09/04/2019
Vito De Filippo
CARNEVALI, CAMPANA, UBALDO PAGANO, PINI, RIZZO NERVO, SCHIRÒ, SIANI, GRIBAUDO, ENRICO BORGHI e FIANO
3-00686

Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   la legge di bilancio per il 2019 (legge n. 145 del 2018) prevede al comma 514 che «per l'anno 2019, il livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato è determinato in 114.439 milioni di euro. Tale livello è incrementato di 2.000 milioni di euro per l'anno 2020 e di ulteriori 1.500 milioni di euro per l'anno 2021»;

   la medesima legge prevede, al comma successivo, che «per gli anni 2020 e 2021, l'accesso delle regioni all'incremento del livello del finanziamento rispetto al valore stabilito per l'anno 2019 è subordinato alla stipula, entro il 31 marzo 2019, di una specifica intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano per il Patto per la salute 2019-2021 che contempli misure di programmazione e di miglioramento della qualità delle cure e dei servizi erogati e di efficientamento dei costi», mentre al comma 516 si indicano i contenuti minimi dell'intesa;

   la data del 31 marzo 2019 è stata ormai superata senza che si sia addivenuti a nessun accordo e senza che si prefiguri all'orizzonte, in tempi rapidi e certi, tale intesa;

   era chiaro fin da subito che tre mesi non sarebbero stati sufficienti per stipulare un nuovo patto che tra le molteplici materie avrebbe dovuto regolamentare: la revisione del sistema di compartecipazione alla spesa sanitaria a carico degli assistiti; il rispetto degli obblighi di programmazione a livello nazionale e regionale e la riorganizzazione delle reti strutturali dell'offerta ospedaliera e dell'assistenza territoriale; la valutazione dei fabbisogni del personale del servizio sanitario nazionale e la relativa assunzione;

   lo stallo tra regioni e Governo che si è venuto a creare è ormai evidente e non è di facile soluzione perché la questione non riguarda solo la nuova struttura del servizio sanitario nazionale, ma anche le risorse da investire su questo –:

   quale sia ad oggi l’iter per la stipula del nuovo Patto per la salute così come previsto dalla legge di bilancio per il 2019 e quali siano, a questo punto, le conseguenze della mancata intesa per le regioni e per la stessa tenuta del sistema sanitario nazionale, visto che il comma 515 della legge n. 145 del 2018 prevedeva esplicitamente che l'incremento del finanziamento per gli anni 2020 e 2021 fosse subordinato alla stipula del nuovo patto entro il 31 marzo 2019.

Seduta del 10 aprile 2019

Illustrazione di Elena Carnevali, risposta del governo di Giulia Grillo, Ministra della Salute, replica di Vito De Filippo.

Illustrazione

Signora Presidente, signora Ministra, onorevoli colleghi, la legge di bilancio per il 2019 finanzia con 114,4 miliardi il Fondo sanitario: risorse che noi abbiamo giudicato insufficienti, su cui gli unici elementi ed incrementi significativi sono dati dal lascito di 1 miliardo del Governo precedente. La stessa legge prevede che, per le risorse aggiuntive previste, le regioni debbano sottoscrivere un'intesa per il rinnovo del Patto della salute: parliamo delle risorse di 2 miliardi per il 2020, di 1,5 miliardi per il 2021. Oltre al rinnovo del Patto della salute, ci sono materie da regolamentare, come il sistema di compartecipazione, gli obiettivi di programmazione, la rete di offerta ospedaliera e quella assistenziale, il fabbisogno del personale. Pervicacemente avete voluto quella scadenza del 31 marzo, che è ampiamente scaduta.

Qual è l'iter, Ministra, per il nuovo Patto della salute? Quali sono le conseguenze per la mancata intesa? E soprattutto, visto che le previsioni di crescita sono pari a zero, che ci garantisca che le risorse di 2 miliardi non verranno toccate.

Risposta del governo

Presidente, il percorso delineato dalla scorsa legge di bilancio ha sicuramente posto una sfida molto ambiziosa al Governo, affidando al nuovo Patto per la salute obiettivi che si collocano in forte discontinuità rispetto al passato. Nel perseguire tali obiettivi, il Governo ha voluto assicurare alle regioni non solo la garanzia della condivisione delle singole clausole del Patto, prerogativa naturale in ogni accordo, ma anche delle modalità del processo che dovrà portare alla stipula dell'accordo stesso: è questa, come si può intendere facilmente, una regola non espressamente contenuta nelle procedure di conclusione del Patto, ma che muove dalla consapevolezza, in cui credo fortemente, che debba essere riconosciuta la massima dignità ad ogni istanza proveniente dalle regioni. Per questo motivo ho aderito subito e convintamente alla richiesta formulata dalle regioni di acquisire innanzitutto un accordo su alcuni punti qualificanti del Patto, sui quali, essendo ormai di dominio pubblico e per ragioni di tempo, non mi dilungherò in questa sede.

Per rispondere in modo più completo all'interrogante è tuttavia importante sottolineare un'informazione che non è nota all'esterno del tavolo delle trattative: dopo una prima stesura del nucleo di misure più strategiche del Patto, il documento più aggiornato che teneva conto delle risultanze delle prime riunioni e delle ulteriori deduzioni del Ministero della salute è stato inviato il 13 marzo scorso alle regioni. È proprio di queste ore l'interlocuzione con alcuni esponenti della Conferenza Stato-regioni, tanto che a breve partirà appunto una nostra lettera di convocazione con gli stessi per concludere la stesura del Patto.

Desidero quindi rassicurare gli interroganti che non vi è alcuno stallo e che siamo pronti per portare a termine il nuovo patto in tempi naturalmente congrui alla complessità del compito che ci accingiamo a svolgere. In riferimento al termine - come ben sapete - del 31 marzo, si tratta di un termine ordinatorio, quindi il fatto che venga scatolato non ha alcun tipo di effetto giuridico sulla sottoscrizione del patto. Invece, per quanto riguarda il finanziamento, ovviamente assicuro che il finanziamento che è stato previsto nella scorsa legge di bilancio per il Fondo sanitario nazionale per 2019 sarà confermato per quanto già indicato.

Replica

Presidente, io vorrei consigliare, con molto rispetto, al Ministro di utilizzare lo stesso linguaggio della sincerità che ha utilizzato in una sua precedente esperienza istituzionale, e ammettere, con grande franchezza e con grande sincerità, in quest'Aula che lei sta guidando un luogo arreso: il suo Ministero. Arreso, sostanzialmente, perché circondato da “tassapiattisti”, da “quota 100” e da una serie di altre manovre finanziarie. Abbiamo conosciuto i “terrapiattisti” quando si è parlato di vaccini, ora stiamo conoscendo i “tassapiattisti”, che stanno sostanzialmente travolgendo le aspettative finanziarie del suo Ministero, ma soprattutto del sistema sanitario del nostro Paese. Si fanno saltare dati, perché nella sua risposta, molto ermetica e non in linea con la sua precedente esperienza di sincerità, lei ci parla del Fondo del 2019 e non ci parla invece del Fondo del 2020 e del 2021. Io vorrei ricordarle che il Patto per la salute, che è uno strumento che lei ha aveva ampiamente criticato e che ha voluto utilizzare nell'assoluta continuità - in questo senso virtuosamente - del suo Governo rispetto a quelli precedenti, era da sottoscrivere entro il 31 di marzo perché doveva garantire la programmazione del Fondo sanitario per i prossimi tre anni, cosa che lei oggi sta smentendo clamorosamente, perché immagino che le cose che dovrà fare il suo Governo da qui a qualche settimana travolgeranno le sue aspettative, in una cornice istituzionale che lei finge di raccontare in grande equilibrio e in grande sintonia con le regioni, ma che è esattamente il contrario di quello che lei ha dichiarato. C'è uno scontro in atto tra lei e le regioni, sia sulle cifre sia sul profilo costituzionale delle competenze tra regioni e Governo sulla sanità. Lei non vuole utilizzare questo argomento e questa sincerità perché è stata anche lei ovviamente avvolta dall'ambiguità, anche dalla destrezza pragmatica e cinica con la quale sta guidando il suo Ministero, in sintonia col suo Governo.