicamente comportamenti personali, la cui responsabilità penale, qualora definitivamente accertata, ricade unicamente su chi ha agito;
2) a favorire, nell'ambito delle proprie competenze, in ogni utile sede europea, l'adozione di misure più efficaci finalizzate a contrastare ogni forma di collusione, illecita o meno, tra interessi economici e politici, In violazione delle regole democratiche, tra cui in particolare quella della trasparenza, che devono ispirare le istituzioni, disciplinando, in particolare, il fenomeno delle «porte girevoli» tra politica e affari;
3) a sostenere, per quanto di competenza, le misure previste dal Piano presentato dalla Presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, al fine di disciplinare l'attività di rappresentanza degli interessi nei confronti della pubblica amministrazione.