13/06/2022
Elena Carnevali
Lorenzin, Siani, De Filippo, Ianaro, Rizzo Nervo, Pini, Lepri
1-00663

La Camera,

   premesso che:

    secondo le ultime statistiche pubblicate sul sito web del Parlamento europeo nella sezione attualità, nel 2020, all'interno dell'Unione europea, sono state circa 3 milioni le persone ad aver ricevuto una diagnosi di tumore e per 1,27 milioni inclusi 6000 tra bambini e giovani è stata causa decesso;

    in Europa, i tumori costituiscono la seconda causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e, tuttavia, grazie a trattamenti innovativi e ad un migliore accesso alle cure, oggi sono molti i cittadini europei che riescono vivere più a lungo a seguito di tale diagnosi;

    durante la pandemia di COVID-19 che ha colpito l'Europa in questi ultimi due anni si stima che 100 milioni di test di screening non siano stati effettuati e che un milione di casi di cancro non siano stati diagnosticati, mentre un paziente oncologico su 100 non ha ricevuto in tempo il trattamento chirurgico o chemioterapico di cui aveva bisogno;

    nella sua lotta contro i tumori, l'Unione europea, oltre a integrare gli sforzi degli Stati membri rafforzando la cooperazione e lo scambio di informazioni, adottando leggi in materia dei fattori di rischio (quali tabacco, sostanze cancerogene o pesticidi) e lanciando campagne di sensibilizzazione, ha istituito nel 2020 la commissione speciale sulla lotta contro il cancro (Beca) la cui relazione finale e le sue raccomandazioni sono state approvate nel corso della sessione plenaria del febbraio 2022;

    tali raccomandazioni inserite nella Risoluzione del Parlamento europeo del 16 febbraio 2022 su rafforzare l'Europa nella lotta contro il cancro – Verso una strategia globale e coordinata (2020/2267(INI)) prevedono i seguenti campi di azione:

     a) prevenzione oncologica in tutte le politiche europee:

      1. programmi di screening e diagnosi del cancro inclusivi;

      2. parità di accesso alle cure oncologiche: verso cure della massima qualità;

      3. parità di accesso alle cure e ai medicinali oncologici nell'UE;

      4. parità di accesso alle cure oncologiche multidisciplinari e di qualità: verso una migliore risposta all'impatto delle crisi sanitarie sui pazienti oncologici;

      5. forte sostegno ai pazienti oncologici, ai sopravvissuti alla malattia e ai prestatori di assistenza;

      6. le sfide dei tumori infantili, negli adolescenti e nei giovani adulti;

      7. le sfide dei tumori rari in età adulta;

     b) Strumenti d'azione:

      1. ricerca olistica e relative implicazioni;

      2. conoscenze condivise;

      3. finanziamento del piano europeo di lotta contro il cancro;

    in precedenza, il 3 febbraio 2021 la Commissione europea aveva presentato il Piano europeo di lotta contro il cancro incentrato su quattro grandi aree di intervento:

     a) prevenzione, attraverso azioni finalizzate ad arginare i principali fattori di rischio, ad esempio il tabagismo (affinché entro il 2040 la percentuale di popolazione che fa uso di tabacco sia inferiore al 5 per cento) il consumo nocivo di alcol, l'inquinamento ambientale e le sostanze pericolose, promuovendo l'alimentazione sana e l'attività fisica e prevenendo i tumori causati da infezioni e incrementando le vaccinazioni;

     b) individuazione precoce, migliorando l'accesso alla diagnostica e la sua qualità e appoggiando gli Stati membri di modo che entro il 2025 il 90 per cento della popolazione dell'Unione europea che soddisfa i requisiti per lo screening del tumore al seno, del tumore del collo dell'utero e del tumore del colon-retto abbia la possibilità di sottoporvisi;

     c) diagnosi e trattamento, mediante azioni volte a offrire una migliore assistenza integrata e completa correggendo le disparità di accesso a cure e medicinali di alta qualità. Di qui al 2030 il 90 per cento degli aventi diritto dovrebbe avere accesso a centri nazionali integrati di cancerologia facenti parte di una rete dell'Unione europea;

     d) miglioramento della qualità della vita dei malati di cancro e dei sopravvissuti, compresi gli aspetti di riabilitazione e di possibile recidiva o metastasi, e misure per facilitare l'integrazione sociale e il reinserimento lavorativo;

    per quanto riguarda l'Italia secondo l'ultimo rapporto «i numeri del cancro in Italia» pubblicato a ottobre 2021 a cura di Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), Registri tumori italiani (Gruppo di lavoro numeri 2021), Società italiana di anatomia patologica e di citologia diagnostica (Siapec-Iap), Fondazione Aiom, sorveglianze Passi e Passi d'Argento (PdA) dell'Istituto superiore di sanità e Osservatorio nazionale screening (Ons) che descrive gli aspetti relativi alla diagnosi e terapia delle neoplasie, nel 2021 sono stimate 181.330 morti per neoplasie (100.200 uomini e 81.100 donne), 1.870 in meno rispetto al 2020. Più in generale, negli ultimi sei anni, si è osservato un calo complessivo della mortalità per cancro del 10 per cento negli uomini e dell'8 per cento nelle donne. Dal 2015 a oggi, nei maschi sono diminuite del 18,4 per cento le morti per neoplasie dello stomaco, del 15,6 per cento quelle del polmone, del 14,6 per cento alla prostata e del 13,6 per cento del colon-retto. Aumentano nella popolazione femminile i decessi per i carcinomi della vescica (+5,6 per cento) e del polmone (+5 per cento), strettamente legati al fumo di sigaretta, mentre calano quelli allo stomaco (-25 per cento), colon-retto (-13,2 per cento), ovaio (-9 per cento) e mammella (-6,8 per cento). L'alto livello dell'assistenza oncologica in Italia è evidenziato dalle percentuali di sopravvivenza a 5 anni, che migliorano per tutte le neoplasie attestandosi al 59 per cento negli uomini ed al 65 per cento nelle donne (rispetto al 54 per cento e 63 per cento della rilevazione precedente aggiornata al 2015);

    l'aumento dell'incidenza del numero di nuovi casi ogni anno di tumori infantili registrato in Italia fino alla seconda metà degli anni Novanta si è arrestato. Airtum, l'Associazione italiana registri tumori, stima che per il quinquennio 2016-2020, in Italia, siano state diagnosticate 7.000 neoplasie tra i bambini e 4.000 tra gli adolescenti (15-19 anni), in linea con il quinquennio precedente. La media annuale stimata è di 1.400 casi nella fascia d'età 0-14 anni e 900 in quella 15-19 anni;

    a causa della pandemia tra marzo e aprile 2020, si è verificata la sospensione degli screening, in particolare essa è stata pari al 33 per cento per lo screening cervicale, al 31,8 per cento per quello colorettale e al 26,6 per cento per quello mammografico. La riduzione degli esami è stata pari al 45,5 per cento per lo screening colorettale (-1.110.414 test), al 43,4 per cento per quello cervicale (-669.742), al 37,6 per cento per le mammografie (-751.879) facendo sì che fossero eseguiti circa 2 milioni e mezzo di screening in meno e, attualmente gli effetti del ritardo sulla diagnosi precoce sono difficilmente quantificabili;

    per prevenire forme tumorali oltre agli screening è necessario adottare, fin da giovani, corretti stili di vita. Sicuramente è una grande sfida, per la salute mondiale, educare i più giovani e sensibilizzarli su quanto sia fondamentale assumere comportamenti che possano prevenire malattie oncologiche. È difficile pensare a interventi di prevenzione, poiché, nella maggior parte dei casi, i tumori infantili non dipendono da stili di vita ma da fattori non del tutto noti;

    è però possibile proteggere i bambini dallo sviluppo di alcuni tipi di tumori attraverso specifiche vaccinazioni: quella contro il virus dell'epatite B, per evitare il cancro del fegato a cui predispone questa malattia, e la vaccinazione contro l'Hpv, a partire dai 12 anni, per prevenire insieme all'infezione i tumori, tra gli altri, del collo dell'utero, del pene, dell'ano e del cavo orale;

    quel che è molto diverso per i tumori pediatrici e che è decisamente cambiato, negli ultimi quarant'anni, è il tasso di mortalità, che è in netta diminuzione: nel 2008 i decessi erano circa un terzo di quelli registrati nei primi anni Settanta, e oggi oltre l'80 per cento dei pazienti guarisce;

    pur essendo guariti, però molti ex pazienti oncologici pediatrici definiscono sé stessi come long term survivor o sopravviventi di lungo corso;

    gli ultimi dati dicono che, dopo la diagnosi, tre bambini su quattro guariscono completamente. Crescendo, queste persone (il cui numero in Europa oggi si stima tra 300.000 e 500.000, di cui appunto circa 50.000 in Italia, con un'età media di 25-29 anni) escono dalle competenze dell'oncologo pediatra, ma, purtroppo, non esiste ancora una figura professionale che le possa accompagnare nell'età adulta, non per praticare cure o esami particolari – possono infatti condurre una vita del tutto normale – ma perché possono avere dei problemi clinici causati dalle cure cui sono stati sottoposti da bambini;

    una minoranza di bambini guariti dal tumore subisce da adulti le conseguenze della malattia o gli effetti secondari delle cure;

    ancora non è del tutto noto quanto le terapie somministrate in età pediatrica possano incidere sulla crescita o sulla possibilità di avere figli, o sulla possibilità di sviluppare malattie del cuore, o sul rischio di sviluppare un secondo tumore indotto dai trattamenti per la cura della neoplasia primitiva;

    sono necessari farmaci sempre più mirati alle specificità dell'organismo in crescita, limitando le sequele nella successiva vita adulta e «su misura» per ogni bambino;

    per ottimizzare i livelli di salute e di qualità di vita dei lungo sopravviventi e per evitare che l'aderenza ai programmi di follow-up (FU) venga meno nel periodo di passaggio dall'infanzia all'età adulta, è fondamentale sviluppare un programma di sorveglianza che continui anche oltre la maggiore età;

    nella crescita dall'età pediatria all'età adulta si realizza il passaggio dal familiare ambiente pediatrico, in cui la responsabilità per le cure e il FU è dei genitori, a un ambiente per adulti sconosciuto, in cui è il lungo sopravvivente stesso che si deve prendere la responsabilità primaria del proprio stato di salute. In questa fascia di età la sovrapposizione di competenze di specialisti pediatrici e medici dell'adulto rende ulteriormente difficile una pianificazione di Long-Term Follow-Up (Ltfu), in quanto non c'è un accordo chiaro su chi debba gestire questi pazienti. Per questi motivi spesso si assiste all'abbandono del programma di sorveglianza da parte dei pazienti e alla perdita del follow-up, rendendo sempre più meno frequenti con l'avanzare dell'età i controlli presso i centri;

    il Children's Cancer Survivors Study Group ha condotto un'analisi sulla frequenza con cui i 18-19enni si recano al centro di riferimento ed è emerso che solo il 31 per cento di essi e il 17 per cento dei pazienti oltre i 35 anni hanno effettuato i controlli nei due anni precedenti;

    il problema evidente in questa fascia di età è che essa risulta essere la meno sorvegliata nonostante sia anche il periodo in cui si assiste maggiormente alla comparsa di effetti tardivi anche gravi a causa dell'aumento di patologie solitamente tipiche dell'età avanzata che in questa popolazione di «guariti» si manifestano precocemente, più velocemente e aggressivamente rispetto alla popolazione dei loro coetanei;

    lo stesso Fondo mondiale per la ricerca sul cancro (World Cancer Research Fund), a distanza di circa dieci anni dall'edizione precedente, ha pubblicato un'impegnativa revisione di tutti gli studi scientifici dedicati al rapporto tra alimentazione, stili di vita e tumori, le cui conclusioni non solo influenzano le strategie politiche e i programmi di prevenzione promossi dai singoli Paesi ma si spera possano anche indirizzare le scelte individuali per condurre una vita più sana;

    l'ultimo piano oncologico nazionale scaduto nel 2016 non è più adeguato ai tempi: il numero dei casi di tumori sono in aumento così come sono variati gli attuali percorsi diagnostici terapeutici rispetto alle linee del piano e l'emergenza da COVID-19 ha fatto emergere esigenze diverse dei pazienti;

    emerge sempre più forte la necessità che l'Italia si adegui al Piano europeo affinché sia superata l'emergenza, siano potenziate le infrastrutture, vi sia un maggior adeguamento all'innovazione tecnologica e venga superata quella disparità regionale nell'assistenza e nella presa in carico dei pazienti e delle loro famiglie non più tollerabile e giustificabile;

    gli effetti indiretti che la pandemia ha avuto sulla capacità di prevenzione e assistenza oncologica ed oncoematologia, i ritardi delle prestazioni di screening, delle diagnosi e dell'accesso a nuovi trattamenti terapeutici, degli interventi chirurgici e la maggiore complessità assistenziale impongono la messa in atto di un nuovo Pon basato sulle 10 iniziative «Faro» del Piano oncologico europeo;

    è necessario che il nuovo piano sia centrato sulla persona e sulla sua presa in carico, sul suo percorso terapeutico che, come sancito nell'accordo Stato-regioni del 2019, individui nella rete oncologica il miglior modello organizzativo per un adeguato livello di accoglienza e integrazione tra assistenza territoriale e ospedaliera, assicurando per tutti un equo accesso alle cure e superando un sistema attualmente incentrato solo sull'assistenza ospedaliera;

    in ragione della rilevanza economica e sociale del cancro, l'adozione del nuovo piano oncologico nazionale (Pon) rappresenta una priorità per l'intero sistema, anche in considerazione di quanto viene richiesto agli Stati membri e stanziato (4 miliardi di euro) dal Piano europeo di lotta contro il cancro;

    alla luce delle 10 iniziative indicate nel Piano oncologico europeo sono state indicate le 5 aree di impatto su cui deve agire il nuovo Pon: organizzazioni e reti, innovazione e medicina personalizzata, prevenzione e promozione della salute, equità di accesso a diagnosi e trattamento con alti standard di qualità, qualità della vita dei pazienti oncologici e dei sopravvissuti alla malattia;

    numerosi sono stati gli atti d'indirizzo e di sindacato ispettivo presentati in Parlamento in questa legislatura su questo tema e nell'atto di sindacato del 17 maggio 2022 (n. 5/08095) il Governo nel dare la risposta, comunicava la conclusione dell'iter del nuovo piano oncologico nazionale;

    successivamente a tale dichiarazione è stata pubblicata una bozza (che deve ancora andare al vaglio della Conferenza Stato-regioni) del nuovo Piano che affronta tutte le problematiche per la prevenzione, la cura e l'assistenza ai malati di cancro con rinnovata attenzione ai percorsi assistenziali grazie a «un approccio globale e intersettoriale, con una maggiore integrazione tra prevenzione, diagnosi precoce e presa in carico» e con il grande obiettivo della riduzione fino all'eliminazione delle disuguaglianze nell'accesso agli interventi di prevenzione e cura;

    prevenzione, percorsi di cura chiari ed omogenei nonché attenzione al malato e a chi lo assiste, esenzione dal ticket anche nelle fasi di indagine, digitalizzazione per snellire la burocrazia, assistenza sempre più domiciliare e integrata con l'ospedale e i servizi territoriali per evitare di dover andare da un presidio all'altro, formazione degli operatori sanitari e campagne informative per i cittadini, supporto nutrizionale e psicologico, ampliamento delle fasce di età per gli screening, cure palliative a domicilio e potenziamento delle coperture vaccinali, attenzione verso i caregiver oncologico, riabilitazione del malato oncologico sono alcune delle linee che si possono leggere nella bozza del nuovo Piano oncologico nazionale 2022-2027;

    sicuramente, sulla carta, si tratta di un piano ambizioso dove è necessario indicare contestualmente le disponibilità delle risorse economiche e finanziarie necessarie per la sua concreta attuazione (nel Piano non si prevedono risorse in più rispetto a quelle già previste dal Fondo sanitario nazionale, dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e da altri fondi europei) nonché una road map che definisca nei dettagli i singoli passaggi successivi per la sua concreta applicazione;

    nel piano nazionale oncologico è necessario affrontare anche il problema dei lungo sopravviventi che, grazie ai miglioramenti delle terapie e delle cure assistenziali per i tumori dell'infanzia, negli ultimi decenni hanno fatto registrare in Europa un continuo aumento (una persona ogni 650-1000 tra la popolazione generale);

    la leucemia è la neoplasia più comune in età pediatrica e rappresenta il 25-30 per cento di tutti i casi registrati annualmente. L'elevato tasso di sopravvivenza è accompagnato, tuttavia, da un rischio significativo di eventi avversi tardivi che incidono notevolmente: sulla qualità della vita, su morbilità e sulla mortalità. Il 60 per cento di lungo sopravviventi presenta una o più malattie croniche dovute alle cure, mentre il 30 per cento è affetto da patologie gravi o mortali. Gli eventi cardiologici tardivi, in particolare da antracicline e radioterapia, sono tra i più frequenti e la mortalità cumulativa a 30 anni dalla diagnosi è dovuta più ad altre cause che al tumore primitivo. Questi dati dimostrano l'importanza del fenomeno e della reale necessità di impostare un valido programma di Long-Term Follow-Up (Ltfu) per lo screening e la diagnosi precoce dei Late Effects (Le),

impegna il Governo:

1) a definire tempistiche certe per la conclusione dell'iter di approvazione del nuovo Piano oncologico nazionale nonché una road map per la sua concreta attuazione, contenente, tra l'altro, una cogente tempistica di attuazione (time table) e precisi, misurabili ed ineludibili elementi di verifica della sua attuazione nelle diverse regioni;

2) ad adottare iniziative per individuare ulteriori risorse economiche e finanziarie atte a garantire l'attuazione delle finalità e degli obiettivi che devono essere indicati nel nuovo piano oncologico nazionale;

3) ad adottare iniziative di competenza volte a ridurre il divario ora esistente tra i vari ambiti regionali, con particolare attenzione alle regioni del Mezzogiorno, prevedendo, altresì, un meccanismo di monitoraggio per la concreta attuazione del Piano stesso, includendovi indicatori predefiniti e misurabili per la valutazione delle attività regionali rispetto alla presa in carico e cura del paziente e della sua famiglia;

4) ad adottare iniziative per garantire gli obiettivi di screening previsti dal piano oncologico europeo nonché a predisporre campagne informative e preventive attraverso screening per le popolazioni maggiormente a rischio, al fine di recuperare quanto non fatto in questi ultimi due anni a causa della pandemia, incentivando anche l'attività di prevenzione secondaria;

5) a promuovere, a livello territoriale, un approccio multidisciplinare con una presa in carico globale del malato oncologico al fine di garantire il benessere psicofisico complessivo del paziente oncologico;

6) a dare completa attuazione alla legge n. 29 del 22 marzo 2019 recante «l'istituzione e disciplina della Rete nazionale dei registri tumori e dei sistemi di sorveglianza e del referto epidemiologico per il controllo sanitario della popolazione» completando il Registro nazionale tumori e assicurandone un corretto funzionamento anche attraverso un corretto e completo trasferimento dei dati regionali al data base nazionale;

7) a dare piena attuazione all'accordo «Revisione delle linee guida organizzative e delle raccomandazioni per la rete oncologica che integra l'attività ospedaliera per acuti e post acuti con l'attività territoriale», dal momento che uno dei principali obiettivi della Rete oncologica è costituito dalla condivisione e dallo scambio di informazioni cliniche al suo interno, valutando la possibilità di superare l'automatica applicazione del modello hub&spoke, che fino ad oggi ha impedito una reale attivazione delle reti oncologiche in molte regioni e proponendo modelli alternativi, come quello del Comprehensive Cancer Network, basato su Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali (Pdta) regionali vincolanti, attraverso una armonizzazione normativa dei rimborsi regionali, attribuiti al percorso diagnostico terapeutico e non solo alla singola prestazione, che potrebbe essere resa al cittadino, in maniera coordinata, in uno dei Centri assistenziali previsti nel percorso diagnostico-terapeutico del network assistenziale al cittadino medesimo più agevolmente accessibili;

8) a predisporre tutte le iniziative necessarie per assicurare un completo reinserimento sociale e lavorativo del malato oncologico;

9) ad adottare iniziative, per quanto di competenza, anche in relazione all'approvazione di un nuovo modello di assistenza territoriale, volte a potenziare l'assistenza oncologica domiciliare e territoriale nell'ottica di ridurre, parallelamente, il numero di accessi alle strutture ospedaliere, anche attraverso la creazione di modelli innovativi come quello del teleconsulto strutturato, controllato e riconosciuto associato alla «home delivery» dei farmaci, anche armonizzando l'attuale normativa di cessione ospedaliera;

10) ad adottare iniziative, per quanto di competenza, per rinnovare e modernizzare la dotazione strumentale e tecnologica per gli screening diagnostici, per le attività chirurgiche e per la radioterapia;

11) ad adottare iniziative volte a sostenere il funzionamento e lo sviluppo di centri multidisciplinari di alta specialità che presentino i necessari requisiti per l'accreditamento, nell'ottica di sviluppare e diffondere la terapia Car-T;

12) a promuovere l'oncologia di precisione attraverso l'istituzione dei Molecular Tumor Board (Mtb) nell'ambito delle Reti oncologiche regionali (Ror) e l'istituzione dei Centri di profilazione genomica (Next Generation Sequencing – Ngs), secondo quanto previsto dall'articolo 8, commi 1-bis-1-quater del decreto-legge n. 152 del 2021 convertito, con modificazioni, dalla legge 29 dicembre 2021 n. 233, invitando l'Aifa a rendere nuovamente disponibili, a tutti gli oncologi o almeno ai Mtb, l'Osservatorio delle sperimentazioni cliniche, per garantire una reale equità di potenziale accesso a terapie innovative, ancorché non ancora convenzionali;

13) ad adottare iniziative di competenza, nel quadro del potenziamento delle attività di prevenzione e cura dei tumori, per attuare quanto previsto dall'intesa Stato-regioni 26 ottobre 2017 sul documento «Piano per l'innovazione del sistema sanitario basata sulle scienze omiche», nell'ottica di garantire il più ampio accesso alla medicina di precisione, promuovendo una sollecita adozione delle conclusioni del tavolo di coordinamento inter-istituzionale con il compito di attuare il piano, con particolare riferimento agli investimenti necessari per assicurare la multidisciplinarietà, strutture adeguate e personale altamente specializzato;

14) ad adottare iniziative volte a garantire il sostegno psicologico così come previsto dai livelli essenziali di assistenza (Lea) anche ai malati oncologici;

15) a predisporre campagne informative, con particolare attenzione alle fasce più giovani della popolazione, volte ad adottare stili di vita corretti in un'ottica di prevenzione delle malattie oncologiche;

16) ad adottare iniziative per definire ed organizzare, per quanto di competenza, per i pazienti oncologici pediatrici guariti programmi di controllo per la gestione del «guarito» e degli eventuali effetti a distanza nonché per definire misure per la presa in carico nel periodo di transizione tra l'età pediatrica e quella adulta;

17) ad adottare iniziative per definire ed organizzare, per quanto di competenza, anche per i pazienti oncologici adulti, degli «ambulatori dei guariti», da attuare in accordo con la medicina del territorio in strutture extraospedaliere per ridurre l'impatto psicologico negativo delle strutture di cura oncologica;

18) ad adottare iniziative volte al potenziamento della ricerca clinica e traslazionale oncologica, adoperandosi celermente per l'adozione dei decreti attuativi del regolamento europeo della sperimentazione clinica di medicinali per uso umano (536/2014);

19) ad adottare iniziative volte alla definizione di nuovi modelli di protezione dei dati personali dei pazienti oncologici (e non dei cittadini), tutelando i Dpo (Data protection officer) aziendali, attraverso una semplificazione delle procedure che sia in grado di non rallentare o bloccare la ricerca clinica e traslazionale innovativa.

 

Seduta del 13 giugno 2022

Intervento in discussione generale di Beatrice Lorenzin

Seduta del 15 giugno 2022

Dichiarazione di voto di Elena Carnevali