20/02/2025
Giuseppe Provenzano
Porta, Braga, Amendola, Quartapelle Procopio, Boldrini, Iacono, Casu, Romeo, Fornario, Scotto, Marino, Andrea Rossi, Ghio, Malavasi, Prestipino, Toni Ricciardi, Bakkali, Sarracino, Pandolfo, Vaccari, Filippin, Orfini, Di Biase, Stumpo, De Maria, Fassino, Forattini, Graziano, De Luca, Tabacci, Manzi, Laus, Mauri, Roggiani, Berruto, Gianassi, Barbagallo, Stefanazzi, Peluffo, Gnassi, Girelli, Lai, De Micheli, Simiani, Gribaudo, Serracchiani, Cuperlo, Furfaro
1-00400

   La Camera,

   premesso che:

    la dittatura argentina, nel periodo 1976-1983, ha causato migliaia di vittime, tra cui molti italiani;

    già nel novembre del 1982 il console italiano di Buenos Aires, Giorgio Maria Baroncelli, presentò due denunce alla magistratura argentina: una per 45 desaparecidos nati in Italia e l'altra con una lista di 617 oriundi le cui famiglie avevano denunciato – nei diversi consolati argentini – la sparizione, tra cui molte donne incinte che successivamente hanno partorito e successivamente sono state uccise in prigione senza che si sapesse che fine avessero fatto i propri figli;

    nel 1983 il Presidente della Repubblica italiana, Sandro Pertini, chiese espressamente al Governo argentino notizia sui desaparecidos, manifestando il proprio sdegno al «Documento final» del presidente Reynaldo Benito Bignone;

    nel 1983 il Ministro della giustizia Clelio Darida aprì un procedimento penale presso la Procura della Repubblica di Roma sulla sorte degli italiani desaparecidos in Argentina;

    negli anni successivi alla caduta della dittatura in Argentina, i Presidenti della Repubblica italiana, Oscar Luigi Scàlfaro, Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano, hanno conferito l'Ordine al merito della Repubblica italiana alle principali personalità che hanno lottato per la difesa dei diritti umani in Argentina: Angela Boitano, presidente dell'associazione dei familiari dei desaparecidos, Vera Vigevani, della «madres de plaza de Mayo», Estela Barnes Carlotto, presidente delle «nonne di piazza di maggio», tutte e tre con cittadinanza italiana;

    dal 2009 l'associazione delle «nonne di piazza di maggio», in collaborazione con l'associazione «24 marzo onlus», ha creato un nodo italiano delle «rete per l'identità» che, in collaborazione con i consolati argentini di Roma e Milano, ha eseguito più di 65 test del DNA a giovani nati in Argentina e adottati da famiglie italiane che volevano appurare se fossero figli di desaparecidos;

    le «nonne di piazza di maggio» hanno ritrovato molti nipoti all'estero: in Spagna, Olanda, Regno Unito, Stati Uniti, Brasile, Uruguay, Paraguay e Cile;

    nei decenni successivi alla dittatura si sono svolti, presso il Tribunale di Roma, dei procedimenti penali riguardanti gli omicidi di nostri concittadini, che hanno dato luogo a sentenze esemplari confermate in Cassazione, come il processo Riveros del 2004, il processo contro gli ufficiali della caserma ESMA del 2009, il processo Condor del 2021;

    in questi procedimenti è stata inoltre accertata la nascita, nei centri clandestini di detenzione, rispettivamente di Ignacio Montoya Carlotto, nipote n. 114 di Estela Carlotto, nel processo del 2004, di Evelin Pegoraro (nipote n. 89), nel processo del 2009 e di Carlos Delia (nipote n. 131), nel processo del 2021;

    in tutti questi procedimenti, a partire dal 1998, la Presidenza del Consiglio dei ministri italiana, con i vari presidenti succedutisi e garantendo una linea di continuità istituzionale e diplomatica, attraverso l'Avvocatura dello Stato si è costituita sempre parte civile e a difesa dei cittadini italiani uccisi in Sud America;

    l'attuale Governo ha confermato tale orientamento nei processi in corso;

    nel 1988 gli onorevoli Ettore Masina, Raniero La Valle e Giancarla Codrignani, hanno presentato una interrogazione parlamentare su 76 bambini desaparecidos di origine italiana;

    la presidente dell'associazione delle «nonne di piazza di maggio», Estela Carlotto e il presidente della commissione diritti umani della Camera dei deputati argentina, Orazio Pietragalla Corti (esso stesso nipote n. 75 ritrovato dall'associazione) sono stati ascoltati, il 29 maggio 2012 dal Comitato permanente sui diritti umani della Commissione III Affari esteri e comunitari della Camera nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle violazioni dei diritti umani nel mondo;

    l'associazione delle «nonne di piazza di maggio» fino ad oggi ha individuato 139 figli di desaparecidos, di cui ben due solo tra dicembre 2024 e gennaio 2025 e che dimostrano l'importanza di disporre di organizzazioni specializzate e di sostenere le politiche sui diritti umani che hanno permesso di risolvere centinaia di casi simili;

    molti di questi figli di desaparecidos hanno la cittadinanza italiana, tra cui il nipote numero 133 ritrovato nel 2023, Daniel Santuccio, che ha ritrovato anche il padre ancora in vita e che vive in Italia con gli altri due figli e fratelli di Daniel;

    recentemente il governo argentino del presidente Milei ha depotenziato le strutture che si occupano della ricerca di questi bambini sottratti alle famiglie, della loro localizzazione e dell'identificazione attraverso test genetici;

    lo stesso governo argentino ha smantellato il «gruppo di rilevazione e analisi dei documenti» degli archivi delle Forze Armate e ha chiuso il «gruppo di lavoro sulla documentazione dell'intelligence» legata alle violazioni dei diritti umani, che ha operato nell'ex Agenzia federale dei servizi segreti;

    ha tagliato i finanziamenti e il personale della «banca nazionale di dati genetici»;

    ha definanziato i siti della memoria in tutto il Paese, interrompendo i lavori infrastrutturali, gli scavi archeologici e le attività di conservazione dei luoghi di prova giudiziaria;

    ha abrogato il decreto n. 715 del 2004 con cui il Presidente Néstor Kirchner aveva creato l'unità investigativa speciale (UEI) del conadi, dedicata alle indagini pregiudiziali e che ha operato per 20 anni gestendo un totale di 6.938 casi e risolvendone 2.468, deferendone il 25 per cento alla magistratura;

    tutto ciò ha ripercussioni sulle indagini amministrative e su quelle giudiziarie, poiché comporta un sovraccarico per le procure e i tribunali;

    ha tagliato pesantemente i finanziamenti pubblici per gli enti e istituzioni che si occupano della promozione e tutela dei diritti umani, tra cui l'associazione delle «nonne di piazza di maggio»;

    ha licenziato tutti i dipendenti del centro culturale Haroldo Conti a Buenos Aires, intitolato a uno dei più importanti scrittori e giornalisti argentini, arrestato e fatto sparire dopo essere stato sequestrato nel maggio del 1973. Lo spazio, nato nel 2008 come uno luogo per la diffusione e la promozione della cultura, dell'educazione e dei diritti umani e si trova nel luogo in cui la dittatura militare aveva dispiegato uno dei suoi più terribili centri clandestini di detenzione, tortura e sterminio: l'ESMA, la scuola di meccanica della Marina;

    il numero degli impiegati pubblici che si occupano della promozione e della tutela dei diritti umani, della memoria, della verità e della giustizia in Argentina, pilastri che sostengono la democrazia è stato ridotto drasticamente, licenziando 2.400 lavoratori ed eliminando il pagamento della metà degli stipendi di altri 2.000;

    questo contesto di precarietà e adattamento comporterà per il Conadi una riduzione del 67 per cento della sua forza lavoro,

impegna il Governo:

1) alla luce dei più recenti accadimenti suesposti e anche in ragione dei numerosi italiani o italo discendenti coinvolti nelle sparizioni degli anni della dittatura, a mettere in atto tutte le iniziative di competenza utili a far sì che il governo argentino riveda le scelte citate in premessa e continui il percorso storico di collaborazione istituzionale e diplomatica e di valorizzazione del lavoro di tutti gli enti che si occupano della promozione e della tutela dei diritti umani, della memoria, della verità e della giustizia;

2) a sollecitare le autorità di Buenos Aires sulla necessità di sostenere, in particolare, il lavoro della storica associazione delle «nonne di piazza di maggio» e a sostenere, anche con fondi dello Stato italiano, la ricerca di altri figli e nipoti italiani e italo-argentini;

3) a intraprendere, congiuntamente alle istituzioni europee, ogni iniziativa utile a livello diplomatico affinché possa essere consentita la prosecuzione efficace del lavoro più che quarantennale dell'associazione delle «nonne di piazza di maggio», di ricerca di figli e nipoti di cittadini europei;

4) ad assumere iniziative di competenza volte a vigilare affinché ai cittadini italiani e argentini residenti in Argentina sia consentito di esercitare liberamente ed efficacemente il proprio diritto alla ricerca della verità familiare;

5) a continuare nella preziosa opera di supporto – svolta dalle nostre rappresentanze diplomatiche in loco – a tutela della comunità italiana in Argentina e delle associazioni operanti in quel Paese nel campo della ricerca della memoria.