01/04/2025
Piero De Luca
UBALDO PAGANO, FILIPPIN, MADIA, PRESTIPINO, GHIO, FERRARI, CASU e FORNARO
3-01866

Al Ministro per gli affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. — Per sapere – premesso che:

   la sesta relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, trasmessa dal Governo alle Camere con ingiustificato ritardo rispetto agli obblighi di legge, da un lato, evidenzia che la settima rata richiesta il 30 dicembre 2024, del valore di 18 miliardi e 300 milioni di euro, ancora non è stata pagata dalla Commissione europea, dall'altro lato, conferma le enormi criticità rilevate anche dalla Corte dei conti rispetto all'attuazione concreta degli investimenti programmati a pochi mesi ormai dalla scadenza del Piano fissata a giugno 2026;

   questa relazione periodica non fornisce un quadro completo e trasparente dello stato di avanzamento delle opere, tralasciando dettagli fondamentali sull'effettiva realizzazione fisica dei progetti e sugli impatti concreti per cittadini e imprese;

   secondo le dichiarazioni rese dal Ministro dell'economia e delle finanze, Giancarlo Giorgetti, apparse su organi di stampa e mai smentite, il Governo italiano ha intenzione di chiedere una proroga di almeno un anno per completare l'attuazione degli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza;

   tale richiesta appare non solo incompatibile con l'attuale quadro normativo dell'Unione europea e con la volontà della Commissione europea di non concedere proroghe, come confermato dal Commissario Serafin, ma anche contraddittorio rispetto alle rassicurazioni fornite dal Governo sull'efficacia della governance attuale e sul rispetto della tabella di marcia del Piano;

   il Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenta uno strumento strategico non solo per la modernizzazione del Paese, ma anche per la coesione territoriale e sociale, in particolare attraverso investimenti mirati alla costruzione di case e ospedali di comunità, nuovi asili nido e scuole dell'infanzia, residenze universitarie, così come alla realizzazione di opere strutturali contro il dissesto idrogeologico, al potenziamento delle infrastrutture ferroviarie nel Mezzogiorno, incluse le linee ad alta velocità –:

   se il Governo ritenga di poter confermare formalmente, in modo trasparente e verificabile, che tutte le opere previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza – in particolare quelle relative alle case e ospedali di comunità, agli asili nido, alle residenze universitarie, agli interventi contro il dissesto idrogeologico e alle linee ferroviarie nel Mezzogiorno – saranno effettivamente completate entro il termine del 2026, come stabilito dal cronoprogramma vigente, e se non ritenga necessario pubblicare con urgenza una nuova e diversa relazione, aggiornata e disaggregata per missione, localizzazione e soggetto attuatore, sullo stato di attuazione fisica e procedurale di tutte le opere in programma, al fine di assicurare piena trasparenza nei confronti del Parlamento e dei cittadini.

Seduta del 2 aprile 2025

Illustrazione di Ubaldo Pagano, risposta del Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione, replica di Piero De Luca

UBALDO PAGANO, Ministro, non è dal suo insediamento a dire il vero, ma da ben prima, che il PNRR pare essere diventato più un atto di fede che una missione del Paese. È evidente che lei ha ereditato una situazione piuttosto catastrofica, determinata dal fatto che il suo predecessore nelle successive rimodulazioni che aveva messo in campo ha in realtà trasferito tutti gli obiettivi da raggiungere nell'ultimo anno e mezzo. L'ultima relazione che lei ha depositato fa il paio con le dichiarazioni del vostro Ministro dell'Economia e delle finanze in cui - una sorta di commedia dell'assurdo - lei rassicura tutti sulla piena attuazione del Piano e, il giorno dopo, il Ministro Giorgetti chiede la proroga di un anno perché tanti progetti in realtà sono a rischio.

Allora oggi noi le chiediamo una risposta trasparente e verificabile. Può confermare o no che tutte le opere previste dal PNRR - in particolare relative alle case, agli ospedali di comunità, agli asili nido, alle residenze universitarie, agli interventi contro il dissesto idrogeologico e alle linee ferroviarie del Mezzogiorno - saranno effettivamente completate entro il 2026? E se non le è di troppo disturbo, potrebbe garantirci sul fatto che le prossime relazioni siano un po' più di quello che lei ha depositato la scorsa settimana? Semplicemente perché, da quei dati, sembrano più le domande che nascono a essere il soggetto prevalente che le risposte che riusciamo a ricevere e che, soprattutto, vorrebbero ricevere le cittadine e i cittadini italiani.

TOMMASO FOTI, Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le politiche di coesione. La ringrazio, onorevole Pagano, anche e soprattutto per la parte finale del suo intervento, perché mi serve a poter chiarire. Primo: non c'è alcun ritardo nella presentazione di questa relazione, perché chiunque abbia letto la legge e abbia visto e letto la prima relazione del Governo Draghi dovrebbe sapere che le relazioni vengono presentate entro il 15 aprile o entro il 30 aprile dell'anno. Quindi la relazione è perfettamente nei termini. Quanto poi alla compilazione della relazione essa segue pedissequamente lo schema, e non potrebbe essere diversamente, della prima relazione Draghi perché, diversamente, i dati non potrebbero essere comparati correttamente.

Vado alla seconda parte, che penso politicamente sia ovviamente la più interessante. Nessuno qui dentro nasconde il limite di spesa e la possibilità di arrivare a quel limite di spesa previsto dall'assegnazione delle risorse, fatto salvo il raggiungimento degli obiettivi. Perché, come loro sanno, prima di poter dire che si sono incassate le rate, bisogna raggiungere gli obiettivi.

Allora, ad oggi, debbo dire che il 52 per cento del livello di spesa e il 63 per cento di rate aggiudicate è il miglior dato che c'è in Europa. Lo avete nella relazione, ma nessuno ovviamente lo cita, la nazione che ha più risorse dopo di noi, o meglio, la nazione che dopo di noi ha più risorse è la Spagna che ha chiesto, ad oggi, il 30 per cento della sua possibilità di spesa. Noi siamo al 63 per cento. Mi pare che sia più del doppio. Lo dico solo come citazione numerica.

Arrivo alla questione che lei diceva. Tra l'altro, chiedevate nella interrogazione notizie in relazione alla settima rata e alla liquidazione della settima rata, voglio qui assicurare che il contatto con i componenti della Commissione è ad un ottimo punto, penso di essere nella fase conclusiva. Voglio ringraziare anche per la leale collaborazione e puntuale collaborazione i componenti della Commissione europea perché è una fase, ovviamente, quella della verifica, che non è propriamente occasionale.

Per quanto riguarda, infine, la richiesta, e cioè se vi siano richieste di rimodulazione sul piano: vi sono richieste di rimodulazione sul piano e saranno presentate richieste di rimodulazione, ma esse non riguardano le case di comunità ed ospedali di comunità, gli asili nido, gli investimenti ferroviari nel Mezzogiorno e, quindi, penso di aver risposto a gran parte dei quesiti che sono stati posti.

PIERO DE LUCA, Grazie, Presidente. Ministro, grazie. Però, ci perdoni, c'è proprio poco o nulla nel suo intervento, che ha confermato e se possibile aumentato la confusione sullo stato di attuazione del PNRR, ed è per questo che continuiamo, anche oggi, a chiedere, con forza, che la Premier direttamente ci metta la faccia e venga in Parlamento a dire la verità. Guardate, Ministro, abbiamo contattato in questi degli specialisti, abbiamo chiamato Chi l'ha visto? (Il deputato De Luca mostra il logo del programma “Chi l'ha visto?”), abbiamo fortunatamente ritrovato il piano che era scomparso, ma le condizioni sono drammatiche e la responsabilità è tutta vostra. La relazione semestrale - è semestrale - in realtà manca da quasi un anno. Questa è la verità e, finora, i dati sono dati inconfutabili: avete cancellato 500 case ospedali di comunità, finora, 100.000 posti in asili nido, 10 miliardi di euro di investimenti nei comuni e i dati sull'attuazione delle opere in corso sono spaventosi, altro che favole che raccontate. Avete speso finora 63 miliardi di euro, cioè la metà delle risorse ottenute, ma il 30 per cento delle risorse complessive rischiano (investimenti in asili, scuole, ospedali, residenze universitarie, infrastrutture di trasporto) di saltare definitivamente perché dovremmo spendere 130 miliardi di euro in pochi mesi. Avete un'idea di come fare? Cosa pensate di fare? Se pensate qualcosa, Ministro?

Lei continua a dire che va tutto bene, e dimostra in questo modo - mi perdoni, con tutta la stima, la simpatia - di vivere su Marte. Perché lei continua a nascondere la polvere sotto il tappeto e a prendere in giro l'Italia. Del resto è lo stesso Ministro Giorgetti, come ricordava il collega Pagano, che l'ha smentita clamorosamente qualche giorno fa, annunciando la volontà di chiedere una proroga di un anno del PNRR. Non per un suo divertimento, ma per i ritardi in corso. Proroga che però - informiamo - non è consentita dalle norme europee e non è all'ordine del giorno a Bruxelles, come confermato qualche giorno fa dal commissario europeo Serafin.

In questo quadro, allora, sappiamo che state procedendo, come lei ci conferma, all'ennesima rimodulazione che è ciò che vi riesce meglio. Lei doveva però, almeno oggi, dire una cosa chiara che non emerge dalla sua relazione: assicurare che tutte le opere del PNRR saranno completate in tempo, oppure dire chiaramente quali opere saranno cancellate del tutto. Questo non l'ha fatto e, per questo, che chiediamo ancora una volta verità e trasparenza.

Se non siete in grado fatevi aiutare! Noi siamo qui per darvi una mano, per aiutare! Altrimenti avrete la responsabilità storica di bruciare il più grande piano di rilancio e ricostruzione del Paese, simbolo di un'Europa della solidarietà, di quell'Europa del Manifesto di Ventotene che voi attaccate ogni giorno, indebolite ogni giorno e che, invece, anche col PNRR, dovrebbe essere rilanciata e sostenuta, al contrario di quello che fate voi mettendo in ginocchio il futuro del nostro Paese.