04/11/2024
Marco Sarracino
Braga, Bonafè, Cuperlo, Fornaro, Mauri, Toni Ricciardi, De Maria, Amendola, Ascani, Casu, De Luca, Di Sanzo, Ferrari, Forattini, Furfaro, Ghio, Girelli, Gribaudo, Guerra, Iacono, Malavasi, Manzi, Marino, Morassut, Roggiani, Romeo. Vaccari, Serracchiani
1-00354

La Camera,

premesso che:

1) nel 2014, al fine di contrastare il declino demografico che caratterizza talune aree del Paese, creare nuove possibilità di reddito e assicurare accessibilità ai servizi essenziali, con riferimento prioritariamente ai servizi di cura, presa in carico della domanda di salute, di istruzione e mobilità, il Programma nazionale di riforma (Pnr) ha previsto una specifica politica place-based la Strategia nazionale aree interne (Snai);

2) dopo anni di assenza dal dibattito pubblico e dalle agende politiche, la Strategia nazionale aree interne collocava al centro di una politica pubblica gli enti locali caratterizzati da una significativa distanza dai principali centri di offerta di servizi di cittadinanza, penalizzati dalla tendenza alla concentrazione della parte più rilevante degli investimenti pubblici e privati in porzioni di territorio sempre più piccole;

3) l'incapacità di prefigurare percorsi di sviluppo per aree fragili che, però, coprono complessivamente il 60 per cento dell'intera superficie del territorio nazionale in cui vivono 13,5 milioni di abitanti (oltre il 22 per cento della popolazione) e che rappresentano, complessivamente, il 53 per cento dei comuni italiani, ha innescato processi di «svuotamento» di questi luoghi in termini di persone, servizi e attività produttive, in particolare nei settori del commercio e dell'agricoltura, determinando un vero e proprio processo di desertificazione sociale ed economica;

4) per capire la portata del fenomeno basti pensare che, negli ultimi 10 anni:

a) nel settore dell'istruzione sono state chiuse circa 1.200 sedi scolastiche (428 negli ultimi cinque anni), passando in termini assoluti da 41.483 a 40.321 e in base agli attuali criteri di «dimensionamento» altre 1.200 scuole cesseranno di esistere entro il prossimo quinquennio;

b) dal punto di vista dell'offerta culturale, nelle aree interne si trova meno del 20 per cento delle biblioteche esistenti, spesso con poche postazioni e con orari limitati a causa dei costi e della carenza di personale. Poche sono anche le sale cinema e con cartellonistica attiva nel corso dell'anno;

c) sulle attività commerciali, recentissimi studi condotti da Confesercenti e Confcommercio hanno rilevato una contrazione del numero di esercizi pari al 10 per cento nei comuni sotto i 15.000 abitanti e del 14 per cento nei piccoli borghi. Hanno inoltre chiuso circa 23.000 unità di attività di vicinato nelle aree interne come minimarket, edicole, macellerie, ferramenta, distributori di carburante e bar;

d) per quanto concerne i servizi gli sportelli bancari sono diminuiti del 20,7 per cento (-5.248);

e) il 49,6 per cento delle aree esposte al rischio sismico è collocata in un'area interna, i comuni periferici e ultraperiferici sono quelli maggiormente interessati da fenomeni franosi;

f) i fenomeni di spopolamento e desertificazione che interessano le aree interne incidono anche sulle periferie urbane e metropolitane, determinando un arretramento di questi luoghi in termini di condizioni di vita, fruibilità dei servizi e opportunità dei cittadini. Anche in quest'ottica risulta quindi fondamentale ridurre i divari territoriali;

5) la Strategia nazionale per le aree interne ha indicato la direzione del rilancio: un modello di sviluppo diverso, inclusivo e sostenibile, basato sulla «cura» dei luoghi. Nel primo ciclo di programmazione 2014-2020, sono stati finanziati 1.788 progetti che hanno interessato 1.077 comuni ricompresi in 72 aree distinte in base alla lontananza dai servizi essenziali in intermedie, periferiche e ultraperiferiche;

6) circa 390 milioni di euro dei 591 stanziati a valere sulle risorse del Fondo per l'attuazione delle politiche comunitarie sono stati destinati ad interventi in diversi settori di sviluppo locale (agricoltura, turismo, efficienza della pubblica amministrazione, gestione e riciclo dei rifiuti, energia e manutenzione). Nel settore della cura e dell'assistenza alla persona sono state introdotte figure professionali innovative, come gli infermieri di famiglia e le ostetriche di comunità e aperte strutture sanitarie per anziani e malati che necessitano di assistenza a lungo termine. Nel settore dell'istruzione sono stati ammodernati e riqualificati vecchi edifici, create nuove strutture scolastiche con tecnologie digitali avanzate e attivati programmi di apprendimento e offerte formative innovative. Nel settore dei trasporti sono stati avviati e sperimentati importanti progetti nello spirito di una mobilità sostenibile. Una quota specifica di risorse, assegnate e non utilizzate, pari a 20 milioni di euro per l'anno 2021 e di 40 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023 è stata infine destinata alla prevenzione degli incendi boschivi;

7) con il secondo ciclo di programmazione (2021-2027), con il quale sono state individuate ulteriori aree interne oltre che a riperimetrare alcune delle precedenti, la Strategia nazionale aree interne interesserà complessivamente 124 aree di progetto, coinvolgendo 1.904 comuni (di cui 35 nelle isole minori), in cui vivono 4.570.731 abitanti;

8) a sostegno delle aree interne ulteriori finanziamenti erano stati previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza approvato il 13 luglio 2021, stanziati in ragione dell'alto livello dei divari territoriali presenti non solo nel Mezzogiorno ma in tutto il territorio nazionale, in particolare per il potenziamento di servizi e infrastrutture sociali di comunità (725 milioni di euro) e per i servizi sanitari di prossimità territoriale (100 milioni di euro), nonché dal Piano nazionale complementare (300 milioni di euro) per il miglioramento dell'accessibilità e della sicurezza delle strade e dal Fondo di sostegno ai comuni marginali (646 milioni di euro dal 2020 al 2026);

9) con decreto ministeriale 12 ottobre 2021 sono stati assegnati i 300 milioni di euro previsti dal Piano nazionale per gli investimenti complementari che la legge di bilancio per il 2022 ha incrementato di 20 milioni di euro per l'anno 2023 e 30 milioni di euro per l'anno 2024. Con i decreti del Presidente del Consiglio dei ministri 24 settembre 2020, 30 settembre 2021 e 30 novembre 2021 sono stati ripartiti 526 milioni di euro del fondo di sostegno;

10) con l'insediamento dell'attuale Governo, il sub-investimento relativo al potenziamento servizi e infrastrutture sociali di comunità è stato espunto dal PNRR l'8 dicembre 2023 e rifinanziato per 500 milioni di euro dal decreto-legge n. 19 del 2024 fino al 2029, mentre sul sub-investimento per i servizi sanitari di prossimità territoriale risulterebbero essere stati spesi poco meno del 20 per cento delle risorse;

11) secondo l'Ufficio valutazione di impatto del Senato della Repubblica, nel suo primo ciclo, la Strategia nazionale aree interne si è dimostrata una strategia promettente nel favorire l'insediamento di nuove attività o la continuità di impianti che avrebbero chiuso senza gli interventi e i progetti finanziati, ma non significativa nella capacità di influenzare la struttura della popolazione;

12) dalle considerazioni dell'Ufficio valutazione di impatto si evince, al fine di contrastare lo spopolamento delle aree interne, la necessità di rafforzare politiche centrali che accompagnino in maniera complementare la Strategia nazionale aree interne in settori strategici come l'istruzione, la sanità, le reti infrastrutturali con la finalità di garantire gli stessi diritti e le medesime prestazioni ai cittadini su tutto il territorio nazionale. Una filosofia, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, esattamente opposta a quella delineata dalla legge n. 86 del 2024 in materia di attuazione dell'autonomia differenziata;

13) uno dei principali problemi del Paese è l'emigrazione di migliaia di giovani che ogni anno sono costretti ad abbandonare i luoghi in cui nascono, alla ricerca di lavoro e opportunità altrove. Fermare questo fenomeno deve rappresentare la principale priorità delle istituzioni del nostro Paese. Al tempo stesso è necessario prefigurare e rifinanziare strumenti per incentivarne il «rientro». Il «diritto a restare» non può essere messo in discussione così come va sostenuto il diritto a rientrare;

14) con il decreto-legge n. 124 del 2023 è stata istituita, a partire dal 1° gennaio 2024, la Zona economica speciale per il Mezzogiorno – «ZES unica» (che comprende i territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna e che ha sostituito le precedenti Zone economiche speciali frammentate in 8 diverse strutture amministrative) per la quale è previsto il riconoscimento di importanti agevolazioni finanziarie (sotto forma di credito d'imposta) per le imprese che qui si insediano, oltre che per le stesse rilevanti semplificazioni amministrative (con la cosiddetta autorizzazione unica), senza, tuttavia, prevedere alcuna maggiore intensità d'aiuto e/o forma di premialità per le imprese che risultano insediate nelle aree interne del Mezzogiorno, svantaggiate sul piano socio-economico e carenti di servizi ed infrastrutture, classificate dalla Strategia nazionale aree interne, rispetto a quelle più ricche ubicate nelle aree centrali e della fascia costiera;

15) con il medesimo decreto-legge n. 124 del 2023, che, al Capo III, articoli da 9 a 17, ha istituito la Zes, al Capo II, con l'articolo 7, ha confermato la validità della Strategia nazionale aree interne (Snai), tanto da istituire, come per la Zes, una Cabina di regia per lo sviluppo delle aree interne, organo collegiale presieduto dal Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR e composto da numerosi altri Ministri, con funzioni di indirizzo e di coordinamento per la promozione e lo sviluppo delle aree interne del Paese, con il compito di approvare un documento programmatico, denominato «Piano strategico nazionale delle aree interne» (Psnai), che individua gli ambiti di intervento e le priorità strategiche, con particolare riguardo ai settori dell'istruzione, della mobilità, ivi compresi il trasporto pubblico locale e le infrastrutture per la mobilità, e dei servizi socio-sanitari, cui destinare le risorse del bilancio dello Stato, disponibili allo scopo, tenendo conto delle previsioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e delle risorse europee destinate alle politiche di coesione;

16) è essenziale intervenire per rafforzare la resilienza climatica e meteorologica nelle aree interne. Il cambiamento climatico, sia in Italia che a livello globale, sta aumentando la frequenza e l'intensità degli eventi estremi, i quali non solo colpiscono le grandi città ma risultano particolarmente pericolosi per i piccoli centri già colpiti dallo spopolamento e spesso privi di adeguate misure di gestione del territorio e di allerta. Questo fenomeno può portare alla scomparsa dei centri più vulnerabili. Oltre alla tutela e salvaguardia del territorio, è necessario incentivare sistemi di monitoraggio meteo e allarmi efficaci, destinando risorse necessarie per la protezione di questi comuni e delle loro comunità,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative volte a favorire la crescita economica delle aree interne, utilizzando – come nuova strategia – la leva fiscale, attraverso l'introduzione di misure di fiscalità di vantaggio per le imprese, interpretando pienamente e correttamente la disciplina comunitaria, secondo cui la coesione economica, sociale e territoriale costituisce uno degli obiettivi fondamentali dell'Unione europea (articolo 3 del TUE), tenendo conto che, secondo l'articolo 174 del TFUE, l'Unione deve mirare a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo delle varie regioni e il ritardo delle regioni meno favorite o insulari;

2) ad adottare iniziative volte ad estendere, con adeguate risorse aggiuntive, ai nuovi investimenti effettuati nelle aree interne le agevolazioni previste a legislazione vigente per quelli realizzati nel Mezzogiorno;

3) ad adottare iniziative volte a riconoscere, nell'ambito dello stesso Mezzogiorno, maggiori intensità d'aiuto e un sistema di premialità, anche per favorire il ricambio generazionale, per quelle imprese che si insediano nelle aree interne, svantaggiate sul piano socio-economico e carenti di servizi ed infrastrutture, classificate dalla Strategia nazionale aree interne, nonché a quelle classificate come piccole imprese e microimprese;

4) ad adottare iniziative normative volte ad incentivare, con ulteriori e opportune agevolazioni, la fusione dei comuni la cui popolazione sia inferiore a 5.000 abitanti;

5) ad adottare iniziative di competenza volte a prevedere incentivi economici e di carriera, nonché soluzioni abitative per il personale scolastico, per il personale sanitario dei presidi periferici e per i medici di famiglia che coprono gli ambulatori anche per il servizio di guardia medica delle zone scoperte;

6) ad adottare iniziative normative volte a modificare le disposizioni relative a ruoli e funzioni degli ospedali di area disagiata, con particolare attenzione alle urgenze e alle aree di elisoccorso, garantendo, per le patologie tempo dipendenti, che sono la principale causa di morte e di invalidità permanente in soggetti al di sotto dei 40 anni, un tempo di intervento non superiore alla cosiddetta «golden hour»;

7) ad adottare iniziative di competenza volte a garantire un adeguato sostegno alla non autosufficienza con rafforzamento dei servizi integrati socio sanitari puntando sulla domiciliarità;

8) ad adottare iniziative normative volte a cambiare le disposizioni vigenti in materia di dimensionamento scolastico per evitare la chiusura delle scuole e garantire il diritto all'istruzione nelle aree interne così come i servizi anche di trasporto, per gli alunni e studenti con disabilità;

9) a prevedere un piano di investimento pluriennale a sostegno delle biblioteche pubbliche e delle strutture che promuovono cultura;

10) ad adottare iniziative di competenza volte ad incrementare il finanziamento del fondo di sostegno ai comuni marginali per sostenere le attività artigianali e commerciali di prossimità nei comuni delle aree interne e stanziare risorse anche oltre il 2026;

11) a scongiurare, per quanto di competenza, il rischio che la privatizzazione di Poste Italiane limiti la diffusione degli sportelli postali su tutto il territorio, ad attivare una interlocuzione con Abi per fermare la desertificazione degli sportelli bancari e garantire la presenza di punti Atm e a garantire, per quanto di competenza, la presenza sul territorio con punti di prossimità comprensoriali di enti pubblici come Inps, Inail e Agenzie delle entrate;

12) ad impedire il paradosso di avere zone coperte dalla fibra grazie ai fondi del PNRR ma irraggiungibili dal segnale di telefonia mobile, perché considerate non economicamente vantaggiose dai gestori;

13) a prevedere adeguate risorse per il finanziamento di un nuovo piano di sostegno alle province ed ai comuni per la manutenzione ordinaria e straordinaria della viabilità, in particolare per quella rurale;

14) a prevedere un piano straordinario di riuso e rigenerazione del patrimonio edilizio pubblico privato;

15) ad aumentare le risorse destinate al trasporto pubblico locale e incentivare nuove modalità più flessibili ed efficaci, come il cosiddetto trasporto a chiamata, già utilizzato in varie aree periferiche e montane nonché a garantire collegamenti con aeroporti e alta velocità incentivando la gratuità dei servizi di trasporto pubblico locale per studenti e lavoratori residenti nelle aree interne;

16) ad adottare iniziative di competenza per finanziare un piano straordinario per il rafforzamento e la formazione degli organici degli enti locali situati nelle aree interne e periferiche per consentire la migliore erogazione di servizi e intercettare efficacemente risorse e finanziamenti;

17) ad adottare iniziative volte ad incentivare, anche a livello europeo attraverso agevolazioni fiscali, le aziende che favoriscono il lavoro agile nelle aree interne e a sostenere la realizzazione di postazioni di coworking;

18) a prevedere misure specifiche per incentivare la costituzione di comunità energetiche nelle aree interne;

19) ad adottare iniziative volte a riconoscere indennità compensative a favore dei comuni nel cui territorio vi sono servizi ecosistemici e ambientali di cui all'articolo 70 della legge 28 dicembre 2015, n. 221, che permettono il mantenimento della qualità della vita in altri territori;

20) ad adottare iniziative normative volte ad escludere dal versamento della quota dell'imposta municipale propria al fondo di solidarietà di cui all'articolo 1, comma 380, della legge 24 dicembre 2012, n. 228, i comuni delle zone montane con popolazione fino a 3.000 abitanti;

21) a promuovere investimenti coordinati per il contrasto al dissesto idrogeologico, per la manutenzione idraulico forestale, per la pulizia di alvei e canali, per la piantumazione di alberi e la lotta agli incendi nelle aree interne;

22) a prevedere un piano straordinario per la forestazione e la manutenzione idraulico-forestale delle aree interne, anche ricorrendo all'aumento delle giornate lavorative dei lavoratori impiegati a livello regionale;

23) ad incentivare l'adozione di sistemi di monitoraggio meteorologico e di diffusione di allerte meteo efficaci nelle aree interne, al fine di aumentare la resilienza dei piccoli centri agli eventi climatici estremi e proteggere le comunità locali da rischi crescenti legati al cambiamento climatico.

 (Nuova formulazione)

Sedeuta dell'11 novembre 2024

Interventi in discussione generale di Andrea De Maria, Gian Antonio Girelli e Toni Ricciardi

Seduta del 12 novembre 2024

Dichiarazione di voto di Marco Sarracino