La Camera,
premesso che:
l'influenza è un problema di sanità pubblica con un considerevole impatto dal punto di vista epidemiologico, clinico ed economico. Ciò è riconducibile a più fattori: l'ubiquità e la contagiosità della malattia, la variabilità antigenica dei virus, l'andamento epidemico (e periodicamente pandemico) e stagionale, la possibilità di complicanze gravi in alcune categorie di soggetti (bambini con malattie croniche, anziani, persone con comorbidità e malattie croniche), i costi di gestione in caso di complicanze e i costi sociali (giorni lavorativi persi, perdita di produttività e altro);
l'influenza è una malattia respiratoria acuta causata da virus influenzali. È una malattia stagionale che, nell'emisfero occidentale, si presenta durante il periodo invernale. Il primo isolamento nell'uomo risale al 1933 in Inghilterra (ma in precedenza erano già stati isolati virus influenzali sia nei polli che nei suini). Da allora, ne sono stati identificati quattro tipi differenti, tutti appartenenti alla famiglia Orthomixoviridae: i tipi A e i B, responsabili della sintomatologia influenzale classica; il tipo C, di scarsa rilevanza clinica (generalmente asintomatico); il tipo D, la cui possibilità di infettare l'uomo non è ancora chiara. I virus dell'influenza A sono ulteriormente suddivisi in sottotipi sulla base di differenze molecolari nelle due glicoproteine di superficie emoagglutinina (HA) e neuraminidasi (NA);
la frequenza con cui insorgono casi di influenza, pur essendo assai diversa da stagione a stagione, si aggira mediamente in Italia intorno al 9 per cento (range: 4-15 per cento) della popolazione generale, ogni anno, mentre nella fascia d'età 0-14 anni, che è quella più colpita, l'incidenza, mediamente, è pari a circa il 26 per cento (12-40 per cento);
l'influenza è contraddistinta da un repentino manifestarsi di sintomi generali e respiratori, dopo un'incubazione in genere abbastanza breve (circa 1-2 giorni) e che durano solitamente per 3-4 giorni, potendo tuttavia prolungarsi per una/due settimane: febbre, che si manifesta bruscamente, accompagnata da brividi, dolori ossei e muscolari, mal di testa, grave malessere generale, astenia, mialgia, mal di gola, raffreddore, tosse non catarrale e congiuntivite;
la vera sindrome influenzale è caratterizzata dalla febbre, da sintomi delle vie respiratorie, che sono sempre interessate, e da manifestazioni generali, a carico dell'intero organismo. In particolare, la febbre si presenta improvvisamente ed è in genere alta superiore ai 38°C, nei bambini con puntate anche fino a 39-40°C, accompagnata da tosse (di solito secca), dolori ossei e muscolari diffusi, mal di testa, grave malessere (spossatezza), mal di gola e naso che cola. La tosse può essere grave e molto fastidiosa, può durare 2 o più settimane. Possono essere presenti altri sintomi come fotofobia (eccessiva sensibilità e intolleranza alla luce) e inappetenza. Non sono comuni sintomi a carico del tratto gastrointestinale, quali nausea, vomito, diarrea, poiché di solito sono provocati da virus simil-influenzali, ma possono presentarsi soprattutto nei bambini;
la diagnosi di influenza si basa comunemente sui sintomi clinici, ma la certezza può essere raggiunta solo con l'isolamento del virus influenzale che, però, non viene effettuato se non nell'ambito di studi scientifici;
la maggior parte delle persone guarisce entro una settimana senza richiedere particolari cure mediche e nel soggetto sano l'influenza raramente dà luogo a complicazioni. Tuttavia, in alcuni casi possono verificarsi complicanze gravi o la morte nelle persone ad alto rischio, fra cui: donne in gravidanza, bambini fra i 6 mesi e i 5 anni, anziani, pazienti con malattie croniche o sottoposti a terapie che indeboliscono il sistema immunitario, obesi gravi, personale sanitario;
la complicanza più comune è la sovrapposizione di un'infezione batterica a carico dell'apparato respiratorio (che può quindi portare a bronchite, ed aggravarsi fino a sviluppare una polmonite) e dell'orecchio (otite, sinusite, soprattutto nei bambini), ma anche complicanze a carico dell'apparato cardiovascolare (miocardite) e del sistema nervoso, oltre che l'aggravamento di malattie preesistenti. Più della metà dei casi complicati si registrano nei soggetti di età superiore ai 65 anni;
nel caso in cui si contragga durante la gravidanza, può insorgere un travaglio prematuro (prima della 37° settimana di gravidanza), o un basso peso alla nascita del bambino. Occasionalmente può causare aborto spontaneo o parto prematuro;
vaccinarsi permette di prevenire e combattere l'influenza, sia perché aumenta notevolmente la probabilità di non contrarre la malattia sia perché, in caso di sviluppo di sintomi influenzali, questi sono molto meno gravi e, generalmente, non seguiti da ulteriori complicanze. Inoltre, la vaccinazione antinfluenzale rappresenta un'importante misura di protezione non solo per sé stessi ma anche per chi ci sta intorno, riduce la probabilità di complicanze e riduce il carico dell'assistenza sanitaria (pronto soccorso, ambulatori medici), nei periodi di maggiore affluenza;
il vaccino antinfluenzale è indicato per la protezione di tutti i soggetti che non abbiano specifiche controindicazioni alla sua somministrazione. In particolare, la vaccinazione è fortemente raccomandata ed effettuata gratuitamente dal medico curante o dal centro vaccinale della Asl in particolari condizioni quali: alle persone di età pari o superiore a 60 anni e a coloro che sono in stretto contatto con anziani, a tutte le persone a rischio di complicazioni che hanno patologie croniche, le donne al secondo e terzo trimestre di gravidanza e il personale sanitario;
il periodo più indicato per vaccinarsi va da metà ottobre a fine dicembre e l'immunità indotta dal vaccino inizia circa due settimane dopo la somministrazione e declina nell'arco di 6-8 mesi e, quindi, si potrebbe rischiare di essere solo parzialmente protetti nel periodo più rischioso (ottobre-febbraio). Per questi motivi e anche perché i virus influenzali possono variare da stagione a stagione, è necessario vaccinarsi ad ogni inizio di stagione influenzale;
secondo l'ultimo rapporto, pubblicato l'8 maggio 2020 da InfluNet, sistema di sorveglianza che si basa su una rete di medici sentinella costituita da medici di medicina generale (Mmg) e di pediatri di libera scelta (Pls), reclutati dalle regioni, che segnalano i casi di sindrome simil influenzale (Ili) osservati tra i loro assistiti con cui è terminata per la stagione 2019-2020 la sorveglianza epidemiologica delle sindromi influenzali a cura dell'Istituto superiore di sanità (Iss), quest'anno l'influenza ha contagiato in Italia 7,6 milioni di persone in Italia;
secondo i dati forniti da FluNews-Italia i casi gravi alla 9a settimana della sorveglianza erano 169 di cui 35 deceduti, la mortalità totale durante la 17a settimana del 2020 (indicatore ricavato dal sistema di sorveglianza della mortalità giornaliera (Sismg), basato sulla rilevazione in 19 città campione italiane che raccolgono quotidianamente il numero di decessi per gli ultra65enni per tutte le cause, non solo per influenza. Tale numero viene confrontato con quello atteso costituito dalla media dei decessi registrati nei cinque anni precedenti) quindi non solo influenzale è stata superiore al dato atteso, con una media giornaliera di 255 decessi rispetto ai 191 attesi;
secondo InfluWeb durante la 15a settimana del 2020, circa il 66 per cento dei casi di sindrome simil-influenzale riferisce di non essere stato visitato da un medico del servizio sanitario nazionale ma di aver avuto una sindrome simil-influenzale e, secondo InfluNet-Epi nella 17a settimana del 2020 l'incidenza totale è pari a circa il 0,42 casi per mille assistiti, mentre per InfluNet-Vir, durante l'ultima settimana di sorveglianza dell'influenza (settimana 17/2020) per la stagione 2019/2020, nessun campione è risultato positivo all'influenza. Nel complesso, dall'inizio della stagione ad oggi, i ceppi di tipo A hanno rappresentato la maggioranza (67 per cento), con prevalenza del sottotipo A(H3N2) (60 per cento dei ceppi A sottotipizzati);
Oms Europa ed Ecdc hanno evidenziato un calo delle coperture vaccinali contro l'influenza tra i gruppi ad alto rischio, in grado di compromettere la possibilità di proteggere la popolazione durante le epidemie stagionali o un'eventuale futura pandemia;
da uno studio effettuato in 49 dei 53 Stati membri emerge che in circa la metà dei Paesi oggetto dell'analisi è vaccinato meno di un terzo degli anziani e che in quasi tutti non è stato raggiunto l'obiettivo minimo di copertura del 75 per cento (mentre per una copertura ottimale tale percentuale dovrebbe salire fino al 95 per cento) nelle categorie per cui la vaccinazione è raccomandata e, poiché la vaccinazione è la misura più efficace per prevenire le forme gravi e complicate di influenza, l'Oms Europa e l'Ecdc sollecitano azioni mirate a incrementare le coperture;
alla luce di tale situazione, ogni anno il Ministero della salute predispone una circolare contenente indicazioni per la prevenzione e il controllo dell'influenza stagionale: sorveglianza epidemiologica e virologica, prevenzione dell'influenza attraverso la vaccinazione e le misure di igiene e protezione individuale. Nella circolare sono indicate anche le categorie di persone per le quali è raccomandata e offerta gratuitamente la vaccinazione;
se si considerano le coperture vaccinali della stagione 2018/2019, aggiornate al 15 luglio 2019, si evince che la copertura rispetto alla popolazione generale è stata pari a 15,8 per cento (stabile rispetto alla stagione precedente che era 15,3 per cento) ma con una riduzione rispetto al 19,6 per cento degli anni 2009/2010, mentre se si considera la popolazione sopra i 65 anni di età la copertura sale di media al 53,1 per cento (dati 2018-2019) con punte massime oltre il 60 per cento in Basilicata, Umbria e Campania e punte minime sotto la soglia del 50 per cento in ben 4 regioni Piemonte, Lombardia, Valle d'Aosta, Sardegna più la provincia autonoma di Bolzano;
secondo uno studio della società italiana di pneumologia la spesa diretta ed indiretta a carico dello Stato e delle famiglie è stimata in circa 10,7 miliardi di cui 8,6 miliardi di euro a carico delle famiglie e 2,1 miliardi allo Stato;
secondo l'accordo Stato regioni del 1° agosto 2019 «Prevenzione e controllo dell'influenza: raccomandazioni per la stagione 2019-2020» è necessario raggiungere coperture elevate nei gruppi di popolazione target della vaccinazione, in particolare nei soggetti ad alto rischio di tutte le età e le regioni, per assicurare che la copertura vaccinale sia più alta possibile, con il coinvolgimento dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta che devono attivare, nei confronti delle persone idonee alla vaccinazione azioni di offerta attiva di provata efficacia. Si richiede, inoltre lo svolgimento di iniziative volte a promuovere fortemente la vaccinazione antinfluenzale di tutti gli operatori sanitari, in tutte le occasioni possibili, di comunicare i benefici del vaccino tra tutti i gruppi raccomandati e di renderla accessibile il più facilmente possibile;
l'Oms – in un documento del 7 marzo 2020 «Coronavirus disease2019 (COVID-19) Situation Report – 46–» mettendo a confronto il virus dell'influenza con quello del COVID-19 fornisce chiarimenti sulle differenze tra i due virus, precisando che, seppur appartenenti a tipologie differenti, essi si manifestano con sintomi a carico dell'apparato respiratorio assai simili e con una medesima modalità di trasmissione;
lo stesso Ministero della salute ha evidenziato che nella prossima stagione influenzale 2020/2021, non è esclusa una co-circolazione di virus influenzali e SARS-CoV-2; pertanto, si rende necessario ribadire l'importanza della vaccinazione antinfluenzale, in particolare nei soggetti ad alto rischio di tutte le età, per semplificare la diagnosi e la gestione dei casi sospetti, dati i sintomi simili tra Coronavirus e l'influenza. Vaccinando contro l'influenza, inoltre, si riducono le complicanze da influenza nei soggetti a rischio e gli accessi al pronto soccorso;
a tale proposito, il Ministro della salute raccomanda di «rafforzare la partecipazione alla sorveglianza virologica da parte dei MMG e PLS partecipanti alla sorveglianza epidemiologica di tutte le regioni» al fine di «stimare l'impatto dell'influenza confermata e l'efficacia vaccinale sul campo dei vaccini antinfluenzali, nei soggetti di tutte le età non ospedalizzati» ed invita le regioni ad attivarsi per «lo svolgimento di iniziative volte a promuovere fortemente la vaccinazione antinfluenzale di tutti gli operatori sanitari, in tutte le occasioni possibili» nonché ad avviare le gare per l'approvvigionamento dei vaccini antinfluenzali entro il mese di maggio sulla base di stime effettuate sulla reale popolazione eleggibile e non sulle coperture delle stagioni precedenti;
si stima che ogni anno in Italia vi siano mediamente 8000 decessi per influenza e le sue complicanze;
secondo il rapporto congiunto Istat e Iss – Istituto superiore di sanità – pubblicato il 4 maggio relativo all'impatto dell'epidemia da Covid-19 sulla mortalità della popolazione residente nel primo trimestre 2020 e riguardante 6.866 comuni (87 per cento dei 7.904 complessivi) i casi mortali di Covid sono stati 14.324, decessi registrati al 31 marzo in persone diagnosticate con Covid-19 e, considerando il mese di marzo, si osserva a livello medio nazionale una crescita del 49,4 per cento dei decessi per il complesso delle cause. Se si assume come riferimento il periodo che va dal primo decesso Covid-19 riportato al sistema di sorveglianza integrata (20 febbraio) fino al 31 marzo, i decessi passano da 65.592 (media periodo 2015-2019) a 90.946, nel 2020. L'eccesso dei decessi è di 25.354 unità, di questi il 54 per cento è costituito dai morti diagnosticati Covid-19 (13.710);
a causa della forte concentrazione del fenomeno in alcune aree del Paese, i dati riferiti a livello medio nazionale «appiattiscono» la dimensione dell'impatto della epidemia di Covid-19 sulla mortalità totale; il 91 per cento dell'eccesso di mortalità riscontrato a livello medio nazionale nel mese di marzo 2020 si concentra nelle aree ad alta diffusione dell'epidemia: 3.271 comuni, 37 province del Nord più Pesaro e Urbino. Nell'insieme di queste province, i decessi per il complesso delle cause sono più che raddoppiati rispetto alla media 2015-2019 del mese di marzo. Se si considera il periodo dal 20 febbraio al 31 marzo, i decessi sono passati da 26.218 a 49.351 (+ 23,133); poco più della metà di questo aumento (52 per cento) è costituita dai morti riportati al Sistema di sorveglianza integrata Covid-19 (12.156). All'interno di questo raggruppamento le province più colpite dall'epidemia hanno pagato un prezzo altissimo in vite umane, con incrementi percentuali dei decessi nel mese di marzo 2020, rispetto al marzo 2015-2019, a tre cifre: Bergamo (568 per cento), Cremona (391 per cento), Lodi (371 per cento), Brescia (291 per cento), Piacenza (264 per cento), Parma (208 per cento), Lecco (174 per cento), Pavia (133 per cento), Mantova (122 per cento), Pesaro e Urbino (120 per cento);
confrontando i decessi, totali e Covid-19, del 2020 con i decessi per causa del mese di marzo 2017 si nota che, fin dall'inizio di marzo, nelle aree ad alta diffusione dell'epidemia, il numero di morti di Covid-19 con diagnosi confermata è superiore a quello registrato nel 2017 per altre malattie come il diabete, le demenze e la malattia di Alzheimer. A metà dello stesso mese il numero di morti Covid-19 supera i decessi causati dall'insieme delle malattie respiratorie e dei tumori; in poco più di venti giorni i decessi quotidiani riportati alla sorveglianza integrata Covid-19 arrivano a sorpassare il numero giornaliero di morti per tutte le cause del mese di marzo 2017. L'analisi di tutte le cause di morte del 2020 consentirà di valutare quanto l'eccesso di mortalità osservata nel 2020 sia attribuibile anche ai decessi di persone non sottoposte al test ma certificate dai medici sulla base di una diagnosi clinica di Covid-19 (che al momento non sono conteggiate nella sorveglianza) e quanto agli effetti indiretti correlati o non all'epidemia;
alla luce di questi dati diventa importante all'arrivo del prossimo autunno, quando il virus dell'influenza e quello del Covid-19 saranno entrambi presenti arrivare ad avere una copertura vaccinale contro l'influenza con percentuali più ampie rispetto a quelle attuali, specialmente tra i soggetti a rischio, non solo per proteggere le persone dal rischio di sviluppare forme gravi di influenza, riducendo così il rischio di esposizione alle complicanze del virus influenzale ma anche per facilitare la distinzione tra influenza e Covid-19, al fine di poter immediatamente individuare i possibili casi Covid per una loro rapida presa in carico ed evitare in ultima analisi un sovraccarico del sistema sanitario nazionale con un impatto benefico sulla salute di cittadini ed operatori sanitari,
impegna il Governo:
1) ad assumere iniziative opportune mediante specifici atti di indirizzo, affinché le regioni e le province autonome, nell'ambito delle rispettive competenze, assicurino, anche attraverso una disciplina omogenea, l'approvvigionamento dei vaccini antiinfluenzali, per medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e per le farmacie al fine di iniziare la campagna vaccinale in tempi utili e per assicurare la possibilità di raggiungere gli obiettivi di copertura vaccinale indicati all'impegno successivo;
2) ad intraprendere tutte le iniziative di competenza necessarie affinché sia effettivamente garantito in ogni regione italiana, attraverso l'intesa in Conferenza Stato-regioni, il possibile raggiungimento in concreto degli obbiettivi di copertura vaccinale antinfluenzale indicati dall'Oms e dal piano nazionale vaccinale 2017-2019 pari al 75 per cento come obbiettivo minimo perseguibile e il 95 per cento come copertura ottimale nell'ambito di ogni singola categoria a rischio;
3) a valorizzare l'offerta attiva tramite medici di medicina generale e pediatri di libera scelta come strumento essenziale per il raggiungimento del maggior reclutamento degli assistiti delle categorie a rischio, valorizzando il loro operato, promuovendone fortemente l'attivazione per la realizzazione degli obiettivi di copertura vaccinali indicati al precedente impegno, implementando i sistemi di sorveglianza per testare l'incidenza dell'influenza sulla popolazione;
4) ad assumere le iniziative necessarie a promuovere la copertura vaccinale di tutta la popolazione accolta nelle Residenze sanitarie assistite e nei servizi residenziali e semiresidenziali per persone con disabilità, nonché di tutto il personale di tali strutture e servizi che possa venire a contatto con la predetta popolazione, salvo i casi in cui vi sia controindicazione alla vaccinazione;
5) a valutare l'opportunità di adottare iniziative per estendere la gratuità della profilassi vaccinale con l'inserimento nei livelli essenziali di assistenza per l'anno 2020 in relazione alle preoccupazioni della concomitanza di una recrudescenza dell'epidemia da Covid-19 con l'epidemia influenzale;
6) a raccomandare fortemente alle aziende sanitarie locali e alle aziende ospedaliere ed ai servizi o strutture accreditate, convenzionate e contrattualizzate l'obiettivo del 95 per cento di copertura vaccinale della popolazione che vi opera, richiedendo ad esse la forte attivazione per la realizzazione di tale obiettivo, nonché anche coinvolgendo gli ordini professionali rispetto agli obblighi deontologici, al fine di individuare le misure necessarie per il raggiungimento di tale obiettivo;
7) a promuovere, nel rispetto dell'autonomia regionale, il rafforzamento degli standard organizzativi e strutturali dei centri e dei servizi preposti alle vaccinazioni, implementandone gli organici, anche rafforzando forme di collaborazione attiva con la rete della medicina territoriale, al fine di individuare nuovi spazi e ambienti per la pratica vaccinale antinfluenzale;
8) tenuto conto dei rischi connessi ad un'eventuale concomitanza di una recrudescenza dell'epidemia da Covid-19 con l'epidemia influenzale, ad assumere iniziative, nell'ambito dell'attuale contesto emergenziale, finalizzate a garantire alle farmacie un'adeguata disponibilità dei vaccini antinfluenzali, ampliandone la dotazione, al fine di consentire l'aumento della copertura vaccinale antinfluenzale sulla base dell'andamento della campagna vaccinale in corso;
9) ad adottare iniziative volte a sostenere la ricerca clinica, scientifica e farmacologica con adeguati processi autorizzativi e risorse finanziarie;
10) ad assicurare una tempestiva e completa informazione sullo stato della copertura vaccinale, mediante pubblicazione sul sito istituzionale del Ministero della salute dei dati epidemiologici, e sull'impatto sanitario ed economico della patologia influenzale, nonché a presentare al Parlamento una relazione con cadenza annuale sullo stato della copertura vaccinale e sul l'impatto sanitario ed economico della patologia influenzale.
Seduta del 22 settembre 2020
Intervento in discussione generale di Elena Carnevali
Seduta del 23 settembre 2020
Dichiarazione di voto di Elena Carnevali