Al Ministro dell'interno. — Per sapere — premesso che:
il 6 giugno 2020 si è svolta a Roma, al Circo Massimo, la manifestazione organizzata da ultras di destra, cui si sono uniti Forza Nuova, i fuoriusciti della Rete delle Comunità Forzanoviste, Avanguardia e Rivolta Nazionale;
tale mobilitazione, nata dagli ultras del Brescia della Brigata Leonessa, legata al network del Veneto fronte skinheads, e dagli Ultras Lazio, collegati agli Irriducibili dopo lo scioglimento del gruppo legato all'omicidio di Fabrizio Piscitelli, «Diabolik», è cresciuta sui social trovando consenso anche tra Lealtà Azione (presente nella curva nord dell'Inter) la veronese Fortezza Europa (vicina alla curva dell'Hellas), gli ultras del Varese, del Bologna, dell'Ascoli, della Juventus, della Roma;
la manifestazione era stata preceduta da dichiarazioni minacciose quali l'invito a «togliere le mascherine ed indossare il passamontagna» e che «è vero la classe politica che ci governa dovrà pagarla, ma nessuno sconto alle Forze dell'Ordine che hanno dimostrato che non sono con il popolo ma con chi gli paga lo stipendio. Statene pure certi che fra poco le piazze diventeranno il vostro incubo»;
all'esito della manifestazione le minacce si sono trasformate in realtà in intollerabili aggressioni ai danni di giornalisti e forze dell'ordine;
una riunione di coordinamento è prevista per il 30 giugno dove «Mascherine tricolori», i «Ragazzi d'Italia» e i «Gilet arancioni» si salderanno con i no-vax, i no 5G e il Movimento R2020 di Sara Cunial;
la Costituzione, nata dalla Resistenza al fascismo, garantisce la libertà di espressione e di manifestazione del pensiero, ma dice anche, all'articolo 17, che i cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senza armi;
l'apologia del fascismo è reato, così come qualsiasi tentativo di riorganizzazione del disciolto partito fascista. A tal proposito preoccupa molto la saldatura tra gruppi ultras e frange di estrema destra finalizzate alla contestazione politica di piazza con modalità violente;
episodi come quelli accaduti il 6 giugno e come si preannunciano per il prossimo 30 giugno non possono essere tollerati –:
quali valutazioni abbiano permesso lo svolgimento della manifestazione del Circo Massimo, viste le premesse particolarmente preoccupanti per il mantenimento dell'ordine pubblico e della sicurezza, quali siano gli elementi di conoscenza circa i gravi fatti accaduti nel corso della stessa e quali iniziative urgenti intenda adottare per assicurare che episodi simili non si ripetano nelle prossime iniziative già annunciate.
Seduta del 24 giugno 2020
Illustrazione di Carmelo Miceli, risposta del Ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, replica di Emanuele Fiano
CARMELO MICELI: Grazie, signor Presidente. Signora Ministro, il 6 giugno 2020 si è svolta a Roma, al Circo Massimo, la manifestazione convocata e organizzata nelle settimane precedenti da gruppi di ultras di destra, cui si sono poi uniti Forza Nuova, i fuoriusciti della Rete delle Comunità Forzanoviste, Avanguardia e Rivolta Nazionale.
Tale mobilitazione, nata dagli ultras del Brescia della Brigata Leonessa, legata al network del Veneto fronte naziskin Skinheads, e dagli Ultras Lazio, filiazione diretta degli Irriducibili dopo lo scioglimento del gruppo in seguito all'omicidio del cosiddetto “Diabolik”, di Fabrizio Piscitelli, è cresciuta sui social trovando consenso anche tra altri gruppi pericolosi: Lealtà Azione (presente nella curva nord dell'Inter), la veronese Fortezza Europa (vicina alla curva dell'Hellas), gli ultras del Varese, del Bologna, dell'Ascoli, della Juventus e della Roma.
La manifestazione era stata preceduta da dichiarazioni che fin da subito erano parse delle vere e proprie minacce. Nella pagina ufficiale dell'evento si poteva infatti leggere l'invito a vere e proprie minacce: “togliere le mascherine ed indossare il passamontagna” e minacce alla classe politica, che avrebbe dovuto “pagarla”. Quindi, Ministro, le chiediamo: considerato quello che è accaduto, considerato che ci sono ulteriori eventi calendati da altri coordinamenti che continuano ad allargarsi e che prevedono la congiunzione dei “no-vax”, dei “no 5G” al movimento e chiediamo quali siano le ragioni che hanno consentito lo svolgimento della manifestazione del 6 giugno, quali notizie sono state assunte in esito all'iniziativa del 6 giugno e se intendete fermare le iniziative che sono programmate dalle altre organizzazioni.
LUCIANA LAMORGESE, Ministra dell'Interno. Onorevoli deputati, gli onorevoli interroganti richiamano l'attenzione sulla manifestazione svoltasi a Roma lo scorso 6 giugno presso il Circo Massimo, nel corso della quale si sono verificati episodi di violenza ai danni di giornalisti e di appartenenti alle forze dell'ordine.
L'iniziativa, pubblicizzata sui principali social network, era organizzata dal neo costituito gruppo “Ragazzi d'Italia”, che riunisce diverse componenti, tra cui esponenti del movimento politico Forza Nuova ed alcune tifoserie ultras.
L'evento si proponeva di esprimere il dissenso verso alcuni provvedimenti attuati dal Governo nell'azione di contrasto alla diffusione del virus COVID-19, nonché, come si è poi appurato, svolto per protestare contro la decisione di riprendere le gare del campionato di calcio.
L'attuale clima di incertezza sociale e le difficoltà economiche hanno agevolato la nascita di molteplici sigle, che, attraverso i social network, hanno promosso manifestazioni di dissenso, trovando favorevoli condizioni per una saldatura delle istanze contestative.
A ciò si aggiunge il fenomeno della politicizzazione delle curve, che vede l'associarsi dell'azione di proselitismo negli stadi con una presenza sistematica nelle piazze, allorché si svolgono manifestazioni.
In particolare, per la manifestazione del 6 giugno, i promotori, esponenti di Forza Nuova, avevano inizialmente richiesto l'utilizzazione di piazza del Popolo, ma in considerazione dell'elevato numero di partecipanti previsti, circa 6 mila persone, che non avrebbe consentito il rispetto delle distanze interpersonali, veniva individuato il Circo Massimo, anche per i profili di ordine pubblico.
Tali valutazioni sono state effettuate nel corso di due riunioni tecniche di coordinamento delle forze di polizia, convocate dalla prefettura di Roma nelle giornate del 3 e 4 giugno, e di un successivo tavolo tecnico svoltosi in questura. È stato, quindi, predisposto un dispositivo rafforzato, con l'impiego di 470 unità di operatori di polizia, due veicoli speciali dotati di idrante e due elicotteri.
Dopo l'inizio della manifestazione, alla quale hanno partecipato circa 1.200 persone – quindi, un numero ridotto, rispetto a quello previsto - nascevano accesi diverbi e litigi. Un gruppo di manifestanti ha spintonato giornalisti, per poi affrontare con lanci di oggetti le forze dell'ordine. In seguito ai fatti descritti, sono state identificate 230 persone, di cui 13 fermate per approfondimento, due tratte in arresto per resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Inoltre, un carabiniere e quattro operatori di polizia, a causa dello scoppio di una bomba carta, hanno riportato lievi lesioni. Sono in corso approfondimenti investigativi, da parte della DIGOS di Roma, sotto la direzione dell'autorità giudiziaria, volti all'identificazione di altri responsabili di reato.
In considerazione dell'attenzione prestata nei confronti di tale tipo di manifestazioni, si aggiunge che già il 10 giugno scorso il questore di Roma, in relazione a un altro evento prossimo, preannunciato per il 30 di giugno, ha emesso un provvedimento di diniego allo svolgimento della manifestazione del movimento “Marcia su Roma”. In ogni caso, qualora in assenza di significativi elementi di pericolo, la manifestazione dovesse svolgersi nel rispetto del diritto di manifestare, costituzionalmente garantito, si assicura fin d'ora la predisposizione di un idoneo servizio di sicurezza.
EMANUELE FIANO: La ringrazio, Presidente. Signora Ministro, mi consenta innanzitutto di ringraziarla per il suo lavoro, per come ella ha interpretato sin qui il suo nuovo ruolo, per l'intelligenza, la sensibilità ed il senso dello Stato che lei sta dimostrando. Noi sentivamo la mancanza, nell'ufficio che lei ricopre in quel palazzo, di questo senso dello Stato.
La risposta che ella ha voluto o potuto fornire all'interrogazione del collega Miceli e mia è certamente corretta, sotto il profilo di una normativa vigente, o meglio è consentita dalla vigente normativa. È cioè una scelta: la scelta della preferenza di un atteggiamento successivo alle manifestazioni, repressivo, giudiziario, rispetto ad alcune manifestazioni e all'esercizio della violenza in quelle manifestazioni, posteriore invece che preventivo. Di diniego sarebbe stato preventivo, rispetto allo svolgimento di manifestazioni, come invece in alcuni casi che ella ci ha appena citato, pur nel rispetto e in ossequio all'articolo 17 della Costituzione, che, come però tutti noi ricordiamo, come dalle prime lezioni sulla Costituzione, riporta nella prima riga che quelle manifestazioni devono svolgersi pacificamente, perché questo difende lo Stato italiano.
L'impressione, che ricaviamo dalla sua cortese risposta, che ovviamente apprezziamo nel merito, è che servono nel nostro Paese nuove norme penali, per impedire che chi si riunisce per esercitare violenza come fine programmato, come è successo nei giorni precedenti al 6 giugno a Roma, e cioè che annuncia che lì si svolgerà della violenza, non lo possa fare, ottenendo un diniego dalle autorità preposte, in ossequio alla Costituzione, ma a tutto il testo dell'articolo 17 della Costituzione. E anche, se mi consente, servono nel nostro Paese nuove norme penali più incisive, per impedire - ho finito, Presidente - che l'apologia e la propaganda neofascista, associata ad alcune delle sigle che lì hanno manifestato, possa essere esercitata. Così come pensiamo che vadano chiusi determinati movimenti politici, legati a queste ideologie e a quelle forme di violenza. Ma questo è un altro fatto, cosa che noi faremo con apposite proposte di legge