La Camera,
premesso che:
la componente aerea necessita di mezzi e risorse per poter garantire la difesa dello spazio aereo del Paese e per continuare ad assicurare il nostro contributo alla sicurezza e alla stabilità internazionale;
il conseguente programma per l'acquisizione di un velivolo multiruolo di quinta generazione, identificato nel caccia F35 della Lockheed Martin è molto impegnativo sia sul piano finanziario che industriale e per questa sua natura si sviluppa su tempi lunghi, oggetto di costante verifica e valutazione;
infatti, il programma si sviluppa in diverse fasi, da quella iniziale concettuale fino alle ultime che riguardano l'acquisto del sistema che avviene attraverso dei lotti, oggetto di specifici contratti;
l'Italia aderisce al programma JSF nel 1996, con il Ministro della difesa Andreatta, limitatamente alla fase iniziale «Concettuale dimostrativa», ratificata con la firma di un «Memorandum of Agreement» (MoA) in data 23 dicembre 1998;
essa conferma l'adesione al programma relativamente alla fase di «Sviluppo e Dimostrazione del sistema» nel giugno del 2002, approvandone la fase di acquisizione e di realizzazione dell'associata linea Faco di Cameri nel 2009;
attraverso una serie di relazioni diplomatiche ad alto livello l'Italia chiede con insistenza che almeno una parte del processo produttivo possa svolgersi nel nostro Paese e nel 2009 si decide per la costruzione di uno stabilimento a Cameri per l'assemblaggio di velivoli e nel momento in cui la Lockheed Martin da avvio alla fase produttiva l'Italia, si dichiara interessata all'acquisto indicativamente di 131 velivoli;
questo numero viene successivamente ridotto a 90 unità con una decisione presa dal Governo Monti;
si tratta di decisioni che attengono, comunque ad accordi internazionali, di cui viene informato il Parlamento;
sull'argomento si ricorda, tra l'altro, l'approvazione in aula Camera nel mese di settembre 2014 delle mozioni 1-00586 (On. Scanu ed altri), 1-00578 (On Causin ed altri), 1-00590 (On Cicchitto ed altri) e 1-00593 (On Brunetta ed altri);
dal momento dell'avvio della fase di produzione, fino a tutt'oggi, il programma Joint Strike Fighter è stato oggetto di richieste di modifiche, revisioni e aggiustamenti da parte di tutti i partner coinvolti, in primis dai committenti degli stessi Stati Uniti;
infatti nonostante gli F-35 siano già in servizio e abbiano condotto missioni operative, sia negli Stati Uniti che all'estero, il Dipartimento della difesa americano ha deciso di rinviare la produzione a pieno regime degli F-35 da ultimo prevista per la fine di quest'anno, al gennaio del 2021;
in questo quadro il nostro Paese è parte di un programma complesso, che si definisce con gradualità nei modi e nei tempi, affrontando sfide tecnologiche che comportano costi aggiuntivi e problemi di difficile individuazione preventiva, senza rinunciare alle proprie valutazioni autonome, sollevando quando necessario richieste in difesa dell'interesse nazionale che nel caso specifico è quello di un committente;
l'attuale fase si sviluppa attraverso una serie di ordinativi decisi per lotti successivi, per esigenze dei committenti ma anche della casa produttrice. Si tratta di decisioni che attengono, comunque ad accordi rinegoziabili senza incorrere in penali se non l'obbligazione che sorge alla stipula del singolo lotto;
al ruolo di partner di primo piano che garantisce lo stabilimento di Cameri realizzato a spese dell'Italia e utilizzato in regime di accordo con Lockheed Martin corrisponde una maggiore attenzione alle esigenze italiane anche in termini di ricadute industriali e livelli occupazionali che si concretizzeranno durante tutto il ciclo di vita del velivolo;
ad oggi risultano contrattualizzati 28 aerei ed un costo totale sostenuto per il programma fino ad ora di circa 7 miliardi di euro con la conclusione della fase iniziale denominata LRIP e l'inizio per il 2021 di una nuova fase a pieno rateo di produzione secondo il profilo di acquisizione c.d. 2017, comunicato all'Ufficio internazionale di programma nel mese di aprile 2017,
impegna il Governo:
1) a valutare le future fasi del programma, del quale l'Italia è parte, tenendo conto dei mutamenti del contesto geopolitico, delle nuove tecnologie che si stanno affacciando, dei costi che si profilano, degli impegni internazionali assunti dall'Italia, della tutela e delle opportunità dell'industria italiana del comparto difesa e dell'occupazione, al fine dell'accrescimento del know-how nazionale, dell'accesso alla tecnologia straniera e delle risorse disponibili;
2) a valutare, attraverso le unità già in forze presso i reparti operativi, la piena rispondenza dei velivoli ai requisiti tecnici, operativi e di sicurezza delle Forze armate;
3) a continuare nella valorizzazione degli investimenti già effettuati nella FACO (Final Assembly and Check Out) di Cameri e della sua competitività quale polo produttivo e logistico internazionale, allargando ulteriormente gli ambiti di cooperazione internazionale nel campo aerospaziale e della difesa al fine di massimizzare i ritorni economici, occupazionali e tecnologici;
4) a riferire periodicamente al Parlamento delle evoluzioni del programma.